Manga usati come mezzo di propaganda militare.
Secondo un articolo di CNN.com, il governo Giapponese starebbe da tempo utilizzando simpatiche e innocue icone di manga e anime come mezzo di propaganda militare. Nel servizio è principalmente portato l’esempio del divertente personaggio dell’anime “Prince Pickles”, ritratto in posa davanti a carri armati mentre stringe le mani ad un cittadino iracheno.
E si evidenzia che da quando il Giappone ha perso il suo pacifismo post bellico, si arma per ritrovare un alto profilo militare nel mondo, arruolando piccole e adorabili mascotte per reclutare giovani forze. Ma le mosse per l’incremento del potere militare di Tokyo sono viste con molto sospetto in Cina e Corea del Sud (e non solamente a quanto pare), dove sono ancora vivi i ricordi delle atrocità compiute dall’esercito giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Difficilmente il personaggio di Prince Pickles è associabile all’orrore della guerra, e questo è proprio ciò che i capi del paese vogliono, dice l’articolo. “Prince Pickles è il nostro personaggio immagine perché lui è molto carismatico…”, conferma l’ufficiale Shotaro Yanagi del Ministero della Difesa. “E’ la nostra mascotte e appare nei nostri volantini e negli articoli di cancelleria.”.
L’articolo continua dicendo che personaggi simili sono sempre stati usati in Giappone per plasmare cuori e menti, e ammorbidire l’immagine dell’autorità, e si cita ad esempio la polizia municipale di Tokyo, che prova ad alleggerire la sua severa immagine con “Peopo”, un incrocio tra un coniglio e un soldato spaziale. E aggiunge che il governo giapponese spera che tattiche simili possano funzionare anche oltreoceano per conquistare la simpatia e il favore di altri paesi.
Viene menzionata la recente notizia (segnalata anche da Domenico su queste pagine) secondo cui il Ministro degli Esteri giapponese, Taro Aso, ha proposto l’invio di autori di manga e anime come ambasciatori culturali nel mondo, nominando un esecutivo per insegnare a vendere la cultura nipponica e gli anime all’estero.
Aso sostiene calorosamente che l’industria dell’animazione possa giovare alla politica estera del Giappone, rendendo più positiva l’immagine del paese nelle menti delle persone. L’anno scorso Aso ha anche invitato i nascenti artisti della Tokyo's Digital Hollywood University a diffondere la cultura giapponese nel mondo.
Ma l’animazione maschererebbe i veri intenti dei leader giapponesi di rafforzare i sentimenti nazionalisti e flettere il potere militare all’estero. A sostegno di questa teoria, il pezzo riporta che il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe spinge per cambiare la costituzione pacifista del suo paese, per permettere più missioni oltreoceano: nel 2004 il Giappone ha organizzato la sua prima missione militare post bellica in un paese in guerra, inviando 600 soldati in Iraq, ma già desidera partecipare attivamente ad altre missioni internazionali, candidandosi come primo alleato degli USA.
L’articolo sottolinea che il fenomeno ha radici lontane: durante la seconda guerra mondiale, gli autori nipponici erano costretti a scrivere cartoni per fare subdola propaganda militare, dipingendo, ad esempio, i propri soldati come figure acclamate e positive, e quelli nemici come orripilanti demoni. Nell’articolo CNN viene citato anche il popolare Yoshinori Kobayashi, che ha venduto milioni di copie di un manga che dipinge il Giappone della seconda guerra mondiale come un nobile liberatore dell’Asia dal razzismo del resto del mondo.
Alcuni ufficiali di Tokyo ammetterebbero anche che il loro “attacco carino” sia in atto. Per esempio, durante la missione in Iraq i soldati giapponesi decoravano autocisterne d’acqua con immagini di ‘Capitan Tsubasa’ (Holly e Benji), noto in USA come ‘Flash Kicker’ e come ‘Captain Majed’ nei paesi arabi. Ciò per associare un notissimo prodotto della cultura giapponese al vitale e positivo valore dei rifornimenti d’acqua.
Qualcuno si è spinto oltre, dicendo che Captain Majed era la ragione per cui i carri giapponesi non sono stati attaccati duranti i due anni e mezzo di missione.
Il governo Giapponese starebbe, quindi, da anni preparando un piano diabolico per la conquista del mondo attraverso messaggi subliminali e immagini militari per plagiare così le menti di milioni e milioni di giovani appassionati d'animazione e manga?
Una tattica simile era denunciata in una vecchia puntata dei Simpson, dove si accusava, però, proprio l'esercito americano di far proselitismo tra i giovani inserendo messaggi subliminali in video e canzoni pop, manipolando le loro menti e le loro aspirazioni. Senza contare che anche "Popeye" (Braccio di Ferro) è stato usato dagli USA per fare propaganda militare durante la seconda guerra mondiale, e che un po’ tutti i supereroi a stelle e strisce non fanno altro che esaltare lo spirito di patriottismo americano. Da che pulpito viene la predica…
Fonti:
CNN.com.
ComiPress.
Secondo un articolo di CNN.com, il governo Giapponese starebbe da tempo utilizzando simpatiche e innocue icone di manga e anime come mezzo di propaganda militare. Nel servizio è principalmente portato l’esempio del divertente personaggio dell’anime “Prince Pickles”, ritratto in posa davanti a carri armati mentre stringe le mani ad un cittadino iracheno.
E si evidenzia che da quando il Giappone ha perso il suo pacifismo post bellico, si arma per ritrovare un alto profilo militare nel mondo, arruolando piccole e adorabili mascotte per reclutare giovani forze. Ma le mosse per l’incremento del potere militare di Tokyo sono viste con molto sospetto in Cina e Corea del Sud (e non solamente a quanto pare), dove sono ancora vivi i ricordi delle atrocità compiute dall’esercito giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Difficilmente il personaggio di Prince Pickles è associabile all’orrore della guerra, e questo è proprio ciò che i capi del paese vogliono, dice l’articolo. “Prince Pickles è il nostro personaggio immagine perché lui è molto carismatico…”, conferma l’ufficiale Shotaro Yanagi del Ministero della Difesa. “E’ la nostra mascotte e appare nei nostri volantini e negli articoli di cancelleria.”.
L’articolo continua dicendo che personaggi simili sono sempre stati usati in Giappone per plasmare cuori e menti, e ammorbidire l’immagine dell’autorità, e si cita ad esempio la polizia municipale di Tokyo, che prova ad alleggerire la sua severa immagine con “Peopo”, un incrocio tra un coniglio e un soldato spaziale. E aggiunge che il governo giapponese spera che tattiche simili possano funzionare anche oltreoceano per conquistare la simpatia e il favore di altri paesi.
Viene menzionata la recente notizia (segnalata anche da Domenico su queste pagine) secondo cui il Ministro degli Esteri giapponese, Taro Aso, ha proposto l’invio di autori di manga e anime come ambasciatori culturali nel mondo, nominando un esecutivo per insegnare a vendere la cultura nipponica e gli anime all’estero.
Aso sostiene calorosamente che l’industria dell’animazione possa giovare alla politica estera del Giappone, rendendo più positiva l’immagine del paese nelle menti delle persone. L’anno scorso Aso ha anche invitato i nascenti artisti della Tokyo's Digital Hollywood University a diffondere la cultura giapponese nel mondo.
Ma l’animazione maschererebbe i veri intenti dei leader giapponesi di rafforzare i sentimenti nazionalisti e flettere il potere militare all’estero. A sostegno di questa teoria, il pezzo riporta che il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe spinge per cambiare la costituzione pacifista del suo paese, per permettere più missioni oltreoceano: nel 2004 il Giappone ha organizzato la sua prima missione militare post bellica in un paese in guerra, inviando 600 soldati in Iraq, ma già desidera partecipare attivamente ad altre missioni internazionali, candidandosi come primo alleato degli USA.
L’articolo sottolinea che il fenomeno ha radici lontane: durante la seconda guerra mondiale, gli autori nipponici erano costretti a scrivere cartoni per fare subdola propaganda militare, dipingendo, ad esempio, i propri soldati come figure acclamate e positive, e quelli nemici come orripilanti demoni. Nell’articolo CNN viene citato anche il popolare Yoshinori Kobayashi, che ha venduto milioni di copie di un manga che dipinge il Giappone della seconda guerra mondiale come un nobile liberatore dell’Asia dal razzismo del resto del mondo.
Alcuni ufficiali di Tokyo ammetterebbero anche che il loro “attacco carino” sia in atto. Per esempio, durante la missione in Iraq i soldati giapponesi decoravano autocisterne d’acqua con immagini di ‘Capitan Tsubasa’ (Holly e Benji), noto in USA come ‘Flash Kicker’ e come ‘Captain Majed’ nei paesi arabi. Ciò per associare un notissimo prodotto della cultura giapponese al vitale e positivo valore dei rifornimenti d’acqua.
Qualcuno si è spinto oltre, dicendo che Captain Majed era la ragione per cui i carri giapponesi non sono stati attaccati duranti i due anni e mezzo di missione.
Il governo Giapponese starebbe, quindi, da anni preparando un piano diabolico per la conquista del mondo attraverso messaggi subliminali e immagini militari per plagiare così le menti di milioni e milioni di giovani appassionati d'animazione e manga?
Una tattica simile era denunciata in una vecchia puntata dei Simpson, dove si accusava, però, proprio l'esercito americano di far proselitismo tra i giovani inserendo messaggi subliminali in video e canzoni pop, manipolando le loro menti e le loro aspirazioni. Senza contare che anche "Popeye" (Braccio di Ferro) è stato usato dagli USA per fare propaganda militare durante la seconda guerra mondiale, e che un po’ tutti i supereroi a stelle e strisce non fanno altro che esaltare lo spirito di patriottismo americano. Da che pulpito viene la predica…
Fonti:
CNN.com.
ComiPress.
Bella nota ...ma la CNN scopre un pochino l'acqua calda...
Forse non molti sanno che fra i primi 10 punti che costituivano l'accordo di pace fra Italia ed USA dopo la liberazione dal nazifascismo, compariva l'impegno incondizionato del nostro paese a diffondere i prodotti cinematografici, letterari etc degli Stati Uniti. E per quanto siamo stati abituati, e lo siamo ancora adesso, alla pioggia di propaganda sugli eroici Rambo stelle e strisce e i perfidi musi gialli vietnamiti, malvagi agenti sovietici o subdoli dittatori sudamericani? Quanti anni ci son voluti (mentre il nostro "fumetto canaglia" Tex lo descriveva già da decenni), perché cominciassero a vedersi prodotti mediatici che dipingessero il vero e proprio genocidio dei pellerossa per quello che è stato e non tramite un ridicolo revisionismo storico fatto di poveri ed indifesi puritani salvati dai barbari sioux grazie agli eroi solitari con la colt in cintola?
Dice benissimo Domenico, rossa, nera o a pois che sia, questo tipo di propaganda è la cosa più vecchia del mondo e non esiste stato che non la applichi. Che poi sia tutt'altro che nobile e piacevole che l'arte spesso si debba piegare alle influenze dell'autorità e del nazionalismo è poco ma sicuro, ma non c'è nulla di che stupirsi.
> noi non ce l'avremmo mai il coraggio di creare un personaggio > che si chiami Capitan Italia, magari con lo scudo crociato...
Guarda che Capitan Italia esiste già, e anche da parecchi anni!
http://www.divertimento.it/articoli/2001/02/28/66056.php
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Uddiu mio, questo proprio mi mancava! Grazie della segnalazione, non si finisce mai d'imparare... Beh dai, almeno non ha lo scudo crociato (spero)
Dall'articoletto che hai linkato si direbbe persino interessante (almeno è descritto con toni molto più promettenti rispetto a quel che si può dire del suo "genitore" stelle e strisce). D'altronde sono convinto che siamo un popolo tendenzialmente troppo disilluso per poter gradire l'eroismo spicciolo all'americana senza che vi sia qualcosa in più.
Anzi, da quel punto di vista il fumetto italiano trovo si sia spesso dimostrato encomiabilmente antipropagandistico. Forse spesse volte politicizzato, questo sì, ma mai molto "politically correct".
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