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Gustavo69

Episodi visti: 6/6 --- Voto 8
Sembra un milione di anni fa quando titoli hentai arrivavano (più o meno) a fiumi sul nostro mercato, e Yamato Video aveva anche una collana chiamata Doki Doki Collection, creata appunto per questi titoli, prima solo VHS, poi anche in DVD. Nel 2023 la maggior parte di questi titoli è praticamente introvabile, oppure si trovano solo in VHS e/o a cifre da capogiro. E questo è anche il caso di "La Blue Girl", approdato nel 1995 solo su nastro, e poi mai più ristampato purtroppo. Dico purtroppo, perché questo è uno degli anime hentai più leggendari mai prodotti, e forse uno dei migliori mai arrivati nel nostro Paese (a parte "Kite", probabilmente). Inoltre, la protagonista è doppiata addirittura da Marina Massironi, che all'epoca doppiava ancora parecchi anime, e non aveva ancora raggiunto il successo con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, sebbene lavorasse in TV già da anni. Di lì a poco avrebbe partecipato a "Mai dire gol", e un paio d'anni più tardi avrebbe recitato in "Tre uomini e una gamba". Pare strano dunque sentire una voce così nota doppiare un anime hentai, con tanto di gemiti e frasette imbarazzanti. Ma Marina dev'essere sempre stata una professionista di prim'ordine, sia che doppiasse questa serie o quella delle "Mini 4WD". D'altro canto, ha doppiato diversi anime nella sua carriera, è quasi un peccato che la sua voce squillante sia poi stata dedicata quasi esclusivamente ad altro. Ma chiudiamo questa parentesi, e concentriamoci sull'anime vero e proprio.

"La Blue Girl" è tratto da un manga di Toshio Maeda, famoso anche per il manga di "Urutsokidoji" e di altri manga da cui furono tratti anime hentai (ovviamente). Manga e anime hanno storie alquanto differenti però, tanto da sembrare quasi opere totalmente differenti: rimangono tuttavia degli elementi di base in comune. La trama, come spesso succede negli hentai, è quasi un pretesto per arrivare alle scene di sesso, tuttavia non è marginale come nella maggior parte degli anime hentai, c'è comunque una storia abbastanza intrigante sullo sfondo di quest'opera (ancora di più forse nel sequel, anche se non risultò troppo efficace). Disegni e animazioni sono molto buoni per l'epoca: il character design devia molto dal manga originale, e questo forse è un bene, non perché i disegni originali siano brutti, anzi, mi piace lo stile di Maeda, ma forse non erano troppo adatti al grande pubblico.

La violenza la fa da padrona in quasi tutti questi sei episodi: il sangue scorre a fiotti infatti, e la protagonista e le sue amiche vengono assaltate molto spesso da mostri ed esseri umani indistintamente. Forse questo è uno dei motivi per cui poi questa serie non è stata più ristampata in seguito. Alquanto problematica per certi versi (non che il manga lo fosse tanto di meno, ovviamente, manga che è stato anch'esso pubblicato in Italia vari anni fa, ma attualmente super esaurito). "La Blue Girl" fonde perfettamente gli elementi che una volta aiutavano le vendite di prodotti del genere, ovvero sesso & violenza: non per nulla molti OAV (non hentai) degli '80 e in misura minore nei '90 puntavano sulla violenza estrema non censurata e sul fan-service più variegato. Il pubblico voleva emozioni forti, e c'era chi queste emozioni gliele poteva dare in maniera perfettamente legale. Ci sarebbe da disquisire per ore sulla moralità di queste opere, ma queste opere non hanno mai avuto qualche intento pedagogico, sono sempre state concepite come intrattenimento "estremo", anche perché l'assurdità delle situazioni faceva comprendere perfettamente che si trattava di una storia irreale, e non di qualcosa che poteva essere emulato. Demoni, mostri, tentacoli, ninja... tutta roba lontana anni luce dalla nostra quotidianità. Gli hentai giapponesi sono quasi sempre ambientati in mondi avulsi dalla nostra realtà, spesso simili, ma profondamente differenti. Difficile trovare hentai in cui ci sia qualche molestatore sui mezzi pubblici che approfitta di qualche sventurata (ironia della sorte, esistono invece molte scene del genere nei porno giapponesi dal vivo, però!).

In sostanza, ciò che voglio dire è che "La Blue Girl" trascende il genere hentai di cui fa parte, e merita di essere visto a prescindere dal fatto che sia hentai o meno, che abbia scene di sesso o di nudo.


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Stairway90

Episodi visti: 6/6 --- Voto 7
Toshio Maeda è considerato l'artista più influente nell'ambito del manga erotico giapponese, inventore, per aggirare il divieto giapponese di raffigurare i genitali maschili, del tentacle rape (di cui sarebbe così orgoglioso da aver chiesto che sulla sua lapide sia inciso "Tentacle Master") e autore di celebri fumetti che mescolano erotismo, azione e horror e che hanno avuto, soprattutto a cavallo degli anni '80 e '90, vari adattamenti animati in OAV: Uroshitsuji, Adventure Kid, Demon Beast Invasion e La Blue Girl. Quest'ultima opera è adattata in un'OAV di 6 episodi diretti da Kan Fukumoto, cui seguiranno altre due serie non tratte dall'anime, ossia Lady Blue e La Blue Girl Returns.

Miko Mido è l'erede dei Miroku, un clan di ninja che padroneggia fantasiose tecniche erotiche, ma è anche la figlia del re degli Shikima, una razza di demoni libidinosi che vivono in un'altra dimensione e sono sottomessi ai Miroku. Quando il potere che permetteva il controllo sugli Shikima viene meno perché i ninja del clan rivale uccidono la nonna di Miko, la ragazza è costretta, suo malgrado e dopo essere stata aggredita sessualmente da uno dei demoni, a scendere in campo per fermare i demoni, assistita dal fedele e buffo Nin-Nin; più avanti compaiono altri antagonisti, fra cui Kugutsumen, un malvagio ninja la cui amante è una traditrice del clan Miroku, gli ultimi superstiti del clan Suzuka tramutati in cyborg e la sua rivale Fubuki Kai, continuamente in competizione con lei per superarla e dimostrare di essere la ninja più forte.

La sceneggiatura mescola in maniera soddisfacente azione, horror, momenti seri e siparietti comici, combattimenti e scene di sesso (a volte questi ultimi due elementi coincidono). Rispetto ad altre produzioni di Maeda, La Blue Girl ha un tono scanzonato, frutto soprattutto della caratterizzazione dei personaggi principali: Miko è a capo di un clan di ninja che usano il proprio corpo come arma, ma la cosa la imbarazza e la secca più di una volta, anche durante i combattimenti; il suo fedele aiutante Nin-Nin è un pervertito e non perde occasione per spiarla, ma in fondo ha un cuore d'oro e rischia spesso la vita per lei. Le scene di sesso sono numerose e variegate, per cui si va dai classici stupri tutt'altro che drammatici in cui la vittima si ritrova a godere ai tentacle rape (un marchio di fabbrica di Maeda, si è già detto), dalle orge che coinvolgono umani ed esseri demoniaci a rapporti omosessuali fra ragazze che ricorrono alle arti ninja per improvvisarsi futanari, e chi più ne ha più ne metta. Il character design di Kinji Yoshimoto fa il resto, regalando belle ragazze e orridi mostri.

Nikki

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Nikki

Episodi visti: 6/6 --- Voto 7
Considero questo henati 'tentacolare' un (mio) cult.
Da quando venni a conoscenza di questa serie feci carte false per riuscire a vederlo, alla fine non vi riusci', se non per qualche promo tv e qualche spezzone su rivista.
Alla fine vi riusci' attraverso un canale francese a vedere i 6 episodi.
Studiando io francese qualcosa ci ho capito ma non ne sono tanto sicuro .... Miko discendente del clan Miroku combatte contro i mostri perversi del clan Shikima.
Questo è tutto, naturalmente ci saranno trastulli di vario genere tra una scena di combattimento e l'altro.
Questa serie avrà anche un sequel di cui ho visto un episodio, sinceramente il cambio di stile non mi ha molto convinto, i disegni sono rimasti gli stessi volendo ma la colorazione e l'animazione (giustamente) si sono adattati al tempo ma io preferisco il vecchio modello.
Il chara morbido molto sensuale e la colorazione sbiadita all'antica mi hanno esercitato sempre un certo fascino.