Nel 1998 l’opera (non ancora così) mastodontica di Eiichirō Oda è stata trasposta per la prima volta in animazione: non stiamo parlando della famosa serie tv che ad oggi conta più di mille episodi, ma di One Piece: Sconfiggere il pirata Ganzak, un cortometraggio proiettato al Jump Super Anime Tour di quell’anno anticipando così l’epopea animata.

Alla regia del cortometraggio c’è proprio colui che poco più di vent’anni dopo viene avvicinato da Eiichirō Oda per portare sul grande schermo un nuovo film di Rufy e la sua ciurma, One Piece Red, quindicesimo film del franchise che sarà nelle sale italiane dal 1 dicembre 2022.
Torniamo a giocare insieme!” gli ha detto. E lui, Gorō Taniguchi, ha colto la palla al balzo: come avrebbe potuto dire di no?

 


 


È quindi un ritorno in grande stile quello del maestro Taniguchi, si potrebbe dire quasi alle radici della sua carriera. Il debutto registico seriale avvenne proprio in quel periodo con Infinite Ryvius. Le sue origini però sono ben diverse perché egli sin da piccolo si interessa al mondo del cinema, specialmente a quello di fantascienza impregnato di spade laser e robot giganti.

Il suo sogno non è mai stato quello di votarsi all’animazione, bensì voleva diventare un regista di film dal vivo; ma anche applicandosi negli studi e nelle sperimentazioni, capisce presto che non è una strada tanto in discesa: ci vuole sì, molta fortuna, ma anche molto tempo. L’impazienza della gioventù lo porta a spostare lo sguardo verso l’animazione. Viene quindi a contatto con lo studio J.C. Staff e nel 1989 è coordinatore di produzione per l’OAV Earthian grazie al quale apprende come funziona la grande macchina produttiva dell’animazione nipponica. Non inizia quindi la sua carriera come animatore e non prenderà quella via, tanto che i ruoli che ne seguiranno saranno poi tutti votati alla carriera puramente registica: assistente di produzione, storyboarder, regista di episodio e infine regista vero e proprio.

Vero è che le prime serie a cui lavora, fantasy, ecchi, slice of life, non sono pane per i suoi denti: i suoi registi preferiti sono infatti veterani del mecha anime come Ryōsuke Takahashi (The Cockpit, Gasaraki) e Toshifumi Kawase (Higurashi no naku koro ni Kai e Rei). Però queste posizioni, anche se un po’ scomode, gli servono per esplorare più a fondo il ruolo di produttore e scoprire meglio come funziona e come si muove un team produttivo.

Stufo, si allontana per un po’ dall’industria, sin quando, nel 1991 approda alla più fantascientifica Sunrise dove riprende la sua mansione di assistente di produzione per Zettai Muteki Raijin-Oh ma questa volta con ruoli di maggior rilievo: diventa regista di episodio e storyboarder per l’episodio 45 della serie.
Approda al franchise di Gundam nel 1994 e Gundam Wing nel 1996, di cui cura gli storyboard rispettivamente di 4 e 2 episodi. Una nota comica invece viene apportata a Kochikame, in cui ricorrenti sono le gag e le situazioni assurde.

Finalmente, nel 1999, fa il suo debutto come regista per una serie fantascientifica, Infinte Ryvius, ma non prima di aver, come già detto, venire contattato dallo studio Production I.G. per la creazione dello speciale di Jump dedicato a One Piece. Qui incontra Hisashi Hirai (Mobile Suit Gundam SEED), animatore e character designer che lo accompagnerà anche nella seconda grossa serie cui lavora come regista: s-CRY-ed. Con lui viaggerà sino a Mai-Hime nel 2004, ma prima Taniguchi realizza l’adattamento animato di Planetes, dal manga omonimo di Makoto Yukimura.

Se non fosse già stato palese nelle serie da lui dirette, il regista inevitabilmente si ritrova a riflettere su alcuni temi importanti e con quest’ultima serie la sua regia e il suo approccio al visivo non fanno altro che far riverberare i suoi pensieri.
Ciò diventa parte del suo stile e si accumula nelle serie successive, come Gun x Sword, fino ad esplodere con la direzione di Code Geass: Lelouch of the rebellion nel 2006. Qui non è solo regista ma anche mente dietro l’intera storia assieme a Ichirō Okōchi (RahXephon, Kabaneri of the iron fortress): la volontà di raccontare una storia politica dei due è ben delineata dalle pieghe narrative che la saga cult di Lelouch persegue. Egli stesso sottolinea di come si tratti di una nuova generazione di anime, quelli di coloro che negli anni sessanta erano giovani e sono cresciuti circondati sia dal boom dell’animazione seriale, sia da quel particolare contesto socio-economico fatto di divari generazionali e rivolte contro il sistema. Ed è grazie alla serietà con cui il maestro Taniguchi si approccia all’animazione che i suoi lavori risultano così sentiti e risuonano nelle vite di molti spettatori.

La carriera di Gorō Taniguchi, nonostante sia rimasta legata al franchise di Lelouch nell’immaginario comune, va avanti: Maria the virgin witch, Active Raid, Back Arrow e altri, fino ad oggi, vent’anni dopo, per tornare al primo anime per cui ha svolto il ruolo di regista: One Piece.
Il regista ammette di aver sentito un peso non indifferente cadere all’improvviso sulle sue spalle al pensiero di quanto i fan della ciurma di Cappello di Paglia siano cresciuti esponenzialmente rispetto al 1998. La sua posizione autoriale con One Piece RED è decisamente differente, soprattutto nell’ottica di un artista che cerca sempre di mettere in scena qualcosa di nuovo. Di giocare in modo diverso al gioco propostogli ancora una volta da Eiichirō Oda.

Alla sua squadra si unisce lo sceneggiatore Tsutomu Kuroiwa, già firmatario dello script per One Piece Gold nonostante il suo ampio contributo al live action; con lui Taniguchi si siede a tavolino per costruire pezzo per pezzo l’anime. Alla direzione delle animazioni troviamo Hiroshi Katō (Sayо̄nara Zetsubо̄ sensei, Evangelion 3.33), animatore veterano già quando ricoprì lo stesso ruolo per Gin Rei (la cui regia venne curata dal Yasuhiro Imagawa tanto ammirato da Taniguchi stesso): egli supervisiona la realizzazione delle scene, tra cui un cut particolarmente incredibile animato da Tu Yong-Ce. Porta con sé da Planetes e Mai-Hime la color designer Sayoko Yokoyama (Horizon in the middle of Nowhere, Love Live the school idol Movie).
Il regista lo definisce un “Puzzle perfettamente incastrato”, anche se si riferisce principalmente all’utilizzo di musica e canzoni che contraddistinguono questo film: la presenza di Uta e le sue abilità canore hanno costituito per il regista e lo sceneggiatore una sfida non indifferente per bilanciare al meglio delle loro possibilità il ritmo del film.
E Taniguchi afferma di aver fatto il miglior lavoro possibile.

E noi siamo riusciti ad intervistarlo al Lucca Comics and Games 2022!


Fonti consultate:
Animeland.fr
Sito ufficiale di One Piece: RED
Booklet promozionale del film