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8.0/10
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March Story si presenta come un seinen manhwa di categoria fantasy con scenari ed ambientazioni di carattere gotico. È edito in Italia da Planet Manga che ci propone una vera e propria "edizione-furto", il prodotto viene infatti presentato con una normale edizione da edicola (niente sovracoperta, niente pagine a colori e carta dalla qualità tutt'altro che impeccabile) e venduto alla bellezza di 5.50 euro. Tralasciando l'edizione, il prodotto è davvero notevole secondo la mia personale opinione.

La trama narra di March, un "syste behard", ovvero un cacciatore di particolari creature dalla natura demoniaca chiamate "il(s)". Queste singolari entità si annidano in oggetti di rara bellezza o elevato valore in attesa che un qualsiasi essere umano vi entri in contatto fisico. Una volta verificatosi quest'ultimo, l'"il" si impossessa del corpo del malcapitato, costringendolo a compiere azioni contro la sua volontà, il più delle volte al fine di uccidere. Se il demone riesce ad uccidere un'altra forma di vita (suppongo umana, ma potrei sbagliarmi) con il corpo da lui occupato, si lega in modo indissolubile a quest'ultimo.
I primi capitoli si presentano come storie autoconclusive, senza un apparente filo conduttore unitario; riescono tuttavia ad impostare i personaggi principali ed un possibile antagonista (che non menziono per evitare di fare spoiler).

L'opera potrebbe apparire a prima vista come un prodotto commerciale e frivolo visto il recente successo di opere appartenenti al filone horror-gotico-vampiresco - anche se qui, per adesso, di vampiri non ve n'è traccia -, ma garantisco che non è così; questo fumetto è infatti dotato di una trama matura, inquietante e fortemente emozionale e di ambientazioni cupe che riprendono scenari europei - nel secondo capitolo troviamo Venezia ad esempio. Nell'ultimo capitolo del primo volume ho colto un possibile riferimento storico ad Erzsébet Báthory, la leggendaria serial killer ungherese vissuta tra il XVI ed il XVII secolo, soprannominata "la contessa sanguinaria" a causa delle innumerevoli vittime (più di 300) che uccise e dissanguò, per poi fare il bagno nel loro sangue.

Chiusa questa parentesi è necessario spendere qualche parola a proposito dei disegni, definirli superbi sarebbe riduttivo temo. Lo stile potrebbe non essere dei più originali ma questo non ne intacca l'assoluta qualità; gli scenari sono infatti ricchi di particolari, i volti sono incredibilmente espressivi ed il tratto è pulito abbastanza da essere molto gradevole all'occhio ma rende al contempo l'atmosfera cupa ed inquietante di cui è intriso l'intero manhwa. Il chiaroscuro è utilizzato in maniera magistrale e rende ottimamente il senso di forma e spessore. Ci sarebbe altro da dire a proposito dei disegni ma mi ritrovo purtroppo a corto di parole (come Dante di fronte a dio), per cui riassumerò tutto in un'unica espressione: DIVINI.
In conclusione mi sento di consigliare vivamente a chiunque questo manhwa, a cui do un provvisorio 8 (molto abbondante) in attesa del seguito.