Il sito giapponese AnimeAnime ha recentemente completato uno speciale in tre parti intitolato “Fansubs e ombre dell’industria degli Anime”, ripreso e tradotto in inglese da T. Ohara per il sito di ComiPress.
Quella che segue è la mia traduzione italiana dell’articolo intero in tre parti, rimontate e adattate. L’autore dell’articolo originale è Romi, che parla ai fan giapponesi del fenomeno fansub in America. La situazione in Europa, anche se in scala sicuramente minore, non appare, però, troppo diversa da quella che il redattore illustra nel suo articolo.
Ecco come lo stesso autore si presenta:

“Ciao! Sono Romi. Attualmente vivo nella costa occidentale degli Stati Uniti. Da quando andavo al college, avevo rapporti con le comunità di appassionati, ed ero solito recarmi a molte conventions di anime. Anime Expo 2003 è stata la prima. Fortunatamente possiedo i requisiti per lavorare in una società che si occupa di anime e manga, e così mi sono messo all’opera per portare la cultura popolare giapponese in nord America.

Le posizioni degli appassionati e degli editori in nord America sono talvolta riportate in modo distorto o esagerato. Informerò gli appassionati giapponesi della reale situazione, in base alla mia esperienza. Le mie fonti d’informazione sono comics journal come ICv2 o Publishers Weekly, pubblicazioni editoriali, così come siti web d’informazione e altro”.
(Nota: Romi rappresenta l’industria dell’animazione).

Lo speciale inizia dalla nascita dei fansub, considera i vantaggi e gli svantaggi che l’espansione di Internet e dei computer ha apportato ai fan di anime e all’industria del settore, ma anche lo “scontro di interessi tra l’industria e i fans, che è il vero cuore di questo problema”.

AnimeAnime ha raccolto una serie di “100 domande sugli Anime e i Manga oltreoceano”, in cui i fan giapponesi hanno espresso la loro curiosità sul fenomeno ‘Anime e Manga’ fuori del Giappone. Ad esempio, una delle domande poste dai fan giapponesi chiedeva della qualità delle traduzioni nei fansub, e s’interrogava circa la competenza dei loro traduttori. Chi ha risposto alle domande è Romi, che in questo speciale si sofferma a commentare il punto di vista e l’operato dei fansubbers e parla di come l’industria dell’animazione sfrutta le opportunità offerte dalla rete.

Speciale: Fansubs e ombre dell’industria degli Anime.
(Autore Romi).

La storia dei fansub.

Prima che i fansubs nascessero, guardando un anime in lingua originale, i fans dovevano seguire la storia rifacendosi a dei riassunti degli episodi. Diversi libretti riassuntivi erano distribuiti tra i fans, che li condividevano e localizzavano l’anime per promuoverlo negli Stati Uniti. Ovviamente, i problemi di copyrights si ponevano già dagli inizi. A quel tempo, pochissimi titoli erano importati negli USA. Qualche anno dopo, i primi anime doppiati o solo sottotitolati furono messi in vendita. Se si era fortunati, certe serie animate, pesantemente adattate, potevano essere mandate in onda in TV. Nessuno poteva sapere se il suo titolo preferito sarebbe mai arrivato negli States. In queste condizioni, i fans volevano vedere le loro serie animate preferite, per mostrarle anche ad altri amici, e conoscere meglio gli anime.

Quando nacque lo studio Gainax, i fans ragionarono su come dei “fans erano diventati professionisti”. Essi importarono perfino un film della DAICON Film (primo studio fondato al college dallo staff della futura Gainax, che creò due film amatoriali intitolati DAICON III, del 1981, e DAICON IV, del 1983). Gainax diede molta influenza e potere ai fans chiedendo loro “Possiamo fare qualcosa?” e dicendo “Creeremo un titolo per partecipare, e lo condivideremo”. Queste azioni incrementarono l’influenza dei fan, e aprirono la strada ai fansubs. I fan furono anche aiutati dalla rapida espansione di Internet e dei computers. Giovani fans amavano gli anime tanto quanto le nuove tecnologie.

Oggigiorno, il modo di fare fansub non è cambiato; ad essere cambiate sono le modalità della loro distribuzione. Inizialmente, i fansubbers prendevano dei Laser Disc e li sottotitolavano, poi registravano il tutto su nastri VHS o S-VHS. Questo spaccio era un serio danno al filmato, perché la qualità delle immagini video era ridotta ad ogni passaggio, limitando il numero di copie che uno poteva fare; poi i videotapes dovevano anche essere spediti per posta. Più di recente i fansubbers hanno iniziato a registrare programmi televisivi su DVD o su hard disk, per poi sottotitolarli e caricarli nel web. Così, la digitalizzazione dei dati sul web ha reso immediatamente scaricabili le copie senza perdita di qualità, il che significa che le copie possono diffondersi senza limiti.

I vantaggi e i problemi di Internet.

Internet ha avuto una grande influenza sul fandom americano. Era duro per i fans incontrare gli altri nella vita reale a causa del problema delle distanze, così essi s’incontravano su Internet, creavano le loro comunità, scambiavano informazioni, e pianificavano conventions. Una larga parte di fans oggi esiste grazie a Internet.

Allo stesso tempo, questo popolare movimento ha anche creato il problema della pirateria. I fans hanno iniziato a caricare wallpapers e altre immagini coperte da diritti d’autore. Oggi, se si cercano immagini di un anime col titolo in inglese, si trova un’enorme quantità di risultati.

I fans devono pensare che questo scambio di immagini del loro titolo preferito sia un mezzo promozionale e contribuisca a farlo conoscere ad altri appassionati; tuttavia, la pirateria è pirateria. I fansubs fioriscono dalla facilità di uso data da Internet. Io credo che Internet abbia molti grandi vantaggi, ma anche dei grandi problemi.

L’operato dei fansubbers.

Perché i fansubbers si dedicano a queste produzioni “illegali”? Cosa credono? I fans che seguono i fansubs non si sentono colpevoli, non sentono di avere la coscienza sporca?
Ecco alcune considerazioni su come i fansubbers difendono il loro operato, sulla loro posizione ‘ufficiale’ e la vera realtà del fenomeno:

1) I fansub non sono creati con lo scopo di trarne profitto economico.

Molti fansubbers spesso insistono che “Noi non lavoriamo per soldi, lavoriamo per i fans, e così contribuiamo anche a promuovere i titoli che traduciamo”. E poi, “Se le licenze di questi titoli vengono acquistati dagli editori, noi blocchiamo immediatamente il lavoro sui fansub”.

Ma basta che i titoli siano circolati per poco, che a causa della loro diffusione e moltiplicazione non potranno più essere recuperati. E rimarranno da qualche parte nel web per sempre.

2) Il lavoro dei fansubbers è di più alta qualità.

Alcuni fansubbers criticano la qualità delle versioni proposte dagli editori nazionali, ma io (Romi) non sono d’accordo. L’adattamento di alcuni gruppi di fansubbers è veramente pessimo come qualità.
Hanno molti errori di traduzione, di grammatica, frasi in eccesso e fuori tempo. La loro qualità è lontanissima da quella delle versioni autorizzate. Alcuni fans diranno “ma certe sono belle”; in ogni caso, alcuni fansubbers fanno un lavoro rozzo, che fa di tutti i fansubs un ostacolo per l’industria dell’animazione.

Inoltre, i fan più intransigenti tendono a disapprovare i cambiamenti di certe particolarità giapponesi in una storia o una situazione, specialmente questo avviene per le commedie. Per le scene che i fans non capiscono a causa di differenze culturali, non c’è altra scelta che cambiarle.
I fansubbers, invece, includono note di spiegazione in tali scene, e pensano di fare qualcosa di gran qualità. I fan che vedono l’anime e non capiscono il giapponese, come possono avere la conferma che le note di chiarimento siano corrette? La fiducia che i fans ripongono nelle spiegazioni date nei fansubs comporta molti rischi.

3) I fans giapponesi vedono gli Anime gratis. Perché noi non possiamo fare lo stesso?

Gli anime non sono gratis in Giappone. Sono gli sponsor e gli introiti pubblicitari che rendono possibile la trasmissione televisiva di programmi in chiaro. I fans devono pagare per assistere a trasmissioni TV via satellite e via cavo di molti programmi. I costi di produzione degli anime sono pagati dai profitti derivanti dalle loro edizioni in DVD e dal merchandising collegato ai titoli, e ci sono molti distretti in Giappone in cui molti anime non sono trasmessi. Chi vive in quelle zone è costretto a comprare o farsi prestare i DVD, proprio come fanno i fans negli Stati Uniti.

4) Gli editori spesso rilasciano versioni solo doppiate, oppure essi adattano e cambiano i contenuti.

I titoli di certi episodi vengono cambiati, le immagini rimontate, e la versione sottotitolata non è disponibile. E' necessario adattare il prodotto originale al proprio mercato (soprattutto i titoli per bambini) e interessare la più grande fetta di pubblico, anche se casi del genere sono in diminuzione ora. Gli editori sanno che i fan odiano le modifiche, e alcuni di loro mettono in commercio versioni integrali per i più esigenti. In precedenza, le società più sensibili al problema avevano anche provato a pubblicare versioni solo sottotitolate, nonostante il successo di tale iniziativa non fosse assicurato. Ma le versioni doppiate hanno venduto molto più di quelle solo sottotitolate, perché la maggior parte dei consumatori americani le preferiva. Oggigiorno, gli anime sono venduti in DVD, e i fans possono beneficiare sia del doppiaggio che dei sottotitoli fedeli, perciò questo problema è stato risolto.

5) Gli editori usano i fansubs come strumento per vagliare il mercato.

Alcune società negano questa convinzione nella maniera più assoluta. Se i fansubs sono in aumento, come possono gli editori sperare in buone vendite sui titoli più popolari? Ho sentito che ci sarebbe una regola non scritta secondo cui i fans compreranno comunque la versione ufficiale della loro serie fansub preferita, ma nessuno può garantirlo.

6) Gli editori non pubblicano i titoli nemmeno molto tempo dopo che hanno acquistato le licenze.

Che dire della regola secondo cui “Se la licenza del titolo è stata acquistata, i fansubbers interrompono la sua distribuzione”?

Alcuni distributori hanno fretta di acquistare le licenze per contrastare i fansubs. Comunque, essi spesso prendono troppi titoli, e non possono farli uscire tanto semplicemente. Poi, molti fansubs continuano ad uscire anche dopo che il titolo è stato acquistato. Come ho già detto, una volta diffusi, non possono essere mai più recuperati.

7) Nessun fansubber è mai stato perseguito.

Nessuna causa è mai stata intentata, ma ciò non significa che i fansubs siano leciti.
Quello di intentare causa ai fansub è un rischio economico che molti editori non possono permettersi di correre. Essi preferiscono usare il loro budget, il loro tempo e il loro personale per acquistare più titoli, localizzarli e promuoverli piuttosto che spendere le proprie risorse in azioni legali. Ancora, quindi, devo dire che i fansubs danneggiano l’industria.

Argomenti del genere circolano in Internet tutti i giorni. Il danno fatto all’industria dell’animazione è un problema che è molto difficile da capire per i fans, e questi argomenti spesso degenerano in ‘flames’. In molti casi, gli stessi fans sono sostenitori dei fansubs. Io posso anche capire le loro ragioni, e mi rattrista veder litigare sui forums sostenitori dei fansub e accusatori…
Da tanti anni, questa ‘guerra’ va avanti senza arrivare a nessuna conclusione…

La posizione ufficiale e il futuro dell’industria dell’animazione.

Nel 2006, sono rimbalzate delle voci circa il fallimento (peraltro non avvenuto) del distributore di anime Central Park Media. Un mio amico è stato anche licenziato dalla società di distribuzione per la quale lavorava. Egli era all’opera su alcuni titoli di successo, così rimasi molto sorpreso dal suo licenziamento. Il fatto che perfino importanti distributori stiano riducendo il loro staff, mandando a casa personale molto capace, prova che il settore non naviga in buone acque.
La causa è semplice: la riduzione delle vendite di DVD sta riducendo i profitti degli editori di anime.
Il mio amico mi ha parlato dell’effetto che i fansub hanno sulle società di distribuzione di anime in nord America e la ragione dietro il crollo degli editori. Di seguito le sue ragioni:

“In passato, i distributori di anime erano sempre in grado di notificare avvisi ai distributori di anime pirata e i loro siti web. Comunque, i fansubs sono proprio un brutto affare, perché questi files video sono distribuiti tramite IRC e siti web difficili da identificare.

Perseguire i fansubbers porta via tempo e non offre guadagno. Non possiamo chiedere risarcimenti economici ai fansubbers perché essi non ricavano denaro dalla loro attività. In più, provare ad arginare tali attività su Internet è molto difficile.

La posizione ufficiale dell’industria dell’animazione verso i fansubs è: i fansubs sono illegali e ci danneggiano. I fansubbers insistono che se i titoli sono ufficialmente acquistati dall’editore, essi fermeranno la distribuzione di tali titoli; sicuramente, non sempre questo accade. Per esempio, ‘Ghost in the Shell S.A.C.’ era stato annunciato in collaborazione tra società giapponesi e statunitensi, ma i fansubs dell’anime sono stati ugualmente distribuiti. Se tutti i fansubbers avessero rispettato la regola etica che vanno dichiarando, i fansub di ‘Ghost in the Shell’ non sarebbero esistiti.
Alcuni fans comprano anche i DVD delle serie seguite in fansubs, ma sono una minoranza.

La crisi del mercato di anime in DVD ha molte cause, come anche il calo delle vendite, più in generale, di film in DVD. Troppi titoli escono ogni mese, e i loro prezzi sono molto alti. Non credo che i fansub siano l’unica causa del crollo delle vendite di anime in DVD, ma in questo essi giocano un ruolo molto importante.
Io penso che gli editori debbano prendere delle misure più aggressive per proteggere i propri prodotti. E’ nel loro diritto”.

Io (Romi) penso che la sua opinione debba essere rispettata, e ho trovato un articolo che sostiene le sue ragioni: “American Information Company Beginning to Record Top Fansub Titles”.

Secondo tale articolo, i fansubbers dicono di seguire la regola secondo cui se un titolo è acquistato da un editore non lo distribuiscono; però, nella classifica dei primi 50 anime diffusi tramite files Torrent troviamo ‘Naruto’, ‘Bleach’, ‘One Piece’, ‘Dragon Ball’ e ‘Escaflowne’, che pure sono già stati acquistati e trasmessi negli States.

Fonti:

ComiPress
'Fansubs and the Gloom of the Anime Industry - Part 1'
'Fansubs and the Gloom of the Anime Industry - Part 2'
'Fansubs and the Gloom of the Anime Industry - Part 3'
AnimeAnime