Benvenuto splendido pubblico dell' Italian Indie Comics Award! Oggi vi presenteremo la bizzarra storia del Progetto Olimpus di Chiaretta & Bon.
 
Chiaretta è una fumettista, grafica, designer e fautrice di tanti progetti, proveniente da Genova. Nella sua vita ha sempre disegnato, praticamente dal momento in cui ha iniziato non ha più smesso, così come non ha mai voluto smettere di raccontare storie, che fossero favole o racconti avventurosi, finché a 14 anni non ha avuto l’idea di riunire le due cose, iniziando però a cimentarsi seriamente col fumetto a 15-16 anni. Nel tempo successivo si è quindi molto data da fare partecipando all’ArtTour di Firenze nel 2010, alla Triennale di Milano come designer nel 2011, ad un contest della Samsung nello stesso anno uscendone come terza classificata, ad un concorso spagnolo dell' Editoriale Norma nell'anno successivo arrivandone finalista, oltre a partecipare nel corso degli anni a moltissime mostre e fiere del fumetto sparse per l'Italia, tra cui l'esperienza recente con Fumettopolis. Nel frattempo ha inoltre collaborato con Man-ga Tv, disegnato varie cover di libri, prodotto diverse opere originali e deciso di organizzare e motivare un gruppo su facebook, di cui è molto orgogliosa, dedicato a tutti gli artisti desiderosi di partecipare allo SMAC,  il concorso internazionale giapponese di fumetto, permettendo così di agevolare la comunicazione tra gli autori e far migliorare tutti centrando l'obbiettivo comune di qualificazione.

Ama i lavori di Federico Barbucci, delle Clamp (di cui Card Captor Sakura e Magic Knight Rayearth sono le sue opere preferite, senza dimenticare XXXHolic), di Miyazaki (il Castello errante di Howl su tutti), di Laura Canepa, della Kaori Yuki, di Tsukasa Hojo, ma ha trovato straordinariamente interessante anche Golem e Saria ed apprezza particolarmente molti dei volumi francesi editi da Bao. Alcuni dei suoi maggiori riferimenti visivi li trova proprio nell’arte classica e lo si può notare nel modo in cui i suoi personaggi si muovono o tengono le mani, nel suo continuo studio del colore e nella sua ricerca nei panneggi. Sono quindi per lei fonte di ispirazione Antonio Canova, Leonardo, Turner, i Preraffaelliti, Mucha, Hayez, ma ama anche perdersi nella grafica millenaria dei giapponesi e ritrovarsi nelle sculture delle chiese, nei dipinti, nell'architettura delle facciate dei palazzi.

Bon, lo sceneggiatore dell’opera, è un criceto. Sì. In che altro modo si potrebbe presentare? Bon Cricetius, il suo nome completo, non ci riferisce la sua vera età perché essendo un criceto comunque essa si calcola in modo diverso rispetto agli umani, ma in ogni caso ci tiene a farci sapere che è davvero molto longevo rispetto agli altri criceti… perché? Non è disposto a divulgare con noi umani la risposta (però si è messo a parlare di come i gatti sappiano curvare lo spazio tempo…). Ama da sempre mangiare semi di girasole, viene da una famiglia molto numerosa ed ha un passato burrascoso di cui ama vantarsi, ma non in questa sede :) E' un criceto che ama decisamente film e telefilm, ci segnala infatti di esser rimasto molto colpito da Fringe, Sherlock, Doctor Who e Person of Interest, trovando decisamente interessanti (per essere dei semplici umani) Nolan, Moffat e J.J. Abrams, tutti maestri dai quali cerca di apprendere i segreti della sceneggiatura.

Il Progetto Olimpus è un grande universo narrativo concretizzatosi dalla particolare unione tra Chiaretta e Bon. Sviluppatosi in diverse storie e volumi al nostro concorso partecipa solo il primo di essi, L’inglese che incontrò gli dei [al bar], di cui trovate la trama qui di seguito: 
 
George ha qualcosa da custodire e proteggere, per questo lascia Londra e inizia a viaggiare in Europa.
Per qualche ragione, forse il caso, forse il destino, si ferma a Genova dove incontra Gaia, Morfeo ed Elio che spendono i loro pomeriggi seduti al bar ad oziare e giocare a carte. Questi ragazzi sono quattro persone profondamente diverse tra loro, e probabilmente hanno solo una cosa in comune: sono Maestri di Magia. Eppure questo è l'inizio di una grande amicizia che con il tempo cambierà ogni cosa. Forse il mondo intero.


Come saprà chi già segue l'autrice le storie del Progetto Olimpus sono tutte concatenate tra di loro non solo per la presenza di un vasto cast di personaggi che si distribuisce in maniera variegata attraverso le diverse opere del progetto ma anche per un impeto comune nei protagonisti di ognuna di esse.  Essi infatti insoddisfatti della situazione attuale (nell'opera presentata ci sono anche interessanti riferimenti alla politica di qualche decennio fa) bramano il cambiamento e con coraggio e passione cercano  di ottenerlo in prima persona e dimostrare che "volere è potere". A dimostrazione di ciò la frase "il mondo sta cambiando" diventerà ben presto il motto della serie, accogliendo con questa base di speranza tutti gli affezionati lettori che ne continueranno la lettura. In questo senso "L'inglese che incontrò gli dei (al bar)" è un'ottimo preludio di tutto quello che verrà dopo, raccogliendo in sé tutto quello che l'autrice vuole offrire con questa sua lunga epopea: un cast di personaggi ricco, variegato e così ben caratterizzato che il lettore si sentirà quasi in famiglia; una narrazione ricca di dialoghi, ma così leggera da quasi non sentirli; una storia familiare con quel pizzico di avventura e magia per rendere il tutto interessante ed, immancabilmente, un forte messaggio di voglia di cambiamento e di speranza per il futuro. E cosa si può volere di più?


In Progetto Olimpus i disegni di Chiaretta sono ancora in fase embrionale, essendo questa una delle prime opere in cui si è cimentata, ma nonostante questo mantengono il grandissimo pregio di trasmettere sempre un certo calore al lettore e di far trasparire in molte tavole quello che sarà lo stile decisamente dolce e pulito, ricco di tratti molto morbidi ed espressivi, tipico dell'autrice. Per il futuro Chiaretta non esclude che nel progetto vedremo incluso anche qualcosa che non sia un fumetto, complice magari anche la sua militanza nel mondo delle light novel, ma per ora acqua in bocca che altrimenti il criceto morde!

Ecco infine l’intervista al nostro duo:

Chiaretta e Bon, benvenuti all'IICA! Allora che ne dite: pronti?

Chiaretta: Sempre pronti.

Bon: Pronti a tutto! Ahahah! Squit.


Con che stili preferisci disegnare? Quali tecniche usi?

Bon: Quisquit lascio la parola a Chiaretta.

Chiaretta: Grazie Bon. A dire il vero non ho preferenze. Dipende dalla sceneggiatura. Se è una storia leggera, se c'è molta comicità, se l'introspezione si alterna rapidamente all'azione, se la ricerca della comprensione del personaggio va oltre la semplice narrazione di una trama, allora preferisco uno stile vicino al manga. Per il puro fantasy o le storie contemporanee di vita qui e ora invece preferisco uno stile più francese. Per le illustrazioni mi piace parecchio esplorare.
La cosa che più amo è colorare a copic o acquarello. Spesso però lavoro a pc. Sono diventata molto veloce ed efficiente.  Quando posso mixo diverse tecniche. Sperimento moltissimo. Però per alcuni progetti futuri ho deciso di tornare alla matita, per qualcosa che ho nel cuore da un po'.


Com’è lavorare insieme? Del resto siete una coppia abbastanza atipica!

Bon: Io lavoro bene con lei. Nel senso... non puoi capire, squiahahah! È uno spasso vedere la sua faccia quando le passo le sceneggiature su cui deve lavorare, ehehequit. Mi fa morire. Poi disegna pure abbastanza bene, non mi lamento. Unica cosa che mi sta sui cricetici attributi, se vuoi saperlo, è che lei non dedica a me tutto il tempo che il mio genio meriterebbe, a parte questo, tutto bene.

Chiaretta: ... Ha un discreto ego.

Bon: Va bene, lo ammetto. Ogni tanto ha pure delle idee interessanti. Progetto Olimpus è un'idea della ragazza, quiquist

Chiaretta: Dai, non mi lamento neppure io... Tranne che lui morde, è ok.

Bon: Tutto qui?

Chiaretta: Va beh, mi piace anche come lavora sennò mica me lo terrei in giro, considerato il caratterino!

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?

Chiaretta: Significa raccontare e raccontare è la mia aria: "Raccontare" e "Respirare" hanno parecchie lettere in comune. Come dicevo, scrivo molti libri per conto mio e disegno fumetti, quasi sempre sulle sceneggiature di Bon. Raccontare con le parole e raccontare con le immagini sono percorsi lontani e vicini. Entrambi necessitano di una sintesi scultorea. Se devo descrivere un abbraccio a parole, devo sceglierle con cura. Devo valutare tante cose.
Come si descrive un'emozione? Come si porta qualcosa di intangibile sul piano dei sensi con le parole? Come usare la punteggiatura, dove porre infine il punto fermo che chiuderà ogni cosa? E quante parole usare? 10? 20? 100? Queste sono le domande che devo farmi. Quando devo disegnare un abbraccio devo valutare cosa mostrare di quell'abbraccio, le mani strette attorno alla vita o alle spalle? I volti? Gli occhi? E che inquadratura sceglierò? E come posizionerò virtualmente la telecamera, per decidere come si porrà dunque lo spettatore rispetto a questo? Quante vignette dedicherò a quell'abbraccio? La luce come cadrà? I vestiti come si tenderanno mentre quei due corpi si incontrano? Vuoi concludere tu, Bon?

Bon: Sì, vorrei squittire che ciò nonostante sono entrambi lavori che ci spingono verso la comprensione di qualcosa di invisibile che è dentro di noi, fuori da noi e attorno a noi.


Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate ed una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.

Bon: Mi piace l'odore della tastiera, il sapore delle idee, il rumore dei tasti mentre scrivosquit, voglio dare importanza solo a quello, mi piace ciò che mi piace e ciò che non mi piace lo mordo. Talvolta mordo anche ciò che mi piace. Squit.

Chiaretta: Ahahah! Io amo questo lavoro. L'amore è spigoloso alcuni giorni e morbido altri.
Così alcuni giorni è il lavoro più pesante e faticoso del mondo, ho mal di schiena, sto troppe ore china sui fogli o davanti al pc, i disegni non sono come li voglio io e l'editoria italiana è un disastro di discreta portata. Certi colleghi sono ricercati come tartufi e poi c'è il sottobosco dell'autoproduzione che è guardato da lontano come un'amanita velenosa "Bello, eh. Ma pare che se lo mangi poi muori."

Bon: Una cosa tipo... "Vuoi che muoro?" "No, cavolo, voglio che leggi!"

Chiaretta: Esatto!! Non so spiegare quanto è frustrante. Però... però... ci sono dei giorni in cui le storie arrivano da te e si raccontano. E puoi solo accoglierle, capirle e farle tue. E tutto torna in pace.

Bon: Squit-quoto.

 


Com’è nato il Progetto Olimpus? Quali sono i vostri progetti per il futuro del progetto?

Chiaretta: Progetto Olimpus è nato quando ero una ragazzina.  È composto da numerose storie concatenate tra loro in un unico racconto che parla di coraggio, amicizia, sacrificio, orgoglio, dedizione e qualche volta anche di amore. Ovviamente parla anche di magia, in molte forme. Ha diverse chiavi di lettura.

Bon: I miei progetti a riguardo coincidono con quelli di Helios De Forti, direttore dell'Olimpus, con cui siamo amicisquit. Quindi direi... la conquista del mondo.

Chiaretta: Ecco. Questo magari non dovevi dirlo.


Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro  Award?

Chiaretta: La prima è una domanda facile: adoro i personaggi ed il messaggio della storia. Adoro quella frase ricorrente "Il mondo sta cambiando..." Adoro la nostalgia che si respira. La capisco quella nostalgia.

Bon: A me piace Gaia.Quella sua deliziosasquit violenza...

Chiaretta: Bon, dai... sii serio! Come rispondiamo alla seconda domanda?

Bon: Io direi "Devono leggerlo, perché sì!" Tutti devono leggerlo e basta.

Chiaretta: Va bene, ti ignoro. Non sei di alcun aiuto. Dicevo...
La seconda è una domanda difficile: è difficile determinare un perché. Spero tanto che in molti dentro o al di fuori di questo concorso scelgano di sostenere me e Bon nella costruzione di questa storia, perché merita di essere raccontata e ascoltata.  L'inglese che incontrò gli Dei [al bar] è collocabile all'inizio di Progetto Olimpus, una serie di storie concatenate, ma autosufficienti tra loro. Potrete leggerne una o tutte, alcune si ambientano nel nostro mondo e altre no, eppure è tutto collegato.

Bon: Vi prometto che il giorno che la leggerete il finale scoprirete che ogni più piccolo tassello è andato al suo posto. Ogni parola detta, ogni avvenimento aveva un valore totale.

Chiaretta: Vero. Progetto Olimpus racconta la storia della vita, di alcuni personaggi si vede inizio e fine, di altri solo un frammento di quel percorso, ma ognuno è lì per una ragione, per dare un contributo nel bene e nel male. Ed ogni storia va verso un finale, verso uno scopo.

Bon: Per fare questo non basta che io scriva, Chiara disegni ed Helios e gli altri ci raccontino le loro storie. Occorre che voi, voi tutti ci sosteniate, quit squit, perché ciò che rende forte un racconto sono i lettori.

Chiaretta: Sì. È a voi che noi affidiamo tutto.


Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!

Chiaretta: Prima dei saluti voglio ringraziare lo staff di Anime Click per la grandissima disponibilità, siete splendidi. Sia per questa che per altre vostre iniziative cui ho partecipato e apprezzato in passato. La vostra passione è anche la nostra speranza.

Bon: Graziesquit!

Chiaretta: Voglio salutare con affetto e ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito fino a qui, grazie per aver letto anche questa lunga intervista. Grazie di tutto!

Bon: Baci pelosi anche da me, soprattutto alle ragazze *occhiolino*

Chiaretta: Bon...

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!