Buona epifania dalla redazione dell' Italian Indie Comics Award! Oggi vi parleremo de Il Pendolo Rosso, fumetto sperimentale di Babbyan ed Hartyca.
 
Babbyan ed Hartyca sono due ragazzi molto riservati, che preferiscono far parlare le loro opere piuttosto che parlare di sè stessi. Sono entrambi oltre la trentina e sono cresciuti con letture molto eterogenee, grazie soprattutto a riviste come Alter Alter e Métal Hurlant (che continuano tuttora a collezionare, riuscendo a trovarne in grande quantità nei mercatini). Disegnano e scrivono storie fin da piccoli ma solo da poco hanno cominciato a mostrare il loro lavoro pubblicamente grazie alle spinte dei loro amici che consideravano il loro talento sprecato se tenuto solo per sè stessi. Per quanto riguarda la loro formazione artistica sono autodidatti ed ammettono che amano leggere i fumetti più che disegnarli. 

Per quanto riguarda i loro riferimenti artistici hanno le idee ben chiare: i loro autori preferiti sono Cavazzano, Otomo e Moebius e di ciascuno di questi amano gli aspetti meno noti. Otomo nel volume “Memorie” a loro avviso dà il suo meglio, riuscendo ad essere irriverente, eversivo e grottesco come nessuno (senza mai dimenticare Akira). Cavazzano con “Altai & Jonson” e “Capitan Rogers” secondo loro riesce nel tentativo impossibile di rimanere in equilibrio tra il realistico ed il “cartoonesco”. Infine per loro Moebius, nelle storie del suo “Garage Ermetico”, riesce a dire tantissimo in pochissimo spazio, la sua sintesi li stupisce continuamente.

Ecco a voi la trama de Il Pendolo Rosso:
 
​Abigail è una semplice ragazzina, una delle tante vittime di un mondo sanguinario dove chi è come lei non ha alcun diritto, ma deve solo soccombere in silenzio. Un'eroina un po' atipica, che viene continuamente costretta a compiere scelte che non vorrebbe fare, che si trova in situazioni più grandi di lei e che suo malgrado deve "crescere in fretta" per cercare di sopravvivere. 
Tutti i personaggi che le ruotano intorno sono anch'essi logorati da questo mondo. Si aggirano come fantasmi, vittime di meccanismi secolari dai quali non possono sottrarsi. E quando lo fanno qualcosa s'inceppa, per poi inevitabilmente rompersi. Il Pendolo Rosso è la storia di questa rottura.

Il Pendolo Rosso è un’opera che colpisce al primo impatto qualsiasi lettore. Le tavole dell'opera infatti vanno oltre i soliti schemi e narrano la storia di Abigail con grandi immagini a tutta pagina che con giochi di linee e di spazi presentano al proprio interno più spazi narrativi, in un flusso continuo ed omogeneo in cui il lettore è guidato alla lettura più dal fluire del segno grafico che dal rigido susseguirsi delle classiche vignette. I monologhi che accompagnano le singole tavole inoltre si dimostrano fin da subito come un altro dei punti di forza dell'opera: scritti con grande cura permettono al lettore di immedesimarsi nel narratore rafforzando l'espressività e l'intensità di tutta la vicenza narrata, catturando ipnoticamente il lettore e portandolo con naturalezza a seguire la storia fino alla sua naturale conclusione.
 

A differenza di altre autoproduzioni Il Pendolo Rosso non ha avuto il piacere di godere di una produzione cartacea in serie da vendere alle fiere od online, bensì i due autori hanno optato per l'idea semplice ed inusuale di fare un "giveaway" sulla propria pagina Facebook regalando poche copie cartacee stampate ad hoc per l'occasione ai fortunati estratti facendole diventare dopo pochissimo tempo dei veri pezzi da collezione. Questo ovviamente non precluderà la ristampa successiva dell'opera,con dentro anche una sezione extra con bozzetti e studi se i fan la spingeranno abbastanza, ma come potrete leggere qui sotto attualmente gli autori hanno anche altri progetti in ballo ed un mondo di altre possibilità davanti tutte da esplorare per cui tutto sarà vincolato all'andamento e d al successo dei progetti futuri.  

Per approfondire meglio il discorso vi lasciamo quindi alla nostra intervista:

Salve ragazzi, benvenuti nella nostra intervista: pronti?

Partenza, via! Siamo carichissimi e pronti a rispondere!

Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?

Digitale. Amiamo il digitale e la nostra scassatissima tavoletta, a tal punto che continuiamo ad usarla nonostante funzioni ormai solo la metà inferiore. Per pigrizia ci si abitua a tutto, anche a questo!
Usiamo pennelli standard leggermente customizzati e non ci facciamo problemi ad ingrandire la tavola oltre il fatidico 33%. Ci piace perderci dentro al segno, tanto poi ci pensano le dimensioni fisse dello stroke del pennello che usiamo a salvare la leggibilità della tavola!
Auspichiamo che un giorno il digitale diventi oggetto di collezionismo, come lo sono le tavole analogiche. In fondo il limite del digitale, se dimentichiamo la materia, sta solo nella riproducibilità: basterebbe prendere il file realizzato, stamparlo in una sola copia e poi cancellare il file. E l'originale eccolo qui!
Chissà, magari un giorno potremmo mettere in vendita un file... chissà!


Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?

Per noi fare fumetto significa mixare più linguaggi. Chi dice che il fumetto è un linguaggio, non fa altro che limitarne la portata. Anche per questo non amiamo la gabbia. Mortifica lo storytelling. Preferiamo che sia la narrazione a dettare la scansione grafica della tavola. Per noi il layout, e ancor prima il disegno, sono sottomessi alla narrazione. Se potessimo elimineremmo anche la tavola...

Avete iniziato a lavorare ad un vostro progetto dopo essere stati fortemente spronati, qual è quindi il vostro parere sul mondo dell'autoproduzione?

Viviamo l'autoproduzione come l'unica strada percorribile per raggiungere i nostri sogni. Scegliere, decidere, sbagliare è puro ossigeno. In caso contrario ogni sogno diventerebbe un incubo sotto il peso di tempistiche, vincoli e paletti. Per noi l'autoproduzione è libertà di assecondare la nostra passione.
 
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?

"Il pendolo rosso" è nato come scommessa. Volevamo vedere cosa sarebbe successo se ci fossimo imposti dei ritmi serrati. Infatti normalmente dopo l'esaurimento dello slancio iniziale, la parte più dura è proseguire. Trovare sempre nuovi stimoli e non farsi prendere da scoramenti vari. Insomma è pura fatica! Inoltre volevamo cimentarci un po' con il mondo social. Una cara amica si è offerta di pubblicare il fumetto su una pagina e così abbiamo iniziato questa avventura. Non ci aspettavamo nulla, ma strada facendo abbiamo avuto piccole soddisfazioni, anche per merito di diverse persone che ci hanno sostenuto. Grazie a loro abbiamo trovato lo sprint per terminare il progetto.
Cosa ci aspettiamo ora che il fumetto è terminato? Sinceramente non ne abbiamo idea. Per adesso ci interessa solo che venga letto da più persone possibili, anche solo per sapere cosa ne pensano!


Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Beh, diciamo che la caratteristica più rilevante del nostro webcomic è la struttura della tavola. Niente gabbia, niente barriere, ma solo un flusso continuo di immagini. Abbiamo pensato ogni tavola come una grande illustrazione, che nascondesse al suo interno una narrazione. Speriamo che il pubblico apprezzi questo sforzo e lo premi!
Il vostro webcomic si differenzia da molte altre opere per la sua originalità, sia nella scrittura che per quanto riguarda la semplice struttura di ogni tavola. Come mai questo "esperimento"? Cosa vi ha portato a fare questa scelta?

Sicuramente di base ci piace sperimentare e mettere in discussione anche le realtà più codificate. Però lo spunto decisivo è nato da una riflessione sulla differenza che passa tra guardare un film attraverso i frame impressi sul nastro di una pellicola e vedere lo stesso film proiettato su uno schermo.
Nella tavola di un fumetto spetta al nostro cervello creare il montaggio che collega tra loro le varie vignette. Come già accennato in precedenza nel nostro webcomic abbiamo cercato di eliminare la frammentazione della gabbia e creare qualcosa di più fluido e continuo, proprio come in un film.


Visto l'interesse dei fan ci sarà un seguito de Il Pendolo Rosso?

In teoria abbiamo già l'idea attorno a cui sviluppare il seguito. Quel che ci manca è il tempo per realizzarla, almeno nell'immediato. Comunque state certi che sentirete ancora parlare di Abigail!
 


Come vi siete conosciuti? Progetti futuri?

Ci conosciamo da moltissimo tempo e abbiamo sempre avuto passioni differenti che grazie al fumetto si sono unite. Ma il progetto da cui è nato tutto è un racconto illustrato. Si intitola "Il fungo di osso", è diviso in quattro capitoli e abbiamo in programma di rendere scaricabile il primo capitolo da febbraio, tramite un'app specifica. Il progetto è decisamente fantasy, più del webcomic. C'è pure una mappa. Gli involontari protagonisti di questa storia sono dei misteriosi funghi dalla forma di piccoli teschi che spuntano sulle tombe delle persone malvagie per nutrirsi della loro anima dannata, impedendole così di salire in cielo.  Sulla pagina di Babbyan sono state già mostrate alcune illustrazioni accompagnate dai testi.

Parlateci di più di questa vostra app specifica, da dove deriva questa vostra scelta?

La scelta di rilasciare i nostri progetti futuri tramite applicazioni è dovuta alla necessità di abbattere i costi e di avere una canale tutto nostro di distribuzione. In sostanza per fini puramente pratici.
Questo però ha rappresentato una sfida a livello di progettazione dei contenuti, che sono stati pensati per adattarsi al nuovo  supporto. 
Abbiamo puntato molto sulla modalità di fruizione, realizzando un'applicazione che ottimizzasse l'esperienza di lettura senza penalizzare il comparto figurativo. Il risultato ci soddisfa e speriamo che convincerà anche chi vorrà seguirci! L’applicazione è sviluppata con tecnologie web che permettono il rilascio della preview anche sul sito, offrendo la possibilità di leggere la storia senza nessuna installazione. Oltre a navigare facilmente tra i capitoli, sarà possibile salvare e condividere le pagine preferite. Insomma sarà un'opportunità, per tutti coloro che vorranno seguirci, di vivere in maniera più personalizzabile le storie che proporremo.

L’applicazione sarà disponibile gratuitamente prima su App Store e successivamente su Google Play. Per iniziare faremo uscire la preview del primo capitolo, mentre quelli successivi verranno rilasciati a pagamento. I lettori saranno avvertiti delle altre uscite con una notifica direttamente sul loro dispositivo. 

Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!

Intanto ringraziamo voi di AnimeClick per questa iniziativa. Far emergere le piccole realtà è uno sforzo encomiabile e fondamentale per arricchire ancora di più il panorama del fumetto.
E naturalmente salutiamo anche tutto il pubblico, soprattutto quello che è arrivato a leggere la fine di questa intervista.
  

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!