La matinée del FEFF invita gli studenti delle scuole a visionare The Curtain Rises, film di ambientazione scolastica tratto da un romanzo pubblicato da Kodansha nel 2012, in cui le Momoiro Clover Z mettono tanta freschezza giovanile, sia in veste scanzonata, come nella canzone di chiusura, in perfetto stile j-pop, sia in versione accorata, commuovendo e coinvolgendo il pubblico nella vicenda umana del loro gruppetto di ragazze strette attorno alla docente-per-caso del club di arte drammatica. Alla fine della storia, le allieve superano la maestra, scoprendo nel teatro un modo per diventare se stesse. Molto Giappone anche nel pomeriggio, cone 100 Yen Love di Masaharu Take e 0.5mm di Momoko Ando, entrambi brillantemente interpretati da Sakura Ando.
 
201503292226441581.jpg

The Curtain Rises:
 
Il regista Katsuyuki Motohiro chiama all'appello le Momoiro Clover Z per trasporre una sceneggiatura basata su un romanzo di Hirata Oriza.
Maku ga Agaru. Si alza il sipario.  
The Curtain Rises mette in scena un gruppo di ragazze, chiamate a recitare per scoprire se stesse.
Le allieve della Fujigaoka chiedono solo di trovarsi, al di là dei dubbi sul proprio futuro dopo la scuola, al di là dell'ansia di sentirsi inadeguate di fronte a un pubblico.
L'esperienza di un club delle superiori, o piuttosto l'inizio di un percorso di vita. Sì, perché il teatro ha a che fare con la propria esistenza. Saori ne fa diretta esperienza, quando si ritrova a capo del club di arte drammatica, alle prese con la sconfitta alle selezioni locali dell'anno prima. Ma ecco che arriva la sensei Yoshioka, una ex attrice - una regina. Prende per mano le ragazze del club, le ispira. Ma ancora di più, senza che Saori o le altre ne abbiano coscienza, Yoshioka sensei si trasforma. L'entusiasmo delle sue alunne, l'estro creativo di Saori, tutto questo riaccende la sua passione per il teatro: alla sensei viene voglia di tornare sulla scena. E intanto Saori cambia, rimanendo se stessa. Rende meravigliose tutte sulla ribalta, scrivendo una sceneggiatura intensa. Per Yukko, la principessa. Per Garuru, il maschiaccio. Per Akemi, l'estroversa.
E poi arriva Nakanishi, da una prestigiosa accademia vicina. Nakanishi ha cambiato scuola - non sopportava di aver fallito nel teatro, per colpa di una pronuncia blesa. Una sera, alla stazione, in attesa, forse di un treno interstellare, dice a Saori (e a se stessa): «Siamo tutti soli». Due miliardi di anni di solitudine riempiono il cuore d'ansia, in questo piccolo angolo di galassia.
Non sei sola. «Non importa se mi brucerò 100 volte», ci sarò io con te.
Saori la tiene stretta, e allora Nakanishi ha un'idea spaziale: salire una notte sul treno della Via Lattea. Saori prende un biglietto e si mette in viaggio con lei. Così nasce un copione siderale, tratto dal racconto di Kenji Miyazawa - davvero niente male.
Calcare le scene come camminare, all'infinito, avvicinandosi a vicenda - come l'asintoto della scienza. Così il teatro ci trasforma. Trasforma in un sentimento d'infinito la sensazione di non essere nulla.
«Quest'universo è così grande che sembra volerci dividere».
«Ma io ti aspetterò».
Come Giovanni aspetta Campanella. Ancora Miyazawa.
Dov'è il palco? Sulla scena non si è in nessun posto.
Per questo, si è dappertutto. Lo spazio dell'anima non è più vuoto. È denso come un buco nero. E sonoro.
Risuona, come «le canne d'organo fatte di luce che attraversano il cielo».

キョン

100 Yen Love:
 
Sakura Ando veste i panni di un'eroina 'marginale', presa a botte severe dalla vita, ma niente affatto incattivita.
Piuttosto, è una ragazza arrabbiata, in cerca di riscatto, di una vittoria, anche fosse una sola.
Quasi un Ashita no Joe al femminile, il film è una storia di rivalsa, che alterna toni comici e piani a momenti drammatici, emotivamente carichi.
Ichiko, 32 anni, è ai ferri corti col mondo. Le continue liti con la sorella, rientrata a casa dei genitori dopo il divorzio, la spingono ad andare a vivere da sola; per guadagnarsi da vivere, la ragazza inizia a fare i turni di notte in un negozio 'tutto a 100 yen'.
"Hyaku-en, hyaku-en, hyaku-hyaku-hyaku-en", il jingle martellante del konbini accompagna il lavoro alla cassa, la cui monotonia è interrotta dai periodici ingressi in negozio di un pugile a fine carriera, che si allena in una palestra vicino allo hayku-en shoppu, da cui passa per comprare soltanto banane, acquisto che spesso dimentica persino sul bancone.
Tra i due scatta qualcosa, sebbene Yuji/Banana Man sia particolarmente scontroso, e Ichiko sia quello che si dice una frana. Tra i due si intromette un collega della ragazza, un laido pervertito, che finisce per violentare Ichiko. Quando Yuji inizia a sgobbare come carrettiere ambulante per la vendita del tofu, Ichiko deve affrontare anche il tradimento da parte del ragazzo, che ha una storia di sesso con la propria aiutante al trasporto.
Mentre il sottofondo musicale improvvisa melodie fischiate, imperversa il motivetto a 100 yen, quasi un accompagnamento ritmico del gioco di gambe di Ichiko davanti al sacco, su cui ogni tanto la ragazza riversa un gancio esplosivo, miracoloso. Sorprendente come la poesia rabbiosa di questa storia, che accarezza una giovane vita, umiliata e offesa, maledettamente bisognosa di rivincita. Siamo davanti a una forza indomita. «Se non li odi non li puoi colpire», dice Yuji. Ma a volte puoi odiarli per tornarli ad amare, sembra piuttosto la morale del finale. Ichiko vuole provare a vincere. Nonostante una sassaiola di pugni, due knock-out e un gran male da tutte le parti, la spugna non la vuole gettare. Yuji non sopportava di vederla dare il massimo. Ma davanti al modo che ha Ichiko di lottare, lui non può che sgranare gli occhi e ammirare.

キョン

0.5mm-poster-2.jpg100_Yen's_Love_(Hyaku_yen_no_Koi)-p1.jpg

0.5mm:
 

Sawa è un'infermiera molto attenta e scrupolosa specializzata nella cura degli anziani. I suoi modi sono enigmatici e misteriosi, e conduce uno stile di vita alquanto anomalo: non ha una casa propria, di volta in volta prende di mira soggetti anziani soli e bisognosi, e con piccoli ricatti, subdolamente si insinua nella loro vita quotidiana, entrando in simbiosi con le loro abitudini e la loro personalità. Dietro questo atteggiamento apparentemente opportunista e calcolatore sembra in realtà celarsi in Sawa una sorta di affetto e una reale vicinanza alle persone di cui ella si prende cura, ognuna delle quali le lascia una piccola eredità, che si tratti di beni materiali o di insegnamenti morali. Il suo traslocare da una casa all'altra porterà Sawa a rincontrare uno strano ragazzo, schivo e introverso, già conosciuto in una precedente casa, e con cui sembra instaurare un rapporto particolarmente empatico.
Scritto e diretto da Momoko Ando, 0,5mm è stato presentato al pubblico del Far East Film Festival dalla stessa attrice protagonista Sakura Ando (in concorso anche con 100 Yen Love) presente in sala durante la proiezione. Il film è un affresco intenso e drammatico che, negli intensi 196 minuti di pellicola, mette a fuoco in maniera a volte cruda e invadente, a volte cupamente umoristica, alcune recondite pieghe del Giappone contemporaneo. Su una colonna sonora poco invadente, affidata ad un quartetto d'archi e a tocchi minimali di piano solo, la visione non risulta mai pesante, malgrado il ritmo lento della narrazione abilmente intessuta. Si rimane subito catturati dal mistero che avvolge le motivazioni della protagonista e dal ritratto dei personaggi comprimari, apparentemente anonimi, in realtà a tratti patetici, a tratti profondi e affascinanti. La storia, che salta incongruamente da un episodio all'altro, alla fine sembra chiudere un ciclo e i fili conduttori sui temi trattati si intrecciano saldamente nel quadro generale. Pur senza dare una risposta univoca ai vari interrogativi lasciati dalla visione, rimane la domanda centrale che aleggia per tutto il film: chi è veramente Sawa?


bob71