Esiste un proverbio giapponese che dice: 可愛い子には旅をさせよ (Kawaii ko niwa tabi o saseyo, letteralmente: "Mandate i bambini carini in un viaggio"). Il significato di questo detto è abbastanza chiaro, è un invito ai genitori a non viziare troppo i propri bimbi, in modo che questi possano gradualmente adeguarsi alle difficoltà della vita.

Non a caso uno dei programmi TV più seguiti degli ultimi venti anni si chiama はじめてのおつかい (Hajimete No Otsukai, letteralmente "La mia prima commissione"), una sorta di reality show in cui bambini piccolissimi vengono mandati dai genitori a sbrigare semplici compiti da soli.
 

Certo, un proverbio è solo un modo di dire, ma questo, forse, può aiutarci a comprendere un po' di più come ragiona una nazione che  – anche se ci piace immaginarla vicina – sotto diversi aspetti è quanto di più diverso e distante si possa pensare. In Giappone, infatti, non è raro vedere bambini (anche molto piccoli) andare e tornare da scuola da soli, prendendo vari mezzi pubblici in totale autonomia. Mentre da noi (o, più in generale, in occidente) vedere dei bambini che camminano per strada senza la supervisione di un adulto porta immediatamente alla domanda "Ma non è pericoloso che si muovano da soli?", queste sono scene assolutamente normali in Giappone. In un paese come il nostro, in cui attraversare la strada sulle strisce pedonali o in un punto senza attraversamento comporta lo stesso rischio, la domanda è ovvia, ma lo stesso quesito nasce per paesi più "educati" sul codice della strada. E di certo l'attraversare una strada non è la sola situazione pericolosa esistente.

Il canale TV australiano SBS 2 ha caricato sul suo canale YouTube un mini-documentario dal titolo Japan’s independent kids (Bambini indipendenti del Giappone) che analizza, brevemente, le differenze tra una bambina giapponese e una australiana durante il "viaggio" verso la propria scuola.
 

Prima di tutto facciamo conoscenza di Noe Ando, di soli sette anni, che, ogni mattina, per andare a scuola cammina da sola verso la stazione, prende un treno sulla linea Yamanote per Shinjuku dove scende per prendere un secondo treno. Da notare che Shinjuku non è proprio la classica stazione di periferia, anzi è iscritta nel Guinness dei Primati  per essere la prima stazione al mondo per numero di passeggeri annui (la media  era di circa 3,64 milioni di passeggeri al giorno nel 2007), conta 36 binari (51 se si considerano le stazioni commesse) e oltre 200 uscite. Insomma, anche per un adulto non è per nulla una stazione user friendly. La madre di Noe ha così commentato: "I suoi genitori non saranno sempre con lei quindi deve imparare a cavarsela da sola. Se si perdesse o dovesse prendere il treno sbagliato, deve capire cosa fare per risolvere la situazione. Altrimenti non potrà tornare a casa... (ride)".
 
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In seguito viene intervistato Jake Adelstein, un giornalista americano esperto in crimine organizzato, che afferma di aver subito uno shock culturale a livello personale quando sua figlia, di soli quattro anni, ha cominciato ad andare a scuola da sola. A fine filmato afferma che l'intera società giapponese dovrebbe riorganizzarsi nel caso i genitori decidessero di accompagnare a scuola i propri figli.
 
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Infine incontriamo Emily Fraser, ragazzina australiana di dieci anni. Emily viene accompagnata a scuola ogni mattina dal padre e quando le viene detto che bambini giapponesi, anche più piccoli di lei, si muovono senza gli adulti risponde: "Bello!".
 
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Il documentario si conclude con una breve discussione riguardo le differenze sociali e le aspettative per i bambini in Giappone e Australia. Come ha commentato Harold Scruby del Pedestrian Council Australia: "La nostra società ha la paranoia di lasciare i bambini da soli".

Alcuni utenti hanno lasciato vari commenti al riguardo su Reddit:
 
"La ragazza nel video non è un caso comune: lei deve viaggiare così lontano da sola perché i suoi genitori probabilmente la mandano in una scuola privata. E' molto più comune per gli studenti delle elementari camminare brevi tratti per arrivare alla scuola più vicina a casa loro. I bambini più piccoli raramente camminano da soli: ci sono punti designati dove si incontrano con altri bambini del vicinato per avviarsi a scuola in gruppo e i ragazzi più grandi si comportano come leader. Quando si tratta di bambini dell'asilo o di prima elementare non è raro che vengano utilizzati dei piccoli bus o che le loro madri vadano a prenderli a scuola."
 
"Il caso nel video, anche se non troppo comune, non è neanche così raro. In generale il video ha ragione. I genitori giapponesi vogliono che i loro figli diventino indipendenti molto prima di quanto non ci si aspetti in Occidente. Non in tutti i casi, ma in generale è così. Hanno semplicemente scelto un esempio estremo per confermare l'ipotesi. Voglio dire, tutto quello che dovete fare è guardare le notizie circa i genitori negli Stati Uniti che hanno avuto problemi con la polizia perché il loro bambino stava giocando nel cortile di fronte da solo o cose simili."
 
"Credo che oltre al tasso di criminalità più basso, le comunità giapponesi tendono ad essere un po' più collettive quando si tratta dell'educazione dei figli. Forse non a Tokyo e in altre grandi città, non lo so, ma vedo sempre persone più anziane e persone a caso parlare con i bambini sul treno o nei negozi. [...] Penso che molti ragazzi, trovandosi in difficoltà, non avrebbero problemi a chiedere aiuto a sconosciuti, soprattutto persone anziane. Io sono stato cresciuto con l'idea opposta, ogni sconosciuto è un possibile criminale che può decidere di farmi del male."


Fonte consultata:
SBS2Australia YouTube Channel
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