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6.0/10
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«Asobotto Senki Gokū» (ア ソ ボ ッ ト 戦 記 五九), noto in Italia semplicemente con il titolo di «Goku», è un manga scritto da Jyoji Arimori (uno dei diversi pseudonimi di Shin Kibayashi) e disegnato da Romu Aoi. I 43 capitoli che compongono l’opera furono pubblicati sulla rivista Weekly Shonen Magazine tra il 2001 e il 2002 dalla casa editrice Kodansha e successivamente racchiusi in sette volumi. In Italia l’opera è stata portata dai Kappa Boys e pubblicata da Star Comics sulla testata Young tra la fine del 2003 e la fine del 2004.

L’opera altro non è che una delle numerose riletture de «Il viaggio in Occidente», celebre romanzo cinese probabilmente scritto da Wú Chéng'ēn e pubblicato intorno al 1590.
Dopo essere stata l’opera di spunto per manga come «Dragon Ball» di Toriyama o «Saiyuki» di Minekura e anime come «The Monkey» di Tezuka o «Science Fiction Saiyuki Starzinger» di Leiji Matsumoto, con «Goku» possiamo avere una rilettura del celebre racconto in chiave fantascientifica post-apocalittica.
Goku, Tongo e Joe accompagneranno infatti Sanzo, l’essere umano figlio del creatore degli "assobot", in giro per il mondo con l’obbiettivo di raccogliere le leggendarie quarantanove chiavi per scongiurare la distruzione del pianeta Terra. Si tratta, dunque, di una trama abbastanza semplice, simile a molte altre già viste e riviste. Non spicca quindi per originalità, ma risulta comunque essere una buonissima rilettura di un celebre racconto già utilizzato da altri autori in precedenza.

Il problema dal punto di vista narrativo è invece la velocità del racconto. La narrazione risulta infatti troppo veloce, troppo schizofrenica e con troppi salti che velocizzano eccessivamente una trama che, nei suoi sviluppi, non risulterà nemmeno essere troppo lineare. Gli autori gettano troppa carne sul fuoco in un numero troppo limitato di volumetti, rovinando così il racconto e quanto di buono fatto.
La capacità degli autori di creare una storia è infatti più che buona: riadattano il celebre racconto di Goku in versione fantascientifica senza cadere eccessivamente nel banale e aggiungendo qua e la un po’ di originalità che rende il racconto più vivace, i personaggi sono ben realizzati e ben costruiti, le idee e gli spunti sono inoltre di buona qualità. Il problema risulta essere infatti anche l’enorme quantità di materiale compattato in un numero così ridotto di pagine.
Insomma, il sapore di Goku è quello dei classici battle shonen dove l’avventura è l’elemento cardine attorno a cui si sviluppa il racconto. Una storia che avrebbe potuto essere spalmata tranquillamente su una ventina o una trentina di volumetti, in modo da aver anche un maggior approfondimento dei personaggi, delle situazioni che si creano, dei flashback, ma che invece viene ridotta all’osso risultando così un’altalena dove gli avvenimenti possono essere stravolti più e più volte nel giro di poche pagine.
Mi viene un po’ di dispiacere se penso che, da una storia così tanto utilizzata, sono emersi nuovi sviluppi veramente degni di nota che però, purtroppo, sono stati frettolosamente gettati su carta, rovinando così quanto di buono fatto dai due autori. Uno sviluppo più lineare e più lento, un arricchimento della storia, un approfondimento dei personaggi e un finale meno aperto e più studiato avrebbero probabilmente fatto nascere un titolo nettamente migliore di quello che possiamo avere oggi tra le mani, un titolo che si sarebbe potuto quantomeno avvicinare all’Olimpo dei battle shonen.

Altro lato negativo, che ha fatto abbassare ancor di più il mio voto, è il fan service. L’opera parte quasi priva di fan service che poi inizia a essere utilizzato a partire dal primo flashback di Sanzo, finendo poi con un abuso vero e proprio. Un uso esagerato e quasi vomitevole che tenta di catturare maggiormente il lettore, ma che, invece, rovina alcuni personaggi rendendoli piatti e stereotipati. E la cosa pesa ancor di più se teniamo conto dell’abilità dei due mangaka di creare personaggi veramente ben costruiti.
Guardando meglio i personaggi possiamo notare infatti che sono veramente ben realizzati e che in poche pagine riescono magnificamente a catturare il lettore e a trasportarlo per tutti e sette i volumi. Goku, il protagonista, è veramente ben costruito, trasmette fiducia, lealtà, risulta essere avvincente e riesce a farsi voler bene dal lettore. Così come Jo e Tongo, i due fidati amici di Goku. Anche Sanzo risulta essere veramente di impatto, in tutte le sue sfumature (ma mi fermo qui con la spiegazione per evitare spoiler). Sotto questo punto di vista ritengo invece che l’antagonista principale sia stato realizzato troppo velocemente risultando eccessivamente farcito di cliché che non lo rendono abbastanza accattivante.

Cosa dire del disegno? Un buon tratto che si adatta benissimo all’opera in questione: scene di combattimento abbastanza curate, espressività dei personaggi eccellente, sfondi di buon impatto. Un tratto niente male anche se, probabilmente, un po’ acerbo e poco curato nei dettagli. Ma ripeto, per l’opera il disegno di Aoi va più che bene.

Dal punto di vista dell’edizione che dire? Allora, cosa che mi ha colpito moltissimo ma che non c'entra ovviamente con Star Comics, le copertine! Ecco, “Non si giudica un libro dalla copertina”, celebre frase sentita più e più volte. Vera fino ad un certo punto. Perché le copertine di Goku a parer mio sono veramente orrende. Ovviamente le copertine non dovrebbero influenzare la valutazione di un’opera, ma al momento dell’acquisto giocano un ruolo fondamentale.
Dopo questa piccola “parentesi” ci terrei a dire che l’edizione risulta essere di bassa qualità, copertine poco rigide, carta poco spessa e di bassissima qualità che si rovina facilmente nel corso degli anni, problemi di inchiostratura, errori grammaticali sparsi, errori di battitura fin troppo presenti ma, almeno, un prezzo veramente contenuto, 2,60€ a volumetto che permettono di godere di un’opera discreta. Un prezzo che oggi sarebbe solo un miraggio.

In conclusione ritengo che Goku sia effettivamente un discreto battle shonen, anche se raggiunge a fatica la sufficienza. Ovviamente non un’opera da consigliare assolutamente, piuttosto un’opera leggera da provare e che può essere apprezzata soprattutto dagli amanti de «Il viaggio in Occidente».
Goku non è certamente il manga che non può mancare nelle collezioni degli appassionati, ma per chi ama i battle shonen questo può sicuramente essere un titolo divertente e spensierato, anche considerando le numerose pecche presenti nel racconto.
Una potenziale gran bella opera sprecata e rovinata da una serializzazione troppo breve. Peccato!