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“La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista” (Bernardo Bertolucci)

Tra la solita pletora di serie della scorsa stagione estiva 2025, “With You and the Rain” (“Ame to Kimi to”) ha rappresentato per me la classica opera un po' "fuori dal coro", portando sullo schermo una "poetica dell'ordinario" ben lontane dal mainstream di tante serie che cercano sempre nell'omologazione dello "stupore a tutti i costi" la loro cifra stilistica caratterizzante.

Da quanto sono riuscito a reperire in rete, l’anime è tratta dall'omonimo manga seinen di Kō Nikaidō serializzato dal 2020 e che in poco tempo ha acquisito un certo successo in termini di vendite e riconoscimenti. As usual, il successo del manga ha attirato anche l’adattamento animato: lo studio Lesprit ha prodotto i 12 episodi riuscendo a offrire un'opera di pregio che ha come leit motiv l’atmosfera intima, pacata e anche a tratti malinconica come una classica giornata di pioggia.

L’anime offre una struttura episodica con una narrazione dal ritmo lento senza forzature o esagerazioni verso svolte drammatiche o colpi di scena.
Uno slice of life senza alcun compromesso che sembra avere il solo scopo di esaltare la quotidianità e la poesia dei piccoli gesti quotidiani.
In questo contesto, la trasposizione presenta una cura di una certa qualità per i dettagli visivi e sonori, utilizzando un chara-design dai tratti morbidi e molto piacevoli, animazioni fluide e una colonna sonora che evidenzia la tranquillità della narrazione, senza diventare mai diventare la protagonista. La opening in questo senso è paradigmatica: un sound alla bossa nova con sequenze della bella protagonista Fuji che suscita solo un grande senso di calma e tranquillità con le sonorità suadenti, raffinate e quasi ipnotiche del genere.

"With you and the rain" è una serie che più che narrare una storia sembra limitarsi ad osservare la vita quotidiana della protagonista e degli altri personaggi che gravitano in qualche modo intorno a lei: i genitori ed in particolare il padre piuttosto infantile ed estroverso, le due amiche del cuore fin dai tempi delle scuole superiori nonché la piccola vicina di casa.  
Lo spettatore diventa in un certo senso compartecipe degli spazi, dei silenzi e delle atmosfere vissuti dalla protagonista e soprattutto della originale convivenza tra lei, giovane scrittrice molto introversa e in cerca di ispirazione, e un animale misterioso che si presenta come un cane ma ha l’aspetto inconfondibile di un tanuki, capace di esprimersi attraverso la scrittura e creando delle situazioni tanto surreali quanto ironiche/comiche nelle interazioni con Fuji e gli altri personaggi della serie.
La scelta di mantenere l’ambiguità sull’identità del più o meno misterioso animaletto diventa nell’anime una sorta di gioco "metanarrativo", che coinvolge personaggi e spettatori in un continuo interrogarsi su cosa sia realmente e integrando il puro slice of life con una componente fantasy che movimenta lo stile altrimenti eccessivamente ingessato e compassato della serie.

La solitudine, la ricerca di un senso nell’ordinario, l'accettazione delle situazioni "insolite".

In un giorno come tanti, tornando a casa sotto la pioggia e senza ombrello, la protagonista Fuji trova uno strano animaletto dall’aspetto buffo, con una foglia sulla testa che si autodefinisce come un cane. E Fuji, pur non manifestando particolari emozioni, decide di portarlo a casa, chiamandolo semplicemente “Kimi” (che in giapponese significa “tu”).
Da quel momento, la vita di Fuji e del cane Tanuki si arricchisce di nuove "sfumature". La convivenza con lo strano animale diventa il pretesto per esplorare la bellezza dei gesti quotidiani e la condivisione degli stessi con un'altro essere vivente convivente: preparare la colazione, fare il bagno, ascoltare il suono della pioggia (presente in vari episodi), condividere silenzi e sorrisi. Attorno alla strana coppia ruotano a turno negli episodi gli amici, i vicini e i parenti, ciascuno con la propria opinione sull’identità del tanuki, ma tutti accomunati da una curiosità positiva e da una "strana" capacità di accettare il mistero sulla sua natura.
Essendo uno slice of life, la struttura narrativa è episodica: ogni episodio si concentra su un tema o una situazione specifica, amche a prima vista banale, che costituisce la scusa per offrire uno sguardo attento all’introspezione dei personaggi. Per coloro che si attendono una serie con grandi eventi o svolte (melo)drammatiche è meglio che evitino la visione di "With you and the rain": la bella protagonista Fuji sembra impermeabile a qualsiasi coinvilgimento emotivo significativo, non c'è romance, non ci sono situazioni di tensione. La trama è il paradigma della normalità in cui gli elementi di interesse sono rappresentati dall'imparare a vivere insieme, dall'accettazione delle differenze, dal trovare conforto nella presenza anche silenziosa di un altro essere vivente.
Sotto questo punto di vista, la serie è infarcita di molti silenzi, pause, momenti in cui la pioggia diventa protagonista e lo scorrere del tempo si dilata e rallenta. Un ritmo così compassato l'ho reperito di recente solo in un'altra serie ("Days with my stepsister") e il rischio per lo spettatore è quello di chiedersi: "Tutto qui?".
“With You and the Rain” sembra uno di quegli anime che hanno lo scopo di rappresentare una sorta di rifugio dalla frenesia e dallo stress della vita di tutti i giorni: attraverso l'enfatizzazione dei momenti di calma senza dialoghi e azione come le scene di pioggia, i gesti minimi, semplici e quotidiani, la serie sembra una camomilla o una tisana che si assume al termine di una giornata faticosa. Una vera e propria "poetica dell'ordinario".

L'originalità dei personaggi protagonisti

La presenza del cane-tanuki mi è sembrata perlomeno prima facie "bislacca": la circostanza che capisca e scriva e le sue interazioni con gli umani (a partire da Fuji) mi porterebbero a pensare che sia una specie di metafora dell’identità non definita e della necessità di essere accettati per ciò che si sente di essere, al di là delle apparenze. Il tanuki è con il suo modo di essere al contempo buffo e profondo rappresenta una sorta di ponte tra diversi mondi, quello reale e quello fantasy.
Fuji è a sua volta una protagonista non incasellabile nei soliti cliché: non è una eroina, non brilla per la sua intraprendenza o, come piace ai giapponesi, per la sua popolarità. È giovane e bella donna riservata e introversa che si pone in modo originale rispetto ai soliti personaggi che hanno problemi di interazione con gli altri. La sua timidezza non è un tratto caratteriale negativo che le cagiona sofferenza ed isolamento, ma per lei rappresenta una vera e propria filosofia di vita: a lei sta bene essere così e non ne soffre, anzi. In sostanza, a lei non importa compiacere ed è molto selettiva nelle interazioni con gli altri, tanto che frequenta sporadicamente solo le 2 amiche. Il suo atteggiamento non è tuttavia supponenza o alterigia: come scrittrice, Fuji osserva il mondo con uno sguardo gentile e distaccato, preferisce il silenzio alle parole, trova conforto nei dettagli più delicati della quotidianità e nella compagnia selezionata. E non è difficile trovare un parallelismo con il tanuki che sembra rappresentare il suo complemento e appiglio in una interazione di comprensione reciproca e non di affermazione egoistica.

In questo senso, "With you and the rain" la narrazione assume i connotati di una forma di resistenza alla superficialità imperante, un invito a rallentare, a guardare oltre le apparenze, a trovare un senso nella lentezza, nella contemplazione, nella comprensione ed accettazione in un contesto come quello odierno il cui unico scopo è quello di categorizzare ed emaginare chi non crede esclusivamente nel principio "mordi e fuggi".
Fuji e il tanuki sembrano indicare una possibile via, basta avere un po' di coraggio per percorrerla.