L'articolo di seguito offerto è stato tradotto in italiano da uno pubblicato sul Los Angeles Times. La pagina originale non è al momento, senza registrarsi, disponibile. Vi consiglio di leggerlo, è molto interessante:


Uno scontro padre-figlio nell'animazione nipponica..
Hayao Miyazaki ha desiderato a lungo di creare una versione animata di "Earthsea". Suo figlio, alle prime armi, lo ha fatto


Di Bruce Wallace, giornalista presso il Los Angeles Times - 4 Settembre 2006. Versione italiana di Vanna SCV.

TOKYO - Attraverso le fantasie create dall'animazione, il regista Hayao Miyazaki ha parlato ai bambini ed agli adulti di tutto il mondo, il suo linguaggio del colore e del movimento ha dato vita ad alcuni dei films più amati dei nostri giorni. Tuttavia se lo consideriamo all'interno della vita famigliare, Miyazaki padre non ebbe mai molto da dire al suo figlio maggiore.

"Ad essere onesti, non siamo troppo uniti; non sappiamo come comunicare," risponde Goro Miyazaki quando gli viene chiesto se lui e suo padre avessero parlato riguardo il successo commerciale di "Gedo Senki" (I Racconti di Earthsea), il debutto cinematografico del figlio come regista.*
"Ho saputo da alcune persone che lui pensava fosse un film in cui ho messo tutto di mio, ma sinceramente penso che sia stato saggio non dirmi nulla direttamente," afferma il giovane Miyazaki. "Avremmo finito probabilmente gridando e litigando. Si sarebbe creata una situazione sgradevole."

E' questa relazione piuttosto fredda padre-figlio (il padre è un'icona dell'industria dell'animazione nipponica, il figlio cerca di uscire dalla sua ombra dirigendo il suo primo film importante ormai all'età di 39 anni) che rende arduo considerare una coincidenza il fatto che "Earthsea" inizi con un figlio che uccide suo padre.
E' un delitto compiuto con crudeltà: il principe Arren si avvicina al re senza far rumore, ed all'improvviso gli conficca una spada nel petto fino all'elsa. Il padre muore chiedendosi il motivo di un simile gesto, ed Arren fugge in un esilio perpetuo. Solo più tardi confesserà ad un compagno di viaggio che suo padre era "un grand'uomo" e di non aver la minima idea di cosa lo abbia portato ad uccidere.
Era semplicemente pieno di una profonda rabbia che non è in grado di spiegare.

"No, non ho mai sentito il desiderio di uccidere mio padre perché non abbiamo rapporti così stretti, tanto per incominciare," rivela il giovane Miyazaki durante un'intervista realizzata negli uffici di Tokyo dello Studio Ghibli, la casa d'animazione che Hayao Miyazaki costruì con i successi di film come "Il mio vicino Totoro" e, più recentemente "Spirited Away"(La città incantata) ed "Il Castello Volante di Howl". "Non ho mai pensato questa scena come riferita a me stesso mentre realizzavo il film".
"Non si tratta di un mio sentimento, ma del sentimento di giovani che ho incontrato" continua, "Arren rappresenta le nuove generazioni in Giappone. Sono sotto stress psichico. La rabbia si agita dentro di loro. E sono questi i giovani che potrebbero sentire il desiderio di uccidere i loro genitori."

Ma prima che i ragazzi che guardano "Earthsea" concepiscano pensieri omicidi, dovranno orizzontarsi in un universo rappresentato con un disegno dal sapore d'altri tempi.
Non è "Cars" con i draghi in più, né "Oltre la Siepe" ambientato in uno scenario più grande.
I fondali di "Earthsea" sembrano disegnati da paesagisti inglesi, i cieli potrebbero essere tele ad olio di un maestro olandese. Si possono vedere i colpi di pennello sullo schermo
Ma qualcosa non va in questo mondo, già dall'inizio della pellicola. Gli armenti sono diventati macilenti. C'è siccità nelle province. Le litanie magiche sono state dimenticate. Ed in modo sempre più sinistro, i draghi che tempi addietro decisero di lasciare il Mondo degli Uomini sono tornati ed hanno incominciato a combattersi fra loro.
"L'ambientazione è l'Europa, ma i personaggi sono un ritratto delle giovani generazioni di giapponesi," spiega Miyazaki. Descrive il Giappone come una società in cui i figli sono coccolati e sommersi di beni materiali, ma che tuttavia conducono vite prive di obbiettivi: nessuna ingiustizia contro cui schierarsi, cosa che Miyazaki ci dice di aver fatto quando era adolescente, nessun valore della generazione precedente da sovvertire.
"In passato, i genitori non mostravano il loro amore per i figli," rivela "Erano occupati a lavorare, non avevano tanti soldi. I figli dovevano crescere da soli, ma erano più forti psichicamente proprio per questo."
Miyazaki racconta che suo padre, così come molti padri della generazione che crebbe nel Giappone postbellico, si concentrò in modo particolare sul suo lavoro.
"Eravamo solo io e mia madre mentre crescevo; ogni consiglio di cui ho avuto bisogno lo ho avuto da lei," racconta. "Fino a quando non lasciai la nostra casa per andare all'università, mio padre era troppo occupato e non aveva neppure l'opportunità di scambiare quattro chiacchere con me."
L'animazione non era un argomento molto discusso, in casa Miyazaki, né il giovane Goro ambiva a lavorare in quel campo.
Studiò Scienze Forestali all'Università di Shinshu ed incominciò una carriera come progettista del verde, predisponendo parchi e giardini e lavorando ai progetti urbani di riforestazione.
Ma nel 1998 si assunse la responsibilità di disegnare il progetto del Ghibli Museum, un parco a tema che lo studio stava costruendo in una zona verde - fatto raro di per sé - che si trovava in un sobborgo di Tokyo. Il museo metteva in mostra il meglio dei personaggi presenti nel catalogo dei film dello studio, e un'esposizione interattiva di uno studio di animazione. Miyazaki divenne il direttore amministrativo del museo nel 2001, un incarico al quale rinunciò l'anno scorso quando entrò nello studio ed incominciò a fare e disfare piani d'azione relativi al progetto "Earthsea".

Più di vent'anni fa Hayao Miyazaki aveva sperato di realizzare una versione animata basata sui libri della saga di "Earthsea", ma aveva ricevuto un secco rifiuto dall'autrice, Ursula K. Le Guin. Ma mentre lei diventava meno intransigente e più disponibile, Miyazaki padre aveva annunciato il suo ritiro dalla realizzazione di film (un voto che da allora ha ritrattato).
In sostituzione, l'onnipotente produttore dello Studio Ghibli, Toshio Suzuki, passò il progetto a Goro, che incominciò a gironzolare attorno ai gruppi di studio per l'animazione ed a presentare le proprie idee.

Venne opposta molta resistenza al suo arrivo. In primo luogo, gli altri giovani animatori dello studio, ironicamente, lo videro come un caso di paternalismo. E U.K. Le Guin si lamentò che le era stato assicurato che Hayao Miyazaki avrebbe supervisionato il progetto e criticò aspramente la versione finita di Goro, dicendo che era troppo violenta e priva di sottigliezza - in quanto troppo povera di sfumature - nella sua rappresentazione del male.
Ci furono anche critiche da parte di Hayao Miyazaki, che mise in chiaro - pubblicamente - che non gradiva che Goro invadesse il suo territorio.
"Tutto ciò era dovuto al fatto che io ero totalmente privo di esperienza," dice Goro, che costantemente si riferisce a suo padre chiamandolo formalmente "Miyazaki Hayao". "Non solo non avevo mai girato un film, ma non avevo mai fatto parte dell'industria dell'animazione. Improvvisamente stavo realizzando un film per il grande schermo, e lui ne era scioccato."

Miyazaki racconta che voleva realizzare una rappresentazione della condizione umana, diversa dai films di suo padre, che dice di trovare "troppo semplici." (Hayao Miyazaki, che raramente parla alla stampa, declinò l'offerta di esser intervistato su questo episodio.)
E stava procedendo per la sua strada verso la realizzazione di un film senza draghi né magia, quando Suzuki intervenne e gli disse di "metterci dentro i draghi."
"E' un film dello Studio Ghibli," dice Miyazaki con un'alzata di spalle. "E' un film commerciale e deve intrattenere il pubblico."

I critici di qui hanno dibattuto proprio su quanto d'intrattenimento fosse "Earthsea". Alcuni recensori lo hanno definito "immaturo", e molti si sono lamentati su quello che i giapponesi interpretano come un uso eccessivo dei dialoghi per un film animato.
Ma il film ha ottenuto al botteghino cifre simili a quelle dei film di Hayao Miyazaki. Ha affossato i films animati rivali di questa estate, quali "Cars" e il film horror giapponese "Brave Story".
La ragione potrebbe risiedere nel potere del marchio Miyazaki in Giappone. Di sicuro, i mondi di Miyazaki padre sono devastati dalla follia degli adulti e dal morbo della guerra, e il degrado ambientale minaccia i suoi amati paesaggi bucolici. Ma egli ha sempre visto la speranza nella saggezza innocente dei bambini.
E - hanno chiesto a Goro Miyazaki - "Earthsea" non trasmette un messaggio simile? Non è forse un film in cui i genitori sono crudeli e violenti ed abbandonano i propri figli, ma i ragazzi si rialzano e fanno le giuste scelte morali alla fine? Dove le scene più felici sono nella fattoria, un luogo idilliaco dove il lavoro è distribuito senza parzialità e la gente è libera?
"Earthsea" non condivide, allora, la visione dei films di Hayao Miyazaki?
"Sì" dice il figlio tranquillamente. "Sì, è così."


Annuncio commerciale: proiettato in Giappone il 29 luglio, "Earthsea" è stato il film trionfatore al botteghino per quattro delle ultime cinque settimane; il film è stato proiettato al Festival del Cinema di Venezia domenica, ma non può avere licenza di proiezione negli Stati Uniti finché non scadrà il copyright di una serie televisiva americana nel 2009.