Recensione
Mermaid Saga
9.0/10
Recensione di alex di gemini
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Il tema dell’elisir di lunga vita, dell’ottenimento dell’ immortalità, con tutti i suoi annessi e connessi non è certo un tema raro in letteratura. Ora Rumiko ne parla riferendosi ai poteri leggendari delle sirene. In Giappone non sono solo dei mostri che uccidono i naviganti, ma sono anche la via dell’immortalità, poiché mangiarne la carne renderà, appunto, immortali. In un caso su mille, almeno, poiché dato che la suddetta è altamente velenosa, la maggioranza dei candidati finisce col morire subito o, peggio, a trasformarsi in un orribile mostro. Il protagonista è un giovane adulto che, dopo cinquecento anni, continua a cercare la carne per poter annullare l’effetto e tronare normale. Invece che una morte rapida decapitandosi, vuole infatti vivere come un umano e morire di morte naturale. Nelle sue peregrinazioni affronta un’avventura da incubo in un villaggio di sole donne e riesce a liberare una giovane ragazza che ha da poco mangiato la carne ed è divenuta immortale. Iniziano a peregrinare vivendo varie avventure conclusive o rivivendo le avventure nel nostro nel passato. La grafica, anche se non sono mai stato innamorato dello stile della divina , è davvero bella e perfettamente adeguata al tipo di storia e i fondali sono davvero ben realizzati, dettagliati ma non troppo. Dico adeguata poiché le vicende non sono umoristiche ma orrorifiche tutto viene raccontato in maniera reale, senza edulcorare nulla e senza cadere nello splatter. Anche il fatto che i protagonisti siano giovani adulti, almeno ventenni, ha il suo peso, data la maggiore maturità con cui affrontano gli eventi. Certo, non posso negare la mia convinzione che tra i due sia nato un amore, anche se non si dichiarano mai, ma in fondo va bene così. Il finale, poi, è strano. Al pari di One pound, infatti, la saga è stata realizzata nel giro di molti anni, al ritmo di un capitolo ogni tanto. Ma da molti lustri non si prosegue più. Non si sa se ciò sia voluto perché il vero finale è questo o, semplicemente, perché la divina non riesce a concludere. Ma personalmente mi va bene così, dato che gli ultimi capitoli non mi convincevano del tutto. Ma vi è un altro aspetto che vorrei evidenziare. Quando lessi i volumi prima di Inuyasha ero rimasto impressionato, non credevo che l’autrice di Lamù potesse scrivere una storia simile. Anche perché in un intervista aveva dichiarato di non aver realizzato il suo piccolo sogno, ovvero scrivere una storia con un protagonista che si comportasse seriamente dal primo momento all’ultimo. Eppure, dopo aver letto Inuyasha con i suoi toni cupi, e questo è un Inu in miniatura, o meglio ancora, un antesignano, dato che la storia, pur episodica, ha una continuità considerevole, non posso dire che il magone sia passato. Anzi, per certi versi è peggio di prima, diverso e forse peggiore. In conclusione, il genio della nostra è davvero profondo e non finisce di stupirmi. Per cui, pur non negando che persone particolarmente impressionabili non dovrebbero leggerlo, un nove lo posso dare e…… grazie ancora mamma Rumiko!!!
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