Recensione
BLUE LOCK
8.5/10
Io non sono interessato allo sport al di fuori di film, manga e anime.
Dunque in teoria non avrei dovuto storcere il naso all’incipit di questo cartone animato: siamo nel 2018, il Giappone ha perso ai Mondiali e decide di far partire un progetto per creare un super attaccante che giochi egoisticamente “divorando” o “ammazzando” (sono termini usati nella serie) gli altri giocatori e trionfando.
All’inizio mi sono chiesto: come può un one man show trionfare in un gioco di squadra come il calcio?
Ho avuto la risposta: il giocatore costringe con il genio e il carisma, con la pressione dell’attimo che sfugge la squadra a giocare al suo ritmo, stare al suo passo e servirlo.
In Blue Lock emerge Isagi ma anche questo giocatore deve affinarsi e deve essere al servizio della squadra.
Poi l’abilità e la fortuna saranno al suo servizio.
Deus et machina di tutto è Jinpachi Ego, uno strano tipo di allenatore, il quale sovraintende al progetto Blue Lock e con consigli e una buona dose di durezza (mai uno spassionato complimento, un esaltazione positiva degli alti obbiettivi raggiunti) conduce una selezione di giocatori alle più alte sfere.
Erano 300 e diventano 35 ma tutti in grado di giocare a buon livello.
Erano tutti attaccanti e diventano portiere, difensore, centrocampista perché quando uno a talento non serve stare a coprire un ruolo per anni…
Detto così risalta l’assurdità ma non è un po assurdo anche la trrasformazione in super sayian di Goku giustificata dal fatto che in fondo è un alieno o il comparire in One Piece dell’haki poi del ryoo e in futuro chissà di cosa?
Voi direte che ho scelto dei battle shonen e non degli spokon. Intanto Blue Lock è un ibrido e poi parlando di spokon chi non ricorda la catapulta infernale o il tiro tuttiinsieme di Holly e Benji?
Dal punto di vista tecnico il livello è decisamente alto nonostante non abbia mai molto gettonato le opere della 8-bit.
Nome conosciuto è quello di Taku Kishimoto, sceneggiatore il quale sovrasta tutti gli altri nome compreso quello del regista il novellino Tetsuaki Watanabe…
La regia è buona e la sceneggiatura non so quanto si discosti dal manga di successo edito dalla Kodansha ma nel corso degli anni mi è successo di vedere manga migliori degli anime da loro derivati come di vedere anche anime migliori dei manga da cui sono stati tratti. In questo caso ammetto di non seguire il manga di Muneyuki Kaneshiro e Yosuke Nomura.
Comunque il calcio narrato è irripetibile in quanto irreale e lo capisci subito ma non per questo trovi i personaggi (per quanto assurdi) non in linea con quello che vuole uno spettatore.
Inoltre questo anime è apprezzato molto anche dalle ragazze per il gran numero di bei ragazzi.
Secondo me fosse uscito trent’anni fa avrebbe fatto a gara con Slam dunk per numero di fanfictions e manga shonen ai/yaoi…
Insomma se vi piace l’irrazionale e i personaggi sopra le linee è quel che fa per voi.
Dunque in teoria non avrei dovuto storcere il naso all’incipit di questo cartone animato: siamo nel 2018, il Giappone ha perso ai Mondiali e decide di far partire un progetto per creare un super attaccante che giochi egoisticamente “divorando” o “ammazzando” (sono termini usati nella serie) gli altri giocatori e trionfando.
All’inizio mi sono chiesto: come può un one man show trionfare in un gioco di squadra come il calcio?
Ho avuto la risposta: il giocatore costringe con il genio e il carisma, con la pressione dell’attimo che sfugge la squadra a giocare al suo ritmo, stare al suo passo e servirlo.
In Blue Lock emerge Isagi ma anche questo giocatore deve affinarsi e deve essere al servizio della squadra.
Poi l’abilità e la fortuna saranno al suo servizio.
Deus et machina di tutto è Jinpachi Ego, uno strano tipo di allenatore, il quale sovraintende al progetto Blue Lock e con consigli e una buona dose di durezza (mai uno spassionato complimento, un esaltazione positiva degli alti obbiettivi raggiunti) conduce una selezione di giocatori alle più alte sfere.
Erano 300 e diventano 35 ma tutti in grado di giocare a buon livello.
Erano tutti attaccanti e diventano portiere, difensore, centrocampista perché quando uno a talento non serve stare a coprire un ruolo per anni…
Detto così risalta l’assurdità ma non è un po assurdo anche la trrasformazione in super sayian di Goku giustificata dal fatto che in fondo è un alieno o il comparire in One Piece dell’haki poi del ryoo e in futuro chissà di cosa?
Voi direte che ho scelto dei battle shonen e non degli spokon. Intanto Blue Lock è un ibrido e poi parlando di spokon chi non ricorda la catapulta infernale o il tiro tuttiinsieme di Holly e Benji?
Dal punto di vista tecnico il livello è decisamente alto nonostante non abbia mai molto gettonato le opere della 8-bit.
Nome conosciuto è quello di Taku Kishimoto, sceneggiatore il quale sovrasta tutti gli altri nome compreso quello del regista il novellino Tetsuaki Watanabe…
La regia è buona e la sceneggiatura non so quanto si discosti dal manga di successo edito dalla Kodansha ma nel corso degli anni mi è successo di vedere manga migliori degli anime da loro derivati come di vedere anche anime migliori dei manga da cui sono stati tratti. In questo caso ammetto di non seguire il manga di Muneyuki Kaneshiro e Yosuke Nomura.
Comunque il calcio narrato è irripetibile in quanto irreale e lo capisci subito ma non per questo trovi i personaggi (per quanto assurdi) non in linea con quello che vuole uno spettatore.
Inoltre questo anime è apprezzato molto anche dalle ragazze per il gran numero di bei ragazzi.
Secondo me fosse uscito trent’anni fa avrebbe fatto a gara con Slam dunk per numero di fanfictions e manga shonen ai/yaoi…
Insomma se vi piace l’irrazionale e i personaggi sopra le linee è quel che fa per voi.
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