Durante l'ultimo Napoli Comicon abbiamo avuto l'immenso piacere di poter intervistare Cristian Posocco, il Publishing Manager della Star Comics, figura conosciuta e stimata dalla nostra utenza e non solo. Un'ottima occasione per poter fare quelle domande che sono sulla bocca di moltissimi lettori senza problemi sul lasciarsi andare a riflessioni sul mondo del fumetto di oggi.

L'intervista vi offrirà davvero tantissimi spunti di discussione, quindi vi auguriamo una buona lettura.
 


AnimeClick: Amici di AnimeClick siamo qui con Cristian Posocco di Star Comics, che ringraziamo per la sua gentilezza. Ciao Cristian.

Posocco: Ciao a voi e ciao a chi ci sta seguendo.

AnimeClick: Finalmente ci rincontriamo e finalmente facciamo una chiacchierata a quattr’occhi, anche se a dire la verità ti abbiamo circondato. Abbiamo tantissime domande da farti, che ovviamente rispecchiano ciò che si dice su AnimeClick. Per iniziare volevamo sapere da te come sta andando la tua esperienza a Star Comics da quando sei entrato.

Posocco: È stato un periodo che è volato via molto velocemente, sono stato molto impegnato, non ho avuto tempo per annoiarmi, assolutamente. Ho fatto notevoli power up, mi sento lucido come non mai, mi sento più forte di prima, più concentrato di prima e sto imparando cose nuove. Ho trovato dai miei capi e dai miei colleghi dei modi per migliorare, per correggere i miei difetti, per trovare nuove metodologie più efficaci, un approccio più scientifico volendo, diciamo che ho smesso di domandarmi cosa farò da grande. Comunque fin dall’inizio mi son sentito sempre a casa, forse perché, come ho sempre detto, sono sempre stato un grande fan di Star Comics e quindi non ho mai avuto l’impressione di sentirmi fuori posto, inadeguato, non ho mai sentito il bisogno di chiedere un periodo per ambientarmi. Mi sembra strano quasi, anzi, pensare che se da un lato questi quasi 2 anni sono passati in un lampo da un lato mi sembra che siano stati 20, come se fossi sempre stato qua.

AnimeClick: Hai avuto a che fare, da amante dei manga quale sei, con titoli iconici che hanno fatto la storia del manga come Dragon Ball e One Piece. Qual è stata la tua sensazione davanti a tutto questo?

Posocco: Eh, pensavo che sarebbe stato più emozionante, in realtà lo è nei momenti di pausa. Sono in albergo, comincio a pensare a tutto quello che succede rilassandomi. Sale un po’ di emozione, ma mentre sto lavorando c’è una grande concentrazione, sembra quasi naturale che sia così.

AnimeClick: In base a cosa scegliete i manga da portare: classifica di vendita in Giappone, esperienze pregresse, anime… immaginiamo sia un misto, ma da lettori a volte vediamo in una classifica un manga che è sempre in cima e ci chiediamo come mai non sia stato portato al contrario di altri che invece non sono mai comparsi in nessuna classifica.

Posocco: Come avete già detto si tiene conto di tutto, non c’è una cosa che prevale. Ad esempio, la questione delle classifiche, se dovessimo tener conto solo di quelle non si spiega sicuramente come mai magari un Barakamon (titolo citato come esempio da noi ndr) non arrivi. Certe cose vengono incrociate con l’esperienza, non è detto che una cosa che vada benissimo in Giappone possa andare bene anche in Italia, così come non è detto l’inverso. Esempio semplicissimo: Boichi in Italia tutti lo conoscono ma in Giappone è arrivato al grande pubblico solo con Dr. Stone ma quasi da sconosciuto; è stato il suo salto in alto in un certo senso, e lui stesso si dice molto emozionato per questo. Quindi Boichi è in proporzione un autore che è andato meglio in Italia che in Giappone. Consideriamo anche che il contesto culturale nel quale crescono i lettori italiani è totalmente diverso rispetto al contesto culturale nel quale crescono i lettori giapponesi, già è un piccolo miracolo che i fumetti prodotti in un contesto culturale così differente possano venire apprezzati così tanto, però certe differenze così forti da qualche parte dovranno pur venire fuori.

Barakamon è una commedia a target maschile, in Italia le commedie o i fumetti romantici a target maschile fanno una fatica incredibile. Lo stesso Adachi è "tantissimo amato ma non da tantissimi lettori"; ha avuto risultati molto buoni ma anche altalenanti a seconda del momento e a secondo del titolo, e se un autore come lui non è una garanzia è un’indicazione preziosa... Ricordiamoci che per quanto si amino i fumetti, se uno fa l’editore di professione, lo fa perché questi fumetti devono raggiungere il pubblico. Ci sono degli step: prima di tutto ci sono i rivenditori, quindi c’è bisogno che prima di tutto chi venda i fumetti li ordini, e poi bisogna fare in modo che questi fumetti possano piacere. È assolutamente dignitoso e lodevole pubblicare fumetti di nicchia, più di contenuti che di vendibilità, bisogna avere una struttura per poterlo fare, perché comunque i fumetti si devono ripagare, se un’impresa non si ripaga è un’impresa fallimentare. Quindi o c’è un mecenatismo, ovvero un continuo inserire liquidità privatamente per fare funzionare la struttura, oppure bisogna badare a fare in modo che quello che viene pubblicato abbia ragionevoli possibilità di essere fruito ed acquistato da un maggior numero possibile di persone.

Ci sono delle eccezioni anche nella nostra line-up come Our Little Sister oppure Come Dopo La Pioggia, altre cose speriamo di poterle fare, altre cose le avremmo volute fare ma ahimé non potremo farle, perché la gente giudica quello che vede ma non sa quello che non vede e che magari avrebbe lo stesso peso. Queste cose sarebbe bello farle ma all’interno di un progetto che però preveda una salute amministrativo-finanziario dell’impresa.

Sarebbe assurdo fare fumetti senza porsi la questione se il pubblico li possa apprezzare oppure no. Un autore può fare quello che vuole, spesso le più grandi opere sono fatte dall’autore per sé stesso, fregandosene del pubblico e questo è apprezzabile; però chi le deve pubblicare questa domanda se la deve porre. Tutti questi elementi che vengono considerati poi creano quella che è una linea editoriale, la classifica è molto interessante, la seguiamo, perché ci dice anche la popolarità che un titolo può avere, perché se va forte in classifica è più facile che se ne parli e che venga conosciuto.

AnimeClick: Alcune volte però è anche questione di … “culo”

Posocco: Sì anche perché ormai la professionalità degli addetti ai lavori è diventata molto alta, quando un titolo ha delle potenzialità siamo tutti in grado, io e i miei colleghi, di riconoscerlo subito dai primi volumi, quindi la competizione tra editori veramente forti cominciano prestissimo, se uno non si fa trovare pronto lo perde. Capita spesso che già al secondo volume siano già segnate, la gente si chiede chissà come mai non prendono quello quando in realtà è già andato.

AnimeClick: A volte ci sono delle vere e proprie aste, no?

Posocco: A me le aste non piacciono, diciamo che ci sono delle competizioni e non è solo questione di chi offre di più, certo che è fondamentale ma ci sono anche marketing plan, progetti editoriali, tante cose che concorrono a far prevalere una proposta rispetto ad un’altra. Lì interviene anche il “Fattore C” che hai nominato, perché dopo due volumi non puoi sapere quale sarà il suo futuro, puoi sapere se è buono oppure no ma non puoi sapere se verrà capito, se avrà dei power up, se farà il boom o se andrà pian piano calando e perciò bisogna scommettere. Sarebbe bello poterci ragionare, per esempio io faccio un’offerta alta, un buon progetto editoriale per una serie che ha tanti volumi e su cui posso fare un progetto, questa sarebbe la scelta logica, appena arrivato in Star ci abbiamo provato ma abbiamo visto che non sempre è possibile, quindi bisogna anche scommettere aldilà della razionalità.

Anche gli slice of life per esempio, i miei fumetti preferiti come le commedie, ma se chiedi ad un negoziante ti dice che questa roba non la vende e che vuole Dragon Ball. Le cose devono comunque arrivare in negozio, essere esposte, bisogna comunque parlare un linguaggio che venga compreso. Ben venga lo spazio per queste cose, mi dà una soddisfazione incredibile, ma comunque stiamo facendo un lavoro e bisogna che tutto funzioni.
 


AnimeClick: Magari ci sbagliamo ma sembra di vedere negli ultimi shojo della Star un po’ di “Posocco Style”, li scegli tu o no? Perché sembra proprio quella linea.

Posocco: È inevitabile! Ho una mia classifica personale di quello che mi piace di più, uno di quelli che era tra i miei preferiti ho provato a metterlo dopo gli ultimi che abbiamo annunciato. Per esempio Un Bacio A Mezzanotte, per quanto sia un fumetto molto divertente nell’ambito di shojo non è il mio preferito, però valutando tante cose ho ritenuto che dovesse avere la precedenza, spero di potermi muovere presto per quello che è il mio preferito attuale.

AnimeClick: Qual è il tuo tipo di shojo preferito?

Posocco: Ti porto come esempio opere passate: Bokura ga Ita, qualcosa che ha una profondità notevole, le opere della Obata in generale perché anche Forget me Not è stata un’esperienza emozionalmente devastante. Kyousuke Motomi, che io amo alla follia, i primi volumi di Elettroshock Daisy per me sono lo shojo perfetto, perché ha un equilibrio tra bei personaggi, contenuti e fruibilità ai massimi livelli che difficilmente si trova in altre opere. Detto questo comunque gli shojo non vendono tantissimo e cercheremo di fare un lavoro che medi la qualità ed il contenuto rispetto alla vendibilità e alla popolarità, magari alternando anche scelte in un senso o in un altro. Tsubaki-cho Lonely Planet non è una mia scelta, è stata fatta prima che arrivassi ma è assolutamente una scelta che rispecchia le mie opinioni, perché anche la Yamamori secondo me è un’autrice impeccabile.

AnimeClick: Parliamo adesso di qualcosa che ha avuto tantissimo successo, My Hero Academia. Voi vi aspettavate andasse così?

Posocco: C’era la percezione che fosse un bel titolo e che avesse delle potenzialità ma non c’era l’aspettativa che avrebbe fatto il boom che ha fatto successivamente e probabilmente è destinato a crescere ulteriormente nelle proporzioni.

AnimeClick: Qui venite anche con una variant di My Hero Academia. La decisione su quali titoli fare la variant a chi spetta, come viene fatta questa scelta?

Posocco: Comunque in Star Comics c’è un team creativo molto affiatato, lasciatemi dire che lavorare con Claudia Bovini e Mari Nakagawa è un sogno. Sono due persone di una competenza e di una brillantezza incredibili, diciamo che c’è questo triumvirato che è quello che alla fine crea la linea editoriale. Io mi occupo del primo scouting, quindi di individuare le opere e poi noi tre ne discutiamo. Mari si occupa delle licensing e del rapporto con i licensors, le case editrici giapponese, sulla carta avrebbe un ruolo inferiore rispetto a me e Claudia sulla scelta dei titoli, però quando dà delle opinioni e delle indicazioni, sono sempre di un’arguzia devastante, quindi insieme decidiamo come/cosa/quando valorizzare, ognuno dà il suo contributo.

Anche nella stesura dei vari marketing plan; ultimamente mi occupo io di fare una prima bozza e poi ci sediamo insieme, discutiamo di cosa può andare, di come si può intervenire ed è un lavoro molto bello perché mi sono sentito crescere. Imparo tantissimo anche da Simone che si occupa dell’amministrazione dell’azienda ho imparato tantissime cose, come disciplinarsi, fare una scaletta di priorità e quindi lavorare non più in base a quello che vorrei fare ma in base a cosa sia più importante, cosa si deve fare adesso e cosa si deve lasciare per dopo. In pochi mesi mi sono accorto di star facendo un cambiamento incredibile e questo per merito delle persone con cui sto lavorando adesso.

My Hero Academia, come detto, tutti noi in Star Comics pensiamo che in futuro potrà dare ancora di più del tantissimo che sta dando adesso e quindi la scelta di valorizzare questa serie viene fatta anche in questa ottica. Questo tipo di operazioni piacciono tanto ai nostri partner giapponesi, infatti è stato incredibilmente facile creare questa limited edition per il volume 14, molto più di quanto ci immaginassimo; all’approvazione siamo arrivati facilmente, il progetto grafico è piaciuto subito, questi titoli vengono scelti in base alle sensazioni che abbiamo ma basandoci anche sui dati vendita, ma anche sulle aspettative dei licensors, se Shueisha ti dà un titolo importante come My Hero Academia si aspetta che poi tu faccia del tuo meglio per valorizzarlo. Tra l’altro il rapporto con Shueisha è meraviglioso, riceviamo attestati di stima che ci danno una soddisfazione incredibile e ci danno motivazione per cercare di fare sempre meglio.

AnimeClick: La scelta dei titoli, a volte vengono scelti titoli internazionali come A Silent Voice, altre volte si italianizzano, altre volte con qualche discussione da parte dei fan, tipo Bugie d’Aprile o anche il recente Dopo La Pioggia, col titolo internazionale After the Rain. Come si fa la scelta?

Posocco: Tendenzialmente la scelta culturale e logica sarebbe quella di localizzare al massimo un titolo, quindi Come Dopo La Pioggia: in realtà After the Rain di per sé è un titolo fuorviante, perché uno pensa Dopo La Pioggia… c’è stato un periodo brutto ed adesso un periodo di serenità. Invece il titolo originale ha molte più sfumature: L’amore è AMEAGARI, ameagari è un sostantivo in giapponese che identifica una situazione ambientale che è ciò che trovi dopo che ha piovuto, quindi l’erba bagnata o il sereno che viene fuori, ma è un sostantivo quindi… l’amore è AMEAGARI, il sole che ti riscalda dopo la pioggia; sarebbe troppo lungo in italiano ma già “Come dopo la pioggia” introduce una metafora, mentre “Dopo la pioggia” semplicemente non introduce nessuna metafora.

C’è anche da dire che bisogna fare dei ragionamenti di marketing, se c’è un titolo internazionale molto conosciuto viene privilegiato, se c’è la possibilità di avere lo stesso titolo e magari lo stesso logo tra le edizioni straniere è una cosa che va privilegiata perché crea un’immediata riconoscibilità per quell’opera e quindi ne aiuta anche la popolarità e se tu vuoi il bene dell’opera devi privilegiarne la popolarità. Certo, se i titoli dovessero essere totalmente sbagliati ci pensi due volte però in generale si tende a vedere caso per caso.

Come My Hero Academia, in italiano sarebbe stato La Mia Accademia Degli Eroi, sarebbe stato cacofonico, o anche L’Accademia Dei Miei Eroi, in inglese mantieni l’ambiguità.

Vorrei fare anche una piccola precisazione perché noto che una mia affermazione fatta durante la conferenza è stata interpretata male: quando ho detto che non abbiamo ancora deciso il titolo definitivo di Jagaaaaaan e ho detto che consideriamo la U non vuol dire “JagUn” con la U, ma Jaguuuuuun, perché si parte da Jagan che è il nome del suo braccio destro e quindi il nome viene storpiato in Jagaaaaaan ed una volta che lo storpi allungato, che tu scelga la A o la U può essere corretto in entrambi casi perché è una storpiatura di Jagaaaaaan che tiene conto del nome del protagonista che è Jagasaki. Dobbiamo riflettere su quale sia la più corretta, ma non Jagun con una u.
 


AnimeClick: Su Bugie d’Aprile perché è stata fatta questa scelta?

Posocco: Perché se leggi bene la trama lei ne dice diverse, aldilà di “quella”, ne dice tante in realtà.

AnimeClick: Però LA bugia DI aprile è una.

Posocco: … avrebbe potuto esserci una scelta migliore ma non mi sembra che sia così orrenda dai … su questa cosa non abbiamo forse riflettuto abbastanza ma considerando la trama c’erano diverse bugie che lei diceva e nonostante tutto si risolva in aprile la bugia che viene rivelata effettivamente è una, tutte concorrono a rivelare la situazione. Eh… sono valutazioni, ragionamenti…

AnimeClick: Parliamo di Perfect, come sta andando questo esperimento con titoli come Ranma ½, Rocky Joe (dove c’è stata un’altra polemica sul nome, forse i tempi erano maturi per dire Ashita no Joe). Come sono inoltre scelte le copertine? È una scelta dei giapponesi o è una scelta editoriale di Star Comics?

Posocco: Per Rocky Joe è stata fatta una scelta che ha tenuto conto di numerosissimi fattori, c’erano diverse idee e posizioni, alla fine ha prevalso la posizione di mantenere il titolo con cui era maggiormente noto in Italia quest’opera, però mettendo come sottotitolo il suo titolo originale, cosa per noi fondamentale.

Diciamo che Perfect e riedizioni stanno andando bene: Joe è andato bene, Ranma sta andando benissimo, Steel Ball Run sta andando benissimo e siamo proprio contenti. Diciamo che mediamente se c’è una Kanzenban o una Shinsounban ci basiamo su quella e ne replichiamo la grafica; per esempio Ranma è una sorta di Shinsounban e l’abbiamo fatta identica a com’era in Giappone, idem Steel Ball Run che però è basata su una Bunko, perché in Giappone ancora non c’era una Shinsounban o una Kanzenban, abbiamo dovuto prendere la Bunko ed adattarla al formato italiano. A partire da Steel Ball Run le copertine sono arrivate anche in Giappone, con una grafica secondo me molto azzeccata, perché spesso le copertine delle Bunko non sono graficamente il massimo, seguono una logica completamente diversa, per un tipo di pubblico che in Italia assolutamente non c’è e quindi siamo stati felici di usare una grafica un po’ più carina però abbiamo cambiato la costina perché dovevamo dare continuità con quelle che erano state le precedenti riedizioni della collana di JoJo.

Per quanto riguarda altri esperimenti come Rocky Joe, edizioni che non hanno precisi corrispettivi in Giappone, si tratta di illustrazioni che sono state date dal licensor, l’editore originale, per le edizioni straniere, ci siamo basate su quelle, abbiamo creato la nostra grafica in base al materiale che ci ha reso disponibile il licensor e ovviamente dietro loro approvazione rigorosa, quindi noi si lavora su quello che c’è fondamentale, se c’è già del materiale pronto lo si segue, se invece bisogna ricreare qualcosa si fa quello.

Sicuramente il titolo ha la priorità, non viene scelta una riedizione o una Perfect in base al fatto che ci sia o meno in Giappone ma si ragiona cosa delle nostre licenze avrebbe senso riproporre e poi si guarda cosa c’è in Giappone e si fanno tutte le valutazioni, se c’è già qualcosa bene sennò si contatta il licensor e si dice che vorremmo fare qualcosa.

AnimeClick: Situazione Sailor Moon per quanto riguarda la Eternal?

Posocco: Non siamo Tafazzi, non amiamo darci bottigliate sulle balle, quindi è chiaro che per noi non è un vantaggio questo prolungarsi della situazione, non è che vogliamo aspettare perché ci piace far soffrire il pubblico, è che purtroppo ci sono dei tempi molto molto lunghi perché ogni singolo passo potrebbe voler necessitare anche un mese. Bisogna spedire in Giappone ogni singola cosa e adesso stiamo arrivando alla quadra, siamo alle ultime fasi: entro un mese dovremmo sapere se/come/quando.
 


AnimeClick: Approfittando che ora è uscito Maria Antonietta di Souryo, mi chiedevo se la Star porterà nuovamente autrici storiche che ai tempi la Star ha promosso molto come la stessa Souryo, Yamato o Shinohara che poi però non si sono più viste: sono autrici che non rivedremo mai più? Hanno un mercato oggi?

Posocco: Posso solo dare una risposta parziale perché ai tempi non c’ero, la sensazione che ho è che le aspettative su queste autrici ai tempi fossero accettabili, parliamo di tempi diversi dove le vendite erano più alte e quindi titoli più difficili potevano riuscire a farcela, oggi è molto più difficile che però non vuol dire che non siamo interessanti ad un fumetto femminile di ottimo livello. La questione è ragionare molto sulle scelte, su come farle e su cosa fare, e come sempre non è automatico che quando tu individui un obiettivo poi tu lo raggiunga; allo stesso non dobbiamo fare tanto per fare, non possiamo fare un fumetto femminile perché riceviamo proteste dai lettori, se lo facciamo è perché pensiamo “questo è un gran fumetto, questo è un grande autore” e se ci riusciamo siamo molto contenti, ed il caso eclatante è Our Little Sister, vogliamo fare ancora cose di questo genere ma dovrete avere ancora un po’ di pazienza.

AnimeClick: Siete interessati a light novel?

Posocco: Adesso faremo la light novel di One Piece Gold, vediamo come va. Seguiamo anche quel mercato, abbiamo diverse idee e intanto vediamo come va questo esperimento. La percezione è che sia un mercato un po’ complesso da affrontare in Italia, perché se già il fumetto di per sé sta perdendo lettori, affrontare questa declinazione della cultura d’intrattenimento pop-mainstream giapponese è un po’ particolare perché comunque in fumetteria non è detto che possa avere tutto questo successo, la libreria è un terreno abbastanza vergine per questo tipo di produzioni ma si sta aprendo ultimamente, l’offerta adesso si sta moltiplicando e probabilmente si aprirà ancora di più quindi sarà ancora più interessante pure per le librerie, però prima bisogna cominciare con prodotti che parlano il linguaggio delle librerie e poi pian piano introdurre linguaggi ai quali non sono avvezzi. È, quindi, qualcosa che teniamo sott’occhio ma che ancora dobbiamo finire di valutare.

AnimeClick: Su AnimeClick abbiamo sempre più parlato della realtà del fumetto italiano japstyle, italiani che creano manga. Pure parlarne su AnimeClick non è stato facile ma nelle ultime due Lucca abbiamo premiato i migliori autori grazie a dei contest creati da noi ed in Europa si sta aprendo sempre di più questa discussione, basti vedere la H2T che ha tre autori italiani, i giapponesi curano concorsi che vengono pure vinti da italiani.

Finalmente il mondo sta riconoscendo che il “manga” non è solo giapponese, il caso di Radiant è ancora più eclatante con l’anime in arrivo. Chiaramente la Star Comics deve pensare ad un suo ritorno e ad oggi parliamo ancora di un argomento di nicchia ma la nostra grandissima speranza è vedere grandi case editrici come la Star Comics prendere in considerazione l’idea di avere anche un solo fumetto ex-novo, non di prendere per forza un’autoproduzione e serializzarla. Sicuramente è difficile… ma sarebbe bello.


Posocco: Ma chi ti dice che non ci siano già queste idee? È un argomento molto complesso, anni fa ti avrei risposto dicendo che non esiste un manga italiano, perché manga può avere due significati: se sei in Giappone “manga” vuol dire fumetto e quindi qualunque cosa è manga e se sei all’estero di solito con manga configuri ciò che viene prodotto in Giappone, indipendentemente dallo stile grafico o narrativo. Ma è anche vero che ormai esiste uno stile grafico e narrativo che viene identificato come manga, io preferirei dire più che “manga italiani”, “fumetti italiani in stile manga”. Allo stesso tempo però non è propriamente corretto fare fumetti “manga” in Italia uguali ed identici a quelli che vengono fatti in Giappone, perché in Italia non c’è un meccanismo industriale, produttivo e di editing, che possa consentire risultati che siano tecnicamente assimilabili a ciò che viene prodotto in Giappone.

Per avere un manga, che sia veramente manga, bisognerebbe farlo con un editore giapponese, faccio un esempio: abbiamo annunciato Crueler Than Dead, è fatto da autori giapponesi ed editori giapponesi, ma se uno lo sfoglia si accorge che la narrazione, i tempi narrativi e il montaggio delle tavole sono diversi, perché il fatto che non sia prodotto dietro indicazioni editoriali giapponesi ha un peso fondamentale su quello che poi è l’impressione dell’opera, graficamente si vede che è un manga ma a livello di ritmo, di closure e di montaggio è un, direi, cine-manga o cine-comic, cinema su carta. La stessa cosa vale su chi si ritrova a fare fumetti in Italia, se tu non hai un editor giapponese che ti segue ed indirizza il tuo lavoro non potrai mai avere la leggibilità che ha un manga a meno che tu stesso non sia un bravo editor di te stesso ma è difficile perché certe cose necessitano una certa freddezza.

Esempio carino: è come se due persone che si piacciono l’un l’altra, li vedi come si comportano e dici cavolo quei due sono cotti, cosa aspettano! Ma lui pensa solo all’amicizia, magari è solo gentilezza, non voglio rovinare tutto… anche se da fuori è evidente. Un punto di vista esterno è sempre fondamentale. Detto questo a me piacciono queste iniziative ma bisognerebbe fare un passo ulteriore, non fare un manga identico a come viene fatto in Giappone ma chiedersi cosa posso prendere di buono e che sento mio di ciò che arriva dal Giappone? Come lo posso fare ulteriormente mio e come posso esprimerlo con i mezzi che ho? C’è bisogno di una sorta di arricchimento interculturale, secondo me questo è il futuro del fumetto mondiale, inter-contaminazioni digerite e ricreate ma non i collage. La Star Comics è vigile su questa situazione ma ci vuole una grandissima maturità da parte degli autori, perché devono capire che non devono copiare ma creare qualcosa di loro.

AnimeClick: Come mai certe volte ai manga vengano dati target diversi da quelli reali. Our Little Sister è classificato da Star, con la stellina, come Seinen quando è un Josei, quindi questa cosa rischia di non far capire ai lettori che il Josei non è solo la storia della office lady, così viene sempre più messo da parte e la sua situazione peggiora.

Posocco: Prima di tutto ti ringrazio perché è musica sentir dire “un Josei”, “il Josei”. Sì, l’obiezione è corretta ed è un argomento già discusso ed abbiamo un precedente come Children of the Whales che non ha alcuna stellina, proprio perché ci siamo resi conto che forse è meglio ripensare a questo meccanismo ed in futuro faremo molta più attenzione a questi aspetti.

AnimeClick: Ringraziamo Cristian Posocco per questa lunghissima chiacchierata, a nome di AnimeClick e di tutti gli utenti che ora potranno avere risposte adeguate a tante delle loro domande.

Posocco: Ringrazio io voi perché mi avete fatto sudare ma in alcuni momenti mi sono divertito e in alcuni momenti mi sono anche emozionato. Ringrazio ovviamente anche le persone che ci stanno guardando, che ci seguono, e anche le persone che ci criticano quando lo fanno in maniera civile e costruttiva, le critiche servono per capire come migliorare, servono anche per ripensare al lavoro che si è fatto e crescere. Grazie a voi e grazie di tutto.

AnimeClick: Questa in realtà è solo una prima parte perché ci rivedremo a casa vostra!

Posocco: Vi aspettiamo con impazienza e non vediamo l’ora, ciao!

Qui di seguito il video dell'intervista.