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Okay, probabilmente questo è uno degli anime più controversi e interessanti da analizzare, ci sarebbe davvero molto di cui discutere. Innanzitutto bisognerebbe sottolineare la netta linea di demarcazione che spacca in due l'opera sotto tutti i punti di vista, questo più o meno dal fatidico episodio 18 in poi, direi.
La prima parte si sviluppa attorno al costrutto 'giorno della marmotta' - e cioè il salto temporale a un punto zero nel passato, un check point da cui ripartire -, ciò le permette di soffermarsi sul protagonista, sulle sue priorità e sulla sua personalità, senza per questo svelare nulla (lo spettatore non riuscirà a districarsi all'interno dell'opera comprendendone i fini e gli svolgimenti fin quasi al termine). Una volta ribaditi i meccanismi di salto temporale e i ruoli più o meno stabili dei personaggi, si giunge alla seconda parte. Una serie di eventi traumatici segnano infatti il doppio, violento cambiamento del protagonista, portandolo a stravolgerne la sua costruzione, fin troppo forse. Da qui in poi tutto si fa molto più lineare, comprensibile e piacevole, assecondando cioè lo spettatore nel suo desiderio di rivalsa. È decisamente difficile infatti farsi andar giù uno dei protagonisti più negativi mai incontrati, più somigliante a un villain fino a quel momento per comportamento e attitudine, oserei dire.

Aspetti puramente tecnici a parte, che reggono comunque molto bene senza stupire per eccezionalità, sono più interessanti le scelte di sceneggiatura. La trama, così com'è, lascia un ampio spazio di manovra e troppi buchi narrativi, intere sezioni abbozzate e mai più riprese ecc., spazio un po' troppo ampio. Molti personaggi vengono infatti stravolti in corso di svolgimento, cambiano di personalità e addirittura di importanza fino a scomparire del tutto, e questo fondamentalmente in quanto troppo numerosi; tuttavia in certi casi ciò si rivela essere una scelta azzeccata, alcuni di essi dunque si adattano alla situazione risultando estremamente dinamici, dei veri e propri 'individui', per usare un termine letterario.
I dialoghi infine sono spesso troppo forzati e stonano nel contesto in cui vengono inseriti.

Nel complesso, 'Re:Zero' è un prodotto nuovo e unico nel suo genere, un must per gli appassionati, qualcosa da apprezzare se non altro per le intenzioni, per quel volersi distinguere ma con criterio e con una struttura ragionata, mai forzatamente o presuntuosamente: in poche parole, una promozione!