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8.0/10
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<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>

Se avessi valutato One Piece pochi mesi fa gli avrei dato un 10, ma ora ho notato alcuni particolari degni di critica.
L'opera è curatissima sia per disegni che per trama. I protagonisti di One Piece non sono i soliti pirati che depredano isole e villaggi per arricchirsi, ogni membro della ciurma è infatti molto particolare (include una ex nemica del gruppo, un cyborg, una renna e uno scheletro) e ha un proprio sogno da realizzare, e lo fa agendo in nome dell'amicizia e della speranza, il tutto condito da una velata di ironia e comicità che caratterizza tutta l'opera, anche se non mancano momenti profondamente drammatici (ad esempio il funerale vichingo della Going Merry).
Le saghe sono gestite in modo divino (forse tranne Skypea, che personalmente non mi è piaciuta tanto, il Poignee Griffe e l'oro potevano essere trovati in altri modi) ed è evidente che Oda ha fatto ricerche molto approfondite: Alabasta ricorda l'antico Egitto, mentre la Baroque Works assomiglia alla mafia, Water Seven sarebbe Venezia, infine Impel Down ricorda l'inferno dantesco.
Tuttavia, pur essendo così ben gestita, l'opera presenta alcuni difetti: prima di tutto il buonismo di Oda, che prima di Marineford non ha fatto morire nessun personaggio, tranne che nei flashback (il caso più famoso è stato quello di Pell il falcone, guardiano di Bibi, che ha trasportato una bomba che doveva distruggere l'intera città, ma è sopravvissuto).
Poi l'autore si contraddice da solo: a Enies Lobby Lucci e Blueno hanno detto chiaramente che è impossibile mangiare due frutti del diavolo senza esplodere, invece a Marineford Barbanera assorbe i poteri del frutto Gura Gura di Barbabianca tranquillamente. Un altro difetto è la lunghezza del manga, che dovrebbe finire al volume 100.
Tuttavia One Piece è un'opera gradevolissima, che consiglio ai fan degli shonen.