Esiste una storia nella storia che non è ancora stata narrata, forse perché considerata ancora troppo recente e pertanto non ci siamo ancora resi conto di quanto identifichi il tempo presente.
A questa storia è stato dato per troppo tempo un nome generalista che ha concorso a relegarla a un sottolivello di attenzione: “Pop Culture”. Con questo termine si sono riversate in un contenitore arbitrario tutte le nuove forme di espressione artistica che nascevano spontaneamente in un sottobosco culturale alquanto fertile e relegate, spesso dagli autori stessi, a un utilizzo di mero intrattenimento.

Questa sub-cultura si è fatta strada silenziosamente ma già a partire dagli anni 2000 ha iniziato a esserci la consapevolezza dell’importanza storica di artisti e opere che sono diventati chiavi di lettura imprescindibili del Novecento e del nuovo secolo e, seppure con lentezza, l’espressione “Pop Culture” è divenuta sempre più desueta, sostituita dalla più calzante “Mitologia Moderna”.
Con leggerezza ma ferma solidità culturale, i padri di questa nuova disciplina hanno sapientemente attinto al passato plasmandolo in una nuova visione del mondo, adeguato al cambiamento e alle nuove necessità della società, sempre più proiettata verso il futuro e l’evoluzione tecnologica ma ugualmente bisognosa di role models elevati.
 
Storia della mitologia moderna


Prelevati da un limbo intellettuale non definito, Walt Disney, Elvis Presley, J.R. R. Tolkien, Stan Lee, Osamu Tezuka e Coco Chanel (per citarne solo alcuni), sono stati ricollocati nel pantheon degli artisti fondamentali, assurgendo al ruolo di icone spesso per meriti non riconosciuti in vita. Con un così tardivo riconoscimento, emerge dunque la necessità di recuperare il tempo perduto nella trasmissione educativa di questa storia, la quale, avendo appunto ormai più di cento anni di esistenza, rischia di essere alienata alle nuove generazioni, nate e cresciute con la Mitologia Moderna già integrata nel proprio DNA, ma spesso inconsapevoli di quel percorso storico/artistico che ha portato da “Frankenstein” a “Demon Slayer”.

Creata nel 2022 a Torino proprio per rispondere a questa chiamata, la Fondazione M-Cube ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale della Mitologia Moderna, cogliendone il potere di tutti i suoi nuovi linguaggi. Un’operazione messa in atto attraverso un programma di alleanze che facilitino una nuova relazione tra cultura, scienza e tecnologia, con enti pubblici, università e imprese, ma anche con i cittadini mediante l’applicazione della citizen science. Inoltre, si occupa di azioni concrete di tutela delle collezioni private e pubbliche operandone la catalogazione e digitalizzazione, collabora con i musei istituzionali per semplificare il rapporto con le nuove generazioni, sviluppa progettualità didattiche che applicano l’utilizzo della Mitologia Moderna anche nell’ottica di stimolare la nascita di nuove start-up e posti di lavoro nell’ambito della creatività e imprenditorialità legate alle culture Pop.

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Promosso dal professor Gianluca Coci, docente di lingua e letteratura giapponese del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino, già ideatore del corso di traduzione di manga, e con il pieno favore del professor Matteo Milani, Direttore del Dipartimento, parte da febbraio in UniTo il primo seminario di “Storia della Mitologia Moderna”, un modulo sperimentale concepito con Fondazione M-Cube. Con questo modulo si provvede a sopperire ad u gap individuato dal Dipartimento di Lingue, che ha colto da tempo le potenzialità di generi letterari e narrativi di derivazione prevalentemente anglosassone e nipponica e quindi totalmente in linea con la struttura formativa del dipartimento stesso.

Fabrizio Modina, storico di Mitologia Moderna e docente di Storia della Moda Contemporanea, collezionista e curatore di mostre, ed Emanuela Zilio, storica, progettista europea e docente di Informatica Applicata, saranno gli insegnanti di questo corso che porterà gli studenti a esplorare tutte le interconnessioni tra fumetto, musica, cinema, animazione, letteratura, moda, videogame e le altre innumerevoli espressioni artistiche del nostro tempo.
 
Mitologia Moderna UniTo
 
Emanuela Zilio e Fabrizio Modina della Fondazione M-Cube (foto Stefano Scambia).

È davvero fondamentale, arrivati al 2023 – dice Modinaattivare corsi di questo genere nelle università. Le origini della Mitologia Moderna, non troppo distanti per i boomers e la generazione X, stanno diventando storia antica per chi è nato nel 2010 e questo è un patrimonio che non può andare disperso. Difficilmente un universitario quando indossa un jeans si immagina che il suo pantalone sdrucito è stato inventato a metà del 1.800 e i manga che legge sono il risultato della stratificazione di idee distribuite in almeno cinque decenni”. Come storica, Zilio è abituata a individuare le sottili linee rosse che legano gli eventi tra loro: -“ Se consideriamo un tema storico definito, come, ad esempio, la corsa alla conquista dello spazio negli anni Sessanta, oggi dobbiamo analizzare anche tutte le ricadute che ha avuto sulla società, effetti che attraverso lo studio della Mitologia Moderna possiamo osservare riverberato nella musica di David Bowie, nella moda di Pierre Cardin e André Courrèges, nel cinema di fantascienza e nei fumetti di supereroi”.
Il recente ritorno in classifica di “Running Up That Hill” di Kate Bush (1985), ripescato dalla colonna sonora di “Stranger Things” è l’evidenza dell’interesse delle nuove generazioni per la scoperta e l’approfondimento di un periodo storico apparentemente vicino per chi lo ha vissuto ma enormemente distante per chi è venuto dopo. Una completa visione del fenomeno è necessaria, secondo i due storici, per sviluppare un maggiore senso critico nei confronti della produzione contemporanea e, al contempo, per favorire l’istinto creativo, in un momento di stasi dove tutto tende al remake e al revival, in attesa della prossima idea geniale che diventerà un altro tassello nel mosaico della Mitologia Moderna.
 
Per ulteriori informazioni riguardo il seminario, si può consultare qui la pagina dell'Università degli studi di Torino dedicata,