Di recente ha fatto molto parlare di sè l'episodio 1015 di One Piece, grazie ad una qualità registica al di sopra della media della serie. Sapendo che a curare la regia e lo storyboard dell'episodio c'era Megumi Ishitani i più appassionati non sono rimasti eccessivamente sorpresi dalla qualità dell'episodio, ma per molti si è trattato di un fulmine a ciel sereno.
Megumi Ishitani, giovane regista in forza a Toei, pur non avendo ancora gestito un'intera opera si è fatta apprezzare per la sua abilità registica in singoli episodi di Dragon Ball Super e One Piece
 

Per meglio conoscere questa promettente regista - che speriamo tutti possa presto diventare una stella di prima grandezza dell'animazione giapponese - traduciamo l'ottimo approfondimento scritto da kVin di Sakugabooru, il noto sito d'informazione e raccoglitore di sakuga ormai divenuto uno strumento imprescindibile per gli appassionati di animazione giapponese.
ATTENZIONE! SPOILER SULL'ANIME DI ONE PIECE!

La meteoritica ascesa di Megumi Ishitani, nuova erede di Toei Animation


Ancora prima di dirigere un singolo episodio, nel primo periodo appena uscita dell'università, Ishitani aveva già dimostrato tutto il suo potenziale: i suoi piccoli contributi mostravano esplosioni di creatività ed un'attraente sensibilità - persino quando il soggetto è un culo antropomorfizzato. E soprattutto i suoi lavori da studentessa l'avevano già elevata dalla norma.
 

Sappiamo come il programma Geidai Animation dell'Università delle arti di Tokyo sia il più prestigioso del Giappone. La sua reputazione non nasce solo dagli insegnanti e dalle capacità tecniche che sono in grado di trasmettere, ma anche dalla loro capacità di accudire gli artisti con una visione del mondo e un messaggio personali. I loro ex-allievi tendono a diventare spesso artisti indipendenti, dal momento che quel modo di pensare è opposto a quello presente negli ambienti commerciali, specialmente quello creativamente asfissiante dell'animazione televisiva: nel momento in cui la maggior parte delle forze sono incanalate in trasposizioni forzatamente costrette in esatte repliche del materiale di partenza, l'arte muore in funzione del prodotto. Al momento gli unici centri in qualche modo stabili della Geidai sono la sezione di Ibaraki dello Studio Wit, lontana dalla solita pressione dello studio principale, ed il gruppo dietro Pop Team Epic.
 

Ishitani ha sfidato questa consuetudine unendosi al più aziendale degli studi d'animazione; una scelta non sorprendente considerando come l'impero Toei Animation possa offrire una sicurezza lavorativa che altri studi non possono neanche lontanamente sognare, ma comunque singolare considerando la filosofia della sua università. Eppure è stata proprio la mentalità sviluppata alla Geidai a permetterle di adattarsi ad un simile ambiente lavorativo. Il suo obiettivo era creare animazioni che tutti potessero apprezzare, indipendentemente dal contesto e dalla possibilità di comprenderlo nella sua interezza. Come l'esperienza di un bambino che non comprende tutta la complessità di un'opera ma che comunque ricorda a distanza di anni l'impatto da essa avuto. Per un'artista così creativa, intenzionata a realizzare memorabili esperienze autosufficienti, lavorare ad un franchise settimanale non è stato sufficiente a soffocarne la creatività.
 

L'addestramento da regista di Ishitani è andato di pari passi con la produzione di Dragon Ball Super, un titolo considerato come un viaggio estremamente incostante persino dai maggiori fan del franchise. Dopo aver lavorato come assistente alla regia per un paio d'anni, dove la maggior responsabilità che le venne affidata furono le sequenze di un paio di ending (la quinta e la settima), Ishitani completò il suo addestramento durante l'ultimo arco narrativo dell'opera. Il primo episodio in cui si occupò di regia e storyboard fu il 107 - seppur non creditata - ma ben più importante fu quando i registi della serie Tatsuya Nagamine e Ryota Nakamura - quest'ultimo la figura più vicina a un maestro che lei avesse all'epoca e che l'aveva supervisionata nel suo debutto - le affidarono la regia e gli storyboard dell'episodio conclusivo. Affidare l'apice del più importante franchise anime di sempre ad una novellina fu al contempo un'idea ridicola e la miglior cosa che potessero fare. 
 

Se l'episodio 107 era riuscito comunque ad essere un episodio potente nonostante l'animazione limitata, l'episodio 131 alzò l'asticella della qualità di Dragon Ball Super a livelli mai raggiunti prima dalla serie. I suoi storyboard furono incredibilmente evocativi per gli standard della serie, e riuscendo a realizzare scene d'azione più soddisfacenti di quelle di molti veterani dimostrò di possedere già quell'adattabilità necessaria a sopravvivere in un ambiente lavorativo simile. Entrambi gli episodi ci danno un'immagine chiara del suo stile ancora in sviluppo. Per esempio la sua tendenza a composizioni simmetriche col soggetto al centro ripreso da dietro; un tecnica normale sulla carta ma magistralmente eseguita da Ishitani, dimostrando anche all'occorrenza di saper deviare da quello standard. Nonostante a quel tempo dovesse ancora raffinare le sue capacità specifiche per l'animazione commerciale, il suo innato senso per la composizione delle inquadrature l'aveva già fatta distinguere agli occhi di molti spettatori.
 

Dopo un breve periodo passato a lavorare per un progetto cancellato e al franchise di Precure, Ishitani è passata al suo successivo grande progetto, seguendo Nagahime in One Piece. Avendo salvato Dragon Ball Super nel miglior modo umanamente possibile e avendo dimostrato di non aver perso il suo tocco col gradevole film su Broly, Nagahime divenne regista generale della serie a partire dall'arco narrativo di Wano, col compito di rivitalizzare One Piece. Dire che sia riuscita nell'impresa non significherebbe sminuire solamente la sua direzione ma anche il modo in cui la squadra ha migliorato la qualità dell'opera, a partire dagli aspetti più gestionali. Sebbene il Wano di Nagahime sia stato un successo fin dai suoi inizi con l'episodio 892, l'arma segreta è stata tenuta in serbo per più di un anno, fino all'episodio 957, il primo con regia e storyboard di Megumi Ishitani.
 

I fan di One Piece incontrarono una Ishitani molto più raffinata di quella che avevano lasciato gli spettatori di Dragon Ball Super. Le sue naturali tendenze nello storyboard non erano cambiate - e non lo sono tuttora - ma le sue abilità tecniche avevano decisamente raggiunto un altro livello. L'episodio mostra un'ottima gestione delle ombre, accrescendo l'appariscenza della composizione ma al contempo regolando la quantità di informazioni consegnate allo spettatore. La possibilità di lavorare con i migliori animatori a disposizione dello studio in un ambiente molto più sano di quello di Dragon Ball Super le ha permesso di crescere e costruire una sinergia tra i contenuti dell'episodio e la sua personale filosofia dell'animazione.
 
Incaricata di una rivelazione in grado di cambiare il mondo, Ishitani pone l'enfasi sui bambini nel momento in cui la notizia viene rivelata; sono confusi di fronte alle reazioni estreme che stanno avendo tutti di fronte a una decisione politica che non hanno gli strumenti per comprendere - alcuni completamente ignari di quanto sta accadendo - eppure la rilevanza che pone la regia su questo aspetto fa capire che sarà un momento che ricorderanno una volta diventati grandi. Una diretta analogia con l'obiettivo nel fare animazione che si pone Ishitani.
 
Consegnando un episodio così memorabile Ishitani divenne l'eroina di un'intera fanbase da un giorno all'altro. Una fanbase che dovette aspettare ben sei mesi - vale a dire più cicli di rotazione dello staff - per rivederla. Tra le novità portate dalla regista dopo questi sei mesi ci fu il tentativo di sposare le eleganti transizioni che aveva usato fino a quel momento con le composizioni su più piani simili a quelle dell'altra superstar Toei, Rie Matsumoto, in grado di donare maggior profondità alle inquadrature. Sebbene la creatività di Ishitani non avesse alcun bisogno di miglioramenti, l'accresciuta esperienza l'ha resa in grado di realizzare idee assurde come luci al neon diegetiche e tonalmente appropriate in grado di mutare una semplice bevanda rovesciata in un intento omicida e sanguinario.
 

Nell'episodio 982 c'è anche una sequenza paragonabile ad un video musicale di alta qualità, che mostra contemporaneamente sia l'auto-contenuta grandezza di Ishitani che l'incompatibilità tra ambizioni cinematografiche e animazione televisiva, specialmente se poi si parla di serie di lunga durata.
 

Sebbene la serie televisiva di One Piece non sia mai stata così stabile e che alla regista fosse stato concesso più tempo che a chiunque altro, Ishitani fece fatica nella produzione dell'episodio a causa dell'attrito tra ambizioni e fattibilità.
Non è esagerato dire che a quel punto Megumi Ishitani era diventata troppo brava per il suo lavoro.
 

Dopo una pausa ancora maggiore, il recente lavoro di Ishitani sull'episodio 1015 non mostra alcun segno di aver abbassato le proprie ambizioni. L'episodio rappresenta probabilmente il maggior salto qualitativo tra i suoi lavori, grazie specialmente ad un compositing molto più raffinato. Per quanto potesse essere ambiziosa la gestione della luce negli scorsi episodi di One Piece, dettagli come l'eccessiva profondità di campo unita ad aberrazioni cromatiche avevano causato più danni che benefici a certe scene. Nell'ultimo episodio invece le luci sono molto più armoniose e viene fatto un ottimo lavoro anche in complicati effetti come la semitrasparenza. Avendo anche sviluppato migliori tecniche per guidare l'occhio dello spettatore, transizioni più morbide ed una prodigiosa abilità nell'allungare astutamente il brodo, le sue abilità tecniche sono ora allo stesso livello della sua inventiva.
 

E non si commetta l'errore di pensare che il suo desiderio di realizzare animazioni godibili, a prescindere dalla comprensione del contesto narrativo dell'opera, presupponga un disinteresse verso le specifiche opere a cui lavora. L'episodio 1015 è pieno di sequenze che, seppur eseguite in maniera talmente magistrale da risultare comprensibili anche se decontestualizzate, cristallizzano lo spirito del manga anche meglio di quanto fatto da molti altri registi. Ishitani enfatizza costantemente come l'animazione sia qualcosa che non può funzionare senza una squadra sulla stessa lunghezza d'onda, e nel caso di un adattamento questa mentalità include anche l'opera originale ed il suo autore.
 

Tra i tanti aspetti che si potrebbero sottolineare, il modo in cui Soty ha animato il flashback di Yamato potrebbe essere il modo più elegante per comprendere come Ishitani abbia realmente afferrato il senso dell'opera originale. Oltre ad essere una splendida versione di una delle sue composizioni preferite, il momento in cui Yamato tiene in mano la Vivre Card mentre Ace salpa attraverso quella gola così stretta è un intenso promemoria della libertà di Ace contrapposta alla mancanza di essa di Yamato, ulteriormente enfatizzata dalla successiva inquadratura sulle manette. Le parole d'addio di Ace tuttavia innescano un cambiamento nella mentalità di Yamato, che corre verso di lui per dargli un addio più appropriato; ripetendo la stessa composizione con la mano che regge le Vivre Card, con la differenza che questa volta Yamato sta guardando verso il mare aperto, ora in grado di vedere la libertà nel suo futuro. Ed a quel punto c'è una transizione sulla carta che brucia, momento che rappresenta la morte dell'unico amico di Yamato. Una montagna russa di emozioni in circa un minuto che riassume meravigliosamente la visione del mondo del personaggio tramite una scena impossibile da girare per una regista a cui non importasse nulla del prodotto.

Nelle memorie di Ace e Yamato c'è un momento in grado di rappresentare l'intero One Piece, così come la stessa creatività di Ishitani, guarda caso nuovamente animato da Soty, uno incapace di riposare prima di essere riuscito a contribuire in modo significativo ai migliori episodi dell'anno realizzati da Toei. Veniamo trasportati nell'infanzia di Ace, in un mondo di colori a pastello e forme più vaghe, dove viene ricordato il momento in cui i tre fratelli raccontano il proprio sogno. Improvvisamente, le memorie di Yamato si spostano su un altro frammento del passato, con una colorazione più calda ma sempre in qualche modo infantile, in cui Gol D. Roger proclama il suo sogno. I due colori si fondono prima di esplodere come uccelli: la rappresentazione definitiva della libertà, che per Roger e Luffy rappresenta il vero significato dell'essere il Re dei pirati. Per un personaggio come Yamato che non desidera altro che la libertà si tratta di un momento epocale, esattamente come per gli spettatori in cerca di simili esplosioni di creatività.
 

Il consiglio per i fan di One Piece è quello di godersi il lavoro di Ishitani il più a lungo possibile, dal momento che ogni episodio ha reso sempre più chiaro quanto questo non sia il suo posto. Non si tratta di una critica alla serie o al modo in cui lo studio gestisce i franchise commerciali infiniti - di cui anzi si tende a sottovalutare l'importanza nella crescita dei loro più importanti registi.

Escluse alcune eccezioni come il lavoro di Kunihiko Ikuhara su Sailor Moon o quello del suo discepolo Takuya Igarashi su Doremì, c'è una tendenza a sminuire il passato dei loro registi più acclamati, che inevitabilmente va ricondotto a titoli come questi. L'atmosfera impersonale dello stile di Shigeyasu Yamauchi fu perfetta in lavori come Casshern Sins ma è difficile da comprendere pienamente se non si è consapevoli del suo contributo in opere come Dragon Ball o Saint Seiya. Per quanto riguarda Rie Matsumoto sembra sempre si sia materializzata all'improvviso con Kyosogiga, tuttavia formalmente e tematicamente si è formata lavorando a Precure. Persino di Mamoru Hosoda, di cui viene comunque riconosciuto il lavoro su Digimon, gran parte del suo lavoro in Toei viene nascosto sotto il tappeto - incluso quello che è forse il suo lavoro più significativo a livello personale. Anche senza considerare la loro importanza storica, si tratta di lavori intrinsecamente eccellenti, che meritano rispetto a prescindere dal loro contesto.

Per quanto riguarda Megumi Ishitani, la questione non è che lei non sia in grado di realizzare anime fantastici in qualunque franchise venga impiegata, ma piuttosto che sia troppo ambiziosa per i singoli episodi di un'animazione televisiva. Nella speranza che prima o poi ottenga un progetto originale importante - che senza dubbio includerà dei dinosauri - il più importante cambiamento nella sua carriera sarebbe gestire interi progetti, preferibilmente cinematografici. Nell'ultimo decennio Toei non è riuscita a garantire sicuri sbocchi alternativi ai suoi artisti più particolari, contribuendo alle dimissioni prima del tempo di svariati artisti del calibro di Ishitani. Ora la mossa spetta a Toei, dal momento che Megumi Ishitani ha già dimostrato di essere un talento autentico.

One Piece 1015

Titolo italiano:  Rufy Cappello di Paglia. Colui che diventerà il Re dei Pirati

Data italiana: 24/04/2022
Data in patria: 24/04/2022
Durata: 24 minuti

One Piece
Episodio 1015

Data: 24/04/2022
Crunchyroll  
Audio: thumb / Sub: thumb

One Piece
Episodio 1015

Data: 24/04/2022
Crunchyroll  
Audio: thumb / Sub: thumb

Totale voti:   32   1   1 


Vernien

24 minuti di epicità

 06/11/2022

Geggy

penso uno dei migliori episodi di One Piece fino ad ora...

 17/08/2022

basol

senza parole

 27/04/2022

chomp96v2

e finalmente anche nella versione animata siamo arrivati al capitolo 1000, e il tutto gli ha reso giustizia, quando ci si impegna siamo a livelli altissimi, peccano che già dal prossimo episodio pare si ritorni a fillerate eccessive

 25/04/2022

ShorumTOO

Posso solo dire questo: non mi emozionavo così da Marineford ... accadeva 10 anni fa su Italia 2.

 25/04/2022

HypnoDisk

Continuo a trovare forzato questo collegamento tra Ace e Yamato, ma l'episodio pur essendo tirato per le lunghe è veramente espressivo. La parte finale è da brividi, e quando Luffy tira il cazzottone al boss finale c'è sempre da gasarsi. Regia da urlo!

 25/04/2022

Brook75

Questo episodio è tutto ciò che, da fan di One Piece, sogno di vedere sempre in animazione, semplicemente perfetto. Yamato ti amo! <3

 25/04/2022

Markyun

Seguo abbastanza sporadicamente l'anime che nonostante sia migliorato nell'arco di wano trovo ancora insufficiente con il pacing, ma dannazione questo episodio è incredibile, Yamato dopo questo episodio non può non entrare in ciurma, ti aspettiamo!

 25/04/2022

Mirokusama

Ma che bell'episodio, racconta pochissimo ma con un'espressività e una potenza visiva enorme, peccato che l'anime stia pigliando la strada del manga, un mese per ricominciare e già va in "pausa"...

 24/04/2022

Emavallu

Questo episodio è spettacolare!!!

 24/04/2022

fedelic

Episodio da applausi, ci sono parti in più rispetto al capitolo ma devo dire che sono state ben inserite (sono nella prima parte). Questo episodio mi fa entrare Yamato tra i pg preferiti. Sulla seconda partenon devo dire nulla, semplicemente strepitosa.

 24/04/2022

Ekros

Non so proprio come approcciarmi a questa trasposizione, fossero tutti così gli episodi sarebbe da valutare con il più alto livello decimale, ma poi ti ritrovi la prossima puntata filler o le altre realizzate in maniera decisamente inferiore. Perplesso.

 24/04/2022


Altri Voti




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Fonte consultata:
Blog.sakugabooru