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9.0/10
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PER I MODERATORI, questa recensione va a sostituire la precedente.

"Io potrei essere un idiota... ma sono un idiota che si preoccupa davvero per i suoi studenti."

GTO – Great Teacher Onizuka

Eikichi Onizuka ha 22 anni, è un ex teppista, motociclista incallito e vergine dichiarato. Sogna di diventare un insegnante non tanto per vocazione, quanto per la possibilità di stare vicino a belle ragazze liceali. Ma ben presto questo sogno adolescenziale si scontra con una realtà molto diversa.
Dopo una serie di eventi al limite dell’assurdo, Onizuka ottiene un posto come insegnante di ruolo in una scuola privata… e viene assegnato alla classe più problematica dell’istituto, un gruppo di studenti cinici, traumatizzati, violenti, spesso molto più maturi (e pericolosi) degli adulti che dovrebbero guidarli.

Il cuore del manga ruota proprio attorno a questo scontro generazionale e sociale: da una parte Onizuka, un adulto totalmente fuori dagli schemi, e dall’altra studenti disillusi e feriti da un sistema che li ha traditi. Ma il protagonista ha un asso nella manica: è sinceramente interessato al benessere dei suoi studenti. E questo lo rende, paradossalmente, uno dei migliori insegnanti che si possano desiderare.

GTO è molto più di una commedia scolastica: è una critica feroce al sistema educativo giapponese e, più in generale, a una società ipocrita che finge di proteggere i giovani mentre li schiaccia sotto il peso delle aspettative.

Le tematiche principali includono, il fallimento del sistema scolastico, autoritario, corrotto, basato sull’apparenza. Il trauma giovanile bullismo, abusi, abbandono, pressione sociale. Ogni studente della classe ha una ferita, e il manga ha il coraggio di affrontarle in modo diretto.
Il tema della redenzione e della crescita. Onizuka stesso è un antieroe, ma proprio perché parte da una posizione così bassa, ogni suo passo verso la maturità risulta credibile e coinvolgente. Gli studenti di Onizuka, quasi come un effetto placebo, cambiano e migliorano, mossi da questo professore capitato come un uragano nelle loro vite. L’ipocrisia adulta, presidi, insegnanti e genitori spesso sono peggiori dei ragazzi che dovrebbero educare.

I personaggi sono vari e ben caratterizzati. Eikichi Onizuka è il cuore pulsante del manga: grezzo, impulsivo, pervertito, ma profondamente umano. È uno dei personaggi più carismatici e complessi mai apparsi in un manga shōnen/seinen.
Onizuka non segue regole, non si affida ai libri, ma al buon senso, all’istinto e, paradossalmente, a una morale granitica. Non importa se deve scalare un palazzo, farsi schiantare su una macchina o rischiare il posto: se uno studente ha bisogno, lui c’è.
I ragazzi della classe 3-4 sono l’altra colonna portante della storia. Non sono semplici “alunni problematici”, ma personaggi con background, traumi, rabbia e desideri reali. Vederli aprirsi (poco a poco) a Onizuka è parte di un viaggio emotivo, e secondo me il cardine dell'opera.
I personaggi adulti secondari sono spesso ridicoli o meschini, ma alcuni avranno archi narrativi sorprendenti. Il contrasto tra Onizuka e i suoi colleghi più “tradizionali” è fonte costante di ironia e riflessione, nonché di gag esilaranti.

Lo stile artistico è dinamico, dettagliato e inconfondibile.
I personaggi hanno espressioni esagerate ma espressive, perfette per alternare gag comiche a momenti drammatici. Personalmente ho amato le espressioni di Onizuka.
L’azione è ben coreografata: che si tratti di un inseguimento in moto o di una zuffa tra studenti, le tavole sono sempre leggibili e coinvolgenti.
Le atmosfere scolastiche e cittadine sono rese con un buon equilibrio tra realismo e sintesi, contribuendo a dare solidità al mondo in cui si muovono i personaggi.

In conclusione, GTO è una bomba di carisma, satira e umanità. Fa ridere, riflettere, a volte anche arrabbiare. Ma soprattutto, è autentico.
Dietro l’umorismo da commedia demenziale si nasconde un’osservazione lucida e profonda sulla scuola, la società e la difficoltà di crescere.
Nonostante i toni spesso esagerati e demenziali, la serie colpisce forte dove serve, senza mai risultare banale. È un manga che riesce a essere leggero e profondo allo stesso tempo, senza mai tradire la propria identità. Ti fa affezionare ai personaggi e ti lascia qualcosa, anche dopo l’ultima pagina.
Una lettera d’amore sporca, rumorosa e sinceramente imperfetta all'insegnamento e alla gioventù.

VOTO: 8.9