Il nome Megumi Hayashibara non vi dice nulla? Beh probabilmente vi ricrederete una volta saputo che lei sia la voce di Rei di Neon Genesis Evangelion, Ranma donna di Ranma ½, Faye di Cowboy Bebob, Jessie dei Pokémon… e molti altri! Quindi è chiaro che parliamo di una delle doppiatrici più importanti degli ultimi 30 anni, protagonista dell’evoluzione che ha colpito questo meraviglioso mondo nel corso dei decenni, dagli anni 90 ad oggi. Hayashibara ha rilasciato un’interessantissima intervista per la rivista Seiyu Premium (lei come altri storici doppiatori), nella quale ha reso partecipe il pubblico delle sue osservazioni sul mondo del doppiaggio
Hayashibara non ha assolutamente dubbi: guardandosi indietro, dagli inizi della sua carriera, nota come gli anni ’90 abbiano totalmente cambiato il mondo del doppiaggio ed il modo di recepire i doppiatori. Prima di quel periodo nessuno sapeva niente di questo ramo dell’animazione, i doppiatori non erano conosciuti e nessuno mostrava grande interesse nei loro confronti, ma arrivati in quegli anni sono nati veri e propri fandom dei doppiatori. Tante riviste specializzate han iniziato a dilagare, ovviamente con immancabili foto delle doppiatrici… elemento che diede particolare preoccupazione all’intervistata, che all’epoca si chiese “cosa succederà quando la gente noterà quanto siano diverse le doppiatrici dai personaggi ai quali prestano la voce?”.

Una volta resasi conto di quanto fossero carine e fotogeniche molte delle doppiatrici il tutto le divenne molto più chiaro. Ecco che iniziò una nuova era del doppiaggio, ormai i vari seiyuu erano (e sono) riconosciuti come “individui” e la distinzione tra la persona ed il personaggio doppiato è andata sempre più scomparendo. Furono solo i primi passi che han creato quel che vediamo tutt’oggi, una situazione nella quale per promuovere gli anime ormai sono i vari seiyuu a metterci la faccia, facendo apparizioni live, leggendo copioni degli episodi di fronte al pubblico, dando spettacolo cantando e ballando, dunque vendendo un po’ la loro persona, oltre che il personaggio. Questo non sorprende di certo l’Hayashibara essendo stata proprio lei una delle primissime doppiatrici ad aver avuto sia il single che il proprio album nella top 10 dell’Oricon (e parliamo di un periodo nel quale non poteva godere di una promozione pari a quella che avrebbe avuto quest’oggi!), oltre ad esser stata una delle primissime ad aver presentato numerosi programmi radiofonici.
Il timore rimane sempre e comunque dietro l’angolo, specialmente che questo culto dell’individuo possa mettere in ombra le capacità attoriali, spingendo un’agenzia a scegliere un doppiatore “popolare” rispetto ad uno ben più competente. È naturale quindi che l’intervistata tema che quello che una volta era considerato un lavoro stabile, capace di durare per decenni, possa ora esser qualcosa che duri solo un breve periodo. Un timore giustificato, basti vedere quanti doppiatori giovani e popolari vendano blu-ray, CD… ma sarà così anche tra cinque, dieci o vent’anni quando ci saranno altri giovanissimi doppiatori a prendere il loro posto?
L’Hayashibara nel corso dell’intervista ha palesato più volte la sua mancanza di fiducia sulle agenzie di produzione e la volontà delle stesse di puntare sugli stessi doppiatori nel lungo periodo:
“Con questi ritmi di lavoro così frenetici è normale ormai riempire il più possibile di lavoro un doppiatore, metterli quindi di fronte al pubblico e renderli sempre più celebri. Farli sentire come se fossero assolutamente essenziali, ma la realtà è che già dopo 3 anni tutto cambia. Le compagnie ormai non hanno più alcuna intenzione di far crescere i propri talenti, di tenerli con sé per tanti anni”
Nonostante il tono utilizzato però non vuole giudicare troppo negativamente questa consuetudine, vede del resto questo rapido ricambio generazionale di doppiatori come qualcosa di inevitabile, risultato della frenetica e costante ricerca delle compagnie della nuova “mega-star” da lanciare nel mercato.
Quindi quali sono I consigli dell’Hayashibara verso I giovani doppiatori? Per prima cosa consiglia a tutti loro di esser psicologicamente preparati di dare il meglio a prescindere dalle battute a disposizione e della loro qualità. Inoltre consiglia di non chiedere a sé stessi “come devo leggere questa frase?” ma piuttosto di chiedersi “come devo esprimere questa emozione?”. A suo avviso questa è la domanda più importante fra tutte e se non doveste trovare una risposta a questa domanda ne risentirà la vostra prova: “per quanto impegno possiate mettere nella vostra lettura, è inutile se non ci mettete il cuore”.

Per quanto riguarda quale sia la direzione che, a suo avviso, dovrebbe prendere il mondo dell’animazione, la celebre seiyuu si lamenta di come molti dei nuovi anime o dei nuovi personaggi sembrano essere delle mere copie di opere del passato, arrivando a citare inevitabilmente i tanti cloni della “sua” Rei. Aggiunge inoltre che tutto questo una ventina d’anni fa non accadeva.
“Gli anime negli anni ’90 straripavano di ambizione… oggi invece si cerca di copiare le opere del passato che però non saranno mai migliori degli originali. Nel futuro vorrei far parte di progetti innovativi, che non abbiano voglia di rifare qualcosa che già sia stato creato”.
Fonte Consultata:
Rocket News 24
Hayashibara non ha assolutamente dubbi: guardandosi indietro, dagli inizi della sua carriera, nota come gli anni ’90 abbiano totalmente cambiato il mondo del doppiaggio ed il modo di recepire i doppiatori. Prima di quel periodo nessuno sapeva niente di questo ramo dell’animazione, i doppiatori non erano conosciuti e nessuno mostrava grande interesse nei loro confronti, ma arrivati in quegli anni sono nati veri e propri fandom dei doppiatori. Tante riviste specializzate han iniziato a dilagare, ovviamente con immancabili foto delle doppiatrici… elemento che diede particolare preoccupazione all’intervistata, che all’epoca si chiese “cosa succederà quando la gente noterà quanto siano diverse le doppiatrici dai personaggi ai quali prestano la voce?”.

Una volta resasi conto di quanto fossero carine e fotogeniche molte delle doppiatrici il tutto le divenne molto più chiaro. Ecco che iniziò una nuova era del doppiaggio, ormai i vari seiyuu erano (e sono) riconosciuti come “individui” e la distinzione tra la persona ed il personaggio doppiato è andata sempre più scomparendo. Furono solo i primi passi che han creato quel che vediamo tutt’oggi, una situazione nella quale per promuovere gli anime ormai sono i vari seiyuu a metterci la faccia, facendo apparizioni live, leggendo copioni degli episodi di fronte al pubblico, dando spettacolo cantando e ballando, dunque vendendo un po’ la loro persona, oltre che il personaggio. Questo non sorprende di certo l’Hayashibara essendo stata proprio lei una delle primissime doppiatrici ad aver avuto sia il single che il proprio album nella top 10 dell’Oricon (e parliamo di un periodo nel quale non poteva godere di una promozione pari a quella che avrebbe avuto quest’oggi!), oltre ad esser stata una delle primissime ad aver presentato numerosi programmi radiofonici.

L’Hayashibara nel corso dell’intervista ha palesato più volte la sua mancanza di fiducia sulle agenzie di produzione e la volontà delle stesse di puntare sugli stessi doppiatori nel lungo periodo:
“Con questi ritmi di lavoro così frenetici è normale ormai riempire il più possibile di lavoro un doppiatore, metterli quindi di fronte al pubblico e renderli sempre più celebri. Farli sentire come se fossero assolutamente essenziali, ma la realtà è che già dopo 3 anni tutto cambia. Le compagnie ormai non hanno più alcuna intenzione di far crescere i propri talenti, di tenerli con sé per tanti anni”
Nonostante il tono utilizzato però non vuole giudicare troppo negativamente questa consuetudine, vede del resto questo rapido ricambio generazionale di doppiatori come qualcosa di inevitabile, risultato della frenetica e costante ricerca delle compagnie della nuova “mega-star” da lanciare nel mercato.
Quindi quali sono I consigli dell’Hayashibara verso I giovani doppiatori? Per prima cosa consiglia a tutti loro di esser psicologicamente preparati di dare il meglio a prescindere dalle battute a disposizione e della loro qualità. Inoltre consiglia di non chiedere a sé stessi “come devo leggere questa frase?” ma piuttosto di chiedersi “come devo esprimere questa emozione?”. A suo avviso questa è la domanda più importante fra tutte e se non doveste trovare una risposta a questa domanda ne risentirà la vostra prova: “per quanto impegno possiate mettere nella vostra lettura, è inutile se non ci mettete il cuore”.

Per quanto riguarda quale sia la direzione che, a suo avviso, dovrebbe prendere il mondo dell’animazione, la celebre seiyuu si lamenta di come molti dei nuovi anime o dei nuovi personaggi sembrano essere delle mere copie di opere del passato, arrivando a citare inevitabilmente i tanti cloni della “sua” Rei. Aggiunge inoltre che tutto questo una ventina d’anni fa non accadeva.
“Gli anime negli anni ’90 straripavano di ambizione… oggi invece si cerca di copiare le opere del passato che però non saranno mai migliori degli originali. Nel futuro vorrei far parte di progetti innovativi, che non abbiano voglia di rifare qualcosa che già sia stato creato”.
Fonte Consultata:
Rocket News 24
Condivido tutto ,dal culto nato attorno ai seiyuu alla tendenza delle agenzie a macinarne sempre di nuovi , fino alla sua percezione dell'animazione contemporanea. L'ambizione, la volontà di fare qualcosa di nuovo sì è persa da tempo, basti pensare alla poca quantità e qualità degli "anime original"dell'ultimo lustro. E sì, di cloni di Yuki Nagato, a sua "figlia" di Rei Ayanami, ne abbiamo avute fin troppe.
si sarà vista anche lei "shirobako"?
Ma quando afferma che gli anime anni 90 erano pieni di ambizione fa un pò ridere, visto che in Giappone, negli anni 90, la critica demoliva la produzione di allora considerata troppo bambinesca, commerciale e legata ai videogame.
Ed era pure vero,
Semmai l'animazione davvero ambiziosa e innovativa è stata quella iniziata con anime boom e Uchu Senkan Yamato , e finita nel 1989 con Nadia e Akira.
Asassination Classroom (versione shonen di Gto), My hero Accademia (Naruto con i ninja invece dei super eroi), ennesimo riciclo delle Precure a breve nuova squadra Love Live e si può ancora andare avanti. Dove sarebbero le novità? One Punch man che ha per protagonista Rufy nel mondo di Tiger e Bunny?
Ci sono talmente tanti doppiatori validi che vorrei avessero più ruoli, e mi dico "ma com'è possibile che ne abbiano avuti così pochi?" È un mercato che si rigenera in continuazione, e per fortuna gli emergenti si dimostrano sempre talentuosi, ma personalmente mi muore il cuore quando vedo quanta gente validissima viene lasciata in disparte magari per dare 100 ruoli in una stessa stagione al tizio/a più in voga del momento, senza nulla togliere alle capacità del seiyuu in questione.
Sì, l'ho visto e lo prendo pure quando escono i volumi.
Beh certo i generi quelli sono, non è che puoi andare molto oltre eh. Ma già gli shonen che hai citato per me sono diversi da un Hokuto no Ken e un Saint Seiya, se non per i soliti pipponi a là Shonen jump su amicizia, spirito di sacrificio e bla bla che sono tipici di quel genere. E pure in quello un OPM ha comunque sfumature diverse. Poi vabbè io parlavo di anni '90 come scritto sull'articolo e tu mi paragoni Naruto a Boku no Hero Academia. Love Live è un brand del 2013 che c'entra con riproposizioni del passato? Vogliono spremere il limone fino a che c'è succo? Non che nei "mitici" anni '80 e '90 non si facesse, vedi la tremenda parte dell'isola dei demeoni su Hokuto no Ken.
Non voglio farne un discorso qualitativo perché siamo fuori dal topic, ma questi anni hanno una loro propria identità che possiamo amare o schifare, ma per me avranno una loro caratterizzazione. E non ci vedo una tendenza così marcata all'ispirarsi al passato, altrimenti credo ci risparmieremmo quei commenti che come una sgradevole tassa ogni santa volta vengono a farci la paternale su come erano meglio gli anime del passato ed oggi c'è solo moe e avanti con la solita noiosa omelia.
Il passaggio finale della Hayashibara è sbagliato si, ma solo perché già negli anni 90 si andava la riciclo continuo di vecchie idee.
Ma lei parla da profana dell' animazione e da quella che ha doppiato EVangelion, la serie che ha rivoluzionato gli anime televisivi.
Per questo quell' epoca le appare innovativa, anche se di innovativo c'era davvero poco ( anzi diciamo pure che gli anni 90 sono Sailormmon, EVA e Pokemon, solo che il primo è tratto da un manga che si ispirava a Cutey Honery, mentre il terzo viene da un videogioco).
Perché l'animazione jap, intesa come prodotto che sforna opere originali di successo non tratte da manga, VG, light novel e balle varie non esiste praticamente più dai primi anni 80.
Non pensi che se fan, produttori, autori e produttori continuano a dire stà"omelia" di continuo è perché forse è vero ?
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