Recensione
Old Boy
8.0/10
Recensione di Irene Tempesta
-
Conoscevo "Old Boy" per la fama, e ora ne capisco il motivo: un film che non lascia indifferenti, con tematiche forti, spesso disturbanti, ma con una trama densa e concreta, ricca di colpi di scena.
Una storia violenta, sanguinaria, piena di splatter e scene cruente, allucinanti, angoscianti, ma che sa anche far riflettere su alcuni punti di intensa drammaticità.
Chi è il vero cattivo? Chi è la vittima e chi è il carnefice?
Park Chan-wook ha una cifra stilistica particolare, con una forte influenza dal cinema americano, che ricorda molto Tarantino che, infatti, ne fu estasiato e dichiarò che avrebbe voluto girare lui un film così.
"Sebbene io sappia di essere peggio di una bestia non crede che abbia anche io il diritto di vivere?”.
La trama ruota intorno a Dae-sue, un uomo pieno di odio e vendetta, dopo esser stato rapito e segregato apparentemente senza motivo per 15 anni, ora cerca giustizia e le motivazioni di tutto quel dolore subìto.
Una volta fuori, la ricerca porterà a incontri inaspettati, dura brutalità e violenza, passati nascosti, traumi irrisolti.
Il ritmo narrativo è incalzante, non c'è mai un momento morto, lo spettatore è inghiottito dagli eventi in continuo mutamento fino al finale inaspettato.
Se non siete facilmente impressionabili, consiglio la visione di questo film, soprattutto se avete amato "Kill Bill" di Tarantino.
Una storia violenta, sanguinaria, piena di splatter e scene cruente, allucinanti, angoscianti, ma che sa anche far riflettere su alcuni punti di intensa drammaticità.
Chi è il vero cattivo? Chi è la vittima e chi è il carnefice?
Park Chan-wook ha una cifra stilistica particolare, con una forte influenza dal cinema americano, che ricorda molto Tarantino che, infatti, ne fu estasiato e dichiarò che avrebbe voluto girare lui un film così.
"Sebbene io sappia di essere peggio di una bestia non crede che abbia anche io il diritto di vivere?”.
La trama ruota intorno a Dae-sue, un uomo pieno di odio e vendetta, dopo esser stato rapito e segregato apparentemente senza motivo per 15 anni, ora cerca giustizia e le motivazioni di tutto quel dolore subìto.
Una volta fuori, la ricerca porterà a incontri inaspettati, dura brutalità e violenza, passati nascosti, traumi irrisolti.
Il ritmo narrativo è incalzante, non c'è mai un momento morto, lo spettatore è inghiottito dagli eventi in continuo mutamento fino al finale inaspettato.
Se non siete facilmente impressionabili, consiglio la visione di questo film, soprattutto se avete amato "Kill Bill" di Tarantino.
News