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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Ideato e progettato da Masami Kurumada, I cavalieri dello zodiaco, la leggenda del grande tempio, ripercorre la grande storia della corsa alle dodici case; nonché la parte più bella ed emozionante che ricordano tutti quelli che hanno seguito quest'opera divenuta leggenda della Saga Saint Seiya.
Nel quarantesimo anniversario de I cavalieri dello zodiaco, Kurumada, si mise all'opera e realizzò quella leggenda in un film della durata di 90' minuti che, purtroppo, non presenta l'autenticità storica né in forma completa né in forma parziale. Dall'inizio alla fine è del tutto nuovo, escludendo i personaggi presenti e conosciuti.
Trama: La giovane Isabel di Thule, dopo aver compiuto sedici anni, scopre per mezzo di Mylock, di essere una dea; la dea Athena. Non avendo assimilato ancora quale fosse bene il suo compito, viene subito sconvolta da un susseguirsi di combattimenti tra i nemici provenienti dal grande tempio e i cavalieri responsabili della sua vita, ovvero, i cavalieri di Athena: Pegasus, Andromeda, Sirio e Crystal. Arles, il grande sacerdote del tempio, vuole la morte di Isabel e diventare dio supremo di tutti i tempi. Con ciò, per sedici anni mise al posto della dea Athena una falsa dea al suo fianco, affinché il popolo credesse in lui e che Isabel passasse per falsa. I giovani cavalieri, allora, hanno il compito di scalare le dodici case e dimostrare che Isabel di Thule è la vera dea Athena e che Arles vuole ottenere il potere per sé. Così comincia il viaggio, imbattendosi in prove e lotte ostinanti fino al raggiungimento della dodicesima casa.
L'adattamento: Il doppiaggio italiano, proprio per restare fermi al tempo degli anni 80' è, quindi, fare un salto nel passato. Recitato, nominando i nomi, le mosse speciali e così via con parole "italiane" ideate o per meglio dire "mediasettate" al tempo del cartone animato trasmesso prevede, quindi, che il protagonista sia riconosciuto non con il nome originale giapponese Seiya di Pegasus ma con quel nostalgico nome Pegasus di Pegasus. Deciso in questa maniera poiché sarebbe stata una soluzione più appropriata per non entrare in tilt con il film stesso che già ha un enormità di errori di storia (soprattutto) e di carattere dei personaggi.
Il design: I personaggi nella storia sono abbelliti e impeccabili; I luoghi e giochi di luce e colori mostrano un tipo di grafica semi-realistico con degli effetti speciali che rendono questo film sostanzialmente sufficiente, poiché già rovinato dalla trama e, perciò, non abbastanza da renderlo un ottimo film.

Personaggi: Ognuno dei personaggi, in questo film, non ha ricevuto degnamente il proprio spazio utile per presentarsi come si deve. Inoltre, molte scene non sono presenti e molti personaggi si mostrano, caratterialmente o fisicamente diversi, non accostandosi al manga.
Tra i dodici Gold Saint, tutti fieramente maschi, sia nell'anime che nel manga, nel film ne vedremo soltanto undici, poiché l'ultimo è stato cambiato di sesso per volere di Kurumada affinché potesse spaziare e dare un'opportunità anche alle donne. Ma è stato anche un ragionamento contorto poiché si fa dell'adattamento alla serie Omega. I Bronze Saint, invece, oscillano tra comicità e, solo all'ultimo, poca serietà, tirando fuori il loro vero carattere e il loro vero io, conosciuto già nel manga.

(Molti spoiler, attenzione)
Errori: Prima di tutto, l'inizio della corsa alle dodici case comincia sia per avere la sacra armatura di Sagitter ma anche per Athena colpita dalla freccia di Betelgeus; da qui le 12 ore restanti, prima della sua morte. Secondo, il Santuario composto dalle dodici case dei cavalieri d'oro appartenenti ai segni zodiacali vengono localizzati in un mondo simile ad un posto in stile fantasy e, quindi, non è situato in Grecia. I personaggi secondari più importanti Castalia, Tisifone e Cassius che sono residenti in Grecia, non sono presenti. Nei Gold Saint non viene dato spazio a Virgo il più potente e vicino alla dea Athena e non viene stimato il leggendario scontro tra Capricorn e Sirio e lo scontro tra Pesci e Andromeda. Arles, nell'ultima scena del film non dovrebbe avere il potere di trasformarsi in un mostro stile Final Fantasy, perché il cosmo non fa parte di questa categoria. Pegasus, nel manga e nell'anime non utilizza un braccio pieno di pezzi d'armatura altrui e neanche l'armatura di Sagitter per scofiggere Arles. Quindi, la scena finale è una malformazione della serie Omega e Neptune e, inoltre, l'armatura di Sagitter non rimane incompleta, con il dietro del cavallo.

Come potevano realizzare un film al meglio:
Kurumada, era già sottoposto ad un mucchio di problemi per via dell'ultima serie di Omega che non ha fatto impazzire il pubblico che si sarebbe aspettato un similare dei precedenti. Perciò, la sua idea era quella di assemblare pezzo per pezzo tutte le serie e diversificare quello che sarebbe stato il film.
Ma ciò non ha suscitato altro che disprezzo e infantilità. Una buona idea sarebbe stata quella di suddividere le parti e comporre più film che spiegassero passo per passo personaggi e storia, derivati dal manga piuttosto che buttare giù strane idee. Kurumada è riuscito ha costruire un castello senza fondamenta e non ha pensato a estrapolare il succo della sua opera e renderlo quindi "leggendario".