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9.0/10
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Leggo Naruto da più di quattro anni ormai e dopo quarantuno volumetti non mi sono ancora stancato di questo manga, anche se adesso la Panini ha spostato la cadenza da mensile a bimestrale. Devo confessare prima di tutto che non sono un tipo da serie longeve, ho rifiutato i vari Bleach e One piece anche per questo, ma Naruto è un manga che credo non lascerò mai neanche dovesse arrivare a cento volumetti. La storia ormai la conoscono tutti, chi in un modo chi in un altro, quindi non mi dilungherò nel riassumere la trama scritta dal sensei Kishimoto.
Naruto, prima serializzazione dell'autore, comincia circa dodici anni fa con una storia che non vanta poi tutta questa originalità, illustrata da dei disegni che all'iniziò non erano un granché e si distaccavano di poco dalla tradizione shonen, non eccessivamente curati e con un tratto non tanto pulito. Insomma il Naruto delle "origini" si presenta come un opera mediocre.
A questo punto sicuramente voi direte: ma che cavolo di manga è questo? Che cosa lo ha fatto arrivare al quinto posto fra i manga più venduti della storia? La risposta sta proprio nella lunghezza dell'opera. Chi ha giudicato Naruto basandosi solo sui primi dieci-quindici volumetti ha fatto un grosso errore di valutazione, perché andando avanti l'autore dimostra una straordinaria capacità narrativa, sapendo districarsi fra mille storie diverse appartenenti a mille personaggi diversi che compaiono nel corso del racconto, illustrandoli nel modo migliore possibile, a volte cadendo nella ridondanza, ma anche la ridondanza ha un suo fine narrativo. La continua evoluzione del personaggio principale, le mille tecniche di combattimento attribuite ad ogni singolo personaggio che diventano via via più elaborate e complesse, lo svolgersi di più filoni narrativi contemporaneamente, la costante suspence che ti costringe a leggere fino all'ultimo balloon, fanno di Naruto un opera che ha dell'incredibile. La complessità della narrazione e il numero elevato di elementi immessi nel manga da parte dell'autore, stuzzicano ancora di più l'interesse del lettore a districare la matassa, a scoprire chi è il deus ex machina. Devo tuttavia riconoscere che alcuni temi trattati lungo la storia (potrebbero esserci spoiler) si potevano evitare come l'obiettivo dell'organizzazione Alba, o la messa in scena di una profezia che coinvolge Naruto e Jiraya.
Ora, come ho già detto lo stile di disegno del sensei Kishimoto subisce un'evoluzione che secondo me (parlo dei numeri che ho letto, ovviamente) va solo in positivo. Lo stile di Naruto infatti si avvicina molto al realistico senza rinunciare al deformed, una via di mezzo che a me pare perfetta per uno shonen del genere, le proporzioni sono appropriate e gradevoli. Dopo oltre dieci anni di pubblicazioni il sensei Kishimoto ha accumulato tanta esperienza da saper scegliere con estrema maestria le inquadrature più appropriate e adeguate per la situazione.
Credo che tutto ciò che ho scritto basti e avanzi per giustificare il mio voto che tecnicamente sarebbe un 9 e mezzo, ma data l'impossibilità di inserire i mezzi voti ho optato per un 9, per un manga che è stato il primo di una lunga serie di fumetti giapponesi e che mi ha formato da questo punto di vista.