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7.0/10
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"Oceania", o "Moana" come è stato chiamato oltreoceano, possiede dalla sua un'ambientazione fresca e una cultura e mitologia interessanti, che potevano offrire molti spunti validi, ma, come nei classici ad ambientazione cinese o indiano-americana, li hanno scalfiti a malapena, per offrire alla fine il solito messaggio di libertà e di rottura delle convenzioni sociali, tipica delle moderne eroine Disney.

L'inizio non potrebbe essere più banale: una forza oscura sta impestando il mondo e la predestinata Vaiana deve fermarla, senza nemmeno il classico peso di dover rimediare a qualche proprio grave errore, elemento affidato invece al reticente Maui, che è il possente co-protagonista maschile, ma indubbiamente asservito alla scarsa crescita della ragazzina, già di per sé forte sia caratterialmente che fisicamente. L'indipendente principessa di Motu-Nui vacilla solo un po' come sicurezza in sé stessa, cosa comprensibilissima per chiunque, ma per il resto ha le idee chiare, sa farsi rispettare e ha un fisico atletico e un paio di caviglie robuste da far concorrenza alla Nanako del recentemente scomparso Hideo Azuma. Vaiana è certamente un'eroina moderna, non ha interessi amorosi e ci mostra pure qualche triste evoluzione da action-blockbuster.

Riguardo a Maui, verremo a sapere qualcosa di importante sul suo passato, ma ciò non avrà alcun peso nell'economia del film e, anche rivedendo la pellicola, la sensazione che il suo carattere e le sue decisioni mutino in modo poco graduale mi è rimasta. Maui non è cattivo, intendiamoci, ma abbastanza insensibile, e non dà mai, perlomeno a me, l'idea di essere sincero, quando vorrebbe dimostrare il contrario. Sarebbe stato utile avere più tempo o più eventi rilevanti per farli legare tra loro.

L'avventura che i due vivranno insieme sarà piuttosto lineare, e i personaggi di contorno sono decisamente pochi. Gli autori non si sono inventati chissà cosa, una navigazione interrotta un paio di volte, e, nel complesso, vi sono tre tipi di nemici, ognuno con un importanza diversa e solo uno con un minimo di carisma. In tal senso, il climax si raggiungerà prima del regolamento dei conti, che virerà piuttosto sulla risoluzione alternativa. Una decisione valida, per carità, ma non pienamente soddisfacente nella messa in atto. Diciamo che "Oceania" si è trascinata da "Frozen" la voglia di sorprendere, ma non lo ha fatto con la stessa efficacia e tempistica indovinata.

Per quanto riguarda le spalle comiche, ci sono andati leggeri, puntando volutamente su due personaggi che risaltassero il meno possibile, ovvero il galletto imbecille HeiHei e lo spirito Oceanico, impiegato nel film un po' a convenienza. Sorprende che il maialino di Moana sia stato lasciato a casa, ma il povero HeiHei, affetto da esoftalmo, nella sua estrema nullità riesce in effetti a risultare simpatico dopo un po', e onestamente... è sempre meglio dell'irritante pupazzo Olaf o, tornando più indietro, delle tre inutili gargoyle di Quasimodo.

Per quanto concerne il comparto musicale, tutti i brani sono su ottimi livelli, cosa che non si poteva dire con Raperonzolo, di cui non se ne ricorda nessuna, né con Elsa, di cui ha avuto successo (trascinante) solo l'ottimo "All'alba sorgerò", interpretata al tempo dalla bella e brava signora Autieri. Forse con "Oceania" non si può parlare altrettanto di canzone iconica, anche per via della tiepida accoglienza che il cartone animato ha ricevuto rispetto agli altri classici moderni, ma ribadisco che ci hanno provato seriamente a farti canticchiare. Personalmente ho riascoltato a nastro tutte le canzoni, anche in versione multi-romance, ovvero confrontandole con le altre lingue di derivazione latina, e... oltre a fare noi Italiani una buona figura, devo dire che sia il semidio Maui che il granchione gigante Tamatoa, affidato al bravo Gualazzi, hanno le carte in regola per farsi ricordare. Unica delusione forse è stata la musica introduttiva, troppo appesantita dall'affascinante (e in via di estinzione) lingua polinesiana e con un affiancamento italiano poco incisivo, credo affidato a qualche giovane talento emergente, come la brava Crispo, che però con Vaiana è stata su tutto un altro livello.

Quando il cartone animato uscì, onestamente mi ispirava poco e niente, sia per stile che per soggetto, penso ancora che Maui sia di una bruttezza rara, e come classico non è certamente nella mia top 5, ma alla fine "Oceania" intrattiene adeguatamente e l'ho preferito alle principesse 3D precedenti, che a picchi maggiori affiancavano anche maggiori momenti di noia e, indubbiamente, minore originalità.