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"Soul Eater Not" è uno spin-off prequel della serie "Soul Eater".
Questo implica immediatamente che bisogna aver visto la serie principale per poter apprezzare pienamente l'opera (complice il fatto che è indubbiamente indirizzata alle persone già fan della serie). Iniziando la visione è bene tener conto che questo spin-off è totalmente diverso dalla serie regolare e infatti cambia persino genere, passando dallo shonen allo shojo-slice of life scolastico vero e proprio. Non deve quindi stupire se la nuova serie non dà grande centralità ai combattimenti che invece trovavano tanto spazio nel primo "Soul Eater".

Tutti dunque si domandano (a ragione): "Ce n'era davvero bisogno?", "E' solo un altro modo per fare soldi con i fan di "Soul Eater"?". Nel bene e nel male è così, ma comunque l'opera risulta godibile, con i suoi pregi e i suoi difetti. Prima di analizzarli partiamo con un breve riassunto della trama: Tsugumi Harudori, dopo aver scoperto di potersi trasformare in un'arma, si trasferisce alla Shibusen, scuola per armi e maestri d'armi, e frequenta la classe NOT per imparare a usare i suoi poteri (nella serie regolare i protagonisti frequentano un'altra classe chiamata EAT). Qui Tsugumi incontra due ragazze aspiranti maestre d'armi, l'altezzosa principessina Anya e la svampita e smemorata Meme. Fra le tre si instaura una grande amicizia, quasi un "triangolo amoroso" in attesa che Tsugumi scelga la sua partner.
Non avendo letto il manga non posso dire se vi siano stati cambiamenti sostanziali nella trama con l'adattamento anime. Essa risulta ben integrata all'interno della serie di "Soul Eater", in favore però di un intreccio più scolastico, meno epico, e che pecca un po' abbandonandosi a qualche buonismo nel finale (di cui però evito di parlare per non spoilerare, ma che comunque è evidente e anche oserei dire scontato).
Sia chiaro che i combattimenti ci sono, ma sono abbastanza brevi e a volte neanche animati nel migliore dei modi, in un intreccio in cui l'elemento principale diventa l'amicizia delle tre protagoniste. Se pensiamo che la serie è composta da dodici episodi, questo può giustificare la brevità degli scontri (che invece nell'anime principale potevano arrivare anche a occupare una puntata intera), ma non giustifica l'animazione, che è uno dei difetti di questo anime, altalenando tra momenti ben animati ad altri un po' meno.
La storia risulta godibile, leggera e spensierata, con delle situazioni che riescono a strappare qualche risata. Trovo inoltre che vi sia un certo effetto di nostalgia: la serie è un ritorno appunto nostalgico, un modo per vivere ancora un po' nel mondo sconclusionato di "Soul Eater".

Per quanto riguarda i personaggi, la serie ne introduce di nuovi (prime fra tutte le protagoniste) e abbiamo anche la presenza, quasi dei camei però, dei personaggi della serie regolare. I personaggi principali sono le tre protagoniste ed è su di loro e la loro amicizia che si basa tutta la storia. Sono quindi personaggi caratterizzati un po' meglio degli altri, ma non comunque così tanto; se la serie fosse durata di più sarebbe stato possibile migliorare la caratterizzazione, ma così non è stato.
Il comparto audio fa bene il suo lavoro, insieme a canzoni molto orecchiabili come la opening e la ending.

Tirando quindi le somme, la serie è allegra, leggera e spensierata, godibile ma presenta alcuni difetti, e mi sembra quindi che un 6 le calzi a pennello. Se non bocciate a priori la serie perché molto diversa dal primo "Soul Eater", "Soul Eater Not" fa passare delle buone mezz'orette e svela anche alcuni retroscena (non che se ne sentisse il bisogno urgente) della storia principale, e permette di godere ancora un po' del mondo di "Soul Eater".