Buona pasquetta da parte dello staff dell'Italian Indie Comics Award! Oggi vi presentiamo un'opera che è sia un fumetto che una light novel: Service's Code di Emanuela e Matteo Locatelli!
 
Emanuela Locatelli (in arte Zelas) e Matteo Locatelli (in arte Zurundolo) sono due fratelli gemelli nati il 25/08/1981 a Busto Arsizio (VA), città che amano e in cui vivono tutt'ora.  Entrambi hanno frequentato la sezione tradizionale del liceo artistico della loro città per poi diplomarsi come grafici web ed entrambi finiscono a fare un lavoro che, alla fine, con la grafica ed il disegno c'entra ben poco. Per sfogare quindi il loro estro creativo finiscono per scrivere ed illustrare assieme progetti alternativi, pubblicandoli in internet su siti propri. Emanuela, che si occupa solo della parte scritta, inizia nel 1998 scrivendo fan fictio su Slayers, mentre Matteo inizia successivamente illustrando qualche personaggio delle sue fan fiction. Storia ed illustrazioni finiscono sul sito Zelas Metallium Castle e allo Slayers fan fiction archive, due siti all'epoca molto attivi nel fandom di Slayers. Successivamente Zurundolo comincia ad appassionarsi anch'esso alla scrittura, ed intorno al 2004 inizia un progetto originale, abbandonando momentaneamente Emanuela, per scrivere ed illustrare a quattro mani con un'altra scrittrice un progetto di nome Faint Hallucination. Esso diventa presto anche un fumetto, ma dopo qualche anno l'altra autrice abbandona il campo e Matteo decide di tornare a lavorare in coppia con Emanuela, facendo nascere nel 2008 il loro nuovo e definitivo progetto originale: Service's Code.

Entrambi i fratelli amano Rui Araizumi e sono anni che Matteo cerca di disegnare seguendo il suo stile. Vorrebbe quel tratto, quelle espressioni e quel dinamismo in ogni posa, e si rende conto di esserne ancora distante, ma non lo trova però un motivo abbastanza buono per mollare! Il loro fumetto preferito, nonostante il già anticipato amore per Slayers, è City Hunter di Tsukasa Hojo.

Ecco di seguito la trama di Service’s Code:
 
Service’s Code narra di due mondi, il nostro mondo ed un suo parallelo, di una Confederazione che protegge dalla verità il nostro mondo, di galeotti che combattono per riconquistare la propria libertà. Parla di due gemelli e del loro difficile modo di rapportarsi. Parla di un ragazzino che ha fatto l’errore più grande della sua vita senza saperlo. Parla di esplosioni, battaglie, sparatorie. Di magia ed incantesimi, di poteri sovrannaturali e di omicidi. Di malattie mentali e poteri psichici. Il tutto affrontato con scene di ordinaria follia, ironia e una buona dose di parolacce. Service’s Code è il fantasy che tira una capocciata al film d’azione tamarro americano, leggere per credere!

Light Novel ma anche fumetto, Service’s Code di certo è un’opera frutto di un duro lavoro di autori che si sono davvero dati un gran da fare, soprattutto grazie all’immenso apporto dei fan.. Ma non anticipiamo troppe cose. Principalmente l’opera è nata per essere una light novel ed è questo il modo in cui si è fatta conoscere, almeno inizialmente. Lo stile narrativo della novel si presta perfettamente ai toni dell’opera, quel che emerge più di ogni cosa infatti è proprio la grande intensità delle parole utilizzate dell’autrice che ha la grande capacità di far provare ai lettori esattamente quel che vuole. Il tempo narrativo è scandito da monologhi e dialoghi che, grazie ad un accurato senso della punteggiatura, scorrono perfettamente rendendo la lettura avvincente ma mai pesante. Una delle particolarità della novel, riconosciuta dagli stessi autori, è proprio che l’opera sia stata scritta in modo veloce, per cercare di dare un’autenticità nei sentimenti dei personaggi senza addentrarsi troppo in descrizioni meticolose (che invece avrebbero potuto guastare la storia rendendo il tutto troppo artificioso). Naturalmente anche le immagini che accompagnano i capitoli sono in totale sintonia col testo, elemento che ci collega alla seconda parte dell’opera: il manga.
 

Il fumetto è la seconda metà dell’anima di Service’s Code, una sorta di copia speculare nata essenzialmente per venire incontro alle richieste di molti fan e ad una certa fetta di lettori che non riescono ad appassionarsi ad un’opera quasi solo letteraria. All'interno del fumetto il genere urban-fantasy dell’opera principale riesce a prendere vita in una forma completamente diversa in questa trasposizione, grazie ad uno stile grafico personale dell’autrice, capace sicuramente di sorprendere e di spingere alla lettura anche coloro che abbiano già letto la novel. Ma il lavoro dei due prolifici autori non si è fermato qui ed oltre al manga hanno prodotto anche un artbook ed un gioco di ruolo, oltre a decidere di aggiungere ulteriori illustrazioni alla novel, un modo per venire sempre incontro ai proprio fan e non fermare mai la propria produzione.

Infine ecco l’intervista ai due gemelli:

Zelas e Zurondolo: benvenuti! Ora sarete intervistati: pronti?

Zu:...No.... ho paura.

Zelas: *ANSISSIMA*

Zu: Disegno male, scrivo peggio, aiuto! perché sono qui?? *mani nei capelli*

Zelas: Possiamo farcela, su!

Zu:...ok.... Andiamo!


Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?

Zu: Posso spaziare su molti stili di disegno, il liceo artistico mi ha dato le basi per qualsiasi tratto e tecnica, tranne però proprio il disegno fumettistico su cui sono totalmente autodidatta (e si vede) . Lo stile che amo di più, leggere e disegnare, rimane comunque lo stile manga. Uso sia tecniche tradizionali che digitali. Ho iniziato con quella più classica per i fumetti, china ed acquerello, ma quella preferita è diventata e credo rimarrà quella digitale. Ormai eseguo tutto, dalla bozza alla colorazione, in formato digitale. Datemi una tavoletta grafica, Photoshop e un po' di musica, e non mi leverete più dalla scrivania.
 

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Zu: Fare fumetti per me significa tornare a casa devastati dalla giornata, sedersi al computer, aprire Photoshop, e rilassarsi. E' la mia valvola di sfogo. E' liberare la testa dalla realtà che mi circonda, costruirmi il mio mondo alternativo, essere felice. Ed è la stessa sensazione che avevo quando da giovane (Si, non lo sono più molto se non nello spirito) passavo in fumetteria, prendevo il mio ultimo numero di City Hunter, tornavo a casa di corsa, mi buttavo sul letto ed appena iniziavo a leggere staccavo la presa di corrente della realtà. La differenza tra leggerli e farli è che ora quei personaggi sono come miei figli. Sono mie creazioni, e il mondo in cui mi connetto è ora creato ancora più su misura per me. Ogni personaggio che creo è come se fosse una voce nella mia testa, è un lato della mia personalità.
 

Cos'è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Zu: Chiamarlo lavoro, nel mio caso, è sbagliato. Sarebbe bello ovviamente, ma disegno solo a livello hobbistico. Sono autodidatta e, liceo artistico a parte, non ho mai fatto alcuna scuola o workshop. Per ora il lavoro in metalmeccanica è ancora quello che mi permette di pagare il mutuo, e temo rimarrà così. Del fare fumetto adoro la soddisfazione di sfogliare il lavoro finito, in digitale e non. Parlare con i lettori che apprezzano le storie che scriviamo e disegniamo. Mi commuovo con le loro fan art o le fan fiction, e amo le fiere del settore. Sentirsi immersi in una mostra come autore e non solo come spettatore e consumatore è una delle sensazioni che amo di più. Mi sento  parte di un mondo che adoro. Sto lavorando, ho commissioni, dead line e progetti in ballo, ma questo non implica che non stia facendo quello che amo di più al mondo, cioè disegnare manga.

Zelas: Di contro c'è la concezione che stai “cazzeggiando”. Se dici che fai fumetti ti si chiede subito “e di lavoro vero?” Questa concezione tipicamente italiana è frustrante, finisci per crederci anche tu perché tutti intorno la pensano così. Nel mio caso probabilmente è giusto così, non ho un livello tale da essere considerata professionista, ma non dovrebbe essere un'idea di partenza a priori. Poi, come in ogni altro lavoro, ci sono le  dead line.. Loro non aspettano che tu abbia l'ispirazione, o la voglia o il tempo, loro arrivano e come ogni lavoro che si rispetti devi farci i conti. Inoltre ci sono esigenze di mercato che non ti lasciano tutta la libertà di movimento che vorresti, ma per questo ci autoproduciamo: per poter scrivere e disegnare ciò che vogliamo e  come vogliamo senza che qualcuno tenti di pilotare le storie. Gli unici che hanno questo diritto e quindi voce in capitolo, sono i lettori stessi, che possono liberamente commentare sul sito di Service's Code e discutere con noi in tempo reale mentre sviluppiamo sia il libro che il fumetto da cui è tratto. Li considero parte della mia famiglia, ormai, anche se sono lontani e ci vediamo di rado a qualche fiera. Certi di loro mi seguono da anni e tornano sempre.
 

Com’è nata la tua opera?  Quali sono i tuoi piani per essa?

Zelas: Service’s Code probabilmente non sarebbe mai nato se io non avesse avuto una grandissima passione per le Fanfiction. Ho iniziato a scrivere fanfictions intorno al 1998 ispirandomi al fandom di Slayers e la mia prima fiction fu "Light and Obscurity", un ipotetico sequel della terza (ed allora ultima) serie di Slayers. Non aveva nemmeno le descrizioni, era scritta come sceneggiatura, questo perché era nata, appunto, come ipotetica sceneggiatura per un possibile fumetto (disegnato solo in alcune tavole anni dopo, ma mai veramente iniziato). Lo stile simil-sceneggiatura mi ha permesso di non perdere il filo tra una battuta e l'altra rendendo la narrazione "dinamica" in un modo tale che i personaggi riuscivano a prender vita. Fu qui che nacque uno dei personaggi principali di Service's Code: Zendaru. Successivamente, conclusa L&O (Che conta la bellezza di 69 capitoli ed altri 8 di prequel) venne il sequel "Another holy war" (altri 57 capitoli) ed infine, scritta come si deve con tutte le descrizioni del caso, "And darkness will cover the light" (90 capitoli del solo primo atto e 5 del secondo, mai conclusa) che vide la nascita di altri tre personaggi principali di Service's Code: Tears, Sin e Nakiri.

Zu: Era il 2008, arrivavo da un altro romanzo convertito anch'esso in webcomic stile manga, e prodotto con la collaborazione di un'altra autrice, co-produttrice della sola storia scritta. Purtroppo il suo impegno nel progetto non era costante quanto avrei voluto io, per cui decisi di ripartire da zero, prendermi i miei personaggi, e spostarmi in un progetto tutto nuovo e sopratutto tutto mio, dove potevo gestirmi come meglio mi pareva ed avere la libertà di crescere. Arrivavo da una storia un po' più sentimentale, più stantia, con molta meno azione e tutte "seghe mentali"per usare un termine poco ortodosso. Volevo cambiare registro, avevo un sacco di "Action" in arretrato che dovevo sfogare... E così, ad ottobre 2008 nacque Service's Code!


Zelas: I toni di Service's Code erano, e rimangono, quelli della fan fiction action/comica. All'inizio veniva pubblicata con la cadenza di un capitolo al mese su un sito (allora su altervista) e producevamo ogni capitolo prettamente per noi. Punto. Piano piano poi qualcuno ci seguì, un po' trovandoci per caso, un po' arrivando da Faint Hallucination (il progetto precedente di Zu) un po' dal fandom di Slayers (alcuni dei più vecchi lettori provengono ancora da vecchie fan fiction che scrivevo prima del 2000 su Slayers...) Quando il libro da cui è tratto il fumetto finì il suo primo arco narrativo, alcuni lettori mi chiesero di pubblicare in cartaceo il libro illustrato, cosa che feci nel 2013, e dal 2015 ho deciso assieme a Zu di intraprendere anche questa seconda parte del progetto, cioè la trasposizione del romanzo in fumetto.

Zu: Viene pubblicato come webcomic sul sito servicecode.it, ed una volta che raccolgo abbastanza pagine provvedo alla pubblicazione cartacea dello stesso, rieditandolo e correggendo qua e là. Per ora è disponibile il primo volume, che comprende l'arco narrativo fino al terzo capitolo del libro, ed è in fase di pubblicazione online il secondo volume, che posso dedurre vedrà la pubblicazione in cartaceo intorno a maggio/giugno 2016. Il piano è ovviamente di finirlo, ma ci vorrà ancora un sacco di tempo, visto che il romanzo da cui è tratto conta quasi 740 pagine! Spero che i lettori avranno la stessa pazienza nel seguirlo che ho io per disegnarlo!


Parlaci meglio del tuo stile di scrittura, di come è evoluto e di come lo definisci.

Zelas: Service's Code ha uno stile di scrittura che ho tendenzialmente maturato con Darkness. E' un tipo di scrittura fresca, e il fatto che sia scritta al presente ed in prima persona fa in modo che più che una narrazione, sia una semplice trascrizione dei pensieri dei vari personaggi. Quando pensiamo a qualcosa non riempiamo tutto di fronzoli come nei libri. Ciò che diciamo o pensiamo è spesso pieno di espressioni colloquiali, e questo è Service's Code. Ogni paragrafo è la semplice trascrizione di chi in quel momento si trova in quella situazione. Lo stesso evento, spiegato da personaggi diversi, porta poi a più analisi diverse della stessa situazione.
 

Che rapporto hai con i fan? Scrivono addirittura FF sulla vostr opera. Perché hai scelto di dare tutto questo spazio a questo elemento?

Zu: i fan possono contattarmi in ogni momento della giornata su twitter, facebook, tramite il sito, via mail, insomma, tramite qualsiasi canale. Sono uscito a bere con loro, al cinema, quest’anno ho persino passato capodanno con due di loro.

Zelas: Service’s Code, così come i progetti precedenti, è anche un modo per conoscere gente. Tramite i progetti precedenti ho conosciuto persone, 15 anni fa, che sono tutt’ora nella mia vita e dubito se ne andranno mai. Service’s code è un prodotto per entrambi. Per noi, come autori, è una valvola di sfogo e divertimento tanto quanto deve esserlo per i lettori. E sarà che noi veniamo proprio da quel mondo ma perché non lasciare i lettori liberi di scrivere sui nostri personaggi? Fantasticare su di loro li aiuterà solo ad innamorarsene di più.
 

Cosa preferisci, scrivere un fumetto oppure una novel?

Zelas: Preferisco scrivere ed illustrare la novel... Ma poi preferisco rileggere il fumetto! Il prodotto finito che mi piace di più è il fumetto ma mi accorgo che, naturalmente, richiede molto più tempo nonostante la storia sia già scritta e conclusa...

Zu: La novel, perchè in quanto scrittura è molto più diretta e veloce ed in quanto ad illustrazioni possono scegliermi il punto che preferisco, nella posa che preferisco...mentre il fumetto hai mille in quadrature nel mentre che devono essere costruite in modo da sostituire la narrazione. Il semplice spostamento di un oggetto nella novel occupa una riga di scritto, nel fumetto anche due o tre disegni studiati ad hoc...è una faticaccia!
 

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Zu: E' una storia "scialla". Leggera, senza tante pretese. Le basi per essere pesanti le ha, la trama non è campata in aria. C'è dietro uno studio del mondo da cui i personaggi provengono che non è  indifferente, ma i toni con cui viene raccontata sono più comici. I personaggi in sé sono stupidi, divertenti (Generale della Confederazione a parte, naturalmente...) e strappano spesso un sorriso.
Uno dei personaggi principali, e sicuramente il più colorito, è Tears, un ignorante e cafone. L'altro, Zendaru, è un ragazzino diciassettenne con tutta la superficialità che può comportare la giovane età e...mbhè il personaggio in sé (dopotutto puoi anche essere maturo a 17 anni, ma non è palesemente il caso di Zendaru ). Come dice il claim principale: "Service's Code: il fantasy che tira una testata al film d'azione tamarro americano... Un po' romanzo, un po' manga... Sa solo quello che non è: una cosa seria." Ed è così che bisogna approcciarsi a Service's Code, senza troppe pretese.
 

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Voglio ringraziare voi per la vostra disponibilità. Siete il primo concorso a cui mi iscrivo, sopratutto perché avete lasciato una libertà di presentazione delle opere senza precedenti, e c'è bisogno di qualcuno che faccia conoscere piccoli autori che si autoproducono.
Per il pubblico che mi segue da anni, voglio solo dirvi grazie, anche se credo di farlo in un modo o nell'altro ogni volta che posso. Per il pubblico di Animeclick...mbhè, siate clementi? Non fermatevi subito, gli inizi non sono mai stati il mio forte e la storia prende piede mano a mano che si sviluppa.
Service's Code non è forse un opera degna di nota e non mi aspetto che vinca questo concorso visto ch'è sicuramente ad un livello più amatoriale che professionale, ma potrebbe strapparvi un sorriso. E vi assicuro che mi basterebbe.

 
 

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!