Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

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Premetto che, prima di guardare questo anime, nutrivo numerosi dubbi nei suoi confronti: temevo un replay di "Mew Mew" o di "Sailor Moon", in cui la sola differenza fosse il numero di episodi. Mi sbagliavo di brutto; una puntata tira l'altra e l'ho guardato tutto in un pomeriggio, totalmente catturato da quanto aveva da offrire questo capolavoro. Ma ora basta con gli elogi.

Trama: Madoka è una giovane ragazzina delle medie dai capelli rosa, dolce, gentile, onesta e di buon cuore che vive una vita normale con le sue amichette normali. Un giorno fa un sogno, conosce una nuova compagna di classe, incontra una sottospecie di gatto con le orecchie pelose e la sua vita cambia radicalmente. La bestiola le propone, infatti, uno strano accordo.

Malus: il voto suggerirebbe un'opera priva di difetti, ma oggettivamente parlando ci sono alcune caratteristiche che potrebbero non essere apprezzate; non è il mio caso, ma il mondo è bello perché è vario. La storia è di fatto stupenda e perfetta a mio modesto parere, però tratta temi e argomentazioni di enorme complessità, ponendo alle protagoniste domande dalle risposte non semplici; sono discorsi di cui parlerei per ore, ma difficilmente il mio interlocutore sarebbe una ragazzina delle medie, specialmente per i tempi in cui viviamo oggi. Questa cosa non mi ha disturbato affatto, anzi, dal punto di vista del micetto ha anche senso puntare sulle ragazze in giovane età piuttosto che su donne adulte, però, se a qualcun altro disturba, posso comprendere. Un altro possibile difetto può essere costituito dalla resa delle ragazze in termini di design character, non proprio "realistiche". Personalmente la cosa non mi ha dato alcun fastidio, l'ho anzi apprezzata molto, ormai troppo spesso dei disegni belli diventano strumento per nascondere la mediocrità di un'opera di animazione.

Bonus: a conti fatti, i difetti che ho descritto sono in realtà per me motivi di elogio. Avrei talmente tanti pregi da elencare che devo per forza di cose scremarli. La trama, come detto, è perfetta, se aggiungessi altro sarebbe spoiler, e, per un anime come questo, non è ammissibile; la trama va vissuta.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, non perfetta a causa di estremizzazioni a volte un poco forzate, ma comunque comprensibili, se pensiamo che si tratta di ragazzine che tutto d'un colpo si rendono conto di che cosa le circondi. Gli episodi sono gestiti in modo esemplare, costituiti dal giusto equilibrio tra azione e dialogo, sempre con estrema attenzione ai dettagli. I dialoghi mi sono piaciuti tantissimo, dai più semplici ai più profondi; forse ci sono un po' troppe lacrime, ma può darsi sia colpa del mio cuore di pietra.
Il sonoro, tra sigle e colonne, merita solo tanti applausi, era tanto che non avevo la pelle d'oca davanti a una mocciosa che combatte il male.
L'animazione, invece, ho deciso di trattarla per ultima, perché merita più di un paio di righe. Da architetto, anche piuttosto critico e severo solitamente, ho apprezzato tantissimo le ambientazioni, dalle case delle protagoniste con le loro stanze, arredo ovviamente compreso, agli spazi pubblici, che siano le classi della scuola o gli spazi aperti in città. Per uno come me è stato veramente un onore poter vedere finalmente un lavoro così ben curato dal punto di vista degli ambienti architettonici, troppo spesso posti in secondo piano, magari a causa di scarse conoscenze in materia. Le riprese della città, dall'alto, a volo d'uccello o a passo di uomo che fossero, mi sono sempre piaciute molto. Per quanto concerne invece l'ambiente "magico", si tratta di una vera e propria scommessa, secondo me, vinta a mani bassissime; giù il cappello per questa trovata davvero geniale e di cui, onestamente parlando, l'animazione giapponese aveva bisogno.

Questo anime ha, secondo me, molto da dare, più di quanto traspaia dalla copertina e dal titolo (che comunque a me piace), ma va seguito con pazienza e, malgrado tutto, senza troppe pretese. Un mix così ben amalgamato di generi non è facile da trovare, soprattutto se si nasconde dietro l'icona di "nuovo Doremì".

Concludo consigliando la visione a tutti, magari anche in compagnia dei genitori, se siete molto giovani; sarebbe l'anime ideale per far capire loro che questo tipo di televisione ha molto da offrire. Il 9,5/10, premesso che 10 credo non lo darò mai, è dovuto al finale, bellissimo ma leggermente troppo "pirotecnico" o "universale" per i miei gusti.


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"Attack on Titan: Junior High" è una divertente parodia de "L'attacco dei giganti" portata in Italia da VVVVID nella stagione autunnale del 2015. Essendo una serie rivolta perlopiù a un pubblico molto giovane, non è stato possibile inserire in questa la stessa violenza e crudeltà dell'opera originale, tuttavia sono riusciti ugualmente a mantenere intatto il ruolo di antagonisti dei giganti.

La storia è sempre ambientata all'interno delle tre mura, ma i fatti si svolgono nella nostra stessa epoca. In questo caso vi sono due moderne scuole: una destinata all'istruzione dei giganti e una a quella degli umani. Questi ultimi, però, temono i giganti e nutrono un profondo odio nei loro confronti, perché la maggior parte di essi passa il tempo rubando e mangiando il pranzo degli studenti umani. Di fronte a un simile affronto, però, c'è una persona in particolare che non intende passarci sopra, ovvero il protagonista.
In poche parole, si tratta di una serie scolastica con qualche elemento soprannaturale in cui vengono estremizzate le personalità di tutti i personaggi. L'unico a non essere particolarmente diverso è Eren, in quanto anche nella serie originale è una testa calda che non si ferma di fronte a nulla e non perde mai l'occasione di manifestare il suo odio per i giganti. Al suo fianco troviamo i suoi due inseparabili amici. La prima è Mikasa, una ragazza molto seria, ma priva del suo classico aspetto minaccioso e che lascia spazio solo alla sua parte più tenera grazie allo stile molto chibi dei personaggi. Il secondo invece è Armin, un ragazzo timido e di salute molto cagionevole sempre avvolto dalla sua calda coperta. Questi tre ragazzi, assieme al resto della classe, tenteranno più volte di avere la loro vendetta nei confronti dei giganti, ma, sfortunatamente per loro, gran parte delle missioni si concluderanno sempre negativamente.

L'opening, così come molti eventi della storia, sono stati riciclati e modificati in modo da renderli perfettamente compatibili con l'atmosfera dolce e simpatica che si percepisce in questa serie. La sigla di apertura, infatti, mantiene lo stesso ritmo della famosa "Guren no Yumiya" dei Linked Horizon, ma sono stati aggiunti dei suoni in più in modo tale da addolcirla un po'.

Si tratta senz'altro di una serie di scarsa importanza, creata al solo scopo di sfruttare il successo dei giganti per divertire un po' il pubblico, ma bisogna ammettere che proprio per la sua semplicità è riuscita a raccogliere molti consensi tra i fan della serie originale. Consiglio questa serie a chiunque voglia farsi qualche risalta, specialmente ai fan de "L'attacco dei giganti".


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Attirato dalla particolarità della premessa, che lasciava senz'altro presagire una trama piuttosto strutturata, e dall'indubbia bontà dell'edizione Magic Press, mi sono avvicinato a quest'opera con più di qualche aspettativa, pur non conoscendo le opere precedenti di Kei Toume.

Per quel che riguarda la trama c'è poco d'aggiungere a quello già scritto nella sinossi: una malattia incurabile non meglio specificata (a metà tra l'ematofagia, una grave forma di anemia e non meglio precisabile disturbo ossessivo-compulsivo) affligge i membri di una sfortunata famiglia, i cui componenti provano un insopprimibile bisogno di bere sangue umano. A partire da questa condizione di disagio, il suddetto nucleo famigliare ha dovuto sopportare periodi turbolenti, in seguito ai quali il protagonista è stato affidato agli "zii". Le vicende narrate prendono il via dal nuovo incontro tra i due fratelli Takashiro, che dovranno fare i conti con il loro malessere nella vita di tutti i giorni. Fondamentalmente la serie è incentrata tutta sulla descrizione della quotidianità dei due fratelli (in particolare del protagonista) e del rapporto di dipendenza che si viene a creare tra loro. Per i primi tre o quattro volumi la narrazione scorre bene, con l'intreccio che viene sostenuto dalla relativa originalità della premessa e da un ritmo compassato che permette un'analisi piacevolmente articolata della psicologia dei personaggi primari e secondari. Proseguendo, tuttavia, la trama mostra i suoi limiti, faticando a cambiare marcia quando è ormai chiaro che sia rimasto ben poco da dire sulla situazione degli sfortunati fratelli. Anche i personaggi secondari, seppur ricoprano ruoli tutt'altro che irrilevanti, non riescono mai ad incidere nella narrazione, nonostante una caratterizzazione curata, per quanto non originalissima: questo difetto non permette di dare all'intreccio un respiro più ampio.
Il risultato è che l'opera mi è parsa, diciamo così, "divisa in due": la prima parte interessante, piuttosto originale e profonda, mentre la seconda, monotona e scontata, utile solo a posporre immotivatamente il finale, per altro non brillantissimo. Indicativa in questo senso, appare l'introduzione di un personaggio secondario negli ultimi volumi, di cui, anche sforzandosi, è difficile comprendere l'utilità narrativa: entra ed esce di scena nel giro di (relativamente) poche pagine, con poco da dire e quasi nulla da fare.

Lo stile grafico della Toume, seppur non eccezionale, è sicuramente adatto al genere: rozzo e graffiato, descrive perfettamente le anatomia fragili dei vari personaggi, esprimendone compiutamente il profondo disagio psicologico. Detto questo, non sono state poche le volte in cui mi è capitato di riscontrare imperfezioni nel disegno degli sfondi, per la verità sempre piuttosto essenziali: nulla di tanto fastidioso da inficiare il giudizio globale, ma abbastanza negativo da dover essere citato (a mio parere) come lieve difetto.
Indovinata la scelta d'impiegare i retini con parsimonia; espediente, questo, che rafforza l'incisività delle linee.

In conclusione, consiglierei il manga solo agli estimatori dell'autrice e a quanti fossero disposti alla lettura di slice of life globalmente ben disegnato, ma caratterizzato da ritmi molto lenti, in cui l'elemento di maggior interesse è l'approfondimento psicologico dei due protagonisti.
Quanto al voto numerico, voglio precisare che un 6 e mezzo sarebbe stato sicuramente più indicato.

Due parole in conclusione per elogiare l'edizione Magic Press, che vanta bellissime sovraccoperte e carta bianchissima.