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Contrariamente alle mie abitudini, per cui recensisco solo ciò che è concluso, non riesco a resistere alla tentazione di recensire darkwing dopo appena sei volumi, tanto mi ha preso. Cominciamo, per una volta, dalla parte tecnica. La regia delle tavole è molto curata ma lo stile è molto originale: non è da Kurumada come Rerise of Poseidon , non è efebico come ep G , non è da serie televisiva come Santhia Sho. Ma è dal tratto spesso, un po' sporco, con i lineamenti che costituiscono una via di mezzo tra questi tre stili. Le armature, specialmente quelle degli specter, sono state realizzate con la collaborazione della Shiori, una vera garanzia. Ma la storia di cosa parla? Beh, di tutto e di niente. Si avete capito bene. Da una parte siamo in una sorta di seguito della serie classica, poiché la guerra contro Hades è ormai finita e solo l’Elisio è ancora in ottime condizioni. Eppure, allo stesso tempo, siamo in una sorta di universo parallelo, con il povero Micene che viaggia tra le dimensioni. Un nuovo Hades si è incarnato e gli specter si stanno reincarnando negli studenti di una scuola d’elite creata da… farò solo il cognome, Kido, ma anche alcuni giovani cavalieri d’oro vi partecipano. Cosa succederà quindi? Ci sarà una nuova guerra o gli specter e i gold uniranno le forze contro un nuovo dio? Da notare anche un omaggio al film in real action, dato che abbiamo un ariete che somiglia in tutto alla sua controparte, occhiali compresi e una scorpio donna dal carattere infuocato. Lo stile della storia è impressionante, dato che avremo momenti umoristici alternati a momenti drammatici o ad altri puramente shojo. Per la prima volta ho trovato ciò che i cavalieri non mi hanno mai dato, ovvero puro divertimento e leggerezza! Oltre alla prova che anche dopo quarant’anni il brand abbia ancora molto da dire , da dare e da offrire. Non vedo l’ora di vedere cosa succederà, senza nascondere, però, che il gradimento può essere molto soggettivo. Voto otto