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4.0/10
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La mia è una critica che va decisamente contro corrente: affascinata dalla trama che lo presentava e dalle buone recensioni, mi sono avvicinata a N.Y. Komachi con le migliori intenzioni sperando di leggere qualcosa di nuovo e fresco. Lo scenario storico dei primi del '900 e luoghi cosi distanti culturalmente e geograficamente come Giappone e Stati Uniti erano ottimi spunti che sollazzavano le mie curiosità. Invece il primo, il secondo, il terzo volume (e qui mi fermo) non mi hanno assolutamente entusiasmato: tutto suona così banale e scontato, la comicità è di quel genere che abbiamo già visto e rivisto chissà quante volte, la narrazione lenta e noiosa fa venir voglia di sfogliare le pagine e guardare i disegni (senza leggere) solo per vedere come va a finire. Trovo scontato e privo di fantasia il rincorrersi dei due protagonisti su e giù per il Giappone senza riuscire a dichiararsi, i colpi di fortuna assolutamente paradossali di Shino, il fatto che qualsiasi uomo se ne innamori e l'assoluta antipatia di Nanette (classica borghese americana). Manca di freschezza e quotidianità questo racconto, tutto prende pieghe cosi eccessive che deformano una storia che poteva risultare per certi versi innovativa.
Dal punto di vista artistico non mi piacciono i visi dei protagonisti quando li ritrae di profilo: sono bidimensionali, il mento troppo sfuggente. Tanta è la cura nel disegnare i kimoni e la pettinatura tradizionale di Shino, tanto manca di riguardo nel completare gli ambienti: a volte manca persino il pavimento e i mobili sembrano fluttuare in aria. Gli interni sono raccontati solo tramite essenziali abbozzature di mobilio.
Trama narcolettica, disegni elementari.... caro N.Y. Komachi sei finito nel mio dimenticatoio personale. Non volermene male! :)