Benvenuti tutti quanti! Pronti per una storia dell'orrore? Perché oggi noi dell'Italian Indie Comics Award vi faremo conoscere Welcome to Mahkrapolis di Massimo D'Auria, Salvatore Boccarosa  e Luciana Tranchese.
 
Massimo Junior D'Auria è uno sceneggiatore di 26 anni, studente di Filologia Moderna. Ha pubblicato libri con vari editori (Dissonanze, Nero n.9  e La vita degli altri), più vari racconti inseriti in varie antologie. Ha esordito nel mondo dei fumetti sulle pagine di Denti n.4, con una storia breve disegnata da Francesco Franchini ed intitolata Allghoi Khorhoi. Ultimamente invece sta uscendo una sua breve storia intitolata “Il prete la sa lunga”, ed inoltre un webcomic di una sua storia breve per "La Commedia sexy all'italiana", fumetto del collettivo Artsteady. Tra il 2016 e il 2017 dovrebbero uscire altre sue storie a fumetti, tra cui un graphic novel per "La Ponga Edizioni". Ha collaborato e collabora tuttora con varie case editrici avendo diretto anche la collana editoriale  "Orbite Nere" per alcuni anni per la Sogno Edizioni, e fa lo sceneggiatore ed il soggettista per il collettivo di videomaker Parentesi Opposte. Cura inoltre una rubrica editoriale sui fumetti per "Il domenicale news" ed in passato ha collaborato anche con altri portali online, come ad esempio Orgoglio Nerd. Infine sul finire del 2015 ha condotto una trasmissione radiofonica per Radio Primarete, intitolata "Cornetti alla crema".

Salvatore Gennaro Boccarossa ha 28 anni, è uno studente di Culture Digitali e della Comunicazione. Ha esordito nel mondo dei fumetti con una storia breve su Denti n.5 intitolata "Incontri Fortunati", pubblicando successivamente racconti di vario tipo su alcune antologie. È giornalista pubblicista e fotografo ed ha collaborato con alcune testate giornalistiche sia a livello locale che nazionale. Ha condotto una trasmissione su Radio Primarete intitolata "Cornetti alla Crema" assieme a Massimo. Nel corso del 2016 lo avremo modo di conoscere meglio grazie ad altre sue storie a fumetti che ora sono in lavorazione e alla sceneggiatura del videoclip musicale "Vito il Pistolero" di Gasparazzo Banda Bastarda, con disegni di Paolo Caranci.

Luciana Tranchese ha 26 anni, è laureata in Lettere Moderne, ha pubblicato vari racconti in alcune antologie di vario genere e collaborato con alcune realtà editoriali come lettrice di manoscritti. Ha curato inoltre rubriche di approfondimento fumettistico per conto di riviste cartacee e online, come Libero Pensiero e La Cooltura. Welcome to Mahkrapolis è il suo primo progetto fumettistico.

A livello artistico hanno tutti e tre dei gusti decisamente differenti in ambito fumettistico, ma sono anche accomunati da una grande passione per Alan Moore, soprattutto per Watchmen e V for Vendetta. Per quanto riguarda invece il mondo della narrativa condividono l’amore per H.P. Lovecraft e per Stephen King.

Ecco di seguito la trama di Welcome to Mahkrapolis:
 
Protagonista assoluta dell’opera è Mahkrapolis, città che si staglia, imperscrutabile, sullo sfondo di un luogo e di un tempo indefiniti. Non è possibile arrivare volontariamente a Mahkrapolis, semplicemente ci si trova lì ed una volta arrivati non è semplicemente più possibile uscire dalla città. Tutto in città è avvolto dalla nebbia e proprio quest’ultima potrebbe essere la causa delle misteriose mutazioni, degli eventi trascendentali e della macabra deriva psicologica di alcuni individui. C’è chi impazzisce per questo, chi invece prende atto di ciò che gli è capitato e cerca di trarre il massimo profitto da ciò che lo circonda e chi ancora continua a cercare un modo per evadere, ma Mahkrapolis è un incubo ipertrofico e tentacolare pronto ad assorbire e rigettare ogni suo cittadino e sfuggire ad essa è tutto fuorchè semplice..

Benvenuti a Mahkrapolis, letteralmente. Del resto il vero protagonista di quest’opera è proprio questo oscuro paese, che si evolve nella narrazione e si fa scoprire sempre di più, intrigando il lettore rivelandosi un elemento attivo nella storia degno del più particolare tra i protagonisti. I veri personaggi, umani e non, difatti non sono altro che pedine nelle mani degli sceneggiatori, per aumentare il mito di questa città di chiara provenienza Lovecraftiana. Vi ritroverete quindi dentro una storia horror dai toni cupi, ma scorrevole e molto particolare, che vi spingerà a volervi infiltrare sempre di più in questo mondo maledetto e senza speranza.

La struttura di ogni singolo capitolo di Welcome to Mahkrapolis ci regala una delle caratteristiche più particolari dell’opera: ognuno di essi infatti viene disegnato sempre da un autore diverso, mentre i tre sceneggiatori principali a turno curano la storia. Questo è dovuto alla volontà dei tre sceneggiatori di avere disegni sempre variegati, intriganti e di qualità e proprio per questo una volta che è stata strutturata l’ambientazione (come già detto, la vera anima del fumetto) è stato deciso di coinvolgere dei disegnatori che non fossero ascrivibili tutti ad un’unica scuola ma che permettessero coi loro stili diversi di mettere in luce ogni volta le diverse peculiarità della città, rendendo il ritratto di Mahkrapolis sempre più cupo e definito.

Infine ecco l’intervista a Massimo, Salvatore e Luciana:
 
Ciao ragazzi benvenuti all'IICA, fieri di avervi come concorrenti: pronti?

Grazie a voi per lo spazio che ci dedicate e la possibilità di partecipare, siamo prontissimi!

Con che stile preferiscono disegnare i vostri disegnatori?

Per le nostre storie ricerchiamo soprattutto disegnatori che si rifacciano alla scuola italiana e a quella americana, pur non disdegnando incursioni negli stilemi francesi e giapponesi.

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?

La narrazione per immagini è una forma d’arte troppo spesso sottovalutata, ma che racchiude in sé sconfinate potenzialità espressive. Sceneggiare fumetti si è rivelato il metodo a noi più congeniale per narrare di mondi sconosciuti e di avventure al limite.

Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Ciò che amiamo è vedere le storie, frutto della nostra immaginazione, prendere forma  grazie all’indispensabile collaborazione dei bravissimi disegnatori che ci hanno accompagnato finora. Quello che odiamo è sicuramente constatare che il lavoro dello sceneggiatore sia sempre più spesso ritenuto secondario, quando non inutile.
 

Com’è nata la vostra opera?  Quali sono i vostri piani per essa?

“Welcome to Mahkrapolis” nasce da un’idea di uno di noi, Massimo, ben presto estesa al resto del gruppo. Il progetto si è arricchito pian piano di contributi individuali, tesi però a creare una struttura più grande ed elaborata. La nostra opera è nata come webcomic antologico, ma non escludiamo la possibilità  futura che sopraggiunga una pubblicazione cartacea basata su qualche storia inedita.

L'idea di fare un webcomic era nelle nostre teste già da un po', anche se dati gli impegni di ognuno di noi e il fatto che fossimo tutti e tre degli sceneggiatori, non ci avevamo mai pensato seriamente. Tutto questo finché un'idea partita da Massimo non è stata subito allargata anche a Salvatore e Luciana, volevamo fare un webcomic horror con un ampio turnover di disegnatori, dove la vera protagonista fosse la città, non usata quindi come mera ambientazione, ma con un ruolo attivo e importante. Dato il nostro amore per la narrativa e le storie a fumetti di genere horror, la scelta di ispirarci alla Arkham di Lovecraft ci è sembrata l'idea più giusta e più vicina al nostro gusto personale (essendo un webcomic gratuito avevamo intenzione di fare qualcosa che piacesse in primis a noi). 

Per quanto riguarda il futuro non c'è un'idea precisa su quanti capitoli fare, ne produrremo finché vedremo che ci sono i presupposti per continuare, anche perché per il momento abbiamo solo aperto le varie trame che costruiranno un mosaico più complesso. Quindi per arrivare al culmine delle varie storie ci vorrà del tempo, tra gli obiettivi futuri c'è sicuramente quello di dare maggiore continuità all'impegno e far crescere la pagina e i lettori, perché un webcomic ha ragione di esistere se ha una platea nutrita di lettori.
 

Quanto vi ha ispirato Lovecraft nel vostro progetto, quali sono i legami tra le due opere? Un amante dei suoi romanzi dovrebbe aspettarsi cosa in comune dal vostro fumetto?

Lovecraft e i suoi romanzi sono stati sicuramente la fonte primaria di ispirazione a partire dal nome, ma non sono stata l'unica. Anche se abbiamo cercato, almeno in parte di trasporre l'orrore presente in Lovecraft nelle nostre storie e in Mahkrapolis in generale. Poi avendo una sincera passione verso i vari media (fumetti, libri e videogiochi), abbiamo lasciato che ogni cosa utile alla storia fosse utilizzata per rendere al meglio l'ambientazione che avevamo in mente. Per esempio anche il mondo dei videogiochi ha ispirato alcuni elementi del mondo che abbiamo immaginato, il primo nome che mi viene in mente è Bioshock, ma non è l'unico. 
Un altro elemento cardine della nostra ambientazione è stato l'inserimento di elementi steampunk perché pensavamo potessero legarsi al meglio con il progetto che avevamo in mente.
 

Invece come avete trovato i disegnatori? Utilizzate determinati criteri per sceglierli?

Per ciò che concerne i disegnatori, li abbiamo scelti senza preclusione di stile, accogliendo tra le nostre fila anche artisti che si rifacessero all'euromanga, per ognuno di loro è stata sempre scelta la storia che fosse più congeniale allo stile. L'unico criterio che abbiamo cercato di tenere sempre in considerazione è la qualità. I disegnatori li abbiamo cercati attraverso i social network e le piccole produzioni cartacee, scegliendo poi quelli che ci sembravano più adatti e ovviamente quelli che potevano essere interessati al progetto.

Voi sceneggiatori come vi siete conosciuti? Com’è lavorare insieme?

Massimo e Luciana si sono conosciuti al liceo, mentre questi ultimi hanno conosciuto Salvatore in tutt'altro frangente, scoprendo solo in seguito le varie passioni che li accomunavano, tra cui la principale è sicuramente quella per il fumetto.
Avendo messo bene in chiaro che direzione prendere con le storie e come usare l'ambientazione, non abbiamo avuto alcun problema a lavorare in gruppo, anche perché scriviamo a sei mani unicamente le parti macrostoriche, dunque le direzioni che devono prendere determinati filoni del webcomic, mentre gli episodi singoli, quindi le microstorie, sono sempre frutto dell'ingegno (o presunto tale) di un unico sceneggiatore.

 

Qual è il vostro parere sul mondo dell'autoproduzione?

Crediamo che l'autoproduzione possa essere un grande trampolino di lancio per gli autori alle prime esperienze, perché sono sempre meno le realtà che investono direttamente su autori sconosciuti e dunque l'autoproduzione permettere in primo luogo a un autore di pubblicare i suoi fumetti, compiere degli errori, fare delle scelte che non possono che aiutarlo nella sua futura carriera.
Insomma, crediamo che l'autoproduzione possa essere uno degli sbocchi dopo il proprio percorso di studi scolastici, o di autodidatta, sia per chi non riesce a trovare un editore disposto a investire su di lui, sia per chi vuole avere totale libertà di scelta sui contenuti da proporre ai lettori. In quest'ultimo caso l'autoproduzione può veramente rappresentare una scelta libera e consapevole, scevra da ogni tipo di limitazione editoriale...

 

Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Ciò che più amiamo di “Welcome to Mahkrapolis”  è l’ambientazione che ne costituisce la struttura portante. La nostra città è viva, cresce ed è sempre vigile. Quello che speriamo di riuscire a trasmettere con le nostre storie, in cui lasciamo trasparire la passione per H.P. Lovecraft e per altri autori di genere, è l’orrore della quotidianità che attraversa anche una città asfissiante e tentacolare come Mahkrapolis.
Siamo convinti che il nostro progetto, oltre a poter offrire spazio a disegnatori noti e meno noti, possa rappresentare una bella realtà all’interno del panorama del webcomic italiano.

Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il tuo pubblico!

Ringraziando voi dell’Italian Indie Comics Award per lo spazio gentilmente concessoci, salutiamo coloro che hanno speso un po’ del loro tempo leggendo quest’intervista, invitandoli tutti a Mahkrapolis. Vi aspettiamo!
 
  

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!