Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

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Ho visionato l'intera serie di "Tonikawa" dopo "Sing 'Yesterday' for Me", e devo riconoscere che proprio il contrasto tra le due opere mi ha sicuramente influenzato negativamente nelle recensione.
Anche a mente fredda fatico a trovare degli aspetti degni di nota positiva. Sebbene riconosca che l'anime era pure partito con un incipit interessante e un po' fuori dal solito contesto (alludo all'incidente del protagonista Nasa salvato in apparenza proprio da Tsukasa, ossia la ragazza che l'aveva folgorato nell'incontro fortuito in strada), la trama si evolve tra il comico demenziale, per poi passare allo sdolcinato più mieloso intriso di buoni sentimenti e buonismo a senso unico, senza alcun difetto o problema.

Si tratta di una storia piuttosto inverosimile, tutta rosa e fiori (le eventuali difficoltà vengono superate dai due protagonisti senza alcun problema, come se il messaggio che si vuole trasferire sia quello della positività e della resilienza ad ogni costo con l'aggiunta del sorriso sulle labbra).
La storia parte con una forzatura non da poco: Nasa si invaghisce di Tsukasa che lo ha salvato da morte certa (investimento da un autocarro) e, il giorno del compimento del diciottesimo anno di Nasa, Tsukasa si presenta a casa di Nasa per chiedergli se aveva ancora interesse a mantenere la promessa fatta in occasione dell'incidente (sarebbe uscita con Nasa solo se l'avesse sposata). Ovviamente si sposano in fretta e furia, e così nel giro di una notte si ritrovano sposati con lui diciottenne e lei sedicenne...
Tutto il resto della storia è una sorta di serie di istantanee slice of life degli inizi della loro relazione con risvolti comico/demenziali e tante occasioni melliflue, nelle quali talvolta si tira fuori un minimo di morale adulta sulla gestione e il mantenimento di una relazione di coppia stabile o formalizzata.
Se l'incipit, come ho scritto, potrebbe essere definito originale e surreale, il resto è abbastanza infantile e noioso: i due protagonisti sembra che imparino a conoscersi dopo essersi sposati, vivendo un rapporto di amore "platonico", perché l'intimità tra due ragazzi in pieno fervore ormonale è bandito per la loro timidezza portata alle estreme conseguenze (fatto salvo il cambio di rotta nell'episodio 13, dove entrambi iniziano a provare attrazione fisica senza negarsi), e gli altri personaggi fanno da contorno, cercando di creare un minimo di intoppo e di vivacità a una storia che filerebbe liscia sui binari della quotidianità anche più banale.

Resta della narrazione della vita di coppia il positivo approccio molto "tradizionale": sentimenti, rispetto, approvazione dei genitori di lui, imbarazzo per tutto quanto riguarda il sesso (si negano anche di mostrarsi nudi tra loro), baci almeno inizialmente molto casti ma anche alcune riflessioni profonde tipiche di persone molto più mature, quando si meravigliano reciprocamente dei pregi dell'altro con riflessioni non proprio banali, che contrastano con la loro età e le loro reazioni talvolta infantili (Tsukasa per i suoi hobby sembra un otaku).

Resta poi un aspetto che non viene minimamente chiarito sul personaggio di Tsukasa. Fin dall'inizio si comporta e nei dialoghi dice delle stranezze che fanno insorgere nello spettatore il dubbio che sia una persona "speciale" o "aliena", come se vivesse da centinaia di anni... Tuttavia questo aspetto non verrà mai chiarito (ma nemmeno abbozzato un minimo di spiegazione) e si lascia il tutto in sospeso...
Forse è questo il motivo per cui ho visionato tutta la serie: proprio per vedere se tale aspetto fosse rivelato agli spettatori. E questo aspetto aveva delle potenzialità molto interessanti, proprio perché la storia è soprattutto all'inizio irreale... ma anche qui una parziale delusione. E poco conta che dal punto di vista tecnico (disegni) l'anime sia piacevole e divertente, e la opening a la ending siano orecchiabili.
Se proprio si voleva creare una storia irreale/fantasy, avrebbe avuto senso spiegare meglio le origini di Tsukasa e sviluppare la storia sui risvolti di tale aspetto. Così, a mio modesto avviso, è rimasta un'opera incompiuta senza ne capo né coda... di puro intrattenimento. Peccato.

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Alla conclusione di questa breve serie anime, posso definire il mio rapporto con Shinkai e con i felini ancor più controverso di quanto già non fosse. Per quanto concerne l’animatore/regista giapponese, l’ho sempre considerato un autentico prodigio nelle animazioni, nonché un accattivante ideatore di soggetti originali. D’altro canto ho spesso mosso critica verso le sue, parere mio, discutibili qualità di sceneggiatore. Abuso di deus ex-macchina, decine di sotto-trame aperte e mai concluse, grandi difficoltà nel distaccarsi da un canovaccio che sembra esser diventato il suo mantra (ergo il classico duo adolescenziale catapultato in un contesto anomalo/sovrannaturale, con un pizzico di romanticismo) sono tutti difetti che mi hanno, nel corso degli anni, allontanato dalle sue opere. Passando invece agli amorevoli mammiferi, per molti aspetti li adoro, nella loro indipendenza controbilanciata d’altrettanta affettuosità. D’altro canto li detesto poiché colpevoli, inconsapevolmente, d’esser motivo di mia allergia, che mi costringe a distanziarli a dovere. Fortunatamente, "Lei e il suo gatto: Everything Flows" di M. Shinkai, con la regia di K. Sakamoto e la sceneggiatura di N. Nakagawa, ha superato diversi miei pregiudizi.

Partiamo con il dire che la trama è inesistente. La storia, infatti, ruota tutta attorno a Daru, il gatto domestico della ragazza protagonista del film, una giovane universitaria alle prese con problematiche comuni: la ricerca di un lavoro, di un affitto conveniente, il tutto minato dal difficile rapporto con la madre. Attraverso i pensieri del felino si conoscono così alcuni (pochi) retroscena della giovane, con il nostro Daru in versione opinionista. Una simile non-trama, assolutamente priva di sviluppi, ricalcante in maniera quasi eccessiva la via dello slice of life, normalmente la considererei un difetto. Qui però si verifica un paradosso. Come ho precedentemente detto, Shinkai, in generale, presenta grosse difficoltà nel dare coerenza alla sceneggiatura, ricorrendo con frequenza a “scappatoie” per far tornare i mille conti che è solito aprire. Questo difetto, in molte sue opere, viene spesso mascherato sotto milioni di frame e OST da capogiro, che riescono egregiamente a coprire i crateri di trama che è solito creare. Qui, invece, proprio grazie alla narrazione scarna, ma focalizzata sui pensieri del felino, è riuscito a far emergere i propri pregi senza cadere nei soliti scivoloni. È anche vero che la regia non è propriamente sua, quindi non posso del tutto riabilitarlo. Addirittura, in questa non-storia, si può quasi parlare di finale, legato indissolubilmente all’arco vitale della creatura protagonista. Se dovessi dare un titolo descrittivo, definirei questi quattro corti come un "Diario del gatto Daru: riflessioni".

Il protagonista indiscusso della storia è Daru, il paffuto gatto nero, che cerca, al meglio delle sue possibilità, d’aiutare la padrona. Sebbene alcune riflessioni siano quantomeno forzate, perché comunque troppo lontane per poter essere elucubrate nella mente di un animale, è comunque apprezzabile il tentativo di dare una qualche credibilità al tutto. Semplici battute, pensieri lineari riescono da un lato a mantenere quel necessario distacco tra uomo e felino, d’altro canto riescono ad esprimere in maniera convincente quell’affettività che ha reso i gatti tra gli animali domestici più popolari al mondo. La scelta dell’ambientazione è un’ulteriore nota di merito. Mantenere l’intera narrazione all’interno delle mura domestiche incrementa, ulteriormente, il realismo della serie. C’è poco da dire, invece, sulla ragazza e sui comprimari, troppo poco abbozzati per poter essere anche solo giudicati. Ma sicuramente sono tutti elementi funzionali, espedienti attraverso cui il micio ci rende partecipi dei propri pensieri.

Le animazioni sono semplici. C’è poca cura nei fondali, ma il tutto viene compensato dalle meticolose inquadrature dei volti, focalizzate sul trasmettere le emozioni di Daru e della padrona. Il chara design è sicuramente il punto di forza del compartimento animato. I colori sono azzeccati, e la scelta delle ombre permette di ricreare una corretta ambientazione domestica. Le OST sono limitate, ridotte a una manciata di tracce, ma sono tutte a tema. Questo piccolo difetto, tra l’altro, non si fa nemmeno notare, vista l’esigua durata dei corti.

Posso dire, in conclusione, che questa serie si sia rivelata un piacevole passatempo. Contrariamente al mio scetticismo iniziale, ho visionato quattro corti semplici, ma interessanti (cosa che mi fa, per certi aspetti, un po’ arrabbiare, soprattutto al pensiero di come Shinkai abbia sceneggiato alcune opere ben più celebri... non avrebbe potuto solo occuparsi dei soggetti originali?). Ho finito persino per (quasi) emozionarmi, probabilmente con la complicità del momento difficile che sto vivendo. Non è una storia imperdibile, ma allo stesso tempo sa intrattenere a dovere. Se siete profondi cultori degli slice of life riflessivi o se siete anche solo alla ricerca di trenta minuti disimpegnati, date una possibilità al batuffolo nero Daru: vi scalderà il cuore.

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Dalle premesse immaginavo fosse un manga interessante e avevo ragione, anzi! Quest'opera si è rivelata davvero bellissima e spassosa.
Essendo un'opera leggera strutturata principalmente di piccoli episodi autoconclusivi, mi portai questo manga in vacanza in Puglia e si rivelò una fantastica e divertentissima lettura sotto l'ombrellone.
L'atmosfera sempre allegra e demenziale, non può che conquistare il lettore.

Scritto da Moyoco Anno (moglie del famoso ideatore e regista di "Neon genesis Evangelion", Hideaki Anno) questo delizioso volume unico altro non è che una specie di autobiografia ironica sulla vita di coppia dell'autrice e il marito.
Qui in stile caricaturale Moyoko si fa chiamare Rompers e ha l'aspetto di una neonata, mentre il marito Hideaki Anno, seppur anche lui raffigurato in chiave caricaturale, assomiglia abbastanza al suo aspetto reale e viene chiamato Kantoku-Kun (Regista in Giapponese, Kun è un suffisso che indica rispetto e confidenza). Dopo il matrimonio Kantoku-kun si impegnerà in una importante missione: rendere Rompers una perfetta moglie Otaku. Come dice Rompers "l'otakusità è contagiosa, e anche la stupidità ironica di mio marito", ma starci attenta sarà impossibile e le gag si susseguiranno creando siparietti davvero divertenti e unici.

Consiglio vivamente questa lettura soprattutto a chi convive col partner, a chi è sposato o ha convissuto, perché per quanti riferimenti otaku ci siano, è la vita di coppia ad essere il fulcro dell'intera narrazione: l'influenzarsi reciprocamente e inconsciamente con le proprie abitudini e stili, la condivisione degli spazi in casa, le diete perenni per rimanersi in forma e non farsi travolgere dalla pigrizia mangiando cibi poco sani, il prendersi cura reciprocamente quando si è malati, l'accompagnare il proprio partner in una sua passione quando a te magari frega poco, o nulla ,ma lo fai per farlo contento, le vacanze assieme al mare (con ustioni al seguito), la ricerca di una nuova casa più spaziosa...

La cosa più sorprendente e divertente sono le similitudini di questa vita di coppia, appunto a prescindere dai dettagli otaku, con quelle di una classica coppia, il che può portare il lettore a identificarsi e provare una certa empatia, come le classiche differenze tra uomini e donne: gli uomini tendono a essere più disordinati, meno organizzativi rispetto alle donne, meno meticolosi sulla propria cura estetica, il tutto viene reso sempre in toni ironici e convincenti. Io ho riso un sacco e spesso mostravo a mio marito alcune vignette dove concordavamo di assomigliare sotto molti aspetti (legati nel nostro caso ai dettagli non otaku) a questa coppia tenera e strampalata.

I riferimenti a film, attori, registi, mangaka, anime, manga sono numerosissimi, ma viene spiegata ogni cosa nelle note a piè pagina, perciò la lettura non risulta affatto pesante per chi (come me, ad esempio) non è pratico di questi termini, e per chi volesse più informazioni, a fine volume ci sono moltissime note esplicative.
Pian piano Rompers smette di opporre resistenza all'influenza otaku del marito e senza rendersi conto si immerge facilmente in questo mondo: la passione per le sigle animate cantate in casa e in macchina, la collezione di action figure... ma in fin dei conti Rompers ha sempre avuto una predisposizione naturale per il mondo degli anime e manga, per questo ha sposato Kantoku-kun.

A fine volume c'è anche un bellissimo paragrafo scritto dal regista Anno in riferimento a quest'opera, di cosa significhi essere un otaku, ma soprattutto dedicato alla moglie.
La reputo una bellissima lettera d'amore, mi ha quasi commosso.

Cito qualche frase : "Poter assaporare quella sensazione di unicità è un privilegio dell'essere suo marito. (...) Fino a questo momento solo i miei amici più stretti sapevano quanto fossi stupido. Il fatto di avere la propria immagine esposta all'attenzione pubblica è il destino di chi sposa una fumettista. (...) Lei scrive manga che fanno emergere la voglia di vivere affrontando la realtà. Lei è così, lei vive così, ed è per questo che che è in grado di scrivere in quel modo. (...) Lei nei suoi lavori, è riuscita a realizzare quello che io non sono mai riuscito a esprimere fino in fondo in Evangelion. Per me è stato un vero shock. (...) L'immagine che traspare pubblicamente di lei è quella di una donna dura, ma in realtà è una persona molto delicata, fragile, e sensibile. (...) Voglio proteggerla con tutto me stesso, da adesso in poi, per sempre."

I disegni sono volutamente semplici e caricaturali, mi sono piaciuti tantissimo. La qualità del volume è ottima, lode alla Dynit per aver portato in Italia un così bel manga.

Consiglio questa lettura a chi ama gli slice of life in stile ironico e demenziale, soprattutto sulla vita di coppia; agli amanti di Evangelion, giusto per conoscere un lato intimo e divertente della mente che ha creato quel capolavoro; alle fan di Moyoco Anno; a chi è otaku perché nella lettura di questo volumetto proverà subito una forte empatia con i protagonisti.