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Ed eccomi qui oggi a recensire questo meisaku di "ultima generazione" che, purtroppo, secondo me non raggiunge gli standard a cui ci hanno abituati i prodotti del medesimo genere degli anni passati.
Il mio voto è piuttosto basso e, forse, se avessi scritto questa recensione tempo fa (ovvero ai tempi in cui guardavo la serie su Italia 1) lo sarebbe stato ancora di più. In verità, riguardando qualche puntata ho dovuto ammettere a me stessa che questo anime non è proprio così male come mi era sembrato la prima volta, anche se i punti che trovo positivi non bastano a convincermi a dargli un voto più alto. Vediamo perché.

Una cosa che mi chiedo, quando leggo recensioni e commenti su questo anime, è: "Ma certe cose le vedo solo io?" Seguivo la serie ogni giorno prima di andare a scuola, per cui mi immergevo profondamente in qualunque cosa mi distraesse da quella tortura che stava per portarmi via cinque preziosissime ore della mia vita. Nonostante questo, lo consider(av)o un cartone animato di cui potevamo benissimo fare a meno.
L'idea del prequel in realtà è buona. Da piccola guardavo volentieri "Anna dai capelli rossi", e un anime che mostrasse la vita durante i suoi primi anni ci voleva. Sì, se fosse stato realizzato come si deve.
Comunque qualche pregio, come ho detto prima, questo anime ce l'ha, a partire dalle animazioni e dai colori, che mettono in risalto determinate situazioni o personaggi (a cominciare dalla stessa Anna che con i suoi capelli rossi sprizza vitalità da tutti i pori, mentre i personaggi più negativi sono di solito dipinti con colori più cupi). Altro punto a favore è senza dubbio la capacità che gli "intrecci" (seppur semplici) hanno di tenere incollato lo spettatore alla visione, che nonostante tutto ha voglia di scoprire cosa il futuro riserverà alla protagonista.

Il problema è tutto il resto. L'unica parola che mi veniva in mente quando pensavo a "Sorridi, piccola Anna" era fastidio. La sigla è fastidiosa, la vocetta della protagonista è fastidiosa e fastidiosi sono i personaggi e i rapporti che mano a mano sviluppano con Anna. Diamine, anche Anna stessa riesce a risultare enormemente fastidiosa! Ma dov'è finita la ragazzina impacciata e gioviale della prima serie? Questa piccola Anna è una specie di parodia di un personaggio ben congegnato e gradevole.
Il difetto di alcuni meisaku (ma in questo risalta particolarmente) sta proprio nella scialba caratterizzazione dei bambini protagonisti principali delle vicende, che diventano solo un espediente per far vedere quanto la simpatia e l'allegria trionfino sempre sulla cattiveria e/o tristezza. Sinceramente un concetto simile non mi piaceva da bambina e non mi piace nemmeno oggi.
Belli i tempi in cui i ragazzini dei meisaku avevano ancora una loro personalità e, nonostante i problemi che erano costretti ad affrontare, mantenevano la loro dignità di esseri umani e maturavano durante la serie.
La piccola Anna è insipida quanto una minestra senza sale; anche se si cerca di darle un carattere, in realtà non ce l'ha. Il suo personaggio esiste in funzione degli altri: gli altri brutti e cattivi che, però, dopo aver assaporato un po' di bontà scontata, improvvisamente cambiano e diventano brave e simpatiche persone che dimenticano tutti gli errori commessi in precedenza nella loro vita, per quanto fossero gravi (alcolismo, maltrattamento, bullismo etc.).
Capisco che è un anime per bambini e debba essere condito di buoni sentimenti. Questo però non vuol dire che si debba prendere per i fondelli l'intelligenza dei più piccoli, propinandogli una morale da supermercato.
Sembra che tutti i personaggi di questo anime abbiano un odio smisurato nei confronti di Anna, odio che non ha alcuna ragione di esistere, tranne quella di mostrare come lei riesca a:
- cambiare l'opinione che i suddetti personaggi hanno di lei, anche se continua a comportarsi nello stesso identico modo di prima;
- rifugiarsi nel suo mondo di fantasia per sfuggire alla cattiveria (ingiustificata) di adulti e bambini.
Sinceramente, lo stereotipo della bambina perfetta, intelligente e colta (tra l'altro fuori luogo, visto che è cresciuta in mezzo a gente povera), perennemente felice e capace di far cambiare prospettiva anche al criminale peggiore sulla terra ha un po' stancato, e da un prodotto degli ultimi anni mi aspettavo qualcosa di diverso.

Lo so che dalla mia recensione sembro una vecchia petulante e cinica senza cuore. Niente di più errato.
Se adoro i meisaku è proprio perché le storie intrise di morale mi divertono e mi commuovono particolarmente. Questo però finché la morale non viene idealizzata a tal punto da renderla sciocca, scontata e poco convincente.