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6.0/10
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Visto in un momento di delirio da esami, si è rivelato l'accompagnamento perfetto per quel momento abbastanza assurdo. Dirò la verità, avevo molte aspettative su questo titolo, avendo sentito molte opinioni positive al riguardo, ma sono rimasta un po delusa.

La trama è abbastanza semplice, segue il filone del classico ragazzino insicuro di sé che salva il Giappone e acquista fiducia in sé stesso, riuscendo pure a farsi bello agli occhi della ragazzina carina. Il film non esce da questo tracciato e non regala momenti di suspance, colpi di scena o colpi di originalità, risulta tutto abbastanza prevedibile, sia nella tempistica che nella concatenazione causa/effetto/disastro successivo/ribaltone/colpo di scena/etc.
In compenso l'assurdità di determinate scene rasenta il comico demenziale, e la volontà di voler esagerare e stupire a tutti i costi risulta fastidiosa, non c'è bisogno di chissà quali espedienti per creare interesse nello spettatore. E questo solo nel mondo reale.
Il mondo virtuale è il contraltare della vicenda nel mondo reale, o viceversa? Su questo quesito è praticamente costruito l'aspetto del film, peccato che i due mondi e il loro incrociarsi renda la vicenda decisamente difficile da digerire. Le due parti si intersecano "a singhiozzo", rendendo difficile allo spettatore assimilare serenamente il doppio piano della vicenda, e creando una sensazione di "fastidio", come se qualcuno, durante una scena interessante nel mondo reale, facesse zapping a caso nel mondo virtuale, e viceversa.

In questo contrasto eccessivo tra le due realtà sta, secondo me, la maggior debolezza del film, tenendo conto che questo fastidio e "stacco" non è vissuto né dal protagonista né dai comprimari, che anzi, mano a mano che la vicenda prosegue, trovano nell'avanzamento del film un agghiacciante parallelismo tra quello che accade nel mondo virtuale e nel mondo reale. Nel momento in cui le due realtà riescono a trovare equilibrio nella narrazione, il regista si lascia prendere la mano dalla parte virtuale (com'è giusto che sia), scadendo però nel classicissimo colpo di scena buonista (e concedetemelo, ho riso per tutta la durata della scena).
Qui la mia recensione smette quella poca oggettività che ho cercato di preservare, e sprofonda nella vergogna dello spettatore che sperava di non trovarsi davanti quello che ha visto. Arrivare nel 2009 (anno produzione, ora 2011) e vedere la stessa scena presente in quasi ogni momento cruciale di anime/manga/film mi dà sui nervi. Il finale fa sorridere il giusto.

Lo stile del disegno è sintetico, nulla di originale ma fresco, adatto per il genere di storia e per dare un effetto di fluidità tra personaggi e ambiente. Nei fermo-immagine risulta fastidioso il contrasto di colori e forme tra sfondo e personaggi, ma nel film non si nota minimamente. Ho apprezzato le deformazioni prospettiche dei corpi in certe inquadrature, rendevano molto bene l'espressività dei personaggi, decisamente meglio dei loro volti.
Il design del mondo virtuale è molto "puccioso" (kawaii?) e colorato, inutile elencare i riferimenti simbolico/visivi di avatar e del cattivo, oltre che dell'avatar-yoko, ma sono abbastanza godibili nel fracasso delle varie scene.

Concludendo: il film poteva essere decisamente meglio. La più grossa pecca è stata, secondo me, l'eccessiva prevedibilità delle scene, e la voglia di strafare a tutti i costi in momenti in cui non era necessario.
Rimane comunque un film carino da guardare da soli o con gli amici, ti dà giusto la voglia di una bella fetta di anguria in un caldo pomeriggio estivo.