Anno 2068, Italia. Un'epoca dove le grandi corporazioni hanno assunto l'assoluto controllo della vita politica e sociale del Bel Paese. Le strade delle varie città italiane sono ormai sopraffatte dal cemento e sovrastate da schiere di grattacieli altissimi. I cittadini vivono nell'oppressione più totale le loro vite grigie e tristi. La libertà di espressione è stata infatti uccisa dalla tirannia di un governo corrotto dall'egemonia di una potente organizzazione. La bellezza della nazione italiana sta lentamente appassendo insieme alla cultura, alla musica e all'arte.

Solo un uomo può salvarci da questo angosciante declino culturale e far rinascere negli italiani quella passione perduta nel tempo. Il suo nome è Adrian! Oppure Darian… Anzi no, alcuni lo chiamano La Volpe… Ok, sì… Stiamo comunque parlando di Adriano Celentano, che nel 2019 è riuscito finalmente a mostrare la sua tanto attesa serie animata piena di allegorie e metafore sulla nostra società attuale. In questa recensione, scopriremo se la sua opera è riuscita nel suo intento di far breccia nel cuore degli italiani e risvegliare le loro coscienze.
 
Adrian

Partiamo subito con le presentazioni. Per chi non lo sapesse, Adrian – La serie evento (da pronunciare a voce alta, come se si volessero spaccare i timpani a una persona) è una serie d'animazione scritta, prodotta, sceneggiata, montata, interpretata, disegnata, animata, cantata, ballata e resa un "capolavoro" di arte moderna da Adriano Celentano, il famosissimo cantautore, attore e personaggio televisivo italiano che ha fatto emozionare milioni di fan in tutto lo Stivale durante la seconda parte del secolo scorso grazie alle sue canzoni pregne di significato e passione. Siccome, come è giusto che sia, non bisogna mai accontentarsi delle glorie passate, Celentano decise qualche tempo fa di rimettersi in gioco e iniziare a realizzare una serie animata tutta sua. La produzione ha però incontrato diverse problematiche nel corso degli anni e solo dopo dieci anni dall'inizio dei lavori la serie ha finalmente visto la luce all'interno del palinsesto Mediaset. Adrian è infatti andato in onda con nove episodi su Canale 5 a partire dal gennaio del 2019 ed è terminato nel dicembre dello stesso anno. C'è da dire però che nel mezzo ci sono stati molti mesi di stop.

La trama della serie, già accennata in precedenza, prende spunto da molti elementi appartenenti al filone del cyberpunk: futuro distopico, governi corrotti, sviluppo tecnologico fuori controllo, grandi corporazioni brutte e cattive, ecc… Ecco, sembra tutto bellissimo. Però c'è anche da ricordarsi che questa è una serie trasmessa su Canale 5, perciò non aspettatevi tutta questa gran cosa. Anzi, preparatevi proprio al peggio. Avete presente cosa potrebbe succedere se un romanzo di William Gibson o Isaac Asimov fosse messo dentro un frullatore insieme a una qualunque fiction con Gabriel Garko come attore protagonista? Bene, il risultato è questo.

Il protagonista è Adriano Celentano, un giovane uomo che vive in una piccola casetta in via Gluck a Milano insieme alla sua amata Gilda, una ragazza forte, indipendente e ninfomane, e lavora in una piccola officina che ripara orologi del XX secolo. Durante la notte di Capodanno, i due piccioncini vanno ad assistere a un concerto di Johnny Silver, un cantante membro di una cover band dei Negramaro ammaliato dalla fama, dal denaro e dalle belle donne. In seguito di una serie di strani eventi senza un filo logico, Adrian viene invitato a salire sul palco e canta una canzone: "I Want to Know", un semplice ma potente brano che sconvolge gli animi della folla, la quale va in estasi ed inizia ad applaudire questo misterioso cantautore. Passano i giorni e la fama di questa figura sconosciuto, detta l'Orologiaio, si diffonde ancor di più. Adrian decide quindi di approfittarne e mette in piedi una resistenza nascosta per combattere i politici corrotti e la Mafia International (situata proprio a Napoli, pensate un po'), una malvagia ditta edile capitanata dal temibile Dranghestein il Dissanguatore, un uomo che vuole ricoprire tutta l'Italia di cemento e palazzi grazie ai suoi appalti abusivi. E no, quella che vi abbiamo appena raccontato non è una barzelletta. È la sinossi.
 
Adrian

Il resto della serie non è da meno. In ogni episodio sono presenti buchi di trama enormi, dettagli che non vengono approfonditi abbastanza, che vengono lasciati al caso o eventi che si svolgono senza un particolare filo logico. La banalità della trama è forse la pecca minore di Adrian, perché la sua esecuzione è davvero a tratti imbarazzante. Parti lente e noiose che potrebbero essere tranquillamente saltate con il tasto avanti veloce del telecomando si alternano a momenti in cui succede di tutto e nei quali non si capisce davvero niente.

Qui vengono davvero fuori tutti i difetti di Celentano come regista e sceneggiatore di una serie animata: i dialoghi e le spiegazioni sono tediose quanto i discorsi di un anziano la domenica mattina, i momenti di tensione e climax sono insipidi e privi di emozione, mentre le scene di azione sono orchestrate in una maniera così penosa che sembrano quasi caricaturali. E nonostante ciò, sarà difficile scollarsi dal televisore, perché Adrian è una serie imprevedibile. Nulla di tutto quello che viene trasmesso sullo schermo è scontato e in ogni momento potrebbe saltare fuori un qualsiasi tipo di assurdità mai vista prima in un qualsiasi prodotto di animazione.

Adrian è un "so bad so good", un'opera tecnicamente così pessima da fare il giro e diventare quasi un capolavoro. Il montaggio è orribile, vengono sovrapposte scene e immagini senza senso come disegni abbozzati di Adrian che fa le facce brutte mentre fa sesso, sfondi "mozzafiato" realizzati con MS Paint, Luciano Pavarotti, gatti neri arrabbiati, cani che parlano, il nostro protagonista che cammina in lontananza verso di noi completamente a caso, accompagnato da fiamme realizzate con i peggiori tool di grafica presenti sulla piazza, proprio nel bel mezzo di una scena qualsiasi e tanto altro. Le animazioni sono lente e statiche, tutti i personaggi sembrano avere qualche forma di paresi facciale; lo stesso Adrian ha sempre la solita espressione da "Molleggiato" per tutto il tempo. Insomma, Adrian non lo si guarda mai con serietà, vale la pena di essere visto solo per questi momenti WTF e al limite del ridicolo. Sul lato tecnico si può salvare solo la colonna sonora, in parte realizzata da Celentano stesso, ma anche questa è purtroppo condizionata da scelte registiche totalmente fuori dagli schemi.
 
Adrian

Ci sono veramente poche parole da spendere sui vari personaggi della serie. Ognuno di loro ricopre il suo ruolo preposto e non spicca mai al di sopra degli altri. Cogliamo l'occasione per fare i complimenti ad alcuni bravi doppiatori come lo sono stati Claudio Moneta, Ruggero Andreozzi e Massimo Lodolo, giusto per citare qualche nome, riuscendo a portare a termine con professionalità questo lavoro senza impazzire completamente. Ma adesso parliamo della vera star dello show, Adrian, doppiato da Celentano in persona. Il personaggio ha ben due alter ego: il primo è Darian, un gobbo che dice di essere l'Orologiaio e leader della resistenza, mentre il secondo è Zorro La Volpe, un misterioso eroe mascherato che protegge le donne dalle grinfie dei malintenzionati.

Purtroppo, tutte e tre le incarnazioni di questo personaggio soffrono di una grave patologia che affligge tutti i protagonisti di questo genere di opere: la sindrome di Mary Sue. Avete presente quelle fanfiction che i tredicenni scrivono su Wattpad, Tumblr, ecc... dove mettono al centro della loro storia un self-insert con superpoteri e senza macchia che si fa strada in una trama piena di buchi logico-narrativi? Avete presente, in breve, la famigerata sindrome della seconda media? Ecco, Adrian è questo, solo che al posto di un tredicenne c'è un ottantenne. Adrian sfida praticamente ogni legge della fisica, possiede poteri come il teletrasporto, l'Ultra Istinto e molto probabilmente sa anche manipolare il flusso del tempo, ma tutte queste capacità sovrannaturali non ricevono la benché minima spiegazione. Se avessero detto chiaramente che Adrian fosse un Saiyan, un portatore di Stand, un allievo della scuola di Hokuto o qualcos'altro, almeno il suo personaggio avrebbe acquistato un minimo di coerenza logica.

L'ego di Celentano è stato sicuramente il fattore cruciale che ha influenzato il destino di questa produzione. Adrian è una serie che vuole mettere in evidenza i difetti dell'Italia attuale attraverso una storia ambientata in un futuro che è la diretta conseguenza di tutti problemi che stiamo affrontando oggi. Sarà soprattutto perché la storia è piena di difetti, però i messaggi veicolati da Adrian non sono riusciti a fare breccia nel grande pubblico. La serie vuole portare all'attenzione tematiche importanti e attuali come la questione ambientale, la condizione della donna e la corruzione della classe dirigente, ma lo fa nella maniera più qualunquista e retrograda possibile. Ad esempio, le immense filippiche contro l'abuso edilizio difficilmente avranno colpito gli animi di quella parte di pubblico giovane che ha iniziato a guardare il cartone animato giusto per fare due risate, poiché quest'ultimo affronta i problemi qui citati con una mentalità diversa da quella di Celentano.

Questo vuol dire che Adrian è in realtà un prodotto destinato a un pubblico più in avanti con gli anni? Probabilmente sì, ma gli ascolti su Canale 5 sono stati così bassi che è difficile credere che anche i fan più sfegatati del Molleggiato abbiano prestato attenzione alle sue parole. Durante un pre-show, Piero Chiambretti è intervenuto come ospite dicendo che: "Adriano Celentano è l'antenato di Greta Thunberg." Purtroppo non è così, poiché, nonostante il cantautore italiano e la giovane attivista svedese siano entrambi sensibili nei confronti del tema ecologico, ci sono enormi divergenze fra i loro due modi di pensare ed elaborare un'alternativa al problema. La serie di Adrian è chiaramente stata diretta da un uomo anziano che ha vissuto gran parte della sua vita durante il secolo scorso e per questo motivo la sua morale trova poco spazio all'interno del contesto di oggi.
 
Adrian

Ed è per questa sequela di motivi che Adrian è stato un flop sotto molti aspetti. Gli obiettivi che Adriano Celentano sperava di raggiungere sono andati in frantumi. Lo stesso artista ha ammesso i propri errori e ha imparato la lezione. C'è però una lancia che noi tutti dovremmo spezzare in favore di Adrian. Questa serie è stata talmente brutta che è riuscita a riunire tutti fan dell'animazione in un unico posto, ogni settimana, davanti al televisore. Come successe per il film The Room di Tommy Wiseau, Adrian è riuscito in breve tempo a diventare un'opera cult per i motivi sbagliati. Nel corso degli scorsi mesi sono spuntati un sacco di meme, citazioni, omaggi e tanto altro in onore della tanto sfortunata serie animata di Adriano Celentano. La gente si è divertita un sacco a commentare tutte le assurdità che comparivano su schermo durante i vari episodi. Dopotutto, è stata un'esperienza divertente.
 
Adrian non si merita né un giudizio positivo né uno negativo. visto che è impossibile misurare un tasso così elevato di trash e comicità involontaria prodotta da questo cartone animato. Perciò… Grazie, Adriano. Per tutto ciò che hai realizzato. Ci hai fatto passare dei bei momenti. Come voto alla tua opera abbiamo messo 1 perché tu sei davvero il numero uno!

See you, space Molleggiato...