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Alla fine degli anni '80 fece la sua comparsa un cartone animato francese atipico, per via dei sua attitudine alla divulgazione scientifica: «Siamo Fatti Così». Dopo 30 anni i giapponesi ci riprovano con «Cells at Works», il concetto è molto simile ma non proprio identico: l'interno del corpo umano diventa il mondo narrativo, e i personaggi dell'anime sono le cellule del sangue che attraverso questo corpo viaggiano.
Ogni episodio od ogni due episodi sono auto-conclusivi e presentano ogni volta un diverso processo fisiologico o un'emergenza clinica: dalla cicatrizzazione di un graffio, all'eliminazione di batteri e parassiti, alla disidratazione. I protagonisti sono le cellule del sangue più comuni: il globulo rosso ed il globulo bianco, il primo è raffigurato come un corriere espresso che trasporta ossigeno e anidride carbonica attraverso l'organismo, il secondo è una sorta di berretto verde che accorre per primo in caso di comparsa di organismi patogeni o cellule mutate. La varietà di leucociti ed altre cellule del sangue è ben spiegata e ogni altra cellula oltre a quelle protagoniste avrà il suo episodio dedicato. Anche le loli-piastrine, avranno solo un episodio a loro dedicato dopodiché saranno relegate al ruolo di comparse assieme alle altre cellule, anche se a giudicare dalle fan-art sembrerebbero essere le protagoniste assolute.

Rispetto al "Senpai" francese c'è quindi un enorme differenza: l'anime si concentra solo sul sangue umano tralasciando altre cellule che appariranno genericamente indossando una maglietta bianca con su scritto "cellula". Un'altra particolarità molto apprezzata è che il punto di vista è strettamente quello dei protagonisti e la voce narrante si limiterà a presentare solo le cellule senza spiegare la situazione in cui queste si trovano, a volte quindi chi ha già conoscenze biologiche potrà divertirsi ad indovinare la situazione in cui i vasi sanguigni versano prima che questa sia apertamente rivelata.

I processi fisiologici sono sempre descritti in modo veritiero tanto che la serie ha ricevuto il plauso di diversi medici, anche processi abbastanza complicati come la reazione allergica e la disidratazione sono descritti in modo molto comprensibile, tanto da essere questi i miei episodi preferiti. Altre volte invece pur non facendo errori si semplificherà troppo la situazione rinunciando ad una spiegazione approfondita e virando la trama in un battle shounen farsesco: è questo per esempio il caso del doppio episodio sulle cellule tumorali, osannato dal fandom ma trovato da me personalmente il più debole della serie.

Gli episodi in cui la parte battle shounen è preponderante sono semplicemente noiosi, non facendo altro che illustrare momenti tipici dei classici shounen con però come protagonisti queste cellule. Gli intenti sarebbero quelli di umanizzare di più i personaggi ed avvicinarli a quelli che già conosciamo in altre serie ma il risultato è un polpettone di dejavù poco utili e poco avvincenti. Davvero brutta e sprecata invece la raffigurazione di virus e batteri che vengono quasi tutti genericamente dipinti come mostri dotati di flagelli dai comportamenti uguali l'uno all'altro, rinunciando quindi a descrivere la biodiversità di questi ultimi.

Dato il successo di «Cells at Works», è stata già annunciata una seconda stagione nonché la versione Black, in cui in un diverso corpo umano altre cellule del sangue dovranno sopravvivere alle abitudini poco salutiste dell'umano in cui vivono. La speranza è che con il passare delle stagioni aumenti la complessità adottata, complessità che questo argomento merita. Le varie stagioni non sono però strettamente collegate e questa prima stagione può benissimo essere vista come una serie a sé stante.

Alla fine «Cells at Works», grazie al diverso approccio, riesce ad emanciparsi dall'ombra del suo ingombrantissimo predecessore. Lo show è consigliabile a tutti ed è molto leggero, talmente leggero che a volte si perde letteralmente tempo, come succede nelle già citate parti battle shounen.