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<b>ATTENZIONE: la recensione contiene spoiler!</b>

Avendo amato follemente l'anime di Toshokan sensou, quando ho scoperto l'esistenza del film, mi sono letteralmente fiondata a vederlo.
Ora, sono consapevole che il mio voto - massimo - potrebbe essere considerato di parte: sono laureata in biblioteconomia, adoro i libri e m'interessa tantissimo il tema della censura; per di più, la coppia protagonista della serie ha quel genere di rapporto da "l'amore non è bello se non è (perennemente) litigarello" che io adoro e che fa impazzire la fangirl che è in me (quindi: se vi trovate in queste caratteristiche, vedetevi l'anime: sicuramente vi piacerà!).
Eppure, vi assicuro che tutto questo non c'entra. Sì, perché, mentre nella serie animata ho trovato dei punti che non mi hanno convinta del tutto, e che mi hanno portato a dare meno, nonostante il mio cuore volesse assegnare di più, giudico questo film non dico perfetto, ma almeno superiore all'anime, nonostante ne sia semplicemente la prosecuzione.
Kamukei no Tsubasa, infatti, si colloca dopo la fine dell'anime - tanto che l'appuntamento che i due personaggi hanno è proprio quello di cui parlano nella serie, quando Dojo propone a Iku di andare insieme, un giorno, a bere un tè alla camomilla - e ricalca la trama del quarto e ultimo romanzo che compone la serie da cui sia l'anime che i manga sono tratti. Proprio per questo motivo, ritroviamo esattamente tutto quello che abbiamo già visto nella serie: stessi disegni - spesso nei film troviamo un chara diverso, con più effetti 3D o comunque "diverso", mentre qui non ho notato nessuna differenza - stessi personaggi (tranne una conoscenza - femminile - di Dojo e lo scrittore che devono proteggere), stessi rapporti di partenza tra i personaggi; praticamente, potremmo considerarlo un semplice episodio finale un po' più lungo, se non fosse per le sigle, iniziale e finale, che sono diverse (carine anche queste, anche se l'iniziale è più "grintosa" di quella dell'anime - e forse più adatta proprio per questo motivo).
Quello che mi ha spinto a dare il massimo a questo film rispetto alla serie è che mentre nell'anime sembra quasi che gli eventi corrano troppo veloce e che si voglia per forza liquidare in 12 episodi storie che potrebbero richiederne qualcuno in più, qui il tutto accade naturalmente, con i tempi giusti, senza sbavature; anche l'evoluzione dei personaggi e dei rapporti tra loro, sebbene abbia maggiore rilevanze e sia più veloce rispetto all'anime, risulta comunque logica e svolta con i tempi giusti. Certo, questo potrebbe essere dovuto anche al fatto che, ormai, li conosciamo; eppure, anche il sensei risulta interessante e ha una sua evoluzione - da scrittore "fuori dal mondo", all'inizio della storia, quasi ignaro di ciò che la censura stava facendo, pur facendo parte della sua realtà, a persona che si rende conto che anche lui, proprio in quanto scrittore, può e deve fare qualcosa - e lo stesso vale la donna amica di Dojo, non sta lì messa solo per bellezza (e per far ingelosire la povera Iku), ma ha un ruolo abbastanza attivo, seppur minore.
Un altro motivo per cui ho apprezzato particolarmente questo film è il finale (che, certo, nell'anime c'è, ed è carino, però manca di qualcosa). Del resto, qui siamo alle ultime battute: il cerchio si chiude, finalmente l'opinione pubblica e alcuni esponenti del Governo si stanno rendendo conto di cosa sta succedendo e di quanto sia pericolosa la censura. E poi, beh, anche dal punto di vista sentimentale abbiamo un vero e proprio "happy end" (cosa che, c'è da dire, spesso negli anime giapponesi manca) e l'animo di fangirl che è in me non può ignorare una cosa così importante!

In sintesi: più che un film io lo definirei semplicemente, "il finale" della serie e dunque ne consiglio la visione a coloro che hanno visto la serie; per chi come me invece l'ha amata alla follia, cosa ci fate ancora qui? Correte a vederlo o vi aspetteranno 20 giri di corsa!