Viviamo in un’epoca in cui, inutile negarlo, la nostalgia attanaglia la maggior parte delle persone, sotto molteplici punti di vista.
Remake, remaster, sequel, collection, cover popolano, invadono, e a volte infestano tutte le industrie dell’intrattenimento, da quella videoludica, a quella cinematografica, a quella musicale, con alterni risultati dal ritorno alla gloria al disastro totale.
La nostalgia, poi, non colpisce solo i media, ma anche la vita quotidiana: dalla pandemia in avanti molte persone sembrano assalite da un profondo desiderio di tornare indietro, a tempi considerati migliori, più pacifici, più prosperi.
Ma sarà davvero meglio così?
Dodici anni fa, Pokémon entrava, invece, nel futuro, con la sua prima coppia di videogiochi con grafica in 3D, ma lo faceva sempre con un piede nel passato, data la presenza degli starter originali Bulbasaur, Charmander, Squirtle, di Mewtwo e di parecchi altri popolarissimi Pokémon di prima generazione, quasi a voler “ricominciare da capo” tenendo bene a mente le proprie origini e senza rinunciare a un po' di sano effetto nostalgia.
E, tra le pagine dell’adattamento manga dei videogiochi in questione, editi da J-Pop Manga in tre volumi da circa 450 pagine al prezzo di 11,50 euro ciascuno (o in cofanetto, al costo dei tre volumi combinati), Pokémon X e Pokémon Y, la nostalgia si fa molto, molto pericolosa…
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In un certo senso, anche il manga procede senza dimenticare le origini culturali del franchise, perché la trama di questo adattamento di X e Y rende i protagonisti dei veri e propri Goonies, più in fuga da adulti avidi e cattivi che in viaggio per realizzare i loro sogni, ed è abbastanza noto che i primi capitoli della saga videoludica debbano molto a questo genere di cinematografia anni ‘80, compresa la popolarissima citazione a Stand by me-Ricordo di un’estate (d'altronde c'erano coinvolti membri del team che ha lavorato a Earthbound, gioco molto legato all'iconografia anni '80).
In questo adattamento manga, il disastro irrompe nelle vite di ragazzi relativamente normali, costringendoli ad imbarcarsi in un’impresa che appare disperata e in cui non ci si può fidare, apparentemente, di nessun adulto.
Tutto questo mentre i giovani protagonisti devono pensare anche ai loro problemi personali, tra screzi familiari e terrore delle aspettative altrui, sogni da realizzare e paure da superare, in una rappresentazione molto marcata sia dei protagonisti “muti” dei giochi, che dei loro amici e rivali.
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Questo tipo di varietà nelle caratterizzazioni dei protagonisti, nei loro obiettivi e nelle loro storie è sempre stata uno dei grandi pregi del manga Pokémon: La Grande Avventura, finendo per creare sempre personaggi nuovi, con personalità e storie personali differenti, in grado di incuriosire e attrarre il lettore.
In questo caso, i protagonisti sono anche molti più del solito, come saprà chi ha giocato ai capitoli per Nintendo 3DS, anche se le personalità degli “altri tre” erano già abbastanza definite dal principio e non hanno avuto bisogno di molto lavoro da parte dei mangaka.
Anche all’ampia cerchia di comprimari, tra capipalestra e i leader del Team Flare, viene dato risalto e un’accurata caratterizzazione ovunque possibile, per quanto in questi casi ci sono personaggi che già dai giochi si possono definire come “in primo piano” e altri “in secondo piano”, cosa che poi viene sostanzialmente confermata dall’uso che ne fa anche l’anime.
Così accade anche qui, tutto sommato creando una sorta di “continuità crossmediale”, ma viene anche realizzato un approfondimento maggiore su spunti che vengono solo accennati all’interno dei giochi.
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Parlando di protagonisti, è decisamente il caso di aprire una parentesi sul protagonista maschile, X: se, come già citato, gli autori si sono sempre impegnati a creare eroi con caratterizzazioni differenti, in questo caso vanno oltre, facendo del protagonista, in un certo senso, l’antitesi del personaggio principale di Pokémon stereotipato.
A causa delle eccessive pressioni ricevute in tenera età, X si è chiuso in camera e in sé stesso, allontanandosi anche dai suoi Pokémon, e questa è una scelta affascinante, perché se da un lato può creare qualche problema in un’opera che vede come spina dorsale sempre il viaggio, dall’altro permette di toccare, con le dovute attenzioni, il tema dei “bambini prodigio” e delle eccessive pressioni che il mondo degli adulti può esercitare su di loro, ma anche il tema degli hikikomori e di chi, in generale, anziché partire per l’avventura della vita viene spinto a chiudersi a riccio.
Di contro, la protagonista femminile, Yvonne detta Y, è molto più “tradizionale”, ma questo perché è fondamentale che faccia da contraltare alla particolarità di X.
Gli amici/rivali dei protagonisti sono molto vicini alle loro controparti digitali, cosa che permette, comunque, di creare una certa varietà di situazioni e interazioni nel corso delle vicende, dando anche a loro obiettivi da raggiungere e problemi da risolvere.
Tra la loro presenza e la natura più schiva del protagonista maschile, la storia finisce per essere molto più corale del solito, cosa che aiuta ancora di più a variare rispetto alle serie precedenti.
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Quello che stupisce di più, però, di Pokémon: La Grande Avventura - X e Y è forse il tempismo involontario, per quel che riguarda le tematiche affrontate: un gruppo di ragazzi si trova infatti a combattere contro un’organizzazione criminale guidata da un uomo estremamente facoltoso che vuole riportare la sua patria a dei presunti “antichi fasti”, portando con sé solo chi è meritevole, ma, gira e rigira, alla fine chi è “meritevole” è semplicemente chi è ricco abbastanza da permettersi di entrare nel Team Flare.
Tutto questo “rendere di nuovo bellissima Kalos” all’insegna dell’ipocrisia e del classismo è, purtroppo, qualcosa che ci risulta sin troppo familiare al giorno d’oggi, per quanto il manga sia già di diversi anni fa, ma GameFreak prima e i mangaka poi avranno voluto sicuramente approfittare del fatto che la regione di Kalos sia ispirata alla Francia per implementare concetti legati indissolubilmente ai contrasti sociali che portarono alla rivoluzione francese, più che fare chiaroveggenza in stile I Simpsons.
Viene posta spesso l’attenzione sulla povera gente di Kalos, quella che deve vivere tra mille difficoltà e limitazioni, e che deve sperare nell’aiuto di qualche ricco benefattore o che, spesso, finisce per esserne vittima o marionetta.
Di nuovo, per quanto sia un manga di alcuni anni fa, l’accuratezza sociale risulta amaramente notevole, per quanto indubbiamente involontaria, e forse, anzi, aiuta ad apprezzare di più un’opera che (in qualunque suo media, va detto) pur avendo come target principale i bambini sa comunque creare una narrativa su più piani di lettura, per affascinare e far riflettere anche gli adulti.
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In un certo senso, però, è un peccato che tutta questa azione e filosofia sacrifichino un po’ la rappresentazione di luoghi e scorci della “bellissima” Kalos, la prima regione interamente in 3D della serie e che ha sfruttato parecchio queste novità grafiche nella sua geografia e architettura (infatti presto potremo esplorarne nuovamente la città principale in Leggende Pokémon ZA).
Mentre le avventure animate di Ash, Serena, Lem e Clem sono più “stiracchiate” a causa dei tempi televisivi, e permettono una rappresentazione più approfondita della regione, gli eroi del manga sono fuggitivi, di fretta, braccati, e hanno ben poco tempo e voglia per fare i turisti, e di conseguenza la “regione” si sente poco, anche perché in mezzo c’è pure la questione delle mega-evoluzioni, tutte appartenenti a Pokémon non originari di Kalos ma che, quindi, è necessario inserire in squadra togliendo spazio a Pokémon “indigeni”.
Remake, remaster, sequel, collection, cover popolano, invadono, e a volte infestano tutte le industrie dell’intrattenimento, da quella videoludica, a quella cinematografica, a quella musicale, con alterni risultati dal ritorno alla gloria al disastro totale.
La nostalgia, poi, non colpisce solo i media, ma anche la vita quotidiana: dalla pandemia in avanti molte persone sembrano assalite da un profondo desiderio di tornare indietro, a tempi considerati migliori, più pacifici, più prosperi.
Ma sarà davvero meglio così?
Dodici anni fa, Pokémon entrava, invece, nel futuro, con la sua prima coppia di videogiochi con grafica in 3D, ma lo faceva sempre con un piede nel passato, data la presenza degli starter originali Bulbasaur, Charmander, Squirtle, di Mewtwo e di parecchi altri popolarissimi Pokémon di prima generazione, quasi a voler “ricominciare da capo” tenendo bene a mente le proprie origini e senza rinunciare a un po' di sano effetto nostalgia.
E, tra le pagine dell’adattamento manga dei videogiochi in questione, editi da J-Pop Manga in tre volumi da circa 450 pagine al prezzo di 11,50 euro ciascuno (o in cofanetto, al costo dei tre volumi combinati), Pokémon X e Pokémon Y, la nostalgia si fa molto, molto pericolosa…
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In un certo senso, anche il manga procede senza dimenticare le origini culturali del franchise, perché la trama di questo adattamento di X e Y rende i protagonisti dei veri e propri Goonies, più in fuga da adulti avidi e cattivi che in viaggio per realizzare i loro sogni, ed è abbastanza noto che i primi capitoli della saga videoludica debbano molto a questo genere di cinematografia anni ‘80, compresa la popolarissima citazione a Stand by me-Ricordo di un’estate (d'altronde c'erano coinvolti membri del team che ha lavorato a Earthbound, gioco molto legato all'iconografia anni '80).
In questo adattamento manga, il disastro irrompe nelle vite di ragazzi relativamente normali, costringendoli ad imbarcarsi in un’impresa che appare disperata e in cui non ci si può fidare, apparentemente, di nessun adulto.
Tutto questo mentre i giovani protagonisti devono pensare anche ai loro problemi personali, tra screzi familiari e terrore delle aspettative altrui, sogni da realizzare e paure da superare, in una rappresentazione molto marcata sia dei protagonisti “muti” dei giochi, che dei loro amici e rivali.
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Questo tipo di varietà nelle caratterizzazioni dei protagonisti, nei loro obiettivi e nelle loro storie è sempre stata uno dei grandi pregi del manga Pokémon: La Grande Avventura, finendo per creare sempre personaggi nuovi, con personalità e storie personali differenti, in grado di incuriosire e attrarre il lettore.
In questo caso, i protagonisti sono anche molti più del solito, come saprà chi ha giocato ai capitoli per Nintendo 3DS, anche se le personalità degli “altri tre” erano già abbastanza definite dal principio e non hanno avuto bisogno di molto lavoro da parte dei mangaka.
Anche all’ampia cerchia di comprimari, tra capipalestra e i leader del Team Flare, viene dato risalto e un’accurata caratterizzazione ovunque possibile, per quanto in questi casi ci sono personaggi che già dai giochi si possono definire come “in primo piano” e altri “in secondo piano”, cosa che poi viene sostanzialmente confermata dall’uso che ne fa anche l’anime.
Così accade anche qui, tutto sommato creando una sorta di “continuità crossmediale”, ma viene anche realizzato un approfondimento maggiore su spunti che vengono solo accennati all’interno dei giochi.
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Parlando di protagonisti, è decisamente il caso di aprire una parentesi sul protagonista maschile, X: se, come già citato, gli autori si sono sempre impegnati a creare eroi con caratterizzazioni differenti, in questo caso vanno oltre, facendo del protagonista, in un certo senso, l’antitesi del personaggio principale di Pokémon stereotipato.
A causa delle eccessive pressioni ricevute in tenera età, X si è chiuso in camera e in sé stesso, allontanandosi anche dai suoi Pokémon, e questa è una scelta affascinante, perché se da un lato può creare qualche problema in un’opera che vede come spina dorsale sempre il viaggio, dall’altro permette di toccare, con le dovute attenzioni, il tema dei “bambini prodigio” e delle eccessive pressioni che il mondo degli adulti può esercitare su di loro, ma anche il tema degli hikikomori e di chi, in generale, anziché partire per l’avventura della vita viene spinto a chiudersi a riccio.
Di contro, la protagonista femminile, Yvonne detta Y, è molto più “tradizionale”, ma questo perché è fondamentale che faccia da contraltare alla particolarità di X.
Gli amici/rivali dei protagonisti sono molto vicini alle loro controparti digitali, cosa che permette, comunque, di creare una certa varietà di situazioni e interazioni nel corso delle vicende, dando anche a loro obiettivi da raggiungere e problemi da risolvere.
Tra la loro presenza e la natura più schiva del protagonista maschile, la storia finisce per essere molto più corale del solito, cosa che aiuta ancora di più a variare rispetto alle serie precedenti.
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Quello che stupisce di più, però, di Pokémon: La Grande Avventura - X e Y è forse il tempismo involontario, per quel che riguarda le tematiche affrontate: un gruppo di ragazzi si trova infatti a combattere contro un’organizzazione criminale guidata da un uomo estremamente facoltoso che vuole riportare la sua patria a dei presunti “antichi fasti”, portando con sé solo chi è meritevole, ma, gira e rigira, alla fine chi è “meritevole” è semplicemente chi è ricco abbastanza da permettersi di entrare nel Team Flare.
Tutto questo “rendere di nuovo bellissima Kalos” all’insegna dell’ipocrisia e del classismo è, purtroppo, qualcosa che ci risulta sin troppo familiare al giorno d’oggi, per quanto il manga sia già di diversi anni fa, ma GameFreak prima e i mangaka poi avranno voluto sicuramente approfittare del fatto che la regione di Kalos sia ispirata alla Francia per implementare concetti legati indissolubilmente ai contrasti sociali che portarono alla rivoluzione francese, più che fare chiaroveggenza in stile I Simpsons.
Viene posta spesso l’attenzione sulla povera gente di Kalos, quella che deve vivere tra mille difficoltà e limitazioni, e che deve sperare nell’aiuto di qualche ricco benefattore o che, spesso, finisce per esserne vittima o marionetta.
Di nuovo, per quanto sia un manga di alcuni anni fa, l’accuratezza sociale risulta amaramente notevole, per quanto indubbiamente involontaria, e forse, anzi, aiuta ad apprezzare di più un’opera che (in qualunque suo media, va detto) pur avendo come target principale i bambini sa comunque creare una narrativa su più piani di lettura, per affascinare e far riflettere anche gli adulti.
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In un certo senso, però, è un peccato che tutta questa azione e filosofia sacrifichino un po’ la rappresentazione di luoghi e scorci della “bellissima” Kalos, la prima regione interamente in 3D della serie e che ha sfruttato parecchio queste novità grafiche nella sua geografia e architettura (infatti presto potremo esplorarne nuovamente la città principale in Leggende Pokémon ZA).
Mentre le avventure animate di Ash, Serena, Lem e Clem sono più “stiracchiate” a causa dei tempi televisivi, e permettono una rappresentazione più approfondita della regione, gli eroi del manga sono fuggitivi, di fretta, braccati, e hanno ben poco tempo e voglia per fare i turisti, e di conseguenza la “regione” si sente poco, anche perché in mezzo c’è pure la questione delle mega-evoluzioni, tutte appartenenti a Pokémon non originari di Kalos ma che, quindi, è necessario inserire in squadra togliendo spazio a Pokémon “indigeni”.
Pokémon: La Grande Avventura - X e Y mette in scena una storia densa e orizzontale, che tralascia un po’ il senso dell’esplorazione e le sfide ai capipalestra per concentrarsi sulla lotta con il Team malvagio di turno, creando un’avventura dai toni decisamente epici pur sacrificando un po’ del “turismo” che, nei videogiochi, rende le avventure Pokémon sempre piacevoli.
La serie manga si dimostra una volta di più un ottimo “accessorio” al media principale, a cui peraltro l’adattamento italiano di J-POP Manga si dimostra una volta di più fedelissimo, dettaglio che ritengo fondamentale per avere una certa coerenza generale per i nomi dei personaggi e dei luoghi (già ci sono centinaia, ora migliaia, di Pokémon, mosse, umani da ricordare, ci manca solo doversi ricordare più di un nome per ognuno di essi).
Ora bisogna vedere come la serie proseguirà, visto che, da questo punto in avanti, le uscite dei videogiochi si fecero molto più “fitte” e con esse, inevitabilmente, anche il ritmo di pubblicazione dei capitoli si sarà dovuto adattare.
La serie manga si dimostra una volta di più un ottimo “accessorio” al media principale, a cui peraltro l’adattamento italiano di J-POP Manga si dimostra una volta di più fedelissimo, dettaglio che ritengo fondamentale per avere una certa coerenza generale per i nomi dei personaggi e dei luoghi (già ci sono centinaia, ora migliaia, di Pokémon, mosse, umani da ricordare, ci manca solo doversi ricordare più di un nome per ognuno di essi).
Ora bisogna vedere come la serie proseguirà, visto che, da questo punto in avanti, le uscite dei videogiochi si fecero molto più “fitte” e con esse, inevitabilmente, anche il ritmo di pubblicazione dei capitoli si sarà dovuto adattare.
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Pro
- Protagonisti nuovi e interessanti
- Tematiche tanto importanti quanto attuali
- Stile di disegno sempre gradevole
Contro
- Kalos un po' "sacrificata" per dovere di trama
- Troppi Pokémon "vecchi" nelle squadre dei protagonisti
Pokemon Forever ❤️
Ha il pregio indubbio che ogni saga i protagonisti cambiano e c'è sempre la speranza che possa tornare ad essere un capolavoro.
L'arco di USUM ancora ancora qualche spunto interessante e bei momenti li ha, ma ORAS, Sword e Shield e l'attuale Scarlet e Violet sono una roba imbarazzante, qualitativamente lontanissimi dai fasti d'oro del franchise (idem per i videogiochi, d'altronde).
Ho apprezzato anche che il manga si prenda la briga di inventarsi un proprio "Pokémon Z" introducendo tutta una seconda parte con Zygarde, cosa che peraltro continua anche nella saga di SM/USUM.
Riguardo la pubblicazione, in Giappone sono due anni che il volume 65 in cui dovrebbe concludersi ORAS latita. Sembra che rispetto alla serializzazione su rivista gli autori abbiano voluto fare aggiunte molto consistenti e che esse richiedano molto tempo ed autorizzazioni dai piani alti. Quando finalmente usciranno e la saga sarà pubblicata anche in Italia, immagino sarà composta da due omnibus piuttosto striminziti perché non è lunga neanche quanto BW2.
Dici? Secondo me SM/USUM è forse la saga principale meno ispirata, in larga parte perché nei rispettivi giochi la trama è già molto approfondita ed il manga si limita a riprenderla pedissequamente. Con SwSh, come con XY, si sono dovuti almeno inventare qualcosa per sopperire alla carenza cronica di trama nei giochi, e l'attuale SV mi sta divertendo per la totale imprevedibilità e stranezza dei protagonisti.
Sì. Se hai preso il cofanetto allora tutti e tre i volumi 24-25-26 erano disponibili ad inizio aprile.
"Dodici anni fa, Pokémon entrava, invece, nel futuro, con la sua prima coppia di videogiochi con grafica in 3D, ma lo faceva sempre con un piede nel passato, data la presenza degli starter originali Bulbasaur, Charmander, Squirtle, di Mewtwo e di parecchi altri popolarissimi Pokémon di prima generazione, quasi a voler “ricominciare da capo” tenendo bene a mente le proprie origini e senza rinunciare a un po' di sano effetto nostalgia."
No The Narutimate Hero dodici anni fa Pokémon non entrava nel futuro ma iniziava il suo rovinoso declino ☹️.
I rimandi nostalgici a Kanto con i tre starter iniziali e Mewtwo sono stati imbarazzanti ☹️.
Inizia l'epoca del gameplay super facilitato 😱.
Pokemon X e Y sono stati un grandissimo passo indietro rispetto alla meravigliosa rivoluzione di Bianco e Nero.
In III e V generazione che sono stati giochi rivoluzionari i rimandi al passato erano pochissimi... In VI generazione inizia lo sfruttamento della nostalgia ☹️.
Sinceramente non mi va di comprare un manga ispirato a X e Y per coerenza contro Game Freak che ha rovinato una delle migliori serie videoludiche di tutti i tempi.
Nulla contro Hidenori Kusaka grande sceneggiatore e Satoshi Yamamoto grandissimo disegnatore ma non me la sento.
La 4 ha iniziato la semplificazione e, per quanto io sia grande fan della 4 gen perché comunque erano giochi ben fatti, come pure dei remake di oro e argento (forse i giochi più belli mai creati), erano comunque giochi molto più semplici.
La 5 gen è sì una buona generazione ma erano stati fatti dei passi indietro lato interfaccia touchscreen (decisamente più scomoda rispetto ai remake di gen 4) e all'epoca giravano davvero male (il ds semplicemente non ce la faceva a gestirli), inoltre avevano dei colori smorti che davano la depressione.
Anche il fatto che in particolare in bianco e nero 1 non fosse possibile incontrare (e per parecchio neanche trasferire) alcun vecchio pokemon a mio parere era un gran limite... perché è vero che è una delle generazioni in cui sono stati introdotti più pokemon, ma lo stile di 5 gen mi fa abbastanza schifo (con le dovute eccezioni ovvio) e all'epoca questo mi aveva convinto a saltare dei giochi che quando poi li ho recuperati non erano malaccio.
La 6 gen (parlo però solo di X e Y in questo caso) è sì stata un passo indietro sotto molti punti di vista ma il fatto che si svolgesse in europa, le varie innovazioni lato grafico e gameplay, i colori finalmente tornati ad essere presenti l'hanno resa comunque una generazione divertente, brevissima e molto semplice, ma comunque divertente. Le mega erano un po' una tamarrata ma erano un modo per vedere nuovi design di vecchi pokemon che erano comunque molto amati e che non potevano non essere riproposti come chiedeva una nicchia di fan.
Dai remake di rubino e zaffiro però si è capito che quelle semplificazioni estreme le avevano anche implementate nei remake e dalla 7 gen in poi hanno deciso rendere i giochi pokemon dei veri e propri corridoi semplificando così tanto il gameplay da rendere persino l'erba alta opzionale.
Da lì in avanti tra condivisore di esperienza sempre attivo e non disattivabile e strutture sempre più semplici e banali si è arrivati a giochi che non vale neanche la pena giocare (tanto che ho smesso di acquistarli).
La colpa è principalmente di Game Freak che sforna giochi nuovi in continuazione e gli autori non hanno più i tempi per pianificare una storia come si deve. Abbastanza emblematico il caso del manga di Bianco 2 e Nero 2 rimasto monco del finale per anni, tanto a Ishihara e soci frega solo di fare promozione ai giochi più recenti.
In un mondo ideale Bianco 2 e Nero 2 avrebbero incluso il Pokémon World Tournament, UltraSole & UltraLuna l'Episodio RR, e Leggende Arceus avrebbe ricveuto una trasposizione.
Concordo quasi su tutto tranne su due cose iniziando dalla semplicità di Diamante e Perla.
In D. e P. Nessuno ti regala nulla... Per allenare i Pokémon fino al livello 100 devi metterci impegno.
D. e P. Come gameplay non mi sembrano tanti diversi dai suoi predecessori.
Certo se mettiamo Pokémon in confronto a Final Fantasy e Dragon Quest è molto più semplice... Ma nei suoi tempi migliori Pokémon era un gioiellino considerando anche che erano giochi per console portatili.
Sui manga concordo la qualità è via via calata ☹️ però per molto tempo è stato un manga eccellente.
@G.P.
Mezza leggenda metropolitana.
Date giapponesi
29 gennaio 2004 Pokémon Rosso Fuoco e Pokémon Verde Foglia
16 settembre 2004 Pokémon Smeraldo
Due giochi della serie principale in un anno!
Della saga principale fino ad un certo punto essendo un seguito ed un remake, e infatti nel manga fecero archi brevi ma potendo riutilizzare i protagonisti o quasi
Nessuno li ha forzati a chiudere le saghe prima del tempo (vedi appunto B2W2), nessuno li ha forzati ad adattare ogni gioco (vedi infatti come abbiano saltato Arceus/BDSP), e nessuno li ha forzati a iniziare saghe prima del dovuto (Infatti SV è iniziata tardissimo rispetto all’uscita dei giochi). Semplicemente Kusaka vuole fare un sacco di cose e vuole farle bene (basta vedere quanto ci sta mettendo a uscire il finale di ORAS), ma non sempre ci riesce. (E sia chiaro, spero che continui a provarci perché di arc che mi hanno dato l’impatto emotivo di RS ce ne sono state poche in tutti i manga che ho letto, quindi ho fiducia)
Va bene ma sono sempre della serie principale.
Insomma quello sviluppati direttamente da Game Freak a differenza dei vari Stadium, Pinball, Mistery Dungeon, Ranger ecc.
Quelle saghe nel manga mi sono molto piaciute!
Facciamo un piccolo confronto:
Mi sembra molto evidente che quando le uscite dei giochi erano più diradate venivano disegnati archi narrativi più lunghi. Juppongatana ha citato il caso di Platino e RossoFuoco & VerdeFoglia usciti lo stesso anno, ma parliamo di una espansione e dei remake, quindi i contenuti narrativi erano giustamente più ridotti. E anche così sono archi più lunghi di Bianco 2 e Nero 2.
Nessuno li ha forzati? Bianco 2 e Nero 2 è rimasto in pausa per anni perché Game Freak spingeva per serializzare l'adattamento dei videogiochi più recenti e gli autori non riuscivano a star dietro al lavoro...
E B2W2 è rimasta bloccata perché Kusaka aveva un blocco dello scrittore e non sapeva come finire degnamente l’arc, l’ha detto e si è scusato più volte negli anni. Se fosse stato un problema di “non riuscire a star dietro” avrebbero saltato ORAS, chiuso più in fretta le altre arc principali e, adesso che i volumi hanno iniziato a sbloccarsi, semplicemente pubblicato quello che era uscito su rivista e lasciato perdere così.
Invece no, hanno dato una buona durata a tutte le saghe e anche adesso continuano ad aggiungere contenuti a quelle vecchie, ritardando ancora di più l’uscita dei volumi. Semmai adesso forse hanno iniziato ad avere problemi (e ci mancherebbe, non hanno più trent’anni), e infatti hanno deciso di saltare PLA/BDSP e iniziare SV solo al termine di SwSh, probabilmente perché sarebbe stato impossibile star dietro a 3/4 saghe più la revisione di quelle vecchie tutto insieme.
Volumi 1-3: Rosso, Blu e Verde
4-7: Giallo
8- prima parte 15: Oro, Argento e Cristallo
Seconda parte 15 - prima parte 22: Rubino e Zaffiro
Seconda parte 22 - prima parte 26: Rosso Fuoco e Verde Foglia
Prima parte 26 - 29: Smeraldo
30 - prima parte 38: Diamante e Perla
Seconda parte 38 - 40: Platino
41 - prima parte 43: Oro Heart Gold e Argento Soul Silver
Seconda parte 43 - 51: Bianco e Nero
52 - prima parte 55: Bianco e Nero 2
Seconda parte 55 - prima parte 62: X ed Y
Seconda parte 62 - prima parte 65 (non ancora uscito): Rubino Omega e Zaffiro Alfa
I volumi riveduti e corretti dalla settima generazione in poi non sono ancora usciti, ma dovrebbero essere sui sei volumi Sole e Luna/Ultra e sette Spada e Scudo. Alla fine a parte Diamante e Perla che durò nove volumi, la maggior parte delle saghe principali si è sempre attestata dalle parti dei sette. Certo che per me è stato un grosso peccato perdere una saga su Leggende Arceus, avrebbero potuto farla coi protagonisti di quarta generazione che vengono inviati nel passato.
Così si è creata una situazione nella quale la pubblicazione dei volumi principali è rimasta “incagliata” al volume 53, col 54 uscito tre anni dopo e il 55 tre anni dopo ancora. Nel frattempo le altre saghe sono iniziate e “finite” su rivista, e sono state pubblicate in volumi con una numerazione separata.
Superato lo “scoglio” del finale di B2W2 le altre saghe hanno iniziato ad essere pubblicate nei volumi con numerazione normale, ma gli autori hanno deciso di “migliorarle” aggiungendo capitoli in più, adesso che non serve più star dietro alla pubblicazione su rivista. Quindi XY ha ricevuto 8 capitoli in più sulla pubblicazione nei volumi, e adesso che stanno pubblicando ORAS sembra che ci sarà una corposa aggiunta sul finale, visto che il volume 65 ci sta mettendo più di due anni ad uscire, dopo essere stato posticipato per sei (!!!) volte.
Sono passati 3.000 anni (cit.) da quando ho iniziato a seguire il manga...
ORAS non fu saltato, fu rushato. E anche così non riuscirono a recuperare terreno.
Tu addossi tutta la colpa alla lentezza gli autori, ma quindi il fatto che i problemi siano cominciati con B2W2 sarebbe solo una coincidenza? Perché fu proprio a partire da lì che cominciarono a pubblicare un gioco main (o comunque un pacchetto DLC) all'anno. In oltre un decennio gli unici anni ad aver saltato un gioco nuovo sono stati il 2015 e il 2024...
Anzi, se lo traduci in archi hanno pure rallentato, pre-B2W2 avevano “unito” solo Blu e Cristallo, facendo quindi 10 arc in 16 anni, mentre dopo hanno unito USUM e i DLC, oltre a saltare interamente LGPE, BDSP e PLA, facendo quindi 6 arc da adattare in 13 anni (probabilmente 14 visto che dubito adatteranno Z-A).
Inoltre preciso che non li sto incolpando, il manga è il loro ed è più che giusto che si prendano i loro tempi, anzi ne sono contentissimo. Si sa che fare il mangaka non è un lavoro facile, ancor meno farlo per 28 anni sulla stessa opera, dovendo “dare una storia” a una serie di giochi che spesso non ce l’ha, ma senza nemmeno sforare troppo dall’opera originale. È un miracolo che ancora continuino, altro che colpa.
EDIT: senza contare che ORAS è già più lunga di HGSS, tanto rushata non è stata almeno guardando la lunghezza.
I capitoli extra di XY erano già stati pubblicati su un altra rivista.
L'unica vera aggiunta nei volumi è il finale di B2W2 PER ORA
Vi lamentate dei giochi, ma anche il manga non scherza in quanto a patch e DLC.
Per i capitoli di mezzo gli stessi volumi JPOP. Nella galleria delle immagini è indicata la fonte dei capitoli e cioè una diversa rivista.
Pensavo fosse così anche per Magiana ma effettivamente no
Guarda, se vai a cercare il pelo nell'uovo ci sono anche aggiunte ancora più capillari nei singoli capitoli.
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