Si è tenuta sabato 2 e domenica 3 marzo la manifestazione NovaLudica Atto I - La fortezza del divertimento, a Palmanova (Udine), a cui ha partecipato anche AnimeClick.it in veste di ospite ufficiale. Tra le iniziative da noi organizzate, vi è stata la proiezione di Evangelion 1.11: You Are (Not) Alone, preceduta da una breve presentazione sulla storia dello Studio GAINAX.
Di seguito vi riportiamo il video dell'incontro ed una trascrizione scritta, più approfondita in alcune parte rispetto alla conferenza dal vivo, abbreviata in alcuni punti per motivi temporali.
 

Era il 1981, quando Osaka venne scelta per ospitare il ventesimo Nihon SF Taikai, l'annuale festival fantascientifico giapponese. Manifestazione importante per tutti gli appassionati di fantascienza nipponici, e luogo in cui veniva assegnato il prestigioso Premio Seiun per la miglior opera sci-fi dell'anno, ogni sua edizione aveva un “soprannome” basato sulla città ospitante (Tokon se si svolgeva a Tokyo, Daicon ad Osaka, Meicon a Nagoya e cosi via...); quell'anno aveva quindi luogo il Daicon 3, a un decennio di distanza dal precedente. Era consuetudine lasciare l'organizzazione dell'evento ad alcuni studenti universitari del luogo e la scelta ricadde su Toshio Okada e Yasuhiro Takeda, un duo appassionato di fantascienza (compresi anime e tokusatsu, all'epoca abbastanza trascurati nel settore) che aveva già partecipato a conferenze sull'argomento e, insieme ad altri amici, collaborato all'organizzazione di eventi minori. Dopo che la candidatura di Okada e Takeda venne accettata, i due decisero di realizzare un corto animato da trasmettere come apertura dell'evento. Grazie all'aiuto di Takeshi Sawamura, Takeda incontrò due studenti dell'Università d'arte di Osaka, entrambi appassionati di animazione ed interessati a realizzarne essi stessi. In un incontro ormai entrato nella storia, al Caffè Solaris, un locale a tema fantascientifico, Takeda conobbe Hideaki Anno e Hiroyuki Yamaga: il primo lo stupì realizzando sul momento una breve animazione di un'armatura potenziata, mentre il secondo gli rimase in mente quando svenne per essersi dimenticato di respirare. Qualche tempo dopo, Yamaga presentò a Takeda un altro loro compagno d'università, Takami Akai, che accettò di unirsi a loro.
 

Il gruppo era quindi pronto; nessuno di loro aveva mai realizzato un anime su cel, e non avevano nemmeno soldi sufficienti ad acquistare i materiali che solitamente venivano utilizzati per l'animazione. Dovettero quindi arrangiarsi con materiale di scarto a basso costo, con tutte le limitazioni tecniche e creative che ciò comportava.
Il grosso dei disegni venne realizzato da Anno e Akai, con Yamaga che si occupò della colorazione e della direzione artistica e Okada che discusse con loro su vari aspetti della produzione. Ben lontano dall'organizzazione canonica degli studi d'animazione, che assegnano ad ogni persona un ruolo specifico con un lavoro da svolgere, la realizzazione di questo corto animato fu in realtà incredibilmente amatoriale, con tutti che facevano un po' di tutto, anticipando quella che sarebbe divenuta nota come “strategia del caos”.
Grazie anche all'aiuto di vari studenti che vennero a colorare alcuni cel nel tempo libero, il cortometraggio venne completato in tempo, venendo trasmesso all'apertura del DAICON III. Il gradimento del pubblico non mancò, e la rivista Animec realizzò un piccolo speciale al riguardo, spingendo molti lettori a chiedere di rendere pubblico il video anche per chi non era presente alla fiera. Lo stesso Osamu Tezuka si complimentò con i realizzatori, pur facendo notare che tra le tante citazioni inserite non era presente nemmeno uno dei personaggi dei suoi manga.
Anche il resto della manifestazione fu un grande successo, grazie alla varie iniziative che Takeda e compagni organizzarono appositamente per quell'anno.
 

Le conseguenze del successo del DAICON III furono due. Da un lato Toshio Okada e Yasuhiro Takeda aprirono, grazie ai soldi prestati dal padre di Okada, un negozio a tema fantascientifico dal nome General Product, dall'altro lo Studio Nue contattò il gruppo chiedendo aiuto: avevano disperato bisogno di animatori per realizzare Macross. Anno e Yamaga accettarono e andarono a Tokyo a lavorare a Macross.
 

Nel frattempo, grazie ai guadagni ottenuti con la vendita del DAICON III Opening Animation, il gruppo decise di realizzare tokusatsu a basso budget con il nome di DAICON Film, utilizzando il negozio General Product anche come miniera in cui scovare appassionati di fantascienza col talento necessario a lavorare con loro. Aikoku Sentai Dainippon, Kaettekita Ultraman e Kaiketsu Notenki furono alcune delle opere realizzate in quel periodo.
Finchè arrivò il 1983, anno in cui ad Osaka venne organizzato il DAICON IV. Takeda e compagni furono nuovamente scelti come organizzatori, e si decise di ripetere l'esperienza di due anni prima, con un nuovo corto d'animazione ad aprire la manifestazione. Questa volta, tuttavia, le condizioni di lavoro furono decisamente migliori. Per prima cosa, i soldi guadagnati da General Product e la vendita dei corti realizzati permise l'affitto di uno studio dedicato e l'acquisto di materiale di maggior qualità in grado di garantire una qualità tecnica superiore al DAICON III; inoltre i vari membri del gruppo avevano acquisito diversa esperienza nei due anni passati; infine, al gruppo si unirono i talentuosi Mahiro Maeda e Yoshiyuki Sadamoto, conosciuto da Anno e Yamaga durante la realizzazione di Macross, con Osamu Tezuka che accettò di aiutarli nell'organizzazione.
 

Il successo del DAICON IV incrementò ulteriormente il desiderio di fare anime di questo gruppo di appassionati; il passo successivo sarebbe dovuto essere un OVA dedicato a Gundam, ispirato ad un paio di personaggi e modellini che vendevano al General Product. Grazie ad amicizie comuni, i membri della DAICON FILM incontrarono i vertici della Bandai, intenzionati a chiedere una sponsorizzazione per tale opera; tuttavia, a fine incontro, Bandai offrì una cifra pari a venti volte i 40 milioni di yen stimati per la realizzazione dell'OVA, che divenne un film cinematografico.
Prima però erano necessari alcuni passaggi: per prima cosa, venne fondata lo studio d'animazione GAINAX, così da avere le risorse necessarie per realizzare un film d'animazione. Il significato del nome è semplice: Gaina significa “grande”, mentre la X finale venne aggiunta solamente perchè “faceva figo”, imitando il nome di un robot gigante. Toshio Okada divenne il (primo) presidente della GAINAX, mentre Takeda continuò a gestire la General Product.
Dopo un breve pilot di presentazione, la GAINAX si dedicò alla realizzazione della sua prima opera: Le ali di Honneamise, un film passato alla storia come uno dei più grandi flop della storia dell'animazione giapponese, tanto da aver mandato in crisi Bandai che si sarebbe sempre rifiutata, in futuro, di finanziarne il sequel. In realtà, a quanto hanno raccontato Takeda e Okada in interviste o biografie, il film non fu realmente un flop così disastroso, sebbene non si riuscì a coprire le enormi spese di produzione, anche a causa di un apparato pubblicitario errato da parte di Bandai che, credendo di avere tra le mano un nuovo Nausicaa, presentò l'opera come una sorta di erede dell'opera di Miyazaki.

Quale che sia la verità, la visibilità ottenuta con Honneamise permise alla GAINAX di vedersi affidare nuovi lavori, spingendo quindi i suoi membri, che nelle intenzioni iniziale avevano pensato alla GAINAX come uno studio creato solamente per quel film, a proseguire.
Nonostante il risultato non ottimale di Honneamise, fu ancora Bandai a offrire lavoro alla GAINAX, prima chiedendo un OVA dedicato al manga fantascientifico di Masamune Shirow, Appleseed, e successivamente con un'interessante proposta che lo studio non potè non accettare: se la GAINAX fosse stata in grado di proporre una serie OVA che potesse vendere almeno 10mila copie, la Bandai l'avrebbe prodotta.
 

La proposta venne accettata e si penso di strutturare l'opera in 3 OVA, ciascuno dei quali diviso a sua volta in due parti, per un totale di 6 episodi. Toshio Okada si occupò di scrivere il soggetto base, lasciando a Hiroyuki Yamaga il compito di stendere la sceneggiatura completa; Haruhiko Mikimoto si sarebbe occupato del character design, mentre Shinji Higuchi avrebbe curato la regia. Il progetto tuttavia si protraeva nel tempo, a causa delle divergenze tra Okada e Yamaga: secondo il primo Top o nerae avrebbe dovuto essere un'opera di fantascienza, per il secondo una stupida parodia-commedia d'azione con robot e ragazze (shoujo to robotto l'avrebbe definita Anno successivamente). In questa diatriba si inserirono un po' tutti i membri principali, secondo la "strategia del caos" tipica dello studio, ognuno dicendo cosa fare e come farlo, finchè il progetto giunse a Hideaki Anno che lesse il soggetto base di Okada e ne rimase molto colpito; appropriatosi delle redini del progetto, tagliò completamente la sceneggiatura di Yamada e riscrisse in parte anche il lavoro di Okada. Fu così che ad Anno venne affidata la regia - la prima della sua carriera - e il progetto Gunbuster ebbe finalmente inizio; purtroppo in quel periodo l'attenzione di Bandai era quasi interamente rivolta alla realizzazione della prima serie OVA di Patlabor, relegando Top o nerae a side-project.
Il primo episodio della serie - l'unico di cui Anno non modificò nulla dell'idea originale di Okada - riprende in chiave fantascientifica l'inizio di Ace o nerae, ed è possibile individuare un rapporto 1:1 tra i personaggi principali delle due opere.

Entrambe le protagoniste, Hiromi Oka e Noriko Takaya, sono delle novelline senza particolari abilità, che si ritrovano all'improvviso scelte dal nuovo allenatore per rappresentare  la squadra di tennis la prima e pilota di robot la seconda, attirando su di se l'odio di tutte le compagne che credono abbiano ottenuto il ruolo con l'inganno.
Sottoposte ad allenamenti durissimi, riusciranno a conquistarsi la fiducia delle compagne grazie ad impegno e sacrificio.

Vi sono poi Reyka Ryuzaki e Kazuki Amano, le sempai, le ojou-sama, le figure idealizzate da tutte le compagne, che non vengono mai chiamate per nome o cognome, a cui tutte ambiscono ma che sanno essere impossibili da raggiungere o eguagliare, sia come abilità che come bellezza e leggiadria. Queste diventano le mentori e successivamente le compagne delle protagoniste, nonchè tra le poche a non emarginale dopo averne compreso la buona fede e il desiderio di impegnarsi per essere all'altezza delle aspettative.

Un ruolo abbastanza marginale viene dato a Maki Aikawa e Kimiko Akai, le amiche fedeli delle protagoniste, le uniche a restare sempre vicine, a conoscere la loro buona fede, a supportarle quando tutte le compagne hanno voltato loro le spalle, a consolarle e spingerle ad andare avanti nonostante il bullismo che devono subire.
Destinate a sparire ben presto una volta che le protagoniste crescono e diventano più abili, svolgono la maggior parte del proprio ruolo all'inizio.

A dare il via alle vicende sono Jin Munakata e Koichiro Ota, gli allenatori che appena arrivati nella nuova scuola sconvolgono l'ordine preesistente scegliendo una novellina al posto delle compagne più esperte.
Loro sono gli unici a vedere il potenziale delle protagoniste, potenziale che riusciranno a far sbocciare interamente nel corso degli episodi, tramite allenamenti durissimi e massacranti ma soprattutto grande fiducia nella loro pupilla.

E infine, ci sono Kyoko Otowa e Reiko Kashiwara, le rivali a cui le protagoniste tolgono il posto da titolari che prima credevano certo.
Sono le principali nemiche delle protagoniste nella parte iniziale della storia, che incitano tutte le compagne ad emarginarle e ostacolarle in tutti i modi, ma che alla fine vengono sconfitte dalle protagoniste grazie ai duri e specifici allenamenti a cui si sono sottoposte.

Particolare è l'ultimo episodio di Gunbuster, interamente realizzato in bianco e nero. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, non fu un modo per risparmiare, anzi, la lavorazione di un intero episodio in bianco e nero costò di più rispetto ad un normale episodio a colori. La decisione fu presa da Anno per vari motivi, tra cui il fatto che “nessuno l'avesse mai fatto prima”.
 

Contemporaneamente alla lavorazione di Gunbuster, Takami Akai iniziò ad interessarsi alla realizzazione di videogame, convincendo alcuni membri della GAINAX a realizzare videogiochi. L'esperimento ebbe successo, culminando nella realizzazione di Princess Maker, vera e propria rivoluzione del mondo videoludico giapponese dell'epoca: il protagonista, dopo aver salvato l'orfana Maria da un demone, deve occuparsi della sua educazione, dandole soldi e facendola partecipare a concorsi di bellezza, mentre tiene d'occhio la popolarità presso i cittadini. In base alle scelte compiute, sono presenti ben 74 possibili, con vari lavori (più o meno positivi) e anche la possibilità di mettere su famiglia. Particolarità del gioco è l'ampio guardaroba di Maria, che varia di stagione in stagione e anche in funzione dell'età della ragazza.
 

Princess Maker e l'ala videoludica della GAINAX ottennerò anche un buon risultato in termini economici, a differenza della controparte animata che dopo la conclusione di Gunbuster non aveva più avuto lavori degni di nota. Nel frattempo, tuttavia, erano nati dei contrasti tra Toshio Okada e Hiroaki Inoue su chi avrebbe dovuto essere il presidente della GAINAX. La scelta infine ricadde su Sawamura, cosa che fece infuriare Inoue. In quel periodo Group TAC aveva proposto alla GAINAX di lavorare ad una nuova serie animata in collaborazione con la rete NHK; Inoue, che era stato contattato, non disse nulla a Okada e al resto dell'azienda, mettendo Sadamoto e Maeda a lavorare segretamente su character design e scenario e andando di persona agli incontri con le altre aziende.
Ovviamente, la cosa venne scoperta in breve tempo, ma prima che si potesse fare qualcosa Group TAC aveva già deciso di realizzare la serie. Okada e il resto della GAINAX, nonostante si fossero resi che lo produzione di quell'opera avrebbe ridotto l'azienda sull'orlo della bancarotta, decisero di proseguire nel progetto, a condizione tuttavia che Inoue venisse estromesso e non avesse alcuna voce in capitolo riguardo alla realizzazione dell'opera. Inoue lasciò la GAINAX poco tempo dopo. La regia venne affidata a Hideaki Anno.
Prima di parlare in modo specifico dell'opera, è necessario fare un passo indietro di un paio di decenni, quando un allora quasi sconosciuto Hayao Miyazaki aveva proposto alla Toho una storia ispirata a 20.000 leghe sotto ai mari, e più in generale ai romanzi di Jules Verne: Intorno al mondo in 80 giorni via mare, incentrata su due orfani che affrontano un'organizzazione malvagia insieme al Capitano Nemo e al Nautilus. L'opera non venne mai prodotta, sebbene il progetto rimase negli archivi dell'azienda e lo stesso Miyazaki ne prese spunto nella realizzazione di sue future opere come Laputa e Conan.
La serie che la GAINAX iniziò a realizzare prendeva spunto dall'idea proposta da Miyazaki: Fushigi no umi no Nadia, Nadia del mare del mistero, nota in Italia anche come Il mistero della pietra azzurra. Nadia fu una serie fondamentale per la GAINAX: da un lato fece conoscere lo studio ad un pubblico generalista grazie ad una trasmissione quasi annuale su un canale nazionale; dall'altro lasciò disastrate le finanze della compagnia, che si ritrovò con un debito di 80 milioni di yen e gli vennero negati tutti i diritti associato al progetto.
Qualche tempo dopo alla GAINAX venne proposto di realizzare un film ispirato a Nadia, e Group TAC anticipò un finanziamento di 50 milioni per realizzarlo. La produzione tuttavia incontrò numerosi problemi, tanto che alla fine la GAINAX dovette abbandonare il progetto, ammettendo di non riuscire a portare a termine il lavoro. Alla richiesta di restituzione dei soldi, risposero: “Mi spiace, purtroppo non li abbiamo più, li abbiamo spesi tutti”. Group TAC completò quindi da solo il film, con la GAINAX che alla fine si occupò solamente del character design di base, mentre la GAINAX riuscì a saldare parte dei debiti nati con la serie. Solo grazie all'incredibile successo di Evangelion sarebbe stato possibile per loro restituire tutti i soldi.

Il periodo successivo alla produzione di Nadia non fu particolarmente positivo per la GAINAX. Toshio Okada lasciò la compagnia dopo numerosi litigi col resto del gruppo e la completa perdita d'interesse nella compagnia, General Product chiuse i battenti e i tentativi di realizzare Aoki uru, seguito di Honneamise che avrebbe dovuto idealmente svolgersi mezzo secolo dopo il primo film, non andarono a buon fine, lasciando la GAINAX senza alcun progetto a cui lavorare e rendendo impossibile persino pagare gli stipendi dei dipendenti. Molti di questi, tra cui anche alcuni che facevano parte del gruppo sin dai tempi del DAICON 3, decisero di lasciare la compagnia, mentre chi restò fu costretto a diversi sacrifici. Ed infine, anche Takami Akai lasciò la GAINAX per fondare una propria compagnia e dedicarsi interamente allo sviluppo di Princess Maker 3.

Lo staff rimasto si mise al lavoro su una nuova serie animata, con la speranza, questa volta, di riuscire a risolvere tutti i problemi finanziari da cui erano afflitti. Questa serie prese il nome di Neon Genesis Evangelion, e fece molto più che bilanciare le finanze della compagnia.
La lavorazione a Evangelion fu molto travagliata, a causa di problematiche sia interne che esterne. Inizialmente, Hideaki Anno, il regista, aveva intenzione di creare una serie in grado di superare classici come Gundam e Yamato, idea che tuttavia accantonò abbastanza presto.
Anno aveva anche valutato una protagonista donna, tuttavia Sadamoto si era opposto: dopo Nadia e Noriko serviva un maschio, specialmente perchè avrebbe dovuto pilotare un robot gigante. Fu sempre Sadamoto a proporre l'inserimento dei collegamenti neurali tra pilota e robot, idea venutagli visionando un documentario in tv.
Sembra che la prima stesura della serie prevedesse l'esistenza di due razze aliene primordiali: la prima che aveva creato gli EVA e ne era stata distrutta, la seconda che aveva creato la langia di Longinus in grado di contenerli e gli angeli per evitarne la resurrezione.
Nel 1993 si tenne un incontro tra lo staff di Evangelion e alcuni degli sponsor potenzialmente interessati a finanziare la produzione; per l'occasione venne presentato un piano dell'opera, completo di introduzione, descrizione di mecha e  personaggi ed un breve riassunto della storia di tutti e 26 gli episodi. Anche questa versione di Evangelion (venduta al pubblico anni dopo col titolo Evangelion Proposal e di cui trovate le tavole nella gallery a fine articolo) presenta diverse differenze rispetto a quella definitiva andata in onda. Ad esempio l'episodio 24 era incentrato sulla battaglia contro un gruppo di 12 angeli discesi dalla Luna che avevano vaporizzato l'EVA06 e l'intero continente nordamericano.

Di fondamentale importanza per la definizione finale della serie fu un evento che sconvolse il Giappone intero: il 20 marzo 1995, la setta religiosa Aum Shinrikyo organizzò un attentato terroristico spargendo del letale gas sarin in diverse entrate della metropolitana di Tokyo, uccidendo 12 persone e intossicandone oltre 6000. Senza entrare troppo nel dettaglio della vicenda, che generò un grande clamore mediatico anche a causa di alcune opere animate realizzate dalla setta, le vidende dell'Aum erano molto simili ad alcuni degli aspetti presenti nella precedente versione di Evangelion. Anno decise quindi di operare alcune modifiche, in quanto riteneva che l'eccessiva aderenza al reale potesse minare il potere immaginifico dell'animazione.
 

Infine, non si possono non citare le numerose difficoltà che nacquero una volta che la trasmissione era già iniziata. L'incapacità di Anno di realizzare gli storyboard degli episodi con costanza distrusse la scaletta di marcia, obbligando gli animatori e tutti gli altri membri della produzione a uno sforzo titanico per riuscire a completare gli episodi in tempo. A questo si aggiunsero problemi di budget, nonché un paio di limitazioni creative.
Per prima cosa, King Records aveva proibito ad Anno di uccidere anche uno solo dei children (gli adulti potevano morire, i bambini no); il canale televisivo ricevette inoltre diverse lamentele dalla PTA per l'eccessiva violenza di alcune scene.
Fu una GAINAX priva di tempo, soldi e libertà creative a completare l'opera. L'episodio 24 fu realizzato quasi interamente da una sola persona in tre settimane; l'episodio 26 non era pronto, e non c'era tempo per farlo. Anno pensò quindi di fare un episodio interamente scritto, senza animazioni: erano sufficienti i dialoghi. Tuttavia l'idea non venne accettata, e fu quindi necessario mettere insieme le poche immagini realizzate per lo storyboard in modo da dare una parvenza grafica all'episodio. L'episodio 26 venne ultimato in soli 3 giorni.
 

Hideaki Anno ha scelto di non fornire alcuna risposta, in modo che fosse ogni spettatore a trovare la propria, riflettendo personalmente sull'opera senza andare in cerca di manuali o lasciare che fossero altri e rispondere per lui. Evangelion non ha alcun significato, per cui ognuno può trovarci quello che più preferisce, in quanto è un'opera che Anno ha creato unicamente per se stesso, in cui ha inserito tutto se stesso, la sua vita, la sua personalità. Evangelion è la vita di Anno stesso, tanto che dopo la sua conclusione Anno entrò in un profondo stato depressivo: aveva messo talmente tanto di se stesso dentro Evangelion, da non essergli più rimasto niente. Anno si sentiva vuoto, si fece visitare da uno psichiatra e pensò più volte al suicidio; famoso l'aneddoto in cui si appostò sul tetto della GAINAX indeciso se buttarsi o meno.
Il protagonista Shinji non è altro che Anno stesso, riflette tutte le sue paure e il suo desiderio di fuggire, i suoi dubbi, il suo disagio esistenziale, tanto che durante un meeting di produzione su uno degli ultimi episodi un membro dello staff criticò il comportamento di Shinji, giudicandolo troppo mascolino e ritenendo che Anno non si sarebbe mai comportato in quel modo.
Shinji, come i children, ha 14 anni per poter rappresentare un'età di transizione, in cui non si è più bambini ma non ancora adulti.
 

Evangelion trae inoltre ispirazione dal romanzo Ai to gensou no fascism (Il fascismo dell'amore e della fantasia) di Murakami Ryu. Secondo Anno, tra lui e Murakami ci sono molte somiglianze: entrambi vuoti, entrambi patetici; lo stesso tra Ai to gensou no fascism ed Evangelion, entrambe storie sul complesso di Edipo.
Il desiderio di Anno era mettere in scena un complesso di Edipo strutturato su più livelli: Shinji anela alla madre ed è in contrapposizione col padre; tuttavia la figura materna  non è unica... vi è la madre biologica divenuta robot gigante, ma anche una madre sua coetanea, anch'ella carica di un contrasto col padre biologico; ma nemmeno il padre è unico, in quanto accanto a quello biologico vi è Adam, il padre degli angeli, legato a Rei e all'EVA.
 

Molto di Anno è presente anche in Asuka e Misato; su quest'ultima ci sono un paio di curiosità su cui è interessante soffermarsi. Graficamente, Misato è ciò che Usagi Tsukino, la protagonista di Sailor Moon, sarebbe diventata a 29 anni. Caratterialmente, invece, Misato è costruita sulla base di Noriko Hidaka, la doppiatrice di Noriko (GunBuster) e Jean (Nadia), nonchè il primo amore di Hideaki Anno. Si racconta che dopo la conclusione di Nadia, Hideaki Anno si fosse dichiarato a Noriko dicendo che il suo non era la passione che un otaku può provare per un idol, una figure, una ragazza 2D, bensì l'amore vero, autentico, puro, genuino di un uomo verso una donna. Noriko rifiutò Anno, portando come giustificazione il non essere interessata a legarsi a qualcuno che lavorava nell'anime business. Tempo dopo si sarebbe scoperto che, all'epoca della dichiarazione, Noriko non solo era già sposata, ma era sposata con un produttore di anime.

Diverso è il discorso invece per quanto riguarda Rei Ayanami. Anno ha sempre fatto molta fatica a capire il personaggio di Rei, e non l'ha mai amato. Ha ammesso sinceramente di essersene dimenticato più volte durante la storia (motivo per cui in un episodio non compare nemmeno in una scena), e che in realtà a suoi occhi lei aveva smesso di avere senso già dall'episodio in cui sorride a Shinji. Nel momento in cui Rei e Shinji riescono a comunicare sinceramente, agli occhi di Anno Rei era già finita.
Successivamente, Anno si trovò in difficoltà nella stesura del monologo di Rei dell'episodio 14. Dal momento che la sua intenzione era di rendere Rei un personaggio schizofrenico, gli venne consigliato di leggere un libro sulle malattie mentali, in cui trovò una poesia scritta da un pazzo che lo colpì nel profondo, rendendolo inoltre in grado di scrivere il monologo in un attimo. La cosa tuttavia peggiorò la già instabile psiche del regista, contribuendo alla sua successiva depressione.

Il rapporto tra Anno ed Evangelion è presente anche nel design degli angeli: piramidi, anelli di DNA, sfere, virus informatici... tutte figure indistinte, indefinite, a rappresentare l'incapacità di Anno di capire la società e la sua visione del nemico. Si tratta, secondo Anno, di una caratteristica di tutta la sua generazione, che ha vissuto in una società priva di nemici ben definitivi e visibili, carica di un'ansia e un dolore indefinito e che avvertiva la presenza di un nemico senza tuttavia essere in grado di identificarlo. Tale sensazione è stato trasmesso anche nella serie, in cui più volte i personaggi si chiedono chi siano questi angeli, cosa stiano combattendo e perchè.
 

L'incontro si chiude riportando un breve dialogo tra Hayao Miyazaki e Hideaki Anno
Miyazaki: Ritengo sia stato un bene che tu abbia avuto successo con Evangelion, tuttavia devi assolutamente fuggire dal fantasma di Evangelion il prima possibile. Tu non puoi essere, tra 10 o 20 anni, ancora quell'Anno che ha fatto Evangelion.
Anno: Non preoccuparti, lo “spirito maligno” è già scomparso, ora sono al lavoro su uno shoujo manga (KareKano).
Anno tuttavia non ha seguito il consiglio di Miyazaki di liberarsi di Evangelion, tanto che nel 2006 ha annunciato il Rebuild, una serie di remake cinematografici dell'originale e oggi, nel 2015, anno del ventennale della serie, è ancora al lavoro sul quarto film.