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Utente9371

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Utente9371

Volumi letti: 7/1 --- Voto 9
Nota bene: dato che una recensione di ciascun volume risulterebbe incredibilmente ripetitiva (e, in effetti, mi è poco comprensibile perché ciascun volume abbia una entry indipendente) recensirò qui non solo il primo volume, ma la serie in generale.

Per molti, le 'Cronache della Guerra di Lodoss', sopratutto nella loro versione anime, sono state la prima introduzione al mondo del fantasy giapponese. Erano tempi diversi, in cui il Giappone conosceva ancora poco il fantasy medievaleggiante, al di là di Tolkien e dei giochi di ruolo. Ed è infatti proprio come 'replay' (sorta di ricapitolazione romanzata) di una sessione di gioco di ruolo che sono nate le 'Cronache della Guerra di Lodoss', ed in particolare il primo volume 'La Strega Grigia', quello che mostra di più le proprie radici nel gioco di ruolo. Un guerriero, un chierico, un elfo ed un nano esplorano una segreta per recuperare un prezioso artefatto dai poteri magici - suona familiare?

In effetti, cosiderando il livello di sofisticazione che il fantasy ha raggiunto, oggi l'isola di Lodoss appare piuttosto demodé, con i suoi nani burberi, i suoi elfi arroganti, e maghi malvagi che insidiano la vita di pure fanciulle. Per quelli che, come me, sono cresciuti con la versione anime della saga di Mizuno, i romanzi sono invece una lettura imprescindibile, sopratutto perché espandono enormemente la trama, le leggende, ed i retroscena di cui l'anime ci aveva solo dato un assaggio: pensate che gli eventi di due dei sette volumi neanche appaiono nell'adattamento anime!

La narrazione, tradendo le proprie origini nel gioco di ruolo, è essenziale e, a tratti, forse un po' rozza. Mizuno non è la Le Guin o Chadwick ma, in fondo, cosa importa? molto più dei risvolti psicologicizzanti di Troni di Spade ed affini, Lodoss incarna un certo modo di concepire il fantasy, molto più vicino al racconto, alla 'cronaca' per citare il titolo, che al romanzo come strumento di indagine psicologica e filosofica. I buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi, gli eroi sono eroi - archetipi che, nel loro carattere assoluto, fanno sì che Mizuno sorprenda ancora più piacevolmente nei rari casi in cui se ne discosta, e ci sono.

Leggere Lodoss nella sua forma originale, come romanzo, è un po' come guardare il primo episodio di Gundam su una televisione a tubo catodico: è un tornare alle origini, vedere dove un certo modo di fare una cosa - in questo caso, il fantasy - è nato. A quel che ne so la serie intera è piuttosto difficile da trovare nella decente, ma non stellare traduzione italiana della Kappa Edizioni (e solo il primo volume è stato tradotto in inglese), lasciando poche alternative se non il mercato di seconda mano.