Recensione
Blue Box
5.0/10
Ciò che è frenetico non è necessariamente divertente
Ciò che è lento non è necessariamente profondo
[nuvoletta di flashback spoilerone]
Un bel giorno, la mangaka di Blue Box si svegliò di buon mattino. Per colazione si fece un toast, tagliato rigorosamente a metà in diagonale, a formare triangoli. Mentre sorseggiava il tè, la nuvola che oscurava timidamente il sole si spostò e un raggio di luce irruppe dalla finestra, abbagliandola per un istante e illuminando il piatto sul tavolo. “Farò una romcom! La migliore di tutte! Realistica, nuova, profonda. Arriverà dove nessuna è mai giunta prima!”.
Prese il pennino e si mise al tavolo da lavoro.
Per cominciare - pensò - decidiamo la base di partenza: da chi copiamo?
Direi di copiare l’incipit dalla bibbia degli shoujo, “Itazura na KISS”: i due protagonisti si conoscono solo di vista (uno è innamorato perso dell’altra) ma alla fine della prima puntata si ritrovano improvvisamente a convivere nella stessa casa. Così de botto senza senso.
-Non doveva essere realistico?
Ma si, che ti frega, è solo l’inizio. Il realismo lo daremo con una profondità psicologica dei personaggi che Dostoevskij levati proprio, fidati.
La parte comedy è facile: seguiremo per filo e per segno tutti i classici clichè collaudati: episodio della malattia, quello del matsuri, quello del festival culturale, la gita, ecc.
-Non ti offendere ma non è che tu abbia una grande verve comica. Come farai a rendere divertenti questi clichè nella tua romcom?
Vabè ma “rom-com” è solo un modo di dire, la comedy mica deve per forza fare ridere, basta un sorriso. Oppure anche niente, basta che esistano quelle scene classiche per renderla “-com”, no? Vabbè va, diciamo che Blue Box sarà più slice of life: una storia realistica, profonda, introspettiva.
-Quindi nella tua romcom slice of life riproporrai le stesse situazioni viste e straviste in mille altre opere… ma non doveva essere nuova?
Eh ma ora viene il bello. Tieniti forte: sarà una romcom sportiva. E non parlo dei soliti basket, calcio o pallavolo. No. Uno sport nuovo, strano, mai visto prima in un manga. L’ho sentito l’altro giorno durante le olimpiadi e ho avuto l’illuminazione. Ha un nome particolare, me lo sono appuntato, aspè… il badminton!
-Che minchia è il badminton?
Boh, una specie di tennis con un batuffolo di cotone, non ho ben capito. Non so le regole e mi scoccia impararle, per cui non farò vedere un tubo di quello sport: alle partite concederò una manciata di sequenze durante le quali inquadrerò gli spettatori, il soffitto o un primo piano di quella strana pallina. E poi dirò semplicemente chi ha vinto. Facile. I lettori non arriveranno nemmeno a capire come funziona il punteggio. Tanto chissene, userò lo sport solo per far lanciare sguardi sospiranti ai personaggi mentre l’altro si allena in palestra e per delle frasi fatte sull’impegnarsi. Roba motivazionale, molto profonda.
-Dunque nella tua romcom slice of life spokon entrambi giocano a badminton?
No, solo lui. Lei gioca a basket.
-Non avevi detto niente basket?
Si ok ma di sport strano ne basta uno. Oh piantala, fregatene di questi dettagli, andiamo al cuore della storia. Te la riassumo così, canticchiando:
Lui è un caso umano /
Lei è un caso umano /
Can I make it any more obvious?
-Ehmmm… cioè?
Lui, Taiki, è il classico ragazzo beta represso cacasotto che alla sola idea di dire “ciao” alla ragazza che gli piace a momenti sviene. Ma voglio andare oltre, per cui lo disegnerò anche di bell’aspetto, carino, alto, sportivo, fisico scolpito con gli addominali a tartaruga. E farò che nel badminton, anche se inizialmente è una pippa, grazie all’impegno, alla forza d’animo, alla tenacia, riuscirà a migliorare e diventare forte. Inoltre è anche abituato a interagire con le ragazze perchè ha un’amica d’infanzia (Hina) strafiga e ammirata da tutti e che ovviamente è innamorata di lui.
Insomma uno che non avrebbe nessun motivo per essere così grottescamente insicuro, in modo che sia ancora più frustrante per lo spettatore vederlo sempre farsela addosso, incapace di alcuna iniziativa.
Voglio puntare molto su questo suo punto di forza: essere un personaggio profondamente monodimensionale. Il conflitto, il dubbio, la reazione causa-effetto a un evento imprevisto che ti può portare fuori dalla strada prefissata, ma anche solamente un pensiero divergente, una strategia diversa per raggiungere un obiettivo, un’allusione, una malizia… niente, non fanno parte di lui. Cammina sempre in seconda marcia lungo il rettilineo della vita senza porsi domande. Hai presente quei robottini giocattolo anni ’80 senza alcuna ai che sapevano solo procedere dritti incuranti degli ostacoli e di qualsiasi cosa ci fosse o accadesse attorno a loro? Quelli ai quali bastava un sassolino sul loro percorso per rimanere bloccati all’infinito a girare a vuoto le loro stupide rotelline finchè non si scaricava la batteria. Ecco, lui. Taiki.
Lei, Chinatsu, è la sua dea. Di lei ci verrà detto che è una campionessa di basket ma io mica la farò mai vedere che gioca una partita, eh. No. La mostrerò sempre in palestra mentre si allena a fare tiri scemi da sola. L’unica sua attività è il basket, non fa altro nella vita se non allenarsi. Non sembra avere una vita sociale, esce solo qualche volta con le compagne di squadra, sempre vestita rigorosamente in tuta o con felponi oversize. Inoltre anche in viso la disegnerò basic, senza particolarità, si distinguerà a fatica dalle altre ragazze qualunque di sfondo. Presterò particolare attenzione a farle dei capelli orrendi, fini e unti, probabilmente perchè sempre sudati post allenamento.
Ah inoltre lei è silenziosa e inerte, non parla quasi mai e persino nei momenti clou non esprime emozioni: rimane imbambolata con sguardo perso nel vuoto, in silenzio. Le poche volte che si confida con la sua unica amica, esprime concetti da scuola elementare: per far risaltare questo suo aspetto infantile la disegnerò anche spesso con stile chibi.
-Da come la descrivi pare una ritardata. Visto che è la ship romantica predefinita, non sarebbe meglio renderla più accattivante?
Dici che per gli spettatori Chinatsu potrebbe risultare piatta e noiosa? Come osano?! Allora farò in modo che tutti quelli attorno a lei ripetano continuamente quanto lei sia eccezionale, popolare e bellissima, così anche gli spettatori saranno costretti a crederci!
-No, un attimo, hai detto che Chinatsu è muta, esteticamente banale, sempre in tutona, sguardo da ebete, passa tutto il tempo buttata in palestra ad allenarsi e non ha vita sociale… è la tipica ragazza che nella vita reale sarebbe trasparente. Come e quando una così può essere diventata popolare?
Perchè lei è profonda. Una ragazza di poche parole, e quelle poche parole sono da asilo, ma quell’asilo è di quelli per bimbi profondi eh, di spessore. C’ha una profondità profonda che anche stando in silenzio si capisce che dentro c’è l’abisso. Una roba che no davvero guarda…
-Vabbè, ho capito. Ma almeno la trama sarà intrigante? Svolte sorprendenti, colpi di scena?
Ah si, guarda, ho un concept che mi frulla in testa da sballo, senti qua: brodo allungatissimo di sola acqua.
Figo, eh? La ship predefinita già scontata alla prima puntata, un finto triangolo a cui non crederà nessuno manco per un secondo, lentezza esasperante, zero sviluppi significativi, 2 cour di arrossamenti, banalità e silenzi e alla fine sembrerà di essere ancora fermi al punto di partenza. Che te ne pare?
-Ehmmmm…
Ma si, credimi, tutti si aspettano sempre svolte o concreti passi in avanti e invece la genialata è che queste cose non arriveranno mai, non succederà mai niente. Ogni tanto mi divertirò a trollare gli spettatori: raramente farò succedere qualcosa, e magari sarà qualcosa che se fossimo nella realtà dovrebbe portare a importanti sviluppi, ma immediatamente farò in modo di neutralizzarla e sarà come se non fosse mai successa. Che ridere.
Ad esempio, per farti capire, Hina, l’amica d’infanzia, a un certo punto proverà il tutto per tutto e sparerà una dichiarazione esplicita a Taiki: ti aspetteresti che una cosa del genere sparigli completamente le carte, che mandi in tilt un verginello 15enne in piena tempesta ormonale e pieno di curiosità e fantasie romantico/sessuali. E invece no! Taiki si comporterà come se niente fosse, giusto ogni tanto qualche disagio a interagirci, non prenderà mai nemmeno in considerazione quell’opportunità servita su un piatto d’argento. E’ un concetto profondo che sto elaborando, il “Non succede ma se succede / Succede ma non succede”.
-Questa Hina farà una dichiarazione kamikatze? Allora esiste qualche personaggio capace di iniziativa
Ma si che esiste! La cosa fighissima infatti sarà che tutti i personaggi secondari saranno migliori e più interessanti dei due protagonisti. Tutti. Persino le comparse. Saranno solo Taiki e Chinatsu a essere due inetti stoccafissi. E io mi divertirò a disattendere continuamente la speranza degli spettatori che, esasperati, staranno sempre li a pregare che ci siano sviluppi con gli altri ma non perchè gli altri personaggi siano chissà che: semplicemente perchè hanno un minimo di vitalità, mentre i protagonisti sembrano due morti.
-Si ma perchè
Perchè si! Mi spieghi perchè bisogna narrare sempre e solo degli animali fighi? L’altro giorno ho messo su National Geografic: sempre i soliti documentari sui leoni, le aquile, gli squali… perchè non fanno mai un documentario sulle lumache? Sono così lente e silenziose, loro si che sono profonde! Perchè non fare 25 puntate di documentario interamente sulle lumache? Pensa che sogno: attorno a loro c'è vita, ci sono vari animali che corrono, saltano, giocano, cacciano, amoreggiano, si arrampicano… ma noi li intravediamo soltanto di sfuggita perchè per 25 episodi la telecamera è fissa sulle due lumache, a distanza di 10 metri l'una dall'altra, che si muovono a passo di lumaca, con la loquacità da lumache, con l'intelligenza di lumache.
“Oh! In questi 20 minuti di episodio si sono avvicinate di 1 centimetro!” (lentezza da lumaca)
“Ah no, peccato, in questi altri 20 minuti si sono riallontanate di mezzo centimetro” (intelligenza da lumaca, si muovono a caso)
“Oh, in questi 20 minuti si sono guardati per un minuto in silenzio!” (loquacità di lumaca)
25 episodi di questo spessore e realismo in cui esteriormente non succede una sega ma dentro c’è il più appassionante encefalogramma piatto che si possa immaginare.
-Ho capito, puntiamo tutto su disegni e animazioni
[nuvoletta di flashback che si dissolve]
L’ho cominciato perchè stava li a disposizione su Netflix.
All’inizio l’ho portato avanti perchè visivamente era molto bello.
A metà stavo cedendo alla noia ma sono andato avanti convinto dall’agguerrita fanbase che ne tesseva così tanto le lodi: confidavo che parlassero così perchè conoscevano il manga e evidentemente la storia sarebbe migliorata molto.
Alla trequarti, ormai rassegnato al fatto che Blue Box è tutto così e qualunque aspettativa di miglioramento era utopistica, l’ho finito per dovere di completezza e perchè ormai era diventato un meme con una mia amica (la quale per riuscire a completarlo l'ha visto a velocità 2x).
Non vedo l’ora di perdermi le prossime appassionanti stagioni sulle due amebe.
Sayonara
Ciò che è lento non è necessariamente profondo
[nuvoletta di flashback spoilerone]
Un bel giorno, la mangaka di Blue Box si svegliò di buon mattino. Per colazione si fece un toast, tagliato rigorosamente a metà in diagonale, a formare triangoli. Mentre sorseggiava il tè, la nuvola che oscurava timidamente il sole si spostò e un raggio di luce irruppe dalla finestra, abbagliandola per un istante e illuminando il piatto sul tavolo. “Farò una romcom! La migliore di tutte! Realistica, nuova, profonda. Arriverà dove nessuna è mai giunta prima!”.
Prese il pennino e si mise al tavolo da lavoro.
Per cominciare - pensò - decidiamo la base di partenza: da chi copiamo?
Direi di copiare l’incipit dalla bibbia degli shoujo, “Itazura na KISS”: i due protagonisti si conoscono solo di vista (uno è innamorato perso dell’altra) ma alla fine della prima puntata si ritrovano improvvisamente a convivere nella stessa casa. Così de botto senza senso.
-Non doveva essere realistico?
Ma si, che ti frega, è solo l’inizio. Il realismo lo daremo con una profondità psicologica dei personaggi che Dostoevskij levati proprio, fidati.
La parte comedy è facile: seguiremo per filo e per segno tutti i classici clichè collaudati: episodio della malattia, quello del matsuri, quello del festival culturale, la gita, ecc.
-Non ti offendere ma non è che tu abbia una grande verve comica. Come farai a rendere divertenti questi clichè nella tua romcom?
Vabè ma “rom-com” è solo un modo di dire, la comedy mica deve per forza fare ridere, basta un sorriso. Oppure anche niente, basta che esistano quelle scene classiche per renderla “-com”, no? Vabbè va, diciamo che Blue Box sarà più slice of life: una storia realistica, profonda, introspettiva.
-Quindi nella tua romcom slice of life riproporrai le stesse situazioni viste e straviste in mille altre opere… ma non doveva essere nuova?
Eh ma ora viene il bello. Tieniti forte: sarà una romcom sportiva. E non parlo dei soliti basket, calcio o pallavolo. No. Uno sport nuovo, strano, mai visto prima in un manga. L’ho sentito l’altro giorno durante le olimpiadi e ho avuto l’illuminazione. Ha un nome particolare, me lo sono appuntato, aspè… il badminton!
-Che minchia è il badminton?
Boh, una specie di tennis con un batuffolo di cotone, non ho ben capito. Non so le regole e mi scoccia impararle, per cui non farò vedere un tubo di quello sport: alle partite concederò una manciata di sequenze durante le quali inquadrerò gli spettatori, il soffitto o un primo piano di quella strana pallina. E poi dirò semplicemente chi ha vinto. Facile. I lettori non arriveranno nemmeno a capire come funziona il punteggio. Tanto chissene, userò lo sport solo per far lanciare sguardi sospiranti ai personaggi mentre l’altro si allena in palestra e per delle frasi fatte sull’impegnarsi. Roba motivazionale, molto profonda.
-Dunque nella tua romcom slice of life spokon entrambi giocano a badminton?
No, solo lui. Lei gioca a basket.
-Non avevi detto niente basket?
Si ok ma di sport strano ne basta uno. Oh piantala, fregatene di questi dettagli, andiamo al cuore della storia. Te la riassumo così, canticchiando:
Lui è un caso umano /
Lei è un caso umano /
Can I make it any more obvious?
-Ehmmm… cioè?
Lui, Taiki, è il classico ragazzo beta represso cacasotto che alla sola idea di dire “ciao” alla ragazza che gli piace a momenti sviene. Ma voglio andare oltre, per cui lo disegnerò anche di bell’aspetto, carino, alto, sportivo, fisico scolpito con gli addominali a tartaruga. E farò che nel badminton, anche se inizialmente è una pippa, grazie all’impegno, alla forza d’animo, alla tenacia, riuscirà a migliorare e diventare forte. Inoltre è anche abituato a interagire con le ragazze perchè ha un’amica d’infanzia (Hina) strafiga e ammirata da tutti e che ovviamente è innamorata di lui.
Insomma uno che non avrebbe nessun motivo per essere così grottescamente insicuro, in modo che sia ancora più frustrante per lo spettatore vederlo sempre farsela addosso, incapace di alcuna iniziativa.
Voglio puntare molto su questo suo punto di forza: essere un personaggio profondamente monodimensionale. Il conflitto, il dubbio, la reazione causa-effetto a un evento imprevisto che ti può portare fuori dalla strada prefissata, ma anche solamente un pensiero divergente, una strategia diversa per raggiungere un obiettivo, un’allusione, una malizia… niente, non fanno parte di lui. Cammina sempre in seconda marcia lungo il rettilineo della vita senza porsi domande. Hai presente quei robottini giocattolo anni ’80 senza alcuna ai che sapevano solo procedere dritti incuranti degli ostacoli e di qualsiasi cosa ci fosse o accadesse attorno a loro? Quelli ai quali bastava un sassolino sul loro percorso per rimanere bloccati all’infinito a girare a vuoto le loro stupide rotelline finchè non si scaricava la batteria. Ecco, lui. Taiki.
Lei, Chinatsu, è la sua dea. Di lei ci verrà detto che è una campionessa di basket ma io mica la farò mai vedere che gioca una partita, eh. No. La mostrerò sempre in palestra mentre si allena a fare tiri scemi da sola. L’unica sua attività è il basket, non fa altro nella vita se non allenarsi. Non sembra avere una vita sociale, esce solo qualche volta con le compagne di squadra, sempre vestita rigorosamente in tuta o con felponi oversize. Inoltre anche in viso la disegnerò basic, senza particolarità, si distinguerà a fatica dalle altre ragazze qualunque di sfondo. Presterò particolare attenzione a farle dei capelli orrendi, fini e unti, probabilmente perchè sempre sudati post allenamento.
Ah inoltre lei è silenziosa e inerte, non parla quasi mai e persino nei momenti clou non esprime emozioni: rimane imbambolata con sguardo perso nel vuoto, in silenzio. Le poche volte che si confida con la sua unica amica, esprime concetti da scuola elementare: per far risaltare questo suo aspetto infantile la disegnerò anche spesso con stile chibi.
-Da come la descrivi pare una ritardata. Visto che è la ship romantica predefinita, non sarebbe meglio renderla più accattivante?
Dici che per gli spettatori Chinatsu potrebbe risultare piatta e noiosa? Come osano?! Allora farò in modo che tutti quelli attorno a lei ripetano continuamente quanto lei sia eccezionale, popolare e bellissima, così anche gli spettatori saranno costretti a crederci!
-No, un attimo, hai detto che Chinatsu è muta, esteticamente banale, sempre in tutona, sguardo da ebete, passa tutto il tempo buttata in palestra ad allenarsi e non ha vita sociale… è la tipica ragazza che nella vita reale sarebbe trasparente. Come e quando una così può essere diventata popolare?
Perchè lei è profonda. Una ragazza di poche parole, e quelle poche parole sono da asilo, ma quell’asilo è di quelli per bimbi profondi eh, di spessore. C’ha una profondità profonda che anche stando in silenzio si capisce che dentro c’è l’abisso. Una roba che no davvero guarda…
-Vabbè, ho capito. Ma almeno la trama sarà intrigante? Svolte sorprendenti, colpi di scena?
Ah si, guarda, ho un concept che mi frulla in testa da sballo, senti qua: brodo allungatissimo di sola acqua.
Figo, eh? La ship predefinita già scontata alla prima puntata, un finto triangolo a cui non crederà nessuno manco per un secondo, lentezza esasperante, zero sviluppi significativi, 2 cour di arrossamenti, banalità e silenzi e alla fine sembrerà di essere ancora fermi al punto di partenza. Che te ne pare?
-Ehmmmm…
Ma si, credimi, tutti si aspettano sempre svolte o concreti passi in avanti e invece la genialata è che queste cose non arriveranno mai, non succederà mai niente. Ogni tanto mi divertirò a trollare gli spettatori: raramente farò succedere qualcosa, e magari sarà qualcosa che se fossimo nella realtà dovrebbe portare a importanti sviluppi, ma immediatamente farò in modo di neutralizzarla e sarà come se non fosse mai successa. Che ridere.
Ad esempio, per farti capire, Hina, l’amica d’infanzia, a un certo punto proverà il tutto per tutto e sparerà una dichiarazione esplicita a Taiki: ti aspetteresti che una cosa del genere sparigli completamente le carte, che mandi in tilt un verginello 15enne in piena tempesta ormonale e pieno di curiosità e fantasie romantico/sessuali. E invece no! Taiki si comporterà come se niente fosse, giusto ogni tanto qualche disagio a interagirci, non prenderà mai nemmeno in considerazione quell’opportunità servita su un piatto d’argento. E’ un concetto profondo che sto elaborando, il “Non succede ma se succede / Succede ma non succede”.
-Questa Hina farà una dichiarazione kamikatze? Allora esiste qualche personaggio capace di iniziativa
Ma si che esiste! La cosa fighissima infatti sarà che tutti i personaggi secondari saranno migliori e più interessanti dei due protagonisti. Tutti. Persino le comparse. Saranno solo Taiki e Chinatsu a essere due inetti stoccafissi. E io mi divertirò a disattendere continuamente la speranza degli spettatori che, esasperati, staranno sempre li a pregare che ci siano sviluppi con gli altri ma non perchè gli altri personaggi siano chissà che: semplicemente perchè hanno un minimo di vitalità, mentre i protagonisti sembrano due morti.
-Si ma perchè
Perchè si! Mi spieghi perchè bisogna narrare sempre e solo degli animali fighi? L’altro giorno ho messo su National Geografic: sempre i soliti documentari sui leoni, le aquile, gli squali… perchè non fanno mai un documentario sulle lumache? Sono così lente e silenziose, loro si che sono profonde! Perchè non fare 25 puntate di documentario interamente sulle lumache? Pensa che sogno: attorno a loro c'è vita, ci sono vari animali che corrono, saltano, giocano, cacciano, amoreggiano, si arrampicano… ma noi li intravediamo soltanto di sfuggita perchè per 25 episodi la telecamera è fissa sulle due lumache, a distanza di 10 metri l'una dall'altra, che si muovono a passo di lumaca, con la loquacità da lumache, con l'intelligenza di lumache.
“Oh! In questi 20 minuti di episodio si sono avvicinate di 1 centimetro!” (lentezza da lumaca)
“Ah no, peccato, in questi altri 20 minuti si sono riallontanate di mezzo centimetro” (intelligenza da lumaca, si muovono a caso)
“Oh, in questi 20 minuti si sono guardati per un minuto in silenzio!” (loquacità di lumaca)
25 episodi di questo spessore e realismo in cui esteriormente non succede una sega ma dentro c’è il più appassionante encefalogramma piatto che si possa immaginare.
-Ho capito, puntiamo tutto su disegni e animazioni
[nuvoletta di flashback che si dissolve]
L’ho cominciato perchè stava li a disposizione su Netflix.
All’inizio l’ho portato avanti perchè visivamente era molto bello.
A metà stavo cedendo alla noia ma sono andato avanti convinto dall’agguerrita fanbase che ne tesseva così tanto le lodi: confidavo che parlassero così perchè conoscevano il manga e evidentemente la storia sarebbe migliorata molto.
Alla trequarti, ormai rassegnato al fatto che Blue Box è tutto così e qualunque aspettativa di miglioramento era utopistica, l’ho finito per dovere di completezza e perchè ormai era diventato un meme con una mia amica (la quale per riuscire a completarlo l'ha visto a velocità 2x).
Non vedo l’ora di perdermi le prossime appassionanti stagioni sulle due amebe.
Sayonara
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