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8.5/10
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Fra le tipologie più comuni di shoujo vi è quella dell'accademia femminile in cui le studentesse imparano fra le altre materie l'attrazione per il gentil sesso, dando vita a trame ricche di yuri.

"Maria Holic" prende spunto da questo incipit per stravolgere il genere: la protagonista infatti non è una ragazzina alla scoperta della sua sessualità, bensì una lesbica che si è iscritta all'istituto con il preciso scopo di costruirsi un harem, e assomiglierà nelle modalità e nella coltivazione del suo chiodo fisso ad Ataru Moroboshi ("Lamù") o a Kintaro Oe ("Golden Boy"). Come le sue controparti maschili sarà attorniata da un perenne alone di sfortuna e goffaggine che ne frustrerà i propositi, con l'aggravante che la ragazza è pure particolarmente tonta. Kanako regge da sola metà delle scene, mentre l'altra metà viene retta dal coprotagonista che dà anche il nome all'anime. Maria è un ragazzo che, per motivi in seguito spiegati, frequenta l'accademia fingendosi una ragazza. Egli, al contrario di Kanako, è intelligente, ricchissimo e popolare, ma è anche un sadico narciso e godrà nello sfruttare e bullizzare la protagonista in ogni possibile situazione.

Fra tutti gli anime targati Shaft, "Maria Holic" è quello che più di tutti assomiglia, e in modo molto marcato, al suo predecessore "Sayonara Zetsubou Sensei": avremo anche qui una struttura a trama verticale divisa in due mini-episodi, con annessi cliffhanger finali che, con intento autoironico, non portano assolutamente a nessun avanzamento della trama nell'episodio successivo. Anche qui avremo un personaggio inquietante dall'aspetto kawaii e un umorismo molto mentale basato sulle paranoie dei personaggi e sugli equivoci, il tutto unito a situazioni che appunto ricordano i classici del genere harem-comico. Se "Sayonara Zetsubou Sensei" era un anime particolarmente sperimentale che a volte riusciva, mentre a volte cannava, in "Maria Holic" la sperimentazione giunge alla maturità, riproponendo quei tipi di gag che più hanno avuto successo nel predecessore. Il risultato è che gli episodi sono tutti divertenti e godibili.

Ritengo questo anime universalmente godibile non solo per la divertente trama ma anche per la consueta ottima regia a cui ci ha abituato Akiyuki Shinbō; anche opening ed ending sono particolarmente ben realizzate e azzeccate con il prodotto.