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1.0/10
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I più pericolosi criminali del pianeta, imbattuti guerrieri dalla forza sovrumana, decidono di scoprire il significato della sconfitta e raggiungono il Giappone per affrontare l’uomo più forte del mondo. Altri non è che Baki, un ragazzino di appena quattordici anni, cresciuto e allevato dal padre alla lotta.
Che ‘figata’! Una roba così grezza e raffinata come un diretto di Tyson sul naso non capitava da tanto. “Baki” è una serie visivamente grottesca quanto vedere la finale di Mister Olympia, una sequela di freak muscolosi. Solo che qua, invece che mettersi in pose ridicole e fare sorrisi da strafatti di steroidi, si menano. Perfetto!

E invece no. La serie va avanti con una sceneggiatura che non ha un focus preciso, procede saltellando tra un personaggio e l’altro, e ad un certo punto pare si dimentichi del protagonista.
“Ma che importa, non c’interessa una sceneggiatura di Aaron Sorkin! Vogliamo vedere la gente che se mena!”, direte voi. E avreste ragione, se non fosse che le botte non trasmettono nessuna sensazione, nessun dolore, nessuno sforzo, nessuna fatica. Speravo che i corpi, così grotteschi, aggiungessero quella sensazione di muscoli tirati al limite, di forza dirompente ai limiti dell’umano. Ma, se lo fai con animazioni al risparmio e modelli poligonali che sembrano degli scatoloni, no!
Bocciato.