Dieci anni fa, il 2 Marzo 2013 usciva nei cinema giapponesi un piccolo OAV; era uno tra i tanti nati dall’iniziativa chiamata “Young animators training project”, un ambizioso progetto che a partire dal 2010 con il sostegno economico del ministero della cultura giapponese ha messo al lavoro giovani trainee dell’animazione per produzioni di piccole dimensioni ma di grande impatto.
Il piccolo OAV, che ricordiamo essere l’abbreviazione di Original Anime Video, fu proprio Little Witch Academia dello Studio TRIGGER.
 

Trailer di presentazione dei corti del progetto.
 
Con loro altri corti estremamente interessanti, ma nello specifico Little Witch Academia divenne un vero e proprio fenomeno di culto.

Se si considera che l’internazionalità che già iniziava ad aleggiare tra le decisioni dello studio portò la fatica dei giovani professionisti prima su NicoNico, piattaforma nipponica di streaming video, poi su YouTube con i sottotitoli in inglese e su Crunchyroll: Little Witch Academia, o come lo chiamano gli amici “LWA” era potenzialmente alla portata di tutto il mondo in una quindicina di giorni. In vista di questa sfida, sia per i nuovi animatori che per lo studio, un artista di grande talento ma che fino al momento si era occupato solamente di design, animazione e concept art ha preso per la prima volta posto sullo scranno del regista: Yoh Yoshinari. E non solo: sempre lui si è occupato del soggetto (assieme a Hiroyuki Imaishi che ha aiutato a curarne la sceneggiatura), del design dei personaggi, della direzione delle animazioni e alcuni disegni chiave.

Yoshinari non aveva nessuna intenzione di creare l'ennesimo mahou shojo, voleva semplicemente creare qualcosa che lasciasse il segno. Ed ecco quindi il concept.
 
Akko è stata affascinata dalla magia fin da bambina, da quando ha assistito al primo spettacolo di un mago. Così ha deciso di iscriversi alla scuola di magia Luna Nova, una delle più famose in Europa. Purtroppo il suo entusiasmo viene ben preso spento da noiosissime lezioni, gli insegnamenti sono di stampo conservatore, non sono per nulla divertenti ed interattive. Ma ecco all'improvviso arrivare un’emergenza che minaccia di distruggere la scuola…
 
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Dopo il successo del piccolo episodio, Little Witch Academia e Yoshinari dietro di lei intraprende la strada per un film che viene finanziato tramite Kickstarter: Little Witch Academia: The Enchanted Parade necessitava di 150.000 dollari per vedere la luce e li ottenne in cinque ore. Alla fine della campagna di crowd funding lo Studio TRIGGER raccolse 625.518 dollari e vide la luce nel Luglio 2015.

La première fu a Los Angeles, all'Anime Expo, una location di certo internazionale, alla presenza di Yoshinari e Imaishi. Il primo anche questa volta si è occupato della regia e Michiru Shimada alla sceneggiatura, con Sushio assistente direttore delle animazioni. Ovviamente anche Imaishi ha preso parte al progetto come animatore, allo stesso modo Yoshinari non ha potuto limitare il suo apporto a quello direttoriale, ha dovuto mettere le mani in pasta con qualche cut.
 

Per rimpolpare il culto dello studio, TRIGGER rilasciò anche un corposo documentario sui lavori di produzione sia dell’OAV che del film attualmente disponibili entrambi su YouTube. Possiamo vedere l’approccio da direttore delle animazioni di Yoshinari e le maestrie di Sushio, supereroe che salva i cut all’ultimo.
 

 
A seguito di ciò venne messa in pista una serie animata di ventiquattro episodi: la serie di Little Witch Academia vide la luce nel 2017, annunciato subito dopo la messa in onda di Space Patrol Luluco, sempre dello studio TRIGGER. Alla regia l'immancabile Yoshinari; Takafumi Hori alle animazioni chiave si prende una serie di responsabilità andando ad animare le scene più complesse. Handa invece fa un salto e diventa character designer. In fondo è un gruppo di artisti che cresce professionalmente ed è normale vedere come lungo il corso di vita di un franchise chi ne ha fatto parte sia riuscito a migliorarsi e raggiungere sempre nuovi obiettivi.
Ancora ad oggi la serie e l’intero franchise possono godere di un sentito numero di appassionati e fedeli, tanto da spronare la produzione di un videogame ambientato in quel mondo e una ovvia manciata di fumetti di adattamento e spinoff.
Inoltre lo Studio TRIGGER nel 2017 ha donato i materiali di produzione del corto del 2013 all'Istituto Nazionale d’Informatica giapponese, compresi storyboard, sfondi, studi dei personaggi, layouts, scene animate e scene work-in-progress per studiare nuovi modi per rendere più efficienti i processi di animazione e studiare la generazione automatica dell’animazione (supporti per l’inbeetweening, modelli 3D automatizzati, immagini in alta definizione).
 
little witch academia storyboard di yoshinari.jpg
 
La natura del suo successo? Sicuramente quello di un team appassionato e uno stile, quello di Imaishi e dello Studio TRIGGER ben delineato e definito e che ormai aveva fatto sia presa negli artisti che nel cuore di molti fan, e poi un soggetto estremamente acuto, guarda ad un pubblico vasto e non soltanto giapponese: dalla trama, grande strizzata d’occhio al Wizarding World di Harry Potter ai vari riferimenti alla cultura fantasy internazionale, Little Witch Academia diventa un anime che non conosce confini geografici. Infatti un manipolo di staffer dello studio si erano recati proprio in Inghilterra per studiare bene l’ambiente e l’architettura, in modo tale da poter dare una vera collocazione geografica (anche se formalmente taciuta) alle avventure di Akko.
 
Si è già detto che c'è, ovviamente, Sushio? Basta guardare questo cut qui sopra per vedere tutta l'energie e la sregolatezza che esprimono le sue animazioni.
 
Lo stile estremamente cartoonesco non estraneo al modus operandi dello Studio TRIGGER si ritrova per la prima volta a doversi adattare a qualcosa pensato davvero per un giovane pubblico, ma senza lasciare da parte una cura estrema per le animazioni. Ricordiamo tra i vari key animators Takafumi Hori, il cui senso del movimento è una cosa a parte visto il suo incredibile talento per animare scene complesse con personaggi che risultano come guizzi in un flusso d’azione.
 
Cut di Takafumi Hori in cui effetti e sinuosità diventano un tutt'uno, le azioni sono una la conseguenza armoniosa dell'altra.
 
Ancora, Shuuta Annomiya i cui cut saltellanti riescono a mettere allegria anche in ambienti cupi, grazie anche alla direzione artistica di Yūji Kaneko, forte dell’esperienza allo studio SHAFT per Madoka Magica e Patema Inverted. Ma poi anche Yūto Kaneko, Kai Ikarashi e ovviamente Imaishi non può fare a meno di inserire le sue esplosioni anche nella serie sulla scuola di magia inglese.

Ma quello che forse farà strano immaginare è il forte impatto che Little Witch Academia ha avuto nell’animazione occidentale. Tra i tanti che ne hanno tratto ispirazione c’è sicuramente Dana Terrace, creatrice e showrunner della serie Disney The Owl House.
L’uniforme magica di Akko può essere vista in un episodio della serie, ma non è solo questo il punto di contatto: molti elementi di Little Witch Academia, a sua volta ripresi da Harry Potter, sono stati riutilizzati nella serie americana, tanto da spronare i fan a cercare vari tipi di parallelismi, come la creazione della nemesi della protagonista e il grande amore per le avventure letterarie di una maga (ma non ci addentriamo nello spoiler).
 
Un buon compleanno a Little Witch Accademia, dunque, un piccolo gioiellino di personaggi e animazioni in pieno stile TRIGGER, che ha fatto breccia nel cuore di molti e ha permesso a nuovi e promettenti animatori di raggiungere nuove vette professionali.
Adesso film e OAV sono disponibili su Netflix.


Fonti consultate:
Anime News Network I, II