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Ricordo chiaramente quel periodo che erano i primi anni Duemila: ero ancora molto piccolo e mi divertivo a guardare alla Tv programmi come "La Melevisione", "Art Attack" e "L'Albero Azzurro". In quegli stessi anni, segnati inevitabilmente dal più grande trauma della mia generazione, ovvero l'Attacco alle Torri Gemelle dell'11 Settembre 2001, tuttavia, cominciai ad avvicinarmi al mondo dell'animazione giapponese con quella che reputo sia stata in assoluto la mia prima serie anime, ovvero i Digimon di cui, a distanza di anni, ho deciso di riprendere per effetto nostalgia la prima e la seconda stagione in un periodo altrettanto traumatico dell'umanità, ovvero il Lockdown causato dalla Pandemia nel 2020. Decisi di rimandare a data da destinarsi, invece, la visione della terza stagione che, non ricordo come mai (probabilmente tra orari di scuola e abitudini cambiate mi fu impossibile), non avevo mai visto. Tuttavia, le recensioni estremamente positive dei miei amici e di tutta la gente che la definiva "la serie più matura dell'intero Franchising" alla fine mi hanno fatto coraggio e mi hanno spinto a dedicarmi alla visione.

Ed eccoci, infine a "Digimon Tamers". Siamo in un mondo totalmente nuovo dove i Digimon non sono mai esistiti e sono solo una serie TV da cui è stato tratto poi successivamente un gioco di carte. Conosciamo quindi i nuovi protagonisti della serie: l'estroverso ma molto altruista Takato, caratterizzato dai soliti occhialoni che contraddistinguono il personaggio principale della serie (ricordiamo Tai e Devis prima di lui), il riflessivo e intelligente Henri, di origini cinesi, e la scontrosa e attaccabrighe Rika, una ragazza con un passato traumatico che vuole diventare la Domatrice più forte di tutti, costi quel che costi. I ragazzi saranno affiancati dai loro partner, Terriermon, Guilmon e Renamon.

Quali sono gli elementi di pregio di "Digimon Tamers", quindi? Beh, prima di tutto, dopo aver visto questa serie, posso assolutamente confermare che, è vero, è decisamente molto più matura e delle prime due serie, nate invece per un pubblico decisamente più infantile: l'analisi psicologica è davvero molto molto accurata e approfondita, ben studiata e molto coerente. Ogni personaggio mantiene un proprio modus operandi e si trova a cambiarlo proprio nei momenti in cui qualcosa di importante lo segna per sempre. Quello che però, tuttavia, mi ha fatto decisamente impazzire, è stato che gli stessi Digimon, a volte, si sono trovati a dover affrontare questo percorso di crescita e non solo i Domatori. Nelle prime due serie i Digimon erano semplici compagni di avventura, creature digitali pronti a sacrificarsi per i loro amici, e raramente venivano approfonditi alcuni aspetti. Ecco, qui non è sempre così. Senza approfondire troppo, penso che il personaggio di Impmon sia quello scritto in assoluto meglio di tutti e, a tratti, in modo neanche poi così delicato, mettendo a nudo i suoi vari traumi del passato esplicitamente e senza filtri. Anche i ragazzi, Rika tra tutti secondo me, assistono ad un'evoluzione senza indifferenti che li aiuterà a crescere come persone, fino alla memorabile conclusione.

A proposito di scene esplicite, sono rimasto anche particolarmente colpito da come in questa serie, soprattutto, negli ultimi 10/15 episodi regni sovrano un clima di disperazione non indifferente. Penso che se avessi visto questa serie quando andavo alle Elementari sarei scoppiato a piangere e corso da mia madre. Lo ripeto e lo ribadisco: il target di "Digimon Tamers", secondo me, non è più quello dei bambini sui 5-7 anni ma alzerei perfino il livello dai 10 anni in su. Alcuni concetti come la morte, secondo me, richiedono un attimo di riflessione in più e, quindi una maturazione più avanzata.

Come al solito, parlo prima dei pregi e poi dei difetti e come al solito devo giustificare il motivo del perché ho messo quel voto che vedete all'inizio della recensione. Ecco, sarà che con il tempo ci siamo abituati sempre di più a serie più brevi (oggi, ormai, nel 2025, se superiamo i 20 episodi è un miracolo) a causa del calo della soglia dell'attenzione, ma ho trovato che 51 episodi siano stati davvero troppi. E questo non perché mi stessi annoiando ma perché molti episodi sono risultati estremamente ripetitivi. Certo, la trama, seppur lentamente procedeva, ma seguire sempre lo stesso setting, dopo un po' mi ha stufato. La prima parte dell'anime, soprattutto, mi è risultata davvero faticosa da portare avanti. Penso che il numero perfetto sarebbe stato 26/30 massimo. Nonostante tutto, ricordiamo sempre che stiamo parlando di una serie del 2001-2002, più di 20 anni fa, ormai. Venivamo dagli anni 80 e dagli anni 90 dove più si allungava il brodo, più la gente rimaneva incollata allo schermo perché c'era più curiosità, più voglia di aspettare la nuova puntata. L'era dello streaming non si può minimamente comparare a quegli anni. Eppure, continuo a ribadire che no, almeno 20 episodi li avrei tagliati, anche perché, oltre alle ripetizioni, ci sono state delle soluzioni narrative che mi hanno lasciato non poco perplesso, decisamente nonsense. Finivo l'episodio e il mio cervello sembrava Carlo Verdone in "Un sacco bello" che diceva "NCHE SENSO?!". Niente spoiler ragazzi, altrimenti mi menano. Verificate con i vostri occhi e capirete che alcune cose non tornano affatto oppure sono proprio buttate lì perché non sapevano come andare avanti. Non voglio neanche spendere troppe parole per i personaggi secondari: se alcuni almeno hanno un ruolo cruciale nella trama, altri (e sì, Kazu e Kenta, parlo proprio di voi) sono veramente dei riempitivi inutili messi lì per fare dei teatrini comici. No. Dopo 2 puntate già non li sopportavo più.

Chiudiamo questa recensione di "Digimon Tamers" consigliando a tutti voi la visione di questo piccolo gioiellino nonostante le sue piccole pecche. Voi nati negli ultimi anni 90 come me potete ben capire di cosa sto parlando quando si nomina "Digimon". Se volete farvi prendere dalla nostalgia e ritirare fuori alcune serie da vedere, partite da qui. E soprattutto, smettetela di paragonarli ai "Pokemon": è vero, sono più "tamarri" in alcuni punti di vista ma quello che vedrete qui, Ash e i suoi amici se la sognano. Mi dispiace, è così e così sarà per sempre.