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Attenzione: la recensione contiene spoiler!!

La conclusione di un'opera è sempre difficile da valutare, soprattutto se si tratta di "Evangelion" e del suo regista.
La trama riprende da dove il capitolo precedente si era concluso e come altri diranno è fondamentalmente divisa in tre parti: un inizio che ci mostra il lato più umano dei protagonisti e la loro crescita (quando presente), una parte centrale degna di nota per coreografie ed effetti speciali, infine un lungo finale dove la quarta parete viene bucata più volte per parlare direttamente allo spettatore, e forse anche al regista.
Come in tutti gli "Evangelion" che si rispettino ci sono cose non spiegate, termini complessi buttati a casaccio, necessità di dare una motivazione a ciò che succede sullo schermo e di cui poi non viene più fatta menzione, ma l'intreccio di fondo resta ed è solito... ed è lo stesso di "The End of Evangelion".
La sola differenza è che qui anziché un lungo monologo interiore con schermo fisso, ci vengono mostrate tutte le circostanze che conducono alle scelte finali, tanto di Shinji, tanto di Gendo e degli altri.

Il comparto tecnico e audio si mantiene su standard molto elevati, forse avrei preferito delle tracce audio più impattanti a parte la canzone finale, ma sono piccolezze.

Le uniche due note di demerito vanno alla Rei gigante, terribile da vedere e per quanto si dica che "era voluta" è comunque brutta e il personaggio di Mari.
Chiariamoci, la critica non è sulla scena finale, ma nel ruolo che questo personaggio ricopre nell'arco di tutti i film, ovvero quello di un deus ex machina vivente per mandare avanti la trama... o concluderla.

Parlando poi degli ultimi secondi, quella scena finale l'ho particolarmente apprezzata, perché me la sono immaginata come un addio dell'autore alla sua opera ed un "guardare avanti", o oltre, reso a schermo con la crescita di Shinji ormai adulto ed il suo allontanarsi con Mari, un personaggio "estraneo" a quelli che abbiamo conosciuto nell'opera.