In occasione del recente Sakura-Con, lo staff di MyAnimeList ha potuto intervistare alcuni dei membri del team di produzione di The Promised Neverland, serie animata tratta dal manga omonimo scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu, che possiamo leggere in Italia in edizione J-Pop.

Presenti all'incontro, organizzato nell'ambito della convention di Seattle da Aniplex America, il regista Mamoru Kanbe, i produttori Shinobu Ono e Kenta Suzuki, e la doppiatrice di Emma, protagonista femminile della storia, Sumire Morohoshi. Ecco di seguito domande e risposte:
 
L'anime è stato accolto molto bene dal pubblico occidentale. Cosa ne pensate a riguardo? Quali sono i vostri pensieri alle reazioni dei fan?
 
Morohoshi: E' la prima volta che partecipo a una convention del genere fuori dal Giappone, quindi non ho esperienze precedenti di incontro con i fan degli anime d'oltreoceano. Mi sto rendendo conto che è un mondo molto più vasto di quel che pensavo e sono felice di essere qui per sperimentarlo di persona.
 
Kanbe: Abbiamo realizzato l'anime pensando alla sensibilità del pubblico giapponese, perciò siamo rimasti molto sorpresi per il suo apprezzamento e la sua popolarità oltreoceano.
 
Ono: Pensavamo che l'anime potesse piacere al pubblico giapponese, e abbiamo puntato a animazioni di alta qualità. Credo che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo in patria, ma sapere della popolarità della serie anche negli Stati Uniti ci ha fatto molto piacere.
 
Suzuki: Sono contento di sapere che l'anime è molto popolare anche fuori dal Giappone. Penso che molti spettatori non sapessero che è tratto da un manga, specialmente oltreoceano, e quindi avranno conosciuto il titolo per prima cosa attraverso la serie animata. Mi chiedo se l'approccio all'anime sia stato per loro più sconvolgente… Mi diverte pensarlo.

Lo è stato! La scena finale del primo episodio è stata a dir poco scioccante. La qualità dell'animazione è in effetti altissima, soprattutto ci ha stupito la fusione molto naturale tra animazione 3D e 2D. E' stato difficile ottenere questi risultati? Avete impiegato qualche nuova tecnica ideata appositamente per questa serie?
 
The Promised Neverland
 
Ono: Tutte le scene che si svolgono dentro l'orfanotrofio di Grace Field fanno uso di grafica 3D. Abbiamo modellato l'intero edificio in 3D e l'abbiamo usato nelle scene degli interni. Abbiamo allo stesso modo realizzato gli sfondi, il che ci ha permesso di riprendere le scene da qualunque angolazione volessimo; questo ci ha consentito di avere ampia libertà di inquadratura con le telecamere virtuali del software di modellazione tridimensionale.
 
Kanbe: Circa la differenza di resa tra animazione tradizionale in 2D e quella in 3D l'aspetto è leggermente diverso. Ma non c'è modo di aggirare questo problema. Al fine di ridurre il più possibile la differenza visiva tra le due, in fase di produzione abbiamo però applicato dei filtri specifici all'animazione realizzata a mano.
 
The Promised Neverland

Qual è stata la sfida maggiore per la produzione? E, per Morohoshi, ha dovuto prestare particolare attenzione a qualche aspetto nella sua interpretazione di Emma?
 
Morohoshi: Ero consapevole, quando ho accettato il ruolo, della popolarità di Emma e che avrei dovuto pertanto confrontarmi con la visione che i lettori del manga avevano già costruito nella propria immaginazione. Ho dovuto pensare a come interpretarla nel modo più vicino all'idea che i fan si erano costruiti mentalmente. E' stata una grande sfida per me, dovendo inoltre sostenere la pressione di riuscire a soddisfare queste aspettative.
 
Ho deciso di voler essere il più schietta e naturale possibile nella mia interpretazione del personaggio. E' molto diretto, e questo è anche un aspetto importante del suo carattere. Non dovevo però fossilizzarmi su un tipo di interpretazione, ma mantenere una certa flessibilità per adattarmi alla crescita del personaggio come reazione ai tanti colpi di scena e sviluppi della vicenda. Volevo essere in grado di recitare questi cambiamenti e riuscire a interessare e divertire gli spettatori.
 
Kanbe: Da parte mia sono state due le sfide maggiori. La prima, l'unione di grafica 3D e 2D. Poichè abbiamo creato un grande modello tridimensionale con molti set in fase di preproduzione, ho dovuto pianificare come avremo usato quel modello nel corso della realizzazione degli episodi. Quando si tratta di animazione tradizionale in 2D la telecamera può solo agire in modo lineare, non si possono tenere panoramica e zoom contemporaneamente, al contrario di quanto consente il 3D. Anche questo è stato un aspetto che ho dovuto programmare, perchè abbiamo finito per usare un sacco quel tipo di movimento della telecamera, e ho dovuto far in modo che non apparisse innaturale.
 
Seconda grande sfida è stato il dovermi confrontare con un originale già molto popolare e ben riuscito senza "intromettermi"; pertanto mi sono sforzato di non intervenire pesantemente nel modo di raccontare la storia e mantenere un certo distacco, facendo un passo indietro. Ho voluto invece assicurami di sentire il maggior numero possibile di opinioni e guardare all'animazione nella sua interezza, mentre la creavamo. Per questo motivo, non lo sento realmente un lavoro mio.

Ono: La mia risposta è simile a quella di Kanbe. Ha ancora a che fare con la modellazione 3D che abbiamo dovuto generare prima di lavorare agli episodi. Dal momento che il 70% circa della storia si svolge all'interno dell'orfanotrofio di Grace Field, la realizzazione di questi modelli è stata molto utile. Personalmente, era la prima volta che lavoravo a una serie che faceva uso di tanta modellazione in 3D, quindi è stato molto difficile giudicare in anticipo le tempistiche e mantenere tutto entro i tempi di lavorazione previsti, senza intoppi. Ho dovuto prestare quindi particolare attenzione per assicurarmi che tutto filasse liscio.

Suzuki: Per quanto riguarda il mio lavoro, la più grande sfida è stata sotto il lato promozionale, il dover promuovere lo show e renderlo interessante agli occhi del pubblico senza menzionare la presenza dei "mostri", che volevamo tenere segreta, in modo da non anticipare la piega che fin dal primo episodio la trama imbocca passando dalla situazione iniziale di vita felice dei bambini alla svolta finale. Siamo stati quindi molto attenti a controllare quali informazioni sarebbero state trasmesse con i trailer pubblicitari, anche a serie in onda.
 
The Promised Neverland
 
Come già detto da Ono-san, il 70% della serie si svolge all'interno di Grace Field House, mentre fuori di lì quanto visto è stato piuttosto contenuto. Vi siete mai sentiti limitati da questo?
 
Kanbe: In realtà è stato proprio il contrario. Sapevamo come la storia sarebbe finita in questi dodici episodi, sapevamo che questa ambientazione era piccola e ristretta, che la storia che stavamo raccontando  era incentrata su questi ragazzini che tentavano di evadere da questo piccolo e ristretto mondo. La ristrettezza dello scenario è stata funzionale alla storia e noi, da parte nostra, non abbiamo sentito particolari limitazioni per questo. E' stata effettivamente la scelta giusta.
 
The Promised Neverland
 
E' già stata annunciata una seconda stagione per l'anime nonostante questi dodici episodi abbiano già ulteriormente accresciuto la fama del manga originale. Avete in programma di adattarlo completamente?
 
Suzuki: E' difficile dirlo (ride)! Al momento lavoriamo alla seconda, poi anche il manga è ancora in corso... In questi primi dodici episodi non ci siamo allontanati molto dalla parte del manga che abbiamo trasposto in animazione, ma nella seconda stagione penso che avremo più flessibilità sul modo in cui rappresenteremo il seguito. Ancora non sappiamo come, perché ci stiamo lavorando, ma pare avremo la possibilità di deviare un po' dal manga. Vorremmo creare un anime che sia interessante sia per chi già conosce il manga, sia per chi deciderà di leggerlo in seguito, con le sue differenze e diversi approcci rispetto all'originale. Già nella prima parte abbiamo avuto uno stile di disegno e alcune scelte narrative un po' diverse dal manga, per decisione del regista.
 
Perciò, al momento non so dire se potremo animare tutto il manga fino alla conclusione, non siamo in un punto in cui poterlo affermare. Scusate (ride). La risposta non può essere ora né sì né no, ma possiamo solo garantirvi che stiamo lavorando sodo per realizzare un anime che sia interessante e divertente da seguire, sia per le similarità che per le differenze con il manga.

In The Promised Neverland ci sono molti personaggi, e perfino il minore di essi è spesso parte integrante della trama, a suo modo. Come vi siete assicurati che ognuno avesse la dovuta dose di visibilità?
 
Ono: Credo dovremo chiederlo al regista (ride). Sono i tre personaggi principali contro tutti gli altri personaggi di supporto.
 
Kanbe: E' una domanda difficile a cui rispondere, quindi mi scuso se non riuscirò a dare esattamente la risposta che cercate. Per prima cosa, i tre protagonisti principali, Emma, Ray e Norman, sono dei veri geni, e sono il perno attorno a cui ruotano attorno tutti gli altri personaggi. La trama perlopiù si dipana attorno a loro. In contrapposizione abbiamo personaggi di supporto come Don e Gilda, che effettivamente sono i personaggi che offrono lo sviluppo caratteriale maggiore nella prima stagione. Perciò sono in parte rappresentanti del resto dei personaggi secondari nella crescita dimostrata in questi primi dodici episodi. Poi ovviamente troviamo Phil e gli altri bambini più piccoli. Ciò che ho cercato di fare come regista è stato inserirli nel maggior numero possibile di scene, anche come semplici comparse. In questo modo ho voluto evidenziare la determinazione di Emma di voler salvare tutti i bambini, facendo in modo che lo spettatore parteggiasse per lei nel voler che nessuno di loro, anche quelli visti solo poche volte, venisse sacrificato. Mi sono sforzato di farlo il più possibile.
 
The Promised Neverland

La prima stagione di The Promised Neverland è disponibile con sottotitoli in Italiano su VVVVID, la seconda stagione è in produzione per il 2020.


Fonte consultata:
MyAnimeList