Recensione
Death Note
8.5/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Death Note" è un’idea geniale sotto ogni punto di vista. I personaggi sono ben caratterizzati, la trama ben strutturata, e l’animazione è di notevole livello sin dall’inizio. La storia sorprende, appassiona e conduce lo spettatore ad affezionarsi ai personaggi nonostante le loro intenzioni poco nobili e i metodi poco ortodossi. Il dualismo tra Light e L è semplicemente eccezionale, entrambi conservano il proprio concetto di giustizia e si battono in base ad esso, dando vita ad una serie di risvolti epici guidati dalla loro astuzia e intelligenza. Tutto questo, però, dura solamente 25 episodi.
Se ne possono dire tante sul finale di "Death Note", ma la verità è che la storia viene sepolta ben prima, quando L rimane ucciso nel confronto con Light. La sua morte, per quanto ben strutturata e ricca di logica all’interno della trama, si rivela essere un vero e proprio punto d’arrivo per la storia, che da li non riuscirà mai più a risorgere. I personaggi che vengono introdotti, Near e Mello, sono deboli, e non riescono in alcun modo a cavalcare l’arduo compito di raccogliere l’eredità di L. Near viene presentato come un personaggio estremamente intelligente, e infatti al contrario di L riuscirà ad incastrare Kira, ponendo fine a tutto. Ma non è questo il risvolto che "Death Note" avrebbe meritato.
La sconfitta di Light è giusta e sacrosanta, ma sarebbe dovuta arrivare in modo diverso. Con il personaggio di L escluso dalla trama, si è andati incontro a una serie di vicissitudini che hanno ingigantito inutilmente la storia, senza condurre lo spettatore verso gli apici che si erano riscontrati nel corso della prima parte. Ciò non significa che L sarebbe dovuto sopravvivere, ma avrebbero di certo fatto bene a ragionare meglio sul suo erede, in modo tale da renderlo più consono alla grandezza e alla genialità di questa storia.
Riassumendo il giudizio, "Death Note" ep. 1-25 è una storia da 10/10, con veramente pochi difetti al suo interno. Ciò che invece accade dopo, abbassa notevolmente il suo impatto, rendendola una serie ben lontana dal concetto di capolavoro. Peccato.
"Death Note" è un’idea geniale sotto ogni punto di vista. I personaggi sono ben caratterizzati, la trama ben strutturata, e l’animazione è di notevole livello sin dall’inizio. La storia sorprende, appassiona e conduce lo spettatore ad affezionarsi ai personaggi nonostante le loro intenzioni poco nobili e i metodi poco ortodossi. Il dualismo tra Light e L è semplicemente eccezionale, entrambi conservano il proprio concetto di giustizia e si battono in base ad esso, dando vita ad una serie di risvolti epici guidati dalla loro astuzia e intelligenza. Tutto questo, però, dura solamente 25 episodi.
Se ne possono dire tante sul finale di "Death Note", ma la verità è che la storia viene sepolta ben prima, quando L rimane ucciso nel confronto con Light. La sua morte, per quanto ben strutturata e ricca di logica all’interno della trama, si rivela essere un vero e proprio punto d’arrivo per la storia, che da li non riuscirà mai più a risorgere. I personaggi che vengono introdotti, Near e Mello, sono deboli, e non riescono in alcun modo a cavalcare l’arduo compito di raccogliere l’eredità di L. Near viene presentato come un personaggio estremamente intelligente, e infatti al contrario di L riuscirà ad incastrare Kira, ponendo fine a tutto. Ma non è questo il risvolto che "Death Note" avrebbe meritato.
La sconfitta di Light è giusta e sacrosanta, ma sarebbe dovuta arrivare in modo diverso. Con il personaggio di L escluso dalla trama, si è andati incontro a una serie di vicissitudini che hanno ingigantito inutilmente la storia, senza condurre lo spettatore verso gli apici che si erano riscontrati nel corso della prima parte. Ciò non significa che L sarebbe dovuto sopravvivere, ma avrebbero di certo fatto bene a ragionare meglio sul suo erede, in modo tale da renderlo più consono alla grandezza e alla genialità di questa storia.
Riassumendo il giudizio, "Death Note" ep. 1-25 è una storia da 10/10, con veramente pochi difetti al suo interno. Ciò che invece accade dopo, abbassa notevolmente il suo impatto, rendendola una serie ben lontana dal concetto di capolavoro. Peccato.
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