Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

10.0/10
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D.Gray-Man è un manga atipico nell'universo degli shounen. La storia è ambientata in un XIX secolo immaginario ed è incentrata sugli Esorcisti, gli apostoli di Dio, che, con l'aiuto dell'Innocence, la sostanza divina che racchiude in sé l'onnipotenza e l'onniscienza, devono dissipare le tenebre generate dal Conte del Millennio, un'entità malvagia che mira alla distruzione del genere umano. Egli si serve degli Akuma, armi in cui viene intrappolata l'anima di un defunto richiamata dall'aldilà da una persona cara.

Inizio analizzando il disegno, che può essere descritto, secondo me, con un unico termine: sublime. Il tratto della magaka si evolve col passare del tempo e lo stile gotico, con cui è descritta l'opera, è perfetto per illustrare al meglio le atmosfere cupe e oscure in cui essa è immersa. Ogni personaggio è caratterizzato in maniera eccellente, iniziando dal protagonista: Allen Walker. Allen è un ragazzo dolce e gentile a un primo sguardo, ma successivamente, si rivela essere un personaggio malinconico con un passato oscuro che, nonostante tutto, non lascia mai intravedere la sua tristezza, cercando di mostrarsi agli altri sempre sereno e col sorriso sulle labbra.

Come ha promesso a suo padre adottivo, continuerà a camminare e a seguire la strada che da solo ha deciso di intraprendere, senza mai fermarsi, anche se le tragedie intorno a lui e i suoi conflitti interiori aumentano col proseguire del suo viaggio. Allen ha un profondo rispetto della vita ed è intenzionato a salvare tutti (umani, akuma, caduti e Noah), anche a proprio danno. Anche gli altri esorcisti hanno la propria storia, il proprio infelice passato e i propri dubbi interiori: Lenalee e il rapporto con suo fratello, Lavi e il suo lavoro di Bookman, Kanda e la persona che cerca disperatamente…

Gli antagonisti sono ugualmente ben caratterizzati, partendo dal Conte fino a ogni singolo membro della famiglia Noah, umani "perfetti" discendenti di Noè e alleati del Conte nel conflitto che deciderà il destino dell'umanità. L'edizione italiana del manga è curata dalla Panini Comics e posso affermare con rammarico che non è delle migliori. A volte l'inchiostro delle pagine resta sulla punta delle dita, ma, nel complesso, non è male. Concludo dicendo che considero D.Gray-Man il miglior manga che ho mai letto e gli do un 10, con tanto di lode, senza alcuna esitazione! Consiglio a tutti coloro che vogliono una storia ben fatta, senza buchi nella trama e con degli ottimi personaggi, di leggere quest'opera, perché, a mio parere, merita molto.

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“Full Metal Panic? Fumoffu” è una serie d’animazione giapponese del 2003 costituita da diciassette episodi di durata variabile, spin-off della celebre “Full Metal Panic!”.

L’anime, privo di trama, segue piuttosto le (dis)avventure scolastiche di Kaname e Sagara, coadiuvati da vecchie conoscenze e nuovi arrivi, in un contesto tecnicamente più distensivo ma, in realtà, bizzarramente più frenetico e folle di quanto visto nella serie principale.
L’incapacità del giovane mercenario di approcciarsi alla popolazione civile e agli eventi più comuni della vita di tutti i giorni viene estremizzata a livelli difficilmente immaginabili, rendendolo spesso la vittima designata delle inclementi sferzate di Kaname, armata di micidiali ventagli di carta.

Corse per il pranzo a scuola, compiti dimenticati, scontri con bande di teppisti, gite alle terme... Ogni episodio, la cui durata può essere pari alla metà o alla totalità di quella canonica, parte da presupposti comuni, abusati, addirittura, ma è arricchito da una comicità demenziale e assurda, in cui gag visive e verbali si susseguono le une alle altre con un ritmo serratissimo, che quasi lascia senza fiato lo spettatore, stremato dalle troppe risate.
L’assenza di tensione e di spietati antagonisti permette ai personaggi di esprimere un range di emozioni più omogeneo e umano allo stesso tempo: per quanto Sagara sia sempre il soldato tutto d’un pezzo che non può muovere un passo senza imbracciare pistole e scagliare bombe a mano contro soggetti “ostili”, è stato piacevole osservarlo in un ambiente estraneo, alle prese con situazioni a lui sconosciute, in preda a sentimenti di imbarazzo, confusione, gelosia e determinazione; di Kaname è possibile apprezzare la forza, la testardaggine, gli sprazzi di feroce follia, così come la sua infatuazione per Sagara, qui esplorata in attimi incantevoli, per quanto stereotipati; i personaggi secondari, vecchi e nuovi, sono piuttosto marginali e sono identificati più per il ruolo svolto (migliore amica, presidente del consiglio studentesco, insegnante, rivale in amore) che per la loro personalità, ma riescono comunque a divertire e intrattenere alla perfezione.

Il comparto tecnico è di tutto rispetto: le animazioni sono estremamente plastiche e veloci, e si prestano ad essere seguite da una regia in cerca di soluzioni dinamiche. La grafica è più semplice e pulita e conserva il gradevole character design della serie principale, questa volta accostato a colori più chiari e vivi e ad un uso più frequente di un esilarante deformed. I fondali, discretamente vari, sono sufficientemente dettagliati e adatti a trasformarsi in autentici campi di battaglia nel giro di pochi minuti.
La colonna sonora è piuttosto orecchiabile, ma a distinguersi è perlopiù la sigla d’apertura, un brano coinvolgente valorizzato da immagini molto graziose e ottime animazioni. Adeguatamente sopra le righe è anche il doppiaggio originale, di grande impatto e in grado di accompagnare senza sbavature la comicità più fisica.

“Full Metal Panic? Fumoffu” è, senza ombra di dubbio, una delle commedie, scolastiche e non, più divertenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni. I tempi comici, la velocità delle gag e delle battute, i personaggi fuori di testa, tutto contribuisce a far dimenticare i cliché e le premesse banali della serie e dei suoi episodi (quasi esclusivamente autoconclusivi), dando vita a un’opera praticamente indimenticabile e che non risulta datata, ma, anzi, sembra ancora più fresca e appassionante di altri prodotti recenti.
Consigliata anche ai non fan dell’anime principale.

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Il fatto che per ragioni di profitto personale l'uomo è disposto molto spesso a rinunciare alla propria dignità ed al proprio orgoglio e a distruggere quanto di buono fatto in passato è un triste dato di fatto; non posso quindi dire di essere sorpreso quando capita, ma seccato sicuramente si. In questo modo, a mio avviso, non si danneggia soltanto il fascino di una storia o il livello di attrazione di un determinato manga ma la credibilità dell'intero movimento, che anche senza questi scempi è già visto con grande sospetto dalla critica occidentale.
"Corpse Party: Blood Covered", il primo capitolo di una storia che sarà rivisitata più e più volte dal suo autore, Makoto Kedouin, si era dimostrato un ottimo manga horror e personalmente l'avevo molto apprezzato; questo "Musume", invece, rappresenta l'esempio perfetto di come creare un "orrore di manga", partendo una trama di successo e violentandola fino alla nausea (del lettore ovviamente).
La storia comincia ancora all'interno dell'istituto Kisaragi dove Satoshi ed i suoi amici sono, come al solito, alle prese con i preparativi per il festival scolastico. Il cast, però, risulta parzialmente cambiato: il numero degli studenti scende da nove a sei e fra essi ci sono un paio di new entry. La "cattiva" resta sempre Sachiko che stavolta veste i panni di una bambina che, diversi anni prima, era morta lanciandosi nel vuoto da un corridoio della scuola. Senza fare alcun rituale i ragazzi vengono comunque trascinati all'interno del mondo parallelo che chi ha letto la prima versione di questo manga conosce ormai benissimo; il loro compito, stavolta, sarà quello di scoprire cosa si nasconde dietro lo stato suicidio della ragazzina e dargli così la pace.
Riproporre lo stesso schema proposto in "Blood Covered" cambiandone però le fondamenta poteva dimostrarsi un'idea interessante e per niente scontata: il nuovo intreccio narrativo proposto non è affatto male e la curiosità sulla sorte di ogni singolo componente del gruppo è la stessa già provata in precedenza. A questo va aggiunto il nuovo assetto grafico, con disegni davvero belli da vedere e che non generano più confusione nell'identificazione dei vari personaggi come, invece, accadeva in "Blood Covered".
Peccato che su queste basi più che creare un nuovo horror di primissimo piano si è scelto di virare sul cattivo gusto con tette e mutandine presenti quasi in ogni tavola (e a fine capitolo addirittura una vignetta descrittiva delle loro caratteristiche!) ed allusioni sessuali di bassissima lega. Non è un caso che uno dei pochi elementi confermati pure in questo "Musume" sia la fastidiosissima pipì di Yuka, dato che si trattava di un elemento che poteva essere potenziato e sfruttato in modo più che volgare. Tutto questo materiale da "maiali senza speranza" infesta il manga più degli spettri e dei fantasmi e finisce per rendere irrilevante il lavoro svolto nella costruzione della storia che, anzi, finisce per degenerare a sua volta in soluzioni improbabili e stomachevoli.
Sinceramente non so a chi possa piacere questa roba ma, a quanto pare, un suo pubblico deve avercelo; e, come detto all'inizio, di fronte al profitto non c'è decenza che tenga.