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Trama: la serie narra le vicende dei fratelli Elric, due orfani che decidono di diventare alchimisti e lavorare per il governo.

Denuncia: la storia dei protagonisti è triste e cruenta, caratteristica riconducibile anche all'intera trama, ambientata in un mondo che, come il nostro, ha nel potere costituito la massima espressione dell'ipocrisia e della falsità. Imbrogli macroscopici vengono utilizzati per occultare le oscenità e i soprusi compiuti alle spalle della povera gente. In questo aspetto dell'anime potrebbe essere rinchiusa una denuncia dell'autore (in verità, per i più acuti appare piuttosto esplicita) verso la corruzione della società moderna e di chi detiene il potere.
Altro elemento di denuncia presente nella serie potrebbe risiedere nei dissapori presenti fra i gruppi etnici delle diverse zone geografiche della nazione di Amestris, in cui l'opera è ambientata, palese richiamo alla xenofobìa e al razzismo tutt'ora, purtroppo, ben radicati nella "razza" umana.

Fantascienza: altro tema centrale della serie è l'alchimia, che viene usata per conferire ad ogni battaglia una dimensione metafisica, generando così poteri e combattimenti molto vari (qualcosa di ben diverso da una semplice scazzottata, per intenderci). Buona l'interpretazione dell'autore sulla teoria dello scambio equivalente e gli effetti speciali attraverso i quali gli oggetti o gli elementi vengono trasmutati e si materializzano.

Religione: è un elemento che, emergendo poco a poco, finisce per creare un climax ascendente con l'apice nel finale (a mio parere un eccesso evitabile di assurdità, forse unica nota negativa dell'anime, che era invece sempre stato nudo, crudo e realistico). Il messaggio che l'autore sembra voler trasmettere è l'impotenza divina di fronte alla corruzione, all'avarizia e alla sete di potere tipiche dell'uomo. Dio finisce inevitabilmente per deludere le aspettative dei fedeli in ogni situazione, quando si cerca di resuscitare i morti, quando la povera gente cerca qualcosa/qualcuno a cui aggrapparsi per tirare avanti e quando si cerca di vincere una malattia o di riavere indietro un arto (o, addirittura l'intero corpo, nel caso di Alphonse).

Filosofia: come la razza umana sin dalla notte dei tempi, anche i fratelli Elric inseguono la verità, che, puntualmente, come la linea dell'orizzonte, si allontana proprio quando credevano di averla raggiunta; è dunque impossibile per l'uomo raggiungere la verità? Anche a questo dilemma esistenziale l'autore si preoccupa di dare una risposta che lascia intravedere un piccolo barlume di speranza (forse unico elemento ottimistico della serie): la verità assoluta non può essere raggiunta; ognuno può però trovare una risposta accettabile per sé stesso che soddisfi, almeno in parte, le tante domande che ci vengono poste (o ci poniamo) nell'arco della vita. Sebbene non si possa raggiungere, la verità può però essere raggirata. Come? Guardate "Full Metal Alchemist" e scoprirete la risposta elaborata dall'autore!

Tecnica e sound: sono ottime le colonne sonore che aiutano lo spettatore a calarsi nelle ottime ambientazioni realistiche e digitali, ed esaltano ottimamente i momenti chiave della narrazione. Accattivanti e comunicativi i disegni, esilaranti le "smile" realizzate per esaltare gli stati d'animo dei personaggi, ben caratterizzati graficamente, a testimonianza di uno stile ricco e vario dell'autore. Fluida e realistica l'animazione, che, specialmente nelle scene d'azione, ha il compito di controbilanciare l'alchimia, per far sì che il risultato non sia troppo surreale e poco avvincente.

Conclusione: "Full Metal Alchemist" è una di quelle opere che vi arricchiscono davvero, una di quelle che vorreste rivedere appena ne avete l'occasione, una di quelle che vi fa stare impalati a "rimuginare" con la testa fra le nuvole, stimolando le più svariate e profonde riflessioni, una di quelle che vi apre la mente, una di quelle che vi vantate e siete fieri di aver visto, una di quelle che vi fa venire nostalgia e vi commuove, un'opera che segna indelebilmente i giorni in cui la visionate, spingendovi a ricordarli come "I giorni di Full Metal Alchemist".
Che peccato che il tempo nel suo perpetuo incedere non torni mai indietro...